[aha] architettura, innovazione e qualche sconfitta

francesco monico francescomonico a gmail.com
Lun 4 Ott 2010 20:56:23 CEST


chiudiamola qua con poche sentenze ;-)

Carlo Scarpa non era architetto era solo diplomato all'artistico di venezia

I cartelloni pubblicitari a Venezia sono uno scempio oltre misura ...

mettiamola così in certe situazioni ambientali (Italia e area del
mediterraneo) gli architetti inquinano visivamente e culturalmente ... ed è
un inquinamento tossico

Luca è un grande

fra

Il giorno 04 ottobre 2010 20:13, kilroy <ndp at bastardi.net> ha scritto:

> Oh uffa, mi sono messo all'angolo da solo, può sembrare che io stia qui a
> difendere una categoria di persone, per giunta solo quelle di nazionalità
> italiana, invece quello che vorrei difendere è una materia. Ovviamente non
> sono d'accordo sul fatto che gli architetti possano essere intesi come
> mandanti morali di tutta la bruttura, riflettiamo su una cosa, sempre che tu
> convenga con me su un assunto: appena si varcano le frontiere la qualità del
> costruito (recente quindi non spontaneo) migliora inesorabilmente. Sia che
> tu vada in Francia, in Svizzera, in Austria, e anche se non ci sono stato ho
> l'impressione che accada anche in Slovenia. Ne convieni? Perchè succede? Io
> non ho una buona risposta, non è una questione di educazione universitaria,
> la nostra formazione recente sta scadendo velocemente ma era tanto buona da
> essere invidiata, certo era autoritaria, fanatica, storicista e gestita da
> gente come Monestiroli ( che è proprio la persona a cui pensavo quando ho
> scritto che certa gente fa talmente bene i cimiteri da rendere tombale tutto
> quanto), tuttavia nell'ingiustizia, nella vessazione e nell'umiliazione che
> ci siamo sorbettati c'era sempre dietro l'angolo una qualche  qualità, uno
> sforzo, anche sui temi etici, ad esempio fino agli anni '80 una facoltà come
> quella di Venezia si occupava quasi esclusivamente di edilizia popolare,
> l'idea che gli studenti si addestrassero a disegnare ville per i ricchi era
> totalmente avversata (o almeno così mi ha detto Raul Pantaleo, che è
> l'architetto che fa gli ospedali di Emergency).
> In ogni caso da quelle parti insegnava Carlo Scarpa, un architetto e un
> professore eccezionale.
> In Svizzera chi ha il sogno di diventare architetto deve decidere presto, a
> 14 anni lo mettono in uno studio a fare tirocinio, come è successo ad un mio
> amico che poi è diventato falegname, veniva pagato per il lavoro che
> svolgeva, non diciamolo a quei poveracci italiani che per laurearsi sono
> costretti a fare tirocini gratuiti. Io sono generalmente contrario all'idea
> che la strada della pratica a tutti i costi sia quella giusta, (tranne per
> quella parte in cui il lavoro dei ragazzi viene pagato), il mio amico aveva
> un sacco di pratica ma è ignorante come una capretta, altro che ermeneutica,
> tuttavia da quelle parti si costruisce molto bene, non hanno geometri e se
> un qualsiasi piastrellista fa un lavoro è costretto per legge a dare la
> garanzia del suo lavoro, gli intonaci che cascano dopo 5 mesi li ripaga chi
> non li ha saputi stendere.
> In Italia gli stessi costruttori edili sopratutto a livello artigianale
> sono spesso degli esordienti totali, con manodopera immigrata senza alcuna
> formazione, le scuole edili sono molto rare e poco frequentate, l'unico
> operaio veramente bravo che conosco è un perito industriale che invece di
> andare alla Fiat si mise ad imparare il lavoro dal padre, quando se ne andrà
> probabilmente l'azienduccia della mia famiglia chiuderà, anche a volerli
> pagare molto bene si trovano solo manovali, nessuno che sappia tenere una
> cazzuola in mano. Fare il muratore è una cosa difficile, molto più di quanto
> sembri e quelli bravi vengono pagati più dei professori di liceo, si cerca
