[aha] Un aiuto sui diritti d'autore in Accademia

Tommaso Tozzi t.tozzi a ecn.org
Gio 14 Apr 2011 11:01:36 CEST


Cara Francesca,


At 17.31 12/04/2011, you wrote:


>scusa Tommaso ma non sono d'accordo quando dici:
>
> > Cio' che il docente produce per un lavoro per cui
> > e' retribuito, nella logica del mondo in cui
> > viviamo mi pare conseguenza naturale che divenga proprieta' di chi paga.
>
>allora che paghino le ore di lavoro necessarie a produrlo
>invece se non ho capito male spesso i docenti sono pagati a ore, per insegnare
>(se no avremmo già risolto il problema dei ricevimenti in accademia a Carara)
>quindi se un istituzione vuole i diritti sul 
>frutto delle ricerche e dello studio di 
>determinati professori che li paghi a parte, 
>come farebbe un azienda con tecnici, sviluppatori, ingegneri..
>questo per restare nella logica capitalista 
>della monetizzazione di ogni prodotto.



non hai letto credo con attenzione il mio messaggio.
Quando ho scritto la frase che citi era chiaro che intendevo che:
nella logica capitalista in cui viviamo il 
padrone paga l'operaio affinche' produca dei 
prodotti che poi divengono di proprieta' del 
datore di lavoro ed il cui valore e' superiore 
allo stipendio pagato e su tale surplus il 
capitalista crea profitto (vedi Marx).
E' chiaro che io sia contrario a tale logica.
Dunque rileggi meglio il mio messaggio che 
contiene il mio differente punto di vista riguardo a tale logica.



>La questione che viene posta,
>e alla quale da un punto di vista giuridico e pratico non so rispondere,
>mi pare però interessante perchè di fatto lancia 
>un appello a tutti voi insegnanti per trovare 
>una risposta unitaria in tempo utile ad un 
>problema che, probabilmente, si riproporrà a breve anche ad altri
>perchè è chiaro che se passa a Milano poi è 
>facile che il tentativo si diffonda
>
>Non so se le Creative Commons siano lo strumento ideale in questo caso
>ma attualmente non vedo neanche alternative ad esse
>in Italia tra l'altro non è che siano ancora 
>molto diffuse ne sono sicura del loro effettivo riconoscimento
>per cui credo che la strada da seguire sia 
>proprio studiarne l'applicazione a questo caso (l'insegnamento)
>e le possibilità di inserirle da un punto di 
>vista giuridico nei contratti di lavoro
>
>In questo modo si darebbe uno strumento 
>importante e concreto a tutti coloro che, se non 
>oggi domani, si troveranno davanti a questo problema.


E' da qualche anno che stiamo cercando come corpo 
docente precario a Carrara di organizzarci per 
fare delle rivendicazioni di tipo contrattuale.
Ho preso contatti anche con il sindacato in tal senso.

E' una lotta pero' che non si vince ne individualmente ne localmente.
Ci vuole unita' ( dunque: precari di tutto il mondo unitevi :-) ).
Le strade devono passare attraverso una 
trasformazione a 360 gradi che va a toccare anche 
le altre fascie di personale didattico e dunque 
in generale le strutture all'interno dell'istituzione.
La regolarizzazione del personale precario e' 
cioe' da una parte un problema economico, 
dall'altro un problema culturale, in entrambe i 
sensi e' un problema politico e di potere.
Va a toccare le tasche dei cittadini e di 
conseguenza e' una delle tante corporazioni che 
nell'attuale economia e' messa in 
contrapposizione e concorrenza con altre corporazioni.
La regolarizzazione del personale precario va a 
toccare non solo gli interessi monetari di alcuni 
(piu' di altri) ma anche la vita quotidiana 
(intendi gli equilibri di potere nel mondo del 
lavoro) di molte persone che vivono in tale sfera lavorativa.
Dunque e' un problema la cui soluzione richiede una certa complessita'.
Il lavoratore precario e' debole e dunque piu' 
facilmente costretto a subire i ricatti del datore di lavoro.
Riuscire ad unire in una lotta unica i lavoratori 
precari significa il riuscire a sottrarli alle 
logiche ricattatorie per cui una protesta 
individuale ha come esito quasi certo la perdita del posto di lavoro.
Anche in questo caso, l'insorgere collettivo e 
simultaneo fornisce molta piu' forza alla lotta.

Come riuscire ad ottenere questo insorgere 
collettivo e simultaneo e' qualcosa su cui le 
menti creative ed artistiche possono impegnare il loro operare.

bye
Tommaso
In ogni caso il primo passo e' il riuscire a  



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