[Cslist] Spunti di riflessione mobilitazione 12M-15M Stato spagnolo: un anno dopo

zeistar zeistar17 at gmail.com
Fri May 18 12:34:24 CEST 2012


Care/i compagne/i,

vi invio queste brevi valutazioni sulle mobilitazioni organizzate per
l'"anniversario" del movimento 15M, conosciuto meglio in Italia come
"indignados" che si sono tenute in tutto lo Stato spagnolo dal 12 Maggio al
15 dello stesso mese. Ho tentato di fare ripercorrere un poco le tappe
tanto del movimento come delle dinamiche istituzionali e legislative dello
Stato. Sperando ancora una volta che questi "appunti" possano contribuire
alla comprensione degli avvenimenti qui in Spagna e arricchire il dibattito
del moviemento in Italia, vi invito alla sua massima diffusione.
Invio anche alcune immagini.

saluti comunisti

*DALL’INDIGNAZIONE ALL’ORGANIZZAZIONE:*

*NO È LA CRISI, È IL CAPITALISMO*



*Brevi spunti di riflessione sulle quattro giornate di mobilitazione
(12M-15M) a un anno dalla nascita del movimento degli “indignados”.*



Un anno fa: 15 Maggio 2011. Il movimento si sviluppa e dilaga. Gli
accampamenti degli “indignados” si moltiplicano a vista d’occhio dopo la
prima occupazione della centralissima “Sol” a Madrid: da nord a sud
assemblee, manifestazioni, iniziative invadono le strade e le piazze di
tutto lo Stato. Nascono come funghi commissioni, gruppi di lavoro,
coordinamenti. Si pone in marcia una intensa mobilitazione contro il
sistema politico ed economico del capitalismo in crisi. Iniziative simili
si organizzano anche nel resto dei paesi dell’UE e in particolare nei
famosi PIIGS dove migliaia di persone solidarizzano con il movimento
conosciuto in Spagna come 15M (15 Maggio, giorno della prima
mobilitazione).

Dopo i primi mesi, lo Stato decide di fare un salto di qualità in termini
repressivi: il pericolo della radicalizzazione, della continuità del
movimento a livello internazionale, la continua nascita di nuove
“acampadas” in tutto lo Stato iniziano a preoccupare sul serio. Iniziano i
primi sgomberi degli accampamenti, piovono arresti e denunce. Il movimento
comprende che questo modello di mobilitazione e visibilità non può essere
più mantenuto ed è necessario allo stesso tempo fare un salto di qualità
articolando il movimento in forma decentrata, organizzando assemblee di
quartiere, sui posti di lavoro, in scuole ed università.

*Inizia un nuovo lavoro politico che dovrà confrontarsi con le
contraddizioni specifiche dei territori, portando con se tutto il lavoro
politico maturato nei mesi precedenti, nel tentativo di moltiplicare la
capacità di accumulazione di forze e di creazione di ambiti politici di
mobilitazione. *

La Grecia continua a bruciare, si organizzano scioperi generali in
Portogallo e in Italia: i governi di tutti i colori, di fronte alla crisi -
ma soprattutto di fronte alla debolezza della classe a causa del suo
impoverimento economico e alla sua debolezza politica -, colgono
l’occasione per dare un’enorme spinta al processo che da anni portano
avanti: la distruzione delle garanzie della classe lavoratrice a favore del
processo di accumulazione del Capitale, attraverso lo svuotamento delle
garanzie proprie del contratto a tempo indeterminato, un attacco al salario
da tutti i punti di vista (diretto, indiritto e differito) attraverso le
riforme del mercato del lavoro, della sanità, dell’istruzione, dei servizi
sociali in generale e delle pensioni. L’obiettivo: incrementare a dismisura
la capacità d’estrazione di pluvalore relativo ed assoluto per tentare di
rilanciare, dopo l’esplosione della bolla speculativa dei mercati
finanziari, l’accumulazione capitalista nella economia reale.

Ovviamente, anche nello Stato spagnolo questo processo viene portato avanti
a pieno ritmo tanto dai governi del PSOE come da quelli del PP negli ultimi
anni. Dopo l’inserimento della “parità di bilancio” dello Stato all’interno
della Costituzione del 1978, il 15 di Ottobre (15-O) il movimento 15M
lancia una nuova chiamata internazionale alla quale rispondono in molti
tanto in Europa come al di là dell’Oceano Atalantico: iniziano a
moltiplicarsi i movimenti “Occupy” negli Stati Uniti, in particolare a New
York e Oakland. Una nuova ondata di movimento dimostra che la mobilitazione
non si è ancora conclusa e che coloro che consideravano il movimento 15M
come un “fiore che dura un giorno solo” si sbagliavano. Al contrario:
l’esempio degli indignados è stato ripreso in molte capitali del mondo,
ognuna articolandolo e adattandolo alla propria specificità.

In tutto lo Stato spagnolo nascono nuove assemblee di quartiere, mentre
altre si rafforzano, coscienti che è necessario fare un salto di qualità
politico tentando di sviluppare un ragionamento che superi le posizioni di
compatibilità con il sistema capitalistico che, ancora oggi in buona parte,
egemonizzano il movimento 15-M.

