[Cslist] [Fwd: [Redditolavoro] I: Fw: NOG8 economia Lecce]

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Sat May 9 12:17:28 CEST 2009


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Subject: [Redditolavoro] I:  Fw: NOG8 economia Lecce
From:    "cobasta at libero.it" <cobasta at libero.it>
Date:    Sat, May 9, 2009 6:25 am
To:      redditolavoro at lists.ecn.org
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lo slai cobas per il sindacato di classe di taranto aderisce al manifesto
appello contro il g8 di lecce
cobasta at fastwebnet.it





Inoltro il manifesto-appello discusso e approvato ieri sera dal
coordinamento provinciale NoG8 economia di Lecce, nel quale si lancia la
proposta di una mobilitazione che culmini in un convegno ed una
manifestazione nazionale il 12 e 13 giugno a Lecce in occasione del
vertice dei ministri dell'economia dei Paesi del G8. Le adesioni, che
possono essere sia collettive che individuali, vanno inviate all'indirizzo
che trovate in fondo.Seguir&agrave; programma dettagliato delle iniziative
e tutte le info utili per chi intende partecipare.

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Manifesto per il controvertice sull'economia del G8 di Lecce (12-13 giugno
2009)

Nel 2001 il G8 si riun&igrave; a Genova. Furono giorni di violenta
sospensione dei diritti civili che ancora pesano nella coscienza
collettiva, insieme al ricordo e al dolore per la morte di Carlo Giuliani.
Furono anche giorni in cui i &ldquo;grandi della terra&rdquo;
snocciolarono il nuovo credo della globalizzazione liberista come fosse
una nuova religione universale. A detta loro, il mondo sembrava avviato
verso una marcia trionfale economica e politica: il nuovo capitalismo
transnazionale avrebbe garantito profitti a tutti coloro che avessero
voluto arricchirsi, grazie alle opportunit&agrave; della mondializzazione.
Le ricette che venivano proposte accoglievano l'invito a delocalizzare le
produzioni l&agrave; dove i lavoratori venivano pagati con salari da fame,
menomando i diritti maturati in Occidente attraverso una politica di
precarizzazione selvaggia del lavoro (loro la chiamavano
&ldquo;flessibilit&agrave;&rdquo;). Una nuova corsa al profitto veniva
proposta ai possessori di capitali, sventrando Welfare e diritti maturati
in anni di lotte e mobilitazioni di popolo. Una nuova panacea sembrava a
disposizione del capitale globale: investire i surplus nella finanza,
realizzando denaro dal denaro, dando vita ad una &ldquo;architettura
finanziaria globale&rdquo; che avrebbe consentito di  armonizzare ogni
situazione di difficolt&agrave; da parte di governi consapevolmente
complici dell'inasprirsi delle disuguaglianze sociali.

Oggi,  mentre i potenti della terra si apprestano a riunirsi a Lecce per
un vertice mondiale sull'economia, &egrave; tempo di bilanci. Rispetto
alle promesse del G8 di Genova, siamo di fronte ad uno scenario capovolto.
Il bilancio &egrave; impietoso e la parola che risuona in tutte le zone
del pianeta &egrave; una soltanto: crisi. Non una crisi di passaggio: 
tutti gli addetti ai lavori concordano, si tratta della crisi pi&ugrave;
grave degli ultimi 80 anni.  La situazione &egrave; sotto gli occhi di
tutti: milioni di lavoratori disoccupati, aziende sul lastrico o in
ristrutturazione selvaggia, crescita esponenziale del debito pubblico e
diminuzioni del Pil, classe media impoverita ovunque.  Non &egrave; un
caso che questo processo abbia preso le mosse dalla guerra , considerata
dai Paesi guida del G8 la miglior risposta all'attacco terroristico
dell'11 settembre 2001. In particolare la feroce guerra in Iraq ha
assorbito una impressionante quantit&agrave; di denaro, il cui
finanziamento &egrave; stato reso possibile dalla vendita di buoni del
tesoro statunitensi sul mercato internazionale contando su una forte
diminuzione dei tassi d'interesse, collegando a questa politica il via
libera a prodotti finanziari sofisticati che impegnavano il consumatore a
spendere un denaro inesistente, con margini di rischio nascosti da analisi
di rating manipolate.

