[aha] Subtle Technologies Festival & Digicult presentano: "Phenomena: a journey around audiovisual art-science"

Redazione Digicult redazione a digicult.it
Mar 24 Maggio 2011 17:12:59 CEST


Subtle Technologies Festival 2011 | Maggio 28 - 5 Giugno 2011 & Digicult 
presentano:


PHENOMENA:
A JOURNEY AROUND AUDIOVISUAL ART-SCIENCE
A cura di Marco Mancuso e Claudia D'Alonzo per Digicult

http://www.subtletechnologies.com/festival/film
http://www.iictoronto.esteri.it/IIC_Toronto/webform/
http://www.digicult.it/en/2011/SubtleTechnologiesPhenomena.asp

Per immagini ufficili e schede dei video, contattare:
press at digicult.it

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Innis Town Hall, Toronto
02-03 Giugno 2011

Screenings:
"Hidden Worlds" - a cura di Marco Mancuso per Digicult

"Quando l'occhio trema" - a cura di Claudia D'Alonzo (Univeristy di Udine, 
Digicult) & Mario Gorni (archivio DOCVA)

Lecture:
"A Myriad of vibrant phenomena. The hidden worlds of audiovisual 
art-science" - condotta da Marco Mancuso per Digicult

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Digicult ha ricevuto un invito dal Subtle Technologies festival di Toronto 
per presentare 2 Videoscreenings: "Hidden Worlds" a cura di Marco Mancuso e 
"Quando l'Occhio Trema" a cura di Claudia D'Alonzo (Univeristà di Udine, 
Digicult) e Mario Gorni (archivio DOCVA) .

"Hidden Worlds" è un nuovo capitolo nel percorso di ricerca di Marco Mancuso 
nell'ambito della audiovisual art-science, percorso partito dall'esperienza 
al Workshop di Bruce Sterling a Fabrica nel 2008, proseguito con la lecture 
tenuta presso il Museo della Scienza di Napoli nel 2009 e conclusa con la 
curatela per il Sincronie Festival 2009 e l'invito alla convention "Cinema & 
Scienza" organizzata dall'Università Roma 3.

"Quando l'Occhio Trema" è invece una ricerca critica di Claudia D'Alonzo 
sulla ricostruzione del percorso storico e metodologico dell'uso della 
tecnica del Flicker nel cinema e nel video, condotta insieme a Mario Gorni e 
all'Archivio Docva (Milano).

Il videoscreening "Hidden Worlds" è inoltre arricchito da una lecture e un 
saggio critico, condotto da Marco Mancuso, dal titolo "A Myriad of Vibrant 
Phenomena: the hidden worlds of audiovisual art-science"



Il Subtle Technologies Festival e' un incontro di artisti, scienziati, 
esperti di tecnologia, ingegneri e una vasta varietà di partecipanti del 
pubblico in generale che si tiene ogni anno a Toronto (Canada). I questa 
rassegna di condividiamo idee che ricorrono attraverso le discipline, 
esplorando nuove tecnologie, mettendo in risalto la creatività e preparando 
nuove generazioni di collaboratori all'intersezione tra l'arte, la scienza e 
la tecnologia.

Il 2011 rappresenta il quattordicesimo anno del festival e 
dell'organizzazione che ne sta alla base. L'audience e visibilità sono 
cresciute senza sosta sin dal 1997. La rassegna è conosciuta a Toronto e a 
livello internazionale come un'iniziativa unica per lo sforzo nell'unire le 
scienze e le arti più recenti. Gli eventi del Subtle Technologies Festival 
sono frequentati da individui intellettualmente curiosi, di varia estrazione 
sociale e vari interessi-in particulare, da coloro che hanno un interesse 
speciale nelle arti, la tecnologia, le scienze l'ingegneria, l'architettura 
e il design.

