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Sant'Innovazio da Internet
eulab a hyperlinker.com
Gio 21 Apr 2011 09:39:16 CEST
Fonte: L’Unità, 5 gennaio 2009
EURISPES: 4 MILIONI E MEZZO DI ITALIANI VITTIME DI ERRORI GIUDIZIARI NEGLI ULTIMI 50 ANNI
Secondo un calcolo compiuto dall’Eurispes nell’arco degli ultimi cinquant’anni sarebbero 4 milioni gli italiani vittime di svarioni giudiziari: dichiarati colpevoli, arrestati e solo dopo un tempo più o meno lungo, rilasciati perché innocenti. Un dato che al ministero dl Giustizia non confermano, e che è stato ricavato da un’analisi delle sentenze e delle scarcerazioni per ingiusta detenzione nel corso di cinque decenni.
Dal dopoguerra al 2003 quattro milioni di persone sono state vittime di errori giudiziari o ingiusta detenzione o prosciolti perché il fatto non sussiste. Questo enorme numero è già vicino ai quattro milioni e mezzo, se esteso al tempo odierno. Per quantità si tratta dell’intera popolazione di Toscana e Umbria assieme. Ci si arriva con un’interpretazione ampia ma corretta di "errore giudiziario", che in senso stretto si verifica quando, dopo i tre gradi di giudizio, un condannato viene riconosciuto innocente in seguito a un nuovo processo, detto di revisione.
Sui giornali si parla di storie di uomini detenuti per molti anni ma innocenti. Gente del sud, dove l’errore giudiziario è più frequente del doppio rispetto al resto d’Italia (statistica evinta dai risarcimenti, riconosciuti nel 54% dei casi da giudici delle procure del Meridione). Ma la macchina della giustizia s’inceppa a ogni curva della penisola: i dati "freschi" dell’ultimo rapporto Eurispes sul processo penale diagnosticano una crisi strutturale del sistema: il 75% dei procedimenti fissati per il dibattimento vengono rinviati. Così si dilata il tempo d’attesa per la giustizia, producendo un altro pericolo per la tenuta dello Stato di diritto: in carcere abitano più presunti innocenti che detenuti condannati con pena definitiva. Per la Costituzione, la presunzione d’innocenza accompagna l’imputato fino alla sentenza definitiva.
Secondo un rapporto del ministero della Giustizia, su 53 mila detenuti complessivi 16.740 sono in attesa del primo giudizio, 9.600 dell’appello, 3.200 del giudizio della Cassazione: il totale di questa popolazione carceraria "sospesa" è assai maggiore dei 22 mila detenuti perché condannati in via definitiva. "Quando si è chiusi dentro per cose che non hai mai fatto, il tempo ti mangia lo stomaco. Provi a fare una vita normale, ma ci vuole forza. Sai di essere innocente, e aspetti convinto che prima o poi qualcosa accada".
Dal ‘92 c’è la possibilità per gli innocenti ritenuti colpevoli e poi rimessi in libertà, di chiedere e ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione. Ogni tanto lo Stato paga: il ministero dell’Economia conteggia in 213 milioni di euro i soldi sborsati nel periodo 2004-2007 per risarcire le vittime di errore giudiziario e per custodia cautelare ingiusta (il grosso del malloppo). I risarciti sono 3.600: il 90% italiani, il 10% stranieri, perché si difende chi può.
L’uomo innocente ha una speranza da coltivare, che il tempo consuma giorno dopo giorno come il moccolo di una candela. E se la storia dell'errore giudiziario potrà essere risarcita in sede civile, questo finale è vietato a chi è ingiustamente incolpato e poi prosciolto. Nel nostro ordinamento non esiste una norma che "indennizza l’ingiusta imputazione. Al contrario andrà risarcito chi è stato detenuto per errore, anche nel caso di custodia cautelare". Lo ha confermato la sentenza della Cassazione del 13 marzo 2008, sollecitata dalla richiesta di risarcimento di un professionista accusato di bancarotta fraudolenta e poi assolto. Nel "giro" si seppe dell’incriminazione, e gli affari del tizio andarono in malora.
Fonte: L’Unità, 5 gennaio 2009
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=2771&Itemid=29
http://www.ristretti.it/areestudio/giuridici/studi/eurispes.htm
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Non dimentichiamo mai come stanno davvero le cose.
Bisogna aprire, spalancare, subito, le porte degli Uffici Pubblici tutti.
La "trasparenza" non basta. Occorre che il popolo italiano abbia libero accesso ai fondamentali ruoli della Funzione Pubblica. Occorre che un continuo ricambio di persone irrori, alimenti e purifichi costantemente la Cosa Pubblica, come un fiume alimenta, irrora e purifica un territorio.
La presente Funzione Pubblica mantiene tutt'oggi una statica ORGANIZZAZIONE BUROCRATICA e GERARCHICA concepita al suo tempo dallo STATO FASCISTA ed affidata agli STATALI. E' indegno che a tutt'oggi essa non sia mutata quasi per nulla nonostante la fine di quel regime avvenne ben 64 anni fa!
Il problema sociale odierno non sta tanto nelle persone che sbagliano quanto nell'organizzazione che non è adeguata e conforme ad un'epoca ed un ideale democratici.
FUORI GLI STATALI TUTTI DALLA FUNZIONE PUBBLICA. FUORI TUTTI!
DENTRO A ROTAZIONE CITTADINI PREPARATI E DESIDEROSI DI PRESTARE SERVIZIO.
Perché non è più il tempo di un regime che regala diritti e poteri ad una minoranza per fidelizzarla al fine di spadroneggiare sul resto della popolazione. Oggi è tempo di:
DIRITTI E POTERI PER TUTTI, NON SOLO PER QUALCUNO!
http://www.hyperlinker.com/ars/diritti_per_tutti.htm
Cacciando gli statali tutti, i più fedeli ed armati servitori di ogni regime, non vi saranno mai più quattro milioni e mezzo di vittime giudiziarie. Al contrario i semplici cittadini faranno sempre del loro meglio nel loro stesso interesse.
LIBERI TUTTI ORA DAL REGIME DEGLI STATALI!
Danilo D'Antonio
http://www.hyperlinker.com/ars/sant_innovazio.htm
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