[Cslist] "Tornare a Genova": adesione di Ingegneria Senza Frontiere - Roma

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Thu Nov 15 11:51:34 CET 2007


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ADESIONE DELL'ASSOCIAZIONE INGEGNERIA SENZA FRONTIERE ROMA ALL'APPELLO

"TUTTI A GENOVA IL 17 NOVEMBRE" LANCIATO DALLA COMUNITÀ DI SAN BENEDETTO
AL PORTO.

Con questo messaggio, l'associazione Ingegneria Senza Frontiere Roma
intende comunicare le ragioni e lo spirito con cui aderisce alla
mobilitazione indetta per il 17 Novembre a Genova, ed al relativo
appello "LA STORIA SIAMO NOI" proposto dalla comunità genovese di San
Benedetto al Porto, che è possibile leggere qui:
http://sbenedetto.net/index.php?option=com_content&task=view&id=129&Itemid=1

Per fare questo, vi proponiamo di tornare indietro di qualche anno,
attraverso la lettura del documento con cui, assieme all'associazione
ISF Torino, la - allora piccola - rete nascente delle ISF italiane aderì
alle giornate ed alle iniziative di contestazione del Summit dei
cosiddetti "grandi 8 della Terra" tenutosi a Genova nel luglio del 2001.
Tale comunicato è disponibile sul numero della rivista ISF PRESS
dell'inverno 2001, che è possibile scaricare a questo indirizzo:
http://isf-italia.org/FrontPage?action=AttachFile&do=get&target=ISF_G8.pdf

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PERCHE' ADERIAMO ALLE MANIFESTAZIONI Dl GENOVA,comunicato tratto da ISF
PRESS, inverno 2001.

Crediamo sia doveroso aggiungere la voce di ISF a quella del movimento
Anti-G8, anche se una goccia in un mare può sembrare
assolutamentesuperflua. In quanto tecnici che hanno scelto di
approcciarsi ai processi tecnico-economici in un'ottica critica, ci
sentiamo fortemente chiamati in causa da una politica che li pianifica a
beneficio di precisi interessi volti a mantenere le attuali
disuguaglianze. Riteniamo pertanto, questo meccanismo dichiaratamente
contrario alla "piena realizzazione di tutti gli individui e comunita
umane", il cui conseguimento è la finalità principale della nostra
associazione. Alla luce di queste considerazioni, la nostra opposizione
al G8 si articola attraverso questi quattro punti:
1) il G8 è solo un organo informale, non rappresentativo, che non può
dare voce all'intera popolazione mondiale, ma solo ad alcuni
rappresentanti delle otto nazioni per così dire maggiorrnente potenti.
Le decisioni del G8 non vengono ratificate dai singoli parlamenti, e
dunque anche Ie nazioni che ne fanno parte vedono messa in crisi la loro
rappresentatività;
2) Ie politiche perseguite autarchicamente dai membri del G8 propongono
un modello di sviluppo che attualmente contribuisce alIa discrepanza, a
livello mondiale, tra pochi ricchi e una gran massa di poveri. Tale
modello è espressione coerente di unapura logica di mercato che
prescinde da qualunque etica e tende adelegittimare ogni ipotesi
alternativa;
3) ci preoccupano, in seno alle politiche di massimizzazione dei
profitti, tutti gli interventi armati, in cui spesso scorgiamo
un'evidente funzionalità alle strategie di allargamento delle zone di
influenza politico economica degli stessi stati membri, in cui spesso
sono evidenti le manovre di mercato dell'industria bellica;
4) in particolare, vogliamo porre l'accento sulla discutibilità degli
obiettivi delle attuali politiche di gestione dell'acqua e dell'energia,
risorse a cui non viene riservato il giusto valore etico.

Quest'ultimo, prescindendo dalle ottiche di puro mercato, consentirebbe
di attuare le necessarie strategie tecnico-economico-politiche (volte a
garantire la sostenibilità di tali risorse per le generazioni future)
attualmente disattese in quanto rappresentano un ostacolo alla
massimizzazione del profitto. Infine, come tecnici, sentiamo la
necessità di contrastare l'idea che la tecnologia possa essere usata
come strumento di legittimazione per scelte antidemocratiche e
oppressive, e preferiamo continuare a pensare che debba essere veicolo
di una migliore qualità della vita di ogni individuo e popolo. Saremo a
Genova consci del fatto che esempi reali di gestione politica più equi
rispetto alla dignità dell'uomo e attenti alla sostenibilità del sistema
terra in cui esso vive, sono possibili; ne è un esempio Rio Grande do
SuI, lo stato brasiliano nella cui capitale, Porto Alegre, si è tenuto
il primo Forum Sociale Mondiale.

Andiamo a Genova consci del fatto che tecnologie, sistemi e modelli di
sviluppo, utili a una gestione delle risorse più corretta rispetto alle
generazioni future, ci sono, e sono proponibili. Saremo a Genova consci
che è possibile un'idea alternativa, nonostante l'ideologia del mercato
neoliberista attuale consideri una sciocchezza anche solo questa speranza."
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Queste le motivazioni che ci avevano spinto nel 2001 a manifestare
contro il vertice dei G8, le abbiamo rilette, insieme, e le motivazioni
sono ancora lì, identiche, in tutte le azioni che promuoviamo, in tutti
i progetti tecnici, di formazione, di educazione, di ricerca.

In ogni iniziativa che portiamo avanti insieme, l'orizzonte politico
rimane quella "piena realizzazione di tutti gli individui e comunità
umane, scandita a chiare lettere nella nostra Carta dei Principi.

Questa consapevolezza, nell'impegno di volontari in ISF, ci ha guidato
nel percorso che dal G8 di Genova ha visto partecipare la rete di
associazioni Ingegneria Senza Frontiere, alle varie esperienze che da
esso sono scaturite, attraverso la presenza ai Forum Sociali Europei di
Firenze, Parigi, Londra, ai progetti di intervento in quello che amiamo
chiamare il Sud Locale delle nostre metropoli, fino al presente, fatto
di mobilitazioni comuni per riappropriarsi di un diritto universale ed
elementare come quello dell'accesso alle risorse idriche: l'Acqua come
Bene Comune da rivendicare insieme.

Ma oggi, rispetto ad allora, abbiamo anche un'altra consapevolezza, che
riguarda la fitta coltre di violenza, bugie, depistaggi e demagogia,
sotto la quale "qualcuno" ha provato e prova ancora, ogni giorno, a
nascondere, cancellare e ridurre al silenzio le nostre motivazioni,
assieme a quelle delle altre centinaia di migliaia di sognatori che
erano con noi, chi attraverso la partecipazione diretta alle
contestazioni, chi esprimendo, in diverse sedi e con differenti
modalità, la condivisione delle ragioni e della piattaforma della
mobilitazione anti-G8.

Hanno provato, allora come oggi, a ridurre le ragioni fondanti delle
contestazioni al G8 ad un problema di ordine pubblico, ma non ci sono
riusciti.

Per testimoniare questo, abbiamo deciso di aderire all'appello TORNARE A
GENOVA, e manifesteremo ancora, insieme, sabato 17 novembre.

"Siamo un esercito di sognatori, per questo siamo invincibili."

Associazione "Ingegneria Senza Frontiere Roma"

www.isf-roma.org




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