[Antipro] [Fwd: I: [tml] CORTEO CITTADINO PER STEFANO CUCCHI]
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Gio 5 Nov 2009 11:47:36 CET
---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: I: [tml] CORTEO CITTADINO PER STEFANO CUCCHI
From: "pietro clerici" <leonka22 a yahoo.it>
Date: Thu, November 5, 2009 11:21 am
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--- Gio 5/11/09, tactical <tactical a autistici.org> ha scritto:
Da: tactical <tactical a autistici.org>
Oggetto: [tml] CORTEO CITTADINO PER STEFANO CUCCHI
A: tacticalmedia a squat.net
Data: Giovedì 5 novembre 2009, 00:44
VERITA' E GIUSTIZIA PER STEFANO CUCCHI
SABATO 7 NOVEMBRE 2009 ORE 15 CORTEO CITTADINO A TORPIGNATTARA
CONCENTRAMENTO PARCO ACQUEDOTTO ALESSANDRINO (angolo VIA DI TORPIGNATTARA)
bus 409
ASSEMBLEA PREPARATORIA GIOVEDI 5 NOVEMBRE ORE 18 C.S.O.A. FORTE PRENESTINO
La tragica vicenda di Stefano Cucchi sta sconvolgendo la coscienza civile
della nostra città e del paese tutto. Un giovane uomo di 31 anni è stato
arrestato dai carabinieri per il possesso di una modica quantità di
sostanza stupefacente e viene riconsegnato morto alla famiglia dopo un
calvario di sei giorni trascorso tra una camera di sicurezza dell'Arma, il
carcere di Regina Coeli e il reparto per detenuti dell'ospedale Pertini.
Sul suo corpo gli evidenti segni di un brutale pestaggio, reso di pubblico
dominio dalla coraggiosa decisione della famiglia di Stefano di consegnare
alla stampa le foto che documentano l'accaduto. Tanti sono i lati oscuri
della vicenda, tanta la voglia di verità e giustizia che sta spingendo
alla mobilitazione e alla presa di parola tante persone preoccupate della
piega inquietante che sta prendendo questo paese.
Purtroppo la storia terribile di Stefano Cucchi è solo la punta di un
iceberg. Chi opera nei territori, chi vive quotidianamente il disagio
sociale di questa città sa bene che non si tratta di un caso isolato.
L'uso della violenza contro le persone sottoposte a provvedimenti
restrittivi è cosa comune, una “prassi” consolidata perpetrata contro
soggetti deboli, lontana dai riflettori dei mass media, ignorata da un
opinione pubblica incattivita dalla retorica securitaria. Come è ormai
data per scontata l'impunità per coloro che, forti di una divisa e
dell'appoggio senza remore del potere costituito, si permettono di tutto.
In questi giorni stanno venendo alla luce un'infinità di episodi
tragicamente simili a quello che ha spezzato la vita di Stefano, episodi
che richiamano alla memoria i nomi di Federico Aldrovandi, di Aldo
Bianzino
e dei tanti che sono incappati nella violenza istituzionale ma che non
sono
assurti agli onori delle cronache perché privi di una famiglia coraggiosa
alle spalle, di buoni avvocati, di giornalisti sensibili, di comitati
attivi nel perseguire un percorso di verità. E tante sono le storie di
persone che sono rimaste in silenzio perché sole, spaventate, minacciate.
E' ora di dire basta. E' ora di dire mai più violenza sui detenuti, mai
più violenza nelle caserme, nei commissariati, nelle carceri. E' anche ora
di dire basta all'anonimato di cui godono le forze dell'ordine
nell'espletamento del loro servizio, una circostanza che garantisce loro
l'impunità nella stragrande maggiorana dei casi.
Ma è anche ora di dire con chiarezza che esistono delle leggi in questo
paese che costringono alla detenzione persone colpevoli soltanto di
detenere modiche quantità di sostanze stupefacenti, come la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe, un inutile delirio proibizionista che
riempie
le carceri, o come la legge Bossi-Fini o come il “pacchetto sicurezza”.
Provvedimenti legislativi che riducono le criticità sociali a mero
problema di ordine pubblico, criminalizzando la difficoltà di vivere di
milioni di persone, carcerizzando problemi che avrebbero bisogno di ben
altre risposte.
Tutto ciò si verifica in un contesto che non esitiamo a definire di deriva
autoritaria che vede il progressivo restringimento degli spazi di libertà,
sia per i movimenti sociali che si organizzano per non pagare il prezzo
della crisi, sia per le singole persone che non si adeguano all'imperativo
“ordine e disciplina”.
La storia di Stefano Cucchi è quindi una storia esemplare su cui non
bisogna far cadere il silenzio, è una storia che non deve spegnersi nelle
sabbie mobili dei depistaggi, dei silenzi omertosi, degli scaricabarile,
della ragion di Stato. Questa vita spezzata deve trovare la coscienza
civile di questa città e di questo paese attenta e vigile.
E' per tutti questi motivi che invitiamo le realtà associative di questa
città che operano nei territori, nelle scuole e nelle università, nei
posti di lavoro ma anche tutte le singole persone che non rinunciano ad
esercitare la loro coscienza critica, a manifestare nelle strade del
quartiere di Torpignattara per rivendicare verità e giustizia per Stefano
Cucchi e per tutte le persone che subiscono quotidianamente la violenza
istituzionale.
VERITA' E GIUSTIZIA PER STEFANO CUCCHI
-----Segue allegato-----
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