> di supplire alla sparizione delle capacità in questo mestiere esclusivamente
> con la tecnologia, ad esempio inventando macchine che stendono l'intonaco, o
> fili a piombo laser, macchine per fare le tracce, colla al posto della
> malta, ma la qualità che ne risulta è scadente. (per inciso tutta questa
> roba è un'industria, della quale gli architetti fanno parte molto
> marginalmente).
>
> Mio nonno il geometra aveva l'occhio perfetto, è l'equivalente
> dell'orecchio perfetto, quando ero piccolo io indicavo una cosa da misurare,
> lui diceva un numero preciso al millimetro e quando poi andavo a controllare
> con il metro era sempre inevitabilmente giusto. Adesso senza i massetti
> autolivellanti  i pavimenti sarebbero in discesa, un mio amico quando ha
> comprato casa ha preso a calci nel culo il geometra direttore dei lavori,
> siccome lui continuava a negare Luca gli ha detto: se come dico io il
> soffitto è inclinato te le do... hanno misurato e il soffitto faceva 4 o 5
> gradi di pendenza, così lui lo ha preso a calci per tutto il paese.
>
> Dalle nostre parti la qualità delle costruzioni è scadente, a tutti i
> livelli: l'urbanistica ha abdicato a concetti come il "pianificar facendo",
> la formazione degli architetti è ostaggio dei Monestiroli, a livello
> lavorativo spicciolo ho già detto, ma è così anche quando c'è da costruire
> gli edifici di Renzo Piano, fatevi un giro all'auditorium di Roma, fa
> schifo, è fatto male. Uno che lavora dalla Hadid a Roma mi raccontava,
> parlando della stazione dell'alta velocità di Afragola, che mentre il
> progetto che aveva vinto il concorso era una cosa, la realizzazione stava
> prendendo un'altra piega, tutte quelle doppie curvature costano, e non
> esiste un'azienda di serramenti che sappia dare due curvature ad un profilo
> d'alluminio, a livello strutturale era la stessa cosa, il tizio concludeva:
> "se lo stesso progetto lo fai in america o in giappone costa 300, se lo fai
> in europa costa 200, se lo fai in italia costa 100".
>
> Ma non sarà che l'architettura e l'edilizia italiane stiano semplicemente
> seguendo il declino del paese? E perchè se tutto va a puttane, per
> l'architettura dovrebbe essere diverso?
>
> (Il tipo che si fa da solo la casa poi chiama il geometra, può firmare per
> legge e costa meno).
>
> Il Fai e Italia Nostva sono un gvuppo di simpaticoni con la V moscia, che
> adesso sta facendo polemica sui cavtelloni pubblicitavi che pagano i
> vestauri dei palazzi veneziani pevchè sono bvutti, propvio non gli entva in
> testa che le casse del comune sono vuote, cacassevo il lesso lovo... (cacare
> il lesso = pagare in fiorentino).
>
> In ogni caso, dalla cultura storicista dell'università italiana vengono
> anche quelli che fanno i restauri e sono tra i pochi che li sanno fare, non
> credere, anche per curare il patrimonio storico serve l'ermeneutica, tanto
> che anche da quel punto di vista, ad aggiungere incultura a incultura, si
> stanno facendo sempre più casini, a molti edifici minori sta succedendo
> l'equivalente di quello che succede ai quadri del '600 nelle parrocchie, il
> sacerdote li ravviva con il succo di limone.
>
> Mi faccio vate per un secondo: l'expo di Milano 2015 sarà una figura di
> merda interplanetaria.
>
>  Kilroy
>
> p.s. anche tra gli architetti italiani esiste una resistenza, è
> minoritaria, ma c'è, solo che se non hanno il barbone bianco nessuno li
> tratta.
>
>
>
> Il giorno 04/ott/2010, alle ore 16.23, francesco monico ha scritto:
>
> Caro Kirlroy ho iniziato con la 'semplice verità' perché se rimanevo nella
> complessità del reale il messaggio diventava inutilizzabile. Così è
> sicuramente falso ma è funzionale. E' funzionale a cercare chiarezza su una
> situazione che McLuahn avrebbe definto "infetta". L'infezione sta in tutto