Il 20 di Novembre (20-N) in Spagna si organizzano le elezioni a livello
statale. Le urne danno la vittoria al PP. Il sistema dell’alternanza
partitica, che garantisce la continuità delle riforme antiproletarie,
consegna al partito di Mariano Rajoy la responsabilità di proseguire il
lavoro già avviato dal precedente governo del PSOE: portare a maturazione,
in perfetta linea con le direttive europee e la “nuova” BCE di Mario
Draghi, il processo di riorganizzazione del sistema produttivo e
finanziario. A colpi di decreti reali, come un rullo compressore, si
approvano decine di “riforme” che tentano di calmare i tentativi
speculativi e far si che la Spagna si presenti agli occhi dei mercati
internazionali come un paese con nuove opportunità per il Capitale di
valorizzarsi.

Nel marzo di quest’anno si organizza un nuovo sciopero generale di 24 ore
contro la riforma del mercato del lavoro e contro le misure “anticrisi”, a
distanza di sei mesi dalle elezioni e a un anno e mezzo dall’ultimo
sciopero generale *(per approfondimenti si veda anche l’articolo “29-M:
quando la classe operaia spagnola si ferma per lottare e difendere i propri
diritti”, presente su vari siti di movimento)*. Una mobilitazione enorme
che blocca interi settori produttivi, con manifestazioni oceaniche, che
però non raggiunge l’obiettivo di bloccare gli attacchi del nuovo governo.

Mentre si susseguono, *con la giustificazione del risanamento del deficit
come motivazione principale,* feroci tagli ai servizi sociali, riduzioni
salariali e dei diritti degli impiegati pubblici, il sistema finanziario
spagnolo continua a perdere colpi sul mercato internazionale: il FMI, il
BCE e le agenzie di rating iniziano a puntare il dito sulle banche
spagnole. Le stesse che in questi ultimi anni hanno accumulato enormi
profitti grazie alla speculazione finanziaria, adesso si trovano in una
situazione gravissima: i famosi titoli “tossici” (sprattutto immobiliari)
rappresentano ormai una parte troppo importante degli investimenti dei
colossi bancari spagnoli come SANTANDER, BBVA, CAIXABANK ed in particolare
di BANKIA (capitanata dal CAJA MADRID). Lo Stato nuovamente interviene per
salvare il settore con l’iniezione di milioni di Euro di denaro pubblico
per l’acquisto dei titoli “tossici”: nuovamente si socializzano le perdite
mentre i precedenti profitti accumulati rimangono nelle “tasche” del
Capitale. Come giustamente afferma Giulio Palermo nel suo scritto
“Riformismo e Anticapitalismo nel movimento No-Debito”: *“...il ruolo dello
Stato nell’economia non è affatto cambiato in questi ultimi anni. Il dato
nuovo è invece un altro: se oggi tutti chiedono urgentemente il pagamento
del debito pubblico è perchè se lo Stato non paga, le banche falliscono.
Per questo si devono salvare gli Stati: per salvare le banche.”*

Dopo un primo Maggio dove ancora una volta scendono in piazza centinaia di
migliaia di persone contro i tagli e le misure anticrisi, si continua ad
avere di fronte il problema di come gestire una risposta politica
complessiva all’enorme attacco che la classe subisce. Centinaia sono le
iniziative, le mobilitazioni e gli scioperi settoriali che si sono
organizzati per tentare di strutturare questa risposta.

12Maggio-15Maggio (12M-15M) 2012: è passato un anno da quando migliaia di
persone sono scese in piazza e hanno iniziato ad accamparsi nei luoghi
centrali delle grandi città dello Stato spagnolo. Finalmente una nuova
ondata di movimento tenta di dare forma al rifiuto di un sistema in piena
crisi strutturale. Una crisi che ha portato con se miseria e disoccupazione
a tutti i livelli e che ha colpito in maniera devastante la classe
lavoratrice, distruggendone diritti e garanzie.

Il movimento 15-M dopo un anno continua a contribuire a questo processo
collettivo di accumulazione di forze e di sviluppo dell’organizzazione: per
ricordare la nascita del movimento e fare il punto della situazione si
promuovono una quattro giornate in tutto lo Stato. Collettivi politici,
sindacati di base, collettivi studenteschi, assemblee di quartiere,
associazioni di vicini e culturali partecipano e contribuiscono
all’organizzazione della mobilitazione, mentre i sindacati concertativi
CCOO e UGT, nonostante comunicati formali di appoggio alle iniziative, si
tengono del tutto al margine contribuendo in poco o in niente alla riuscita
dell’evento.

