[Cyber-rights] Una proposta di lavoro: futura schedatura delle impronte digitali.

[Rapt]

Per come la vedo io, la questione può essere affrontata su piani 
diversi. Il primo, più importante, è quello dell'intenzione. Senza 
dilungarmi troppo su cose arcinote, la creazione di scenari alla 
Minority Report e oltre, è il sogno di sempre del potere, soprattutto in 
fasi di crisi cronica che prospetta loro la minaccia inestinguibile che 
prima o poi qualcuno s'incazzi per davvero.
Il secondo piano, è la realizzabilità. Dovrebbero dotare tutti gli 
uffici comunali di scanner per impronte difitali, cosa che non sono 
riusciti a fare nemmeno negli uffici di accesso ai colloqui delle 
carceri, dato che, da quanto mi risulta, il famoso "codice biometrico" 
esiste solo a Rebibbia. Certo dietro ci sarebbe un succoso affare per 
chi produce quella tecnologia, ma da qui al pensare che detto fatto 
saltino fuori i soldi è come credere che il berlusca in tre anni 
sconfigga il cancro.
Sul discorso delle votazioni elettroniche, il broglio immagino sarebbe 
sistematico, ma sinceramente, prima di affrontare la cosa, rimango fermo 
nella mia domanda, e cioè se, nel 2010 ancora si speri di cambiare 
qualcosa col voto, cartaceo o digitale che sia. Naturalmente, non è che 
non colgo l'aberrazione nè lo scopo propagandistico di manipolare le 
elezioni a loro piacimento.
Infine, un altro aspetto è che, posti come superati i problemi di 
fattibilità, l'unico ostacolo potrebbe essere l'opposizione a qualunque 
livello possibile da parte di chi dovrebbe subire queste innovazioni. E 
qui casca sempre il solito povero asino; in una vita impregnata di 
legalitarismo, manie sicuritarie, telefilm con buoni indagatori anche 
dell'intestino eccetera, la prima cosa da fare sarebbe lavorare sul 
piano culturale, giorno per giorno e porta a porta, per togliere dalla 
testa della gente il mantra "niente da nascondere". La vedo dura, ma 
indispensabile.

Il 16/11/2010 16.45, Marco A. Calamari ha scritto:
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       -(Rapt)-
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