[Ezln-it] Ancora aggressioni a basi dell'EZLN negli Altos

Annamaria maribel_1994 at yahoo.it
Tue Dec 9 15:41:52 CET 2008


La Jornada – Martedì 9 dicembre 2008
 
Minacce ed aggressioni a basi dell’EZLN negli Altos
Il pretesto ora sarebbe il rifiuto di accettare “aiuti” del governo
Hermann Bellinghausen
La giunta di buon govenerno (JBG) Corazón céntrico de los zapatistas delante del mundo, nella zona Altos, Chiapas, ha denunciato minacce ed aggressioni contro basi di appoggio dell'EZLN nell'ejido Las Maravillas, municipio autonomo 16 de Febrero, perchè non accettano gli "aiuti" governativi che dividono le comunità.
La JBG denuncia che il problema in questa comunità (municipio ufficiale di Simojovel) è nato dalla costruzione di "una casa per la riunione delle donne che accettano i programmi del governo, come Oportunidades e borse di studio per i figli". Poiché gli autonomi sono in resistenza non accettano gli aiuti, ma le autorità vogliono obbligarli a partecipare a questa costruzione.
Agli inizi di novembre il giudice supplente del consiglio autonomo, abitante di Las Maravillas, si è recato al caracol di Oventic ed ha dichiarato alla JBG che, non essendo d'accordo con queste opere, le basi zapatiste non hanno nessun obbligo. Ha inoltre detto di aver riferito il loro dissenso alle autorità ufficiali ma che queste hanno risposto "che devono cooperare per forza, perché è l'accordo della comunità"; dando loro un termine di 24 ore per decidere, e minacciandoli se non l'avessero fatto.
Lo scorso primo di novembre la JBG ed il consiglio autonomo avevano inviato una lettera all'ejido Las Maravillas, nella quale spiegavano che gli zapatisti sono d'accordo "quando una colonia o ejido ha delle regole di cui beneficia la comunità, come la proibizione totale di bevande alcoliche e la coltivazione e vendita di marijuana, così come rapine e furti", ma non quando queste regole "la danneggiano".
Sostengono che se un'opera non è per tutti, ci sono ragioni sufficienti perchè ci lavori solo chi ne beneficia. Gli zapatisti in quella lettera dicevano: "ci preoccupa e non ci pare corretto che i nostri compagni e compagne basi di appoggio zapatiste siano obbligate a cooperare e lavorare in un'opera come questa", una "sala riunioni" destinata a chi riceve gli aiuti.
"Come è risaputo a livello nazionale e internazionale", gli zapatisti in resistenza non accettano nessun aiuto federale, statale né municipale. "Siamo in lotta per democrazia, libertà e giustizia per tutti, e nessuno zapatista può essere obbligato ad accettare l'aiuto del malgoverno" né a svolgere lavori in beneficio di pochi, "perché questo è ingiusto ed inumano", sebbene "non siamo neppure contro coloro che accettano gli aiuti".
Se i lavori sono per il bene comune, come la manutenzione delle acque, i terrazzamenti, scuola o elettricità, tutti "hanno l'obbligo di lavorare". La sola cosa che le autorità autonome pretendono è il "rispetto" delle basi zapatiste.
I rappresentanti ejidali di Las Maravillas, ricevendo la lettera di JBG, "non gli hanno dato importanza" e la loro unica risposta è stato l'arresto di tre zapatisti da parte della polizia della comunità il 21 novembre, quando Manuel Díaz Gutiérrez, José Ramírez Sánchez e Juan Hurtado Teratol sono stati arrestati solo "per il reato" di non aver versato la cooperazione di 50 pesos né lavorato alla costruzione di questa casa. Quando sono stati rilasciati è stato detto loro che la lettera della JBG non "vale niente", hanno ricevuto minacce di morte "e se qualcuno vi aiuta ammazzeranno anche lui".
La JBG ed il consiglio avvertono: "È nostro dovere denunciare ogni tipo di ingiustizia, minacce e violazione dei diritti umani" da parte di chiunque, "senza che importi l'organizzazione alla quale appartenga". Per questo, aggiunge, "condanniamo energicamente l'atteggiamento violento ed irragionevole delle autorità di quella comunità". I fatti dimostrano "che i programmi del malgoverno, presunto aiuto a chi ne ha bisogno", servono per dividere e confondere la gente, in "una strategia di guerra" contro i popoli indigeni.
Le autorità zapatiste chiedono: "Con quale diritto le persone affiliate ai partiti politici minacciano di morte i nostri compagni per il semplice fatto di appartenere ad un'organizzazione e non ad un partito che divide, confonde e provoca scontri tra fratelli della stessa comunità? E' ormai chiaro che sono i partiti a provocare divisioni e scontri", conclude la denuncia.
 
Testo completo della denuncia della JBG:
http://www.jornada.unam.mx/2008/12/09/index.php?section=politica&article=017n2pol
 
 
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)


      
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