Il Festival si tiene tutti gli anni in Giugno e include un simposio (3 
giorni di presentazioni, dimostrazioni, e discussioni illuminanti), 
performances, una mostra, una rassegna di video e speed networking. Tra il 
2010 e 2011 Subtle Technologies ha iniziato a organizzare una serie di 
eventi durante l'anno, in collaborazione con varie comunità e organizzazioni 
culturali, promuovendo workshops, eventi letterari, documentari e altri 
eventi sparti su tutto il corso dell'anno-tutti organizzati per promuovere l'intersezione 
tra arti tecnologie e scienze.

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"HIDDEN WORLDS"
Screening a cura di Marco Mancuso per Digicult: Short Version

La rassegna "Hidden Worlds" rende omaggio a uno dei territori più stimolanti 
e ancora oscuri della ricerca artistica audiovisiva contemporanea: quello 
del rapporto tra arte e scienza. Il videoscreening colleziona lavori che 
inducono una riflessione critica sulla relazione esistente tra gli ambiti di 
ricerca dell'arte audiovisiva (in relazione alle esperienze del cinema, del 
video e del digitale) e delle scienze applicate.

Un progetto che, anche nell'alternarsi degli esempi artistici proposti che 
indagano nuove forme espressive nella rappresentazione del rapporto 
suono-immagine, evita espressamente di concentrarsi su un'estetica o su un 
possible linguaggio comune, quanto piuttosto propone una panoramica su 
specifici sistemi di percezione sensoriale, su meccanismi emozionali di 
"saturazione" indotti attraverso l'uso di tecniche ibride che espandono, 
oggi come mai in passato, la tradizione del cinema sperimentale analogico 
fino al più moderno audiovisivo digitale.

Il videoscreening "Hidden Worlds" trasporta il pubblico verso bellissimi 
"mondi nascosti", resi manifesti dalla curiosità di artisti e scienziati che 
sempre più spesso collaborano e condividono esperienze sulla ricerca di 
nuove potenzialità espressive insite in specifici processi matematici, 
nonchè fenomeni fisici, ottici, chimici ed elettromagnetici.

Dalla rappresentazione audiovisiva dei fenomeni energetici ed 
elettromagnetici in atto sulla superficie del Sole nonchè delle interferenze 
generate dall'interazione dei campi elettromagnetici del Sole stesso e della 
Terra, come possibile strumento di estetizzazione dei fenomeni esistenti 
nello spazio, da parte del duo Semiconductor (nel lavoro "Black Rain"), 
risulta straordinariamente breve il passaggio alla rappresentazione 
audiosiva di reazioni chimico-fisiche-ottiche del duo Portable Palace 
(Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand), che nel primo lavoro presente in 
rassegna ("Camera Lucida") studiano il fenomeno chimico-fisico della 
"sonoluminescenza", mentre nel secondo contributo ("10000 Peackcock Feathers 
in Foaming Acid") analizzano le potenzialità dei fenomeni ottici generati 
dall'indagine della luce laser nelle struttura nanometrica di una schiuma. E 
ancora, il primo lavoro di Thorsten Fliesch presente in rassegna 
("Energie!") mette in evidenza le bruciature su carta fotografica prodotte 
da un flusso energetico ad alto potenziale di un fascio di elettroni 
contenuti in un tubo catodico.

Il concetto di numero è sempre presente ed è l'elelento costituivo di 
qualsiasi formula matematica o algebrica che sottende non solo un singolo 
fenomeno energetico presente in natura, ma anche una serie di fenomeni di 
disturbo e/o sovrapposizione come l'interferenza, il battimento, 
l'accumulazione, l'armonia nonchè fenomeni ottici come quelli di Moirè 
(illusione ottica generata da sequenze geometriche di fenomeni di 
interferenza), come accade nei lavori puramente glitch e software di Carsten 
Nicolai ("Spray").

