[Cyber-rights] Una proposta di lavoro: futura schedatura delle impronte digitali.

[Marco A. Calamari]

Laciando perdere i dettagli fin qui discussi, vorrei fare una proposta
 sostanziale che potrebbe interessare la lista.

Il nostro Ministro dell'Interno ha recentemente dichiarato:

"Abbiamo posto fine alla sperimentazione della carta d'identità
elettronica e che andava avanti da 10 anni e che ha comportato una spesa
di 300 milioni di euro. Apriamo un capitolo nuovo e cioè l'introduzione
della carta d'identità come documento di sicurezza per tutti a costo
zero a partire da quando si è neonati. (...) Attraverso la registrazione
delle impronte digitali nei Comuni - ha continuato il ministro -
speriamo di arrivare anche prima della fine della legislatura
all'utilizzo completo di questo nuovo strumento. Il nostro obiettivo
resta quello di poter utilizzare questo documento per il voto
elettronico".

In poche righe sono contenuti due annunci agghiaccianti.

Ci ho anche scritto un piccolo articolo che se volete 
 trovate qui:

http://punto-informatico.it/3032163/PI/Commenti/cassandra-crossing-logica-dell-impero.aspx

Uno e' l'istituzione, o meglio l'intenzione di realizzare,
 il voto elettronico; nell'Italia di oggi ed in quelle future che
 posso immaginare, ritengo che non sia nemmeno lontanamente
 propronibile, per il pericolo (qualcuno ha detto "certezza"?)
 di brogli che sarebbero letali per i residui di democrazia
 italiana.

Il secondo, piu' imminente ed anche esso della massima preoccupazione,
 e' la fine della sperimentazione della carta di identita'
 elettronica (fino ad ora facoltativa) e la sua sostituzione
 con un documento elettronico obbligatorio contenente 
 l'impronta digitale della totalita' dei cittadini italiani.

E' stata cosi' gettata la maschera; questa Italia vuole dotarsi
 di un database di impronte digitali di tutti i suoi cittadini,
 utilizzabile solo a fini di controllo sociale, visto che non esiste
 nemmeno negli stati uniti od in altri paesi considerati molto
 tecnocontrollati.

Potrebbe essere questo un argomento su cui lavorare od e'
 troppo tecnico-legale, e merita passarlo su e-privacy?

Un saluto.   Marco

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