[Ezln-it] L’EZLN E LA COCOPA

Annamaria annamariamar at gmail.com
Tue Dec 9 10:56:57 CET 2008


*La Jornada – Venerdì 5 dicembre 2008*

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*Jaime Martínez Veloz*

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*L'EZLN E LA COCOPA*



Oggi che le agende nazionali incrociano paradigmi fino a poco tempo fa
insospettati e l'apparizione di nuovi conflitti spostano molti dei temi di
fondo che avrebbero dovuto essere affrontati e risolti da tempo, sarebbe
opportuno che la classe politico governante non dimenticasse l'impegno preso
dallo Stato con i popoli indigeni del Messico attraverso gli accordi di San
Andrés. La scommessa del sistema politico messicano è stata la
minimizzazione della questione indigena. Nel migliore dei casi gli accordi
di San Andrés rispuntano come una promessa in tempi di campagna elettorale.
Il discorso ufficiale rispetto allo zapatismo è consistito nell'evitare
qualsiasi menzione all'EZLN in un vano tentativo di minimizzare le sue
domande o supponendo che col tempo le sue cause e domande sarebbero svanite.



L'inadempienza del governo dei suoi impegni concordati con gli indigeni è
accompagnata da una sempre maggiore presenza militare nella zona di
conflitto. Lo Stato messicano ha optato per il contimento militare invece di
cercare opzioni politiche per la soluzione del conflitto, come poteva essere
la riproposizione del procedimento legislativo per l'approvazione
dell'iniziativa di legge che nel 1996 fu accettata dall'EZLN.



La drammaticità degli avvenimenti degli ultimi anni, dove il crimine
organizzato, con vaste zone di influenza e controllo territoriale, così come
la creazione di strutture finanziarie, giudiziali, poliziesche, politiche e
perfino culturali ha dimostrato l'atteggiamento falso e irrispettoso che il
governo messicano ha mantenuto nei confronti dello zapatismo. Per dirlo in
altre parole, mentre ai criminali ha permesso perfino di entrare in cucina,
agli zapatisti ha sbattuto la porta in faccia.



Davanti alla polarizzazione sociale, promossa da un modello economico che a
livello mondiale ha dimostrato il suo fallimento e la polarizzazione
politica promossa da tutti gli ambiti della politica messicana, sarebbe
opportuno ricordare il lavoro realizzato dai membri della prima Commissione
di Concordia e Pacificazione (Cocopa) la cui capacità di elaborare le
naturali e comprensibili differenze permise loro di realizzare l'iniziativa
di legge in materia di diritti e cultura indigeni, derivata dall'impegno
concordato tra il governo federale e l'EZLN, attraverso quello che oggi
conosciamo come gli accordi di San Andrés Larráinzar.



Questa non è una questione di nostalgia, ma l'esercizio in un metodo di
lavoro e impegno per affrontare i compiti che a quel tempo la Repubblica ci
affidò e che realizzammo responsabilmente, rispondendo ai propositi ed agli
obiettivi che ci erano stati raccomandati e che oggi è necessario che siano
recuperati, prima che succeda qualcosa d'altro.



La prima volta che incontrammo la comandancia indigena dell'EZLN, nella
comunità di La Realidad, municipio di Las Margaritas, senza esserci messi
d'accordo, ogni legislatore si presentò senza fare allusione al partito di
appartenenza, e questo fu tenuto in considerazione dal subcomandante Marcos.
Noi membri di quella commissione legislativa mettemmo al di sopra degli
interessi di partito l'obiettivo della pace ed a questo ci siamo sempre
attenuti. Furono condizioni esterne ai suoi membri quelle che ostacolarono
la concretizzazione di quanto concordato.



La presenza e la spinta dei senatori Heberto Castillo e Luis H. Álvarez
costituirono la pietra miliare che permise alla Cocopa di affrontare i
momenti difficili per i quali è passata. I senatori del PAN Luis Felipe
Bravo Mena e Benigno Aladro svolsero il loro impegno con serietà sostenuti
dalla spinta di Rodolfo Elizondo Torres, Alejandro González Alcocer e
Fernando Pérez Noriega. Del PRD, Juan Guerra e César Chávez le impressero
una dose di attivismo e riflessione dall'ottica dei movimenti sociali
messicani. Il senatore Guillermo del Río Ortegón, nonostante lo stato di
salute precario, fu un appoggio importante nei compiti legislativi. Del PRI,
i senatori Óscar López Velarde e Pablo Salazar Mendiguchía apportarono
elementi giuridici e politici che offrivano ordine e metodo alla discussione
sulle faccende della commissione. A Marco Antonio Michael ed al sottoscritto
toccò il compito di sopportare gli attacchi ufficiali per non piegarci alla
politica governativa di non riconoscere gli accordi concordati. Del Partito
del Lavoro, Óscar González Yáñez e José Narro Céspedes diedero un grande
impegno. Juan Roque Flores, rappresentante del Congresso dello stato,
Roberto Domínguez e Juan Carlos Gómez Aranda, rappresentanti del governo
dello stato, fornirono alla commissione le necessarie strutture locali, così
come l'appoggio e la logistica per la realizzazione dei compiti legislativi.



Il lavoro collettivo che abbiamo svolto, noi componenti di quella
commissione, ci ha segnato per sempre e, nonostante non si sia concretizzato
quanto ci eravamo proposti, dalle nostre trincee abbiamo fatto l'impossibile
per raggiungerlo senza che importasse il partito al quale appartenevamo.



12 anni fa tutte le persone qui menzionate ci riunimmo a San Cristóbal de
las Casas ed elaborammo l'iniziativa di legge in materia di diritti e
cultura indigeni, conosciuta come legge Cocopa, che fu accettata dagli
zapatisti e respinta da un governo che mancò la sua parola e gli impegni
contratti durante il processo di negoziazione. Questa iniziativa di legge è
oggi una delle poche possibilità di incanalare quello che tutto fa pensare
sarà una nuova tappa di mobilitazioni in tutto il paese.



(Traduzione "*Maribel*" – Bergamo)
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