[Cyber-rights] C'era una volta Strano Network
Rapt
rapt at inventati.org
Fri Oct 9 14:48:43 CEST 2009
Spero che così la mail arrivi in lista
Marco A. Calamari ha scritto:
> On Wed, 2009-10-07 at 10:46 +0200, Rapt wrote:
>
>> In effetti l'intenzione nmon era di privatizzare il discorso, ma a
>> quanto vedo i settaggi continuano a colpire... he he... che si deve fare
>> per pubblicare in lista? Lista che, voglio chiarirlo se ancora non lo
>> avessi fatto, mi ha aiutato a capire molte cose.
>>
>
> Fai come me, fai un nuovo reply, incollaci il messaggio di risposta e
> sostituisci il nome del destinatario copiando ed incollando l'indirizzo
> dal messaggio stesso
>
>
>> Marco A. Calamari ha scritto:
>>
>>> On Tue, 2009-10-06 at 23:15 +0200, Rapt wrote:
>>>
>>>
>>>> Parlando da profano, più uso alle pratiche manuali dell'operaio che a
>>>> quelle teoriche, mi viene da pensare che, se alla media delle persone,
>>>> in primo luogo i lavoratori salariati, che mi interessano di più anche
>>>> solo per semplice appartenenza, non frega nulla di controllo tramite
>>>> telecamere, tracciamento informatico e affine, e ben poco pure dei
>>>> sistemi di controllo sul posto di lavoro (potrei citare il TMC2 e
>>>> successivi), è perchè probabilmente il secolare problema della
>>>> separazione fra manuale ed intellettuale, continua a riproporsi anche
>>>> fra la gente di buona volontà. Per spiegarmi, un esempio personale,
>>>> anche se piccolo, ma che può meglio far capire cosa intendo. In questi
>>>> anni da iscritto alla lista, alcune volte ho proposto il mio punto di
>>>> vista su alcuni temi, quello per l'appunto non di un tecnico ma di un
>>>> operaio che cerca di far proprio un settore di cultura che la formazione
>>>> sociale gli nega, Mi sono sentito riversare addosso, anche per minime
>>>> divergenze, zainate di "sapere" e di tecnicismo, quando non di
>>>> sufficienza. Evidentemente, uno dei concetti più importanti del
>>>> materialismo scientifico, quello dell'imposizione da parte della
>>>> borghesia della separazione fra lavoro manuale e lavoro intellettuale,
>>>> si è espanso allegramente fra il "popolo" che con molto sussiego si
>>>> definisce "di siìnistra". Se questo è l'atteggiamento medio dedicato a
>>>> chi cerca un dialogo anche solo per capire, poco mi stupisce, anche se
>>>> mi duole, vedere che una lista cxome cyber-rights lentamete scompaia
>>>> nell'autocombustione. Se non c'è dinamica, non c'è evoluzione, e l'acqua
>>>> che ristagna, produce solo decomposizione e puzza.
>>>> Non sarebbe più utile un atteggiamento "didattico" oltre che dialettico,
>>>> ovvero, tolti dai coglioni gli autoproclamati semidei che tutto sanno e
>>>> si noiano dei plebei che chiedono, intendere i diritti digitali
>>>> (cyber-rights) come informazione e discussione sulla conoscenza digitale
>>>> nel senso non di corsi di computer, ma di discussione sulle potenzialità
>>>> dell'informatica e sui rischi dell'informatica e della tecnologia al
>>>> soldo del potere?
>>>>
>>>>
>>> Ciao,
>>>
>>> sei anche tu vittima dei settaggi di lista, o volevi davvero
>>> rispondere solo a me?
>>> Casomai ripetiamo i messaggi in lista.
>>> Comunque con me sfondi una porta spalancata;
>>> se leggi il Manifesto del PWS trovi che la componente didattica e
>>> formativa era, e resta fondamentale.
>>> Poi scrivendo il lista uno puo' risultare saccente, ma 10 anni di
>>> fatti dovrebbero disambiguare qualsiasi cosa.
>>>
>>> O no?
>>>
>>>
>>>
>>>> Marco A. Calamari ha scritto:
>>>>
>>>>
>>>>> Beh, piu' che parlare di mancato decollo di un "movimento" forse
>>>>> dovremmo affrontare il piu' ampio problema di cosa gliene
>>>>> frega alla gente di diritti digitali (tra cui la privacy)
>>>>> a parte e-mulare 24x7. Forse abbiamo sbagliato tutto, almeno
>>>>> quelli che volevano fare comunicazione e formazione in tema.
>>>>>
>>>>> Per la privacy l'equazione di stato odierna e' +gmail -gpg,
>>>>> ed ha sempre funzionato anche per gli acari di cyber-right
>>>>> e di altre liste affini; e se non lo facciamo noi ....
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>
>>>
--
-(Rapt)-
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