Il primo momento sarà il 12 Maggio in cui in più di 80 città si organizzano
manifestazioni e mobilitazioni di vario tipo. Si organizzano mobilitazioni
anche ad Atene, Roma, Lisbona, Francoforte, Parigi, Londra e New York con
il movimento “Occupy Wall Sreet”. La risposta è enorme ed articolata: a
Madrid si organizzano 4 “colonne” dai punti cardinali della periferia della
città che marceranno fino ad arrivare alla “Puerta Sol” nel centro
cittadino. La piazza sarà incapace di contenere le decine di migliaia di
persone che hanno deciso di scendere in strada. Il permesso concedeva ai
manifestanti di rimanere nella piazza fino alle 22 della sera, ma la
concentrazione ha sfidato l’autorizzazione rimanendo fino alle 5 del
mattino, momento in cui, visto il numero ridotto di persone che avevano
deciso di tentare una nuova “acampada” e la chiara volontà del governo
locale e nazionale di non permettere un nuovo pericoloso precedente
emulabile da parte delle altre piazze indignate, la polizia ha sgomberato
la zona. Nuove denunce, nuovi fermi, sempre la stessa violenza: ancora una
volta decine di persone denunciano non solo la brutalità della polizia ma
anche l’uso della violenza all’interno dei commisariati dopo i fermi.
Questo scenario si ripeterà tutti i giorni fino al 15, giorno
dell’assemblea generale a “Sol” e in tutte le piazze dello Stato.

Cosí anche nella capitale catalana dove più di 20 mila persone hanno
percorso le strade della città per arrivare nella centralissima piazza
Catalunya.

A Valencia, protagonista nei passati mesi di grandi manifestazioni
studentesche contro le riforme europee di scuola ed università tutte
represse con violenza, arresti e denunce, si è registrata la partecipazione
di altrettante persone.

In Galicia sono scesi in migliaia in piazza con le manifestazioni di Vigo e
Oviedo. Lo striscione di apertura della mobilitazione di quest’ultima città
non lascia spazi a dubbi sul nuovo salto di qualità del movimento galego:
“Non è la crisi, è il capitalismo”. Anche in Castilla la Mancha,
Extremadura e Andalucia la riposta è stata importante: in quest’ultima a
Sevilla e Malaga hanno sfilato più di 15 mila persone, mentre a Córdoba
circa 4 mila persone hanno percorso le strade del centro cittadino. Il
messaggio è chiaro: *“Contro gli attacchi alle nostre libertà e i nostri
diritti, dall’indignazione all’organizzazione”*. A Granada la repressione
ha colpito i compagni che erano riuniti pacificamente in assemblea
arrestando due militanti, rilasciati poco dopo senza nessuna denuncia.

La valutazione di questa quattro giornate è sicuramente positiva, perchè
dimostra che continua un forte processo di accumulazione di forze -
processo che la nascita del movimento 15-M ha sicuramente favorito in tutti
i suoi aspetti -. È vero anche però che questo movimento ancora non può
rappresentare la soluzione ultima di questo processo. Il 15-M ha dimostrato
e fatto emergere la necessità di una risposta politica complessiva alla
crisi a livello statale, ha espresso la volontà di cambio di una società
devastata dalla ingordigia del Capitale e dei suoi rappresentanti
istituzionali. Ma come movimento nato dall’indignazione e dallo
spontaneismo non poteva che strutturarsi, alla sua nascita, su basi
ideologiche dominanti, riformiste e piccolo borghesi, basi perfino
appoggiate inizialmente dalla socialdemocrazia e dalla sinistra
istituzionale (inclusi i sindacati concertativi, CCOO e UGT) con l’intento
di controllarlo e svilupparlo a suo favore. Dopo un anno di assemblee,
iniziative e mobilitazioni il movimento è sicuramente maturato, le realtà e
i collettivi politici preesistenti, i sindacati di base, i lavoratori e gli
studenti che si sono avvicinati col tempo hanno contribuito molto allo
sviluppo di una linea di classe in alcune delle sue componenti. *Una linea
che stenta però a essere egemonica a livello dell’intero movimento*. La
risposta internazionale di solidarietà nei confronti del 15M rappresenta un
altro elemento interessante che sottolinea ancora una volta la necessità di
un coordinamento che fuoriesca dai confini nazionali. Le contraddizioni a
livello europeo, i commissariamenti di interi paesi (come la Grecia), le
misure sul deficit in tutti i paesi membri, le ristrutturazioni in tutti i
settori produttivi e del sistema finanziario - in due parole la crisi
capitalista a livello internazionale -, ci dimostra ancora una volta e in
forma ancor più evidente di come gli interessi di classe da difendere sono
gli stessi. Nonostante le contraddizioni abbiano raggiunto un tale livello,
ancora ci risulta difficile iniziare a tessere rapporti stabili tra i
movimenti e le organizzazioni, a sviluppare un dibattito politico di classe
che sappia accumunare e organizzare lotte comuni in tutti gli stati,
rispondere politicamente alle misure repressive della borghesia. Sviluppare
il discorso di classe all’interno del movimento, costruire e tessere
connessioni con altre realtà che lavorano politicamente nella stessa
direzione, senza dimenticare l’essenziale lavoro quotidiano nella classe
sui territori, rappresenta ancora una sfida fondamentale con cui
confrontarsi e necessaria per lo sviluppo di un maturo movimento
rivoluzionario a tutti i livelli, a partire da quello europeo.



Maggio 2012,

Zeistar, Andalucía.



Per info e contatti: zeistar17 at gmail.com
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