I profitti della globalizzazione hanno incrementato il divario tra Nord e
Sud del pianeta, consentito speculazioni formidabili sull'ambiente e sui
beni primari (a cominciare dall'acqua), imposto politiche di
privatizzazione generalizzata. I profitti della globalizzazione non hanno
placato la fame  e la sete nel mondo. Al contrario: ogni giorno la
tragedia della sopravvivenza conquista nuovo spazio nel pianeta. La
sperequazione colpisce l'organizzazione sociale: aumenta ovunque la
disuguaglianza, la ricchezza &egrave; concentrata nelle mani di un pugno
di uomini, mentre milioni e milioni si chiedono se domani potranno contare
su un salario.
La globalizzazione neo-liberista &egrave; fallita.
E' bastato un decennio per passare dall'entusiasmo ideologico al disastro
economico-finanziario, dal trionfo del capitalismo post-guerra fredda alla
recessione.
Che cosa possono dire al mondo di nuovo e importante un nugolo di ministri
economici e di banchieri che, in non pochi casi, hanno avuto un ruolo di
primaria importanza per sospingere la situazione fine alla sua attuale
condizione di crisi globale? Non &egrave; un G8 gi&agrave; svuotato, e
neppure un G20, che possono arrogarsi il ruolo del governo mondiale
dell&rsquo;economia.
Noi, ricordando le tante dichiarazioni, gli appelli, i manifesti prodotti
dal movimento da Seattle ad oggi, ribadiamo che la rotta dell'economia
mondiale va cambiata. Le nostre preoccupazioni e le nostre dure critiche
alla retorica e alla pratica della globalizzazione si sono dimostrate del
tutto giustificate e fondate. Assistiamo al dibattersi dei governi in una
spirale di provvedimenti di emergenza che rivelano liquidit&agrave;
inimmaginabili, laddove per un decennio si era detto che non esistevano
materialmente le risorse per intervenire sui tanti fronti delle tragedie
umanitarie e per sanare con la dovuta forza il degrado dell'ambiente,
violentato da decenni di produzioni di massa avvelenate. Liquidit&agrave;
utilizzata per salvataggi governativi che vengono operati verso le grandi
banche, le stesse che hanno inventato una miriade di prodotti finanziari
derivati a danno dei consumatori. Niente sembra indicare un
ridimensionamento delle industrie delle armi, voragini di denaro che
alimentano insanabili divisioni tra i popoli del pianeta . Nessun piano
significativo, al passo con la gravit&agrave; della situazione, sembra
venire dai grandi vertici mondiali. Il G20 di Londra non a caso &egrave;
stato deludente e non ha portato a nessuna conclusione degna di nota.

Il vertice politico-economico del G8 si terr&agrave; in Italia, dove il
Mezzogiorno si impoverisce, mentre il governo inventa diversivi mediatici
per coprire l'assenza di programma economico, mentre si tagliano
indispensabili risorse in tutti i settori strategici del Welfare,
abbassando la qualit&agrave; della vita e pregiudicando il futuro delle
giovani generazioni.  Questa sostanziale incapacit&agrave; di governare la
crisi &egrave; peraltro accompagnata dalla promessa di opere faraoniche di
dubbia utilit&agrave; collettiva e di certa distruttivit&agrave;
ambientale, indici di un titanismo di cartapesta che sembra mal
comprendere la gravit&agrave; e la profondit&agrave; della crisi.
Noi, ricordando che a Genova avevamo affermato che un altro mondo &egrave;
possibile, troviamo improprio che le grandi potenze economiche della terra
discutano tra di loro a porte chiuse, arroccate in una arrogante posizione
di isolamento proprio mentre tutte le scommesse da esse giocate sulla
pelle dei pi&ugrave; deboli sono state perse.
Nei giorni del vertice di Lecce noi saremo nelle piazze e nelle strade per
discutere della crisi globale, per dare la voce a esperienze di
riflessione critica e a quelle realt&agrave; che, con  progetti
innovativi, stanno sperimentando  modelli economici e sociali diversi e
alternativi a quelli, disastrosi, delle politiche economiche delle grandi
potenze.
Saremo a Lecce per riflettere e contestare, convinti che la partecipazione
diretta dei cittadini alle scelte politiche sia un diritto fondamentale
che va esercitato sempre. Tanto pi&ugrave; oggi, dentro una crisi che
morde la vita di ognuno e che colpisce maggiormente le fasce pi&ugrave;
deboli.

Oggi un altro mondo non solo &egrave; possibile, ma &egrave; necessario.
Oggi vanno ascoltate le ragioni di quanti, puntando sulla creazione ed
estensione di reti di comunicazione partecipate, chiedono un mutamento
radicale delle politiche economiche mondiali.

Facciamo appello alla societ&agrave; civile, ai movimenti, alle
associazioni, ai sindacati e a quanti concordino con questo manifesto per
dare vita a un percorso di iniziative che culmini il 12 giugno in un
convegno sulla crisi globale e le alternative economiche e il 13 giugno in
una manifestazione nazionale a Lecce.

Coordinamento NoG8 economia Lecce

info at nog8lecce.org










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