Il numero, nella sua massima astrazione di elemento di rappresentazione 
codificata della quarta dimensione, è presente ancora nel video di Thorsten 
Fleisch ("Gestalt"), una ricognizione nel mondo dei quaternioni (i frattali 
quadridimensionali) visualizzati però, tramite software opportuni, in uno 
spazio tridimensionale. Ma è forse il capolavoro di John Campell ("LI: The 
Patterns of Nature"), che evidenzia, in conclusione, le strutture 
geometriche presenti spontaneamente in Natura, in una sorta di documentario 
audiovisivo, magico e ipnotico, esempio perfetto di una profonda convizione 
critica: l'arte audiovisiva contemporanea ha oggi, come mai in passato, gli 
stumenti tecnologici e il dovere etico di confrontarsi con il mondo empirico 
che ci circonda e le tecnologie "naturali" che lo abitano. Tecnologie da 
raccogliere, osservare e manipolare, come l'uomo ha già dimostrato di sapere 
fare con la luce, il suono, l'immagine e lo spazio.

SCREENING:

- Semiconductor
Black Rain (2009, GB)
col., sound, 3'02'', HD Format: 16:9 widescreen

- Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand
Camera Lucida: Sonochemical Observatory (2006 - Rus, Bel)
col., sound, 8'57''

-Thorsten Fleisch
Energie! (2007, Ger)
col., sound, 5'18''

- John N. Campbell
Li: The Patterns of Nature (2007 - Usa)
col., sound 9'06'', original format: 16mm

- Evelina Domnitch & Dmitry Gelfand
10000 Peackcock Feathers in Foaming Acid (2009 Rus, Bel)
col., sound, 2'52''

- Alva Noto
Spray (2006, Ger)
col., sound, 8'

- Thorsten Fleisch
Gestalt (2003, Ger)
col., sound, 5'20''

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"QUANDO L'OCCHIO TREMA"
Screening a cura di Claudia D'Alonzo per Digicult e Mario Gorni per Docva

"Quando l'occhio trema" - tratto dall'omonimo film di Paolo Gioli del 1989 - 
costruisce un percorso storico e metodologico sull'uso della tecnica del 
flicker attraverso una selezione di dieci lavori, provenienti dagli archivi 
video DOCVA e INVIDEO, insieme a opere di autori collegati al network 
internazionale di Digicult.

 Il 'flicker' è una tecnica applicata in molte forme d'arte, cinema 
sperimentale su pellicola, ambienti ed installazioni di luci, video 
analogico e audiovisivo digitale.

Tale tecnica si basa su uno specifico fenomeno percettivo. La normale 
percezione dell'immagine in movimento avviene con una frequenza di 24 
fotogrammi al secondo. Diminuendo questa frequenza tra i 6 ed i 18 fts, si 
crea uno sfarfallio visivo che corrisponde ad una stimolazione diretta del 
nervo ottico, ad una proto-visione nella quale i ritmo visivo si sincronizza 
direttamente con le nostre onde celebrali.

Il flicker rientra in quella categoria che Edmund Husserl definisce come 
ambiguità percettiva, in quanto offre la possibilità di travalicare le 
convenzioni del conoscere abituale per comprendere e rapportarsi al reale 
attraverso nuove possibilità, date dalla destabilizzazione - in questo caso 
violenta, a volte traumatica - di abitudini percettive assuefatte e 
automatizzate.

Gli artisti sperimentano attraverso il flicker sia un piano fenomenologico, 
quello della stimolazione anomala del nostro apparato percettivo, che un'analisi 
strutturale dei codici dell'immagine in movimento.

La rassegna "Quando l'occhio trema", propone una parziale ricostruzione del 
percorso storico di questa sperimentazione artistica, attraverso la proposta 
di autori della storia del cinema e del video, insieme ad alcuni autori del 
digitale contemporaneo: Claudio Ambrosini, ape5+miky ry, Scott Arford, 
Alessandrà Arnò, Gerard Cairaschi, Paolo Chiasera, Antonin  De Bemels, 
Thorsten Fleisch, Paolo Gioli, Graw & Bockler, Granular Synthesis (Kurt 
Hentschläger/Ulf Langheinrich), Girts Korps, otolab, Steina e Woody Vasulka.

