[Cyber-rights] [A/I Newsletter] Norwegian Crackdown: cosa fare

Marco Bertorello marco at bertorello.ns0.it
Wed Nov 10 20:02:47 CET 2010


Ciao,

Il giorno 10 novembre 2010 18:41, Marco A. Calamari <marcoc1 at dada.it> ha
scritto:

>
> Mi confermi che quando ripeto il mio mantra che i pochi hacktivist
>  italiani sono separati dal un muto impenetrabile che divide
>  collettivi da associazioni dico bene ?????
>

Marco, la divisione non è (IMHO) solo fra collettivi ed associazioni.
O meglio, non è questa la differenza che divide.

Guardiamo un'attimo lo scenario attuale. Chi sono gli attivisti?

* Hackmeeting/AI
* PWS
* ECN
* no1984
* ASSOLI
* PP

Ho dimenticato qualcuno? Nel caso aggiungete che poi analizziamo dopo.


* Hackmeeting: oltre all'organizzazione dell'evento annuale, contornato da
warmup, e a fornire servizi, che si fa? Ogni discussione anche la più banale
diventa un pippone senza senso che si esaurisce in un io-ce-lo-piu-lungo
(che in realtà è solo io-cho-piu-pazienza-di-leggere-di-te) e nulla di
quello che viene ragionato li viene trasformato in pratica

* PWS: sinceramente sono molto poco aggiornato a riguardo, non essendoci
meno dentro, ma quando avevo guardato al progetto c'era un sacco di bella
documentazione.

* ECN: anche quì non ci sono molto dentro e a parte questa lista non conosco
altro, ma non vedo passare tutti i giorni notizie di azioni, proteste o
$COSE... e sono iscritto ad una valanga di feed rss e mailinglist

* no1984: Quando era il tempo in cui il TC era di moda, andava forte aveva
anche prodotto del bel materiale, se non ricordo male, ma anche quì... non
c'è stato altro e ora è decisametne una lista a basso traffico

* Assoli: beh, penso che la mia antipatia per Assoli non sia una novità per
nessuno, ma d'altronde non sono io quello che pretende di fare politica sul
software libero scrivendo delle letterine *servili* al Brunetta; l'ho sempre
detto e non ho problemi a ribadirlo anche quì, secondo me si sono venduti il
culo ai politici.
Per di più è un gruppo chiuso, non ufficialmente claro, ma provate a
discutere di modi diversi di fare attivismo e vedrete che il branco è pronto
a saltare alla gola e denigrare chiunque, salvo poi non avere
argomentazioni.

* PP: Lo so che tu, lilo e penso altri seite iscritti al PP, ma non per
questo voglio essere più tenero. Il partito pirata, sarà anche partito
pirata, ma dov'è arrivato?
A casa di qualche altro partito della politica "parlamentare" o wanna-be
tale...
Ma, ovviamente, anche quì salvo appoggiare il Beppe Grillo di turno, di cose
concrete non ne ho mai viste

Ora, io vedo principalmente due problemi:

1) Hacktivism for Hacktivist, ovvero "ci stiamo facendo i pompini a
vicenda", produciamo documentazione, tool, servizi, controinformazione,
ecc... che servirà *esclusivamente* a noi o a chi vuol far parte di noi. Il
resto della gente, nel mondo reale è completamente all'oscuro di tutto e
comunque, giustamente, non gliene frega un tubo.
IMHO, sarebbe ora di cominciare a pensare più come cittadini e meno come
nerd, pensare che il terreno di lavoro non è internet, che l'obbiettivo non
sia la "PA" o le scuole, ma lavorare nelle strade e nelle piazze,
l'obbiettivo deve essere la gente...
Una volta che gli hai detto alla gente che bla bla bla linux, bla bla bla
libertà digitali, bla bla bla, libera informazione, bla bla bla... che ci
cavi? una pacca sulle spalle e un "Bravi, fatelo".

2) Hacktivism di nascosto.

Seriamente, qualcuno si illude ancora che i politici leggano i nostri libri,
i nostri siti, ascoltino le nostre proteste virtuali?
Dalla mia esperienza i politici si informano sugli organi locali, dove
misurano il consenso. Se c'è la gente in piazza a protestare, sentono i voti
allontanarsi e allora a volte ascoltano, ma finchè ci si indigna solo su
internet, è come mettere la testa dentro un secchiello e urlare: si, ti
sfoghi, ma dopodichè non ottieni nulla.

Se invece si riusciusse ad ascoltare i problemi della gente e a lavorarci
sopra per convogliare tutta l'incazzatura che già la gente ha di suo per
"far saltare il tappo" e finalmente connettere le lotte contro i mulini a
vento che sono state fatte in questi anni, in lotta politica vera.
Giusto per concretizzare, sto parlando di picchetti davanti ai negozi di
dischi per boicottare chi vende dischi con DRM, installazione coatta di
GNU/Linux nelle scuole durante le occupazioni, accecamento delle telecamete,
installazione di Internet Point liberi e gratuiti per tutt*, senza se e
senza ma (leggasi "anche se sei un clandestino, hai diritto all'accesso
all'informazione e se il mio stato è razzista io non intendo ubbidire)....

Ok, sarò radicale ma non intendo anche rivendicarle queste cose, mica farle
di notte come un ladro, e poi non è che la produzione documentale abbia
prodotto molto di più.

Detto questo, vedo che negli anni, gli hacklab, i laboratori, i *ug, ecc...
sono stati spina dorsale di lotte diverse (TC, Brevetti software, Decreto
Pisanu,ecc...) ma senza riuscire ad essere, nell'insieme, un movimento che
si facesse sentire. Personalmente mi prende una tristezza incredibile quando
vedo che ad Oslo, la gente scende in piazza contro OOXML negli standard ISO,
mentre i pochi attivisti italiani che erano a Bruxell contro i brevetti
software, invece di stare con gli altri attivisti, fuori a manifestare,
stavano *dentro* a "spiegare" i brevetti software a quei poveri piccoli
europarlamentarucoli strapagati per fare i nostri interessi (si, sono
volutamente sarcastico, perchè dev'esserci una perdita della dignità enorme
per essere servi a questo modo).
Passata la tristezza, però mi chiedo, ma è mai possibile che quì non possa
funzionare in maniera meno... "virtuale", meno vittima dei venduti e più
*dignitosa*?

Eppure, qua e la, trovo gente scoglionata della situazione ma da questo al
pensare di poter organizzare qualcosa... la strada la vendo lunghissima e
tutta in salita

Non so, spero che questi spunti possano portare a qualcosa che mi rallegri
un po' :)

P.S.

Ripeto, senza offesa per chiunque faccia parte delle realtà di cui ho
parlato non proprio bene, ma preferisco essere sempre più critico che dare
"pacche sulle spalle" ;)

-- 
Marco Bertorello
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