Grazie alla collaborazione tra l'Archivio DOCVA, l'Archivio di INVIDEO e 
Digicult, Quando l'occhio trema si configura anche come momento di ricerca, 
per concepire il materiale d'archivio come strumento dinamico attraverso il 
quale instaurare relazioni e scambi, punto di partenza imprescindibile per 
instaurare confronti tra le esperienze storiche della sperimentazione 
audiovisiva e gli sviluppi rappresentati dagli autori più contemporanei.

Confronto sempre più necessario non solo per il recupero, la conservazione e 
la valorizzazione di un patrimonio storico fondamentale, quello dell'audiovisivo 
sperimentale, ma anche e soprattutto per la definizione dei parametri 
scientifici di interpretazione e studio per l'eterogenea e multiforme 
produzione artistica digitale.

SCREENING:

- Claudio Ambrosini
Light solfeggio (Italia, 1977)
2'17'', b/w, Courtesy Archivio DOCVA

- Paolo Gioli
Quando l'occhio trema (Italia, 1989)
12', b/w, Courtesy Paolo Gioli

- Kurt Hentschläger/Ulf Langheinrich (Granular Synthesis)
Form ( Austria, 2000)
3', col., Courtesy Granular Synthesis

- Thorsten Fleisch
Superbitmapping (Germania, 2000)
2' 3'', col., Courtesy Thorsten Fleisch

- Graw & Bockler
Because (Germania, 2002)
3'47", col., Courtesy Archivio, DOCVA

- Scott Arford
Untitled for television (USA, 2003)
5' 57'', col., Courtesy Scott Arford

- Alessandrà Arnò
Stars (Italia, 2003)
4', b/n, Courtesy Archivio DOCVA

- Otolab
Vagina cosmica (Italia, 2009)
video: xo00, audio: _dies, , 4' 50'', col., Courtesy of Otolab

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"A MYRYAD OF VIBRANT PHENOMENA.
THE HIDEEN WORLDS OF AUDIOVISUAL ART-SCIENCE
Lecture di Marco Mancuso per Digicult

Tra il 1899 e il 1904 il filosofo e biologo tedesco Ernst Haeckel pubblicò 
in fascicoli il testo "Kunstformen der Natur" (Forme artistiche della 
natura), una delle sue opere più note e simbolo della sua ricerca zoologica 
e filosofica, incentrata sull'osservazione dei microrganismi marini nonchè 
di varie specie naturali e animali. Il volume completo, composto di oltre 
100 litografie, ciascuna accompagnata da un breve testo descrittivo, ottenne 
un notevole successo anche tra il pubblico non specializzato e tra alcuni 
artisti dell'Art Nouveau, impegnati nella ricerca di nuovi modelli da 
utilizzare nel nascente design industriale e in architettura.

Dalle prime esperienze su campo di Haeckel alle teorie dei frattali e quella 
sulla morfogenesi, ai sogni degli algoritmi genetici, agli studi sui 
quaternioni, alle percezioni degli effetti ottici e dell'Effetto Moirè, agli 
sviluppi della periodicità computazionale, alle registrazioni dei fenomeni 
elettromagnetici, alle reazioni chimico-fisiche spontanee, alle osservazioni 
cimatiche della dimanica delle onde sonore e delle vibrazioni, appare chiaro 
che Madre Natura sia caratterizzata alla base da una matrice di numeri ed 
espressioni matematiche che coinvolgono una serie di fenomeni fisici, 
ottici, chimico-fisici, elettormagnetici e nanometrici che influenzano le 
sue forme, le specie, i colori e le strutture che la abitano.

Se quindi la Scienza è intesa come il complesso organico di conoscenze 
ottenuto con un processo sistematico di acquisizione delle stesse, allo 
scopo di giungere ad una descrizione precisa della realtà fattuale delle 
cose e delle leggi in base alle quali avvengono i fenomeni, se le regole che 
governano tale processo di acquisizione di conoscenze sono generalmente 
conosciute come "metodo scientifico", l'importanza data all'osservazione 
sperimentale di un evento naturale, la formulazione di un'ipotesi generale 
sotto cui questo evento si verifica, e la possibilità di controllo 
dell'ipotesi mediante osservazioni successive, diventano elementi 
fondamentali della ricerca scientifica.

Ciò che oggi viene conosciuta come "art-science immersiva", è una forma di 
espressione creativa che si propone quindi di superare l'idea di arte come 
rappresentazione astratta, in favore di un'esperienza multisensoriale. 
L'idea è quella di creare non solamente oggetti di seduzione estetica, 
quanto sollecitare il pubblico a oltrepassare i limiti della percezione 
ordinaria. L'immersività risveglia una consapevolezza sinestetica sia dello 
spazio mentale che di quello fisico. Una miriade di fenomeni vibranti, di 
solito oltre la portata dell'osservatore, vengono resi interamente tangibili 
attraverso un accurato condizionamento psicofisico.

VIDEO LECTURE

- Hans Jenny Cymatics Soundscapes (1967, Switzerland)
- Mary Ellen Bute Abstronic (Usa, 1954)
- John Whitney Permutations (USA, 1971)
- Semiconductor Magnetic Movies (USA, 2007)

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I CURATORI

Claudia D'Alonzo - Laureata in Storia dell'arte contemporanea, frequenta il 
Dottorato internazionale di Studi Audiovisivi dell'Università di Udine. Si 
interessa da diversi anni di new media art, in particolare delle interazioni 
audiovisive permesse dalle tecnologie elettroniche e digitali. All'interno 
del network di Digicult si occupa di attività di ufficio stampa e progetti 
curatoriali. Fa parte del comitato direttivo del mensile "Digimag", con il 
quale collabora è anche come autrice nella sezione audio-video e cinema 
sperimentale. Ha pubblicato cataloghi e articoli per riviste di arte 
contemporanea, tra le quali "Exibart" e "Luxfluflux Prototype". Ha 
collaborato con la Galleria Sala1 di Roma, il MLAC, Museo Laboratorio di 
Arte Contemporanea di Roma, DOCVA centro di documentazione per le arti 
visive di Milano. Ha curato incontri, rassegne ed eventi espositivi in 
ambito nazionale ed internazionale.

Marco Mancuso - Marco Mancuso è critico, curatore, editor e docente di new 
media art, esperto dell'impatto delle tecnologie digitali su arte, design, 
cultura e società contemporanea. Fondatore e direttore del progetto Digicult 
e della rivista Digimag. Marco Mancuso concentra le sue ricerche sulla 
connessione tra suono, immagine, luce e spazio, con un punto di vista 
storico/critico a cavallo tra discipline come l'arte, il cinema, la musica, 
il design, l'architettura e la scienza. Come direttore di Digicult, Marco 
Mancuso ha accumulato negli anni una profonda esperienza e formazione in 
strategie di social networking, di online marketing e di comunicazione, 
nonchè di attività di editing 2.0. Con l'agenzia d'arte Digimade, lavora 
come curatore ospite e media partner per festival d'arte, gallerie, media 
center, enti culturali, nazionali e internazionali, organizzando mostre, 
performance, eventi cross mediali, workshops, incontri e proiezioni e 
promuovendo, con la sua attività, i più importanti artisti Italiani 
nell'ambito del live media & live cinema. Le sue interviste e i suoi testi 
critici possono essere letti nella sezione d'archivio di Digicult, mentre i 
suoi saggi sono stati pubblicati in cataloghi di mostre e festival, nonchè 
presentazioni e workshop con cui ha collaborato, a livello nazionale e 
internazionale. Marco Mancuso insegna regolarmente "Linguaggi Multimediali 
dell'Arte" presso la NABA-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e 
"Audiovisual Design" presso lo IED-Istituto Europeo di Design di Milan, ed è 
invitato come guest lecturer in seminari e workshop presso scuole e 
laboratori in Italia e in Europa. - http://www.marcomancuso.net/

 



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