> quello che tu dici, De Carlo è appunto minoritario rispetto a dei mostri
> sacri Archistar, o dei sacri baroni alla demichelis, monestiroli, ecc ecc,
> gli esami di storia sono appunto dell'architettura, invece che di storia,
> con magari anche i problemi dello storicismo storico, con anche forse, un
> po' di ermeneutica che dalla storia deriva giusto così per far sentire
> inadeguato uno storico dell'architettura, o forse per dargli orizzonti non
> totalizzanti.
>
> Certo il 90% dello scempio italiano è stato condotto da altri, forse buona
> parte dai geometri, ma l'architettura è responsabile di tutta l'edilizia dal
> punto di vista critico-culturale, sarebbe troppo comodo che non lo fosse.
> Tuttavia gli architetti, quelli con la A, hanno abdicato al senso del bello,
> certo quasi impossibile da definire, ma suvvia il Klinker in campagna! E poi
> basta leggersi Pasolini. L'italia sarà anche l'unico paese europeo... ma che
> gli architetti appunto si ribellinio, oppure si sentano umiliati, invece no
> ci vanno a braccetto.
>
> Concordo con te che  il motivo sta tutto nell'evoluzione tecnica
> dell'edilizia e nella trasformazione del mondo del lavoro che ha comportato,
> ovvero la magia perduta delle pratiche spontanee, c'è stato uno sviluppo,
> che con tutti i suoi difetti (la contaminazione, altre forme di alienazione
> contemporanee) è anche il segno della fine della povertà estrema delle
> campagne, infatti è bastato spostare questa poverta nel terzo mondo o più in
> là.
>
> E di nuovo resta il fatto che se gli architetti in Italia fanno molto poco
> e incidono nella forma urbana per una porzione minuscola, ciò non impedisce
> loro di essere una elité culturale che dovrebbe almeno discutere (e magari
> accusare) degli scempi (invece lo fa il FAI dei conti e marescialli).
>
> Concordo che l'architettura è morta perchè non se ne fa, perchè invece di
> essere parte di una cultura condivisa oltre gli addetti ai lavori è solo
> ammirazione acritica per gli Archistar e oltre. E sopratutto concordo con Xd
> sul fatto che esistono categorie che si appropriano, forse per innocente
> ignoranza, della costruzione dei sogni e dei desideri, e che oggi siamo
> dentro dei sogni e desideri inquietanti e alienanti.
>
> Ecco il punto è l'etica: ovvero la 'costruzione' di un piano etico ... non
> in klinker!
>
> "E io non mi faccio fare la casa da un architetto e mi viene molto più
> bella, ma poi lo devo pagare lo stesso, quello là, perchè i deve firmare il
> progetto"
>
> fra
>
>
> Il giorno 04 ottobre 2010 01:30, kilroy <ndp at bastardi.net> ha scritto:
>
>> Il giorno 03/ott/2010, alle ore 11.00, francesco monico ha scritto:
>>
>> Trovo molto interessante e altresì irritante questa discussione, eh si
>> perché poi alla fine nessuno dice la verità, ovvero che di architetti di
>> valore, non solo formale ma anche etico, beh in Italia non ce ne è mica, poi
>> forse anche all'estero difettano, allora il problema è l'architettura stessa
>> perché alla fine è un (il) luogo della speculazione, della distruzione del
>> territorio giustificando la cosa con tutta una serie di superpippe e tirate
>> fatte da architetti stessi che si sa fanno esami di storia ridicoli, ma li
>> fanno?, di storia dell'arte altrettanto ridicoli, e forse di sociologia e di
>> antropologia. L'architetto diventa quindi un perfetto tuttologo prodotto
>> della cultura di massa, attenzione non un 'generalismo critico' nel segno
>> della (per me grande) tradizione classica e gentile, è una approssimazione
>> culturale che specula sulla bassa cultura e sul territorio.
>>
>>
>> Monico, lasciami dire che mi fa specie assistere al modo in cui entri
>> nella discussione, mentre noi che finora siamo intervenuti stiamo provando a
>> sciogliere i dubbi tu inizi il tuo discorso direttamente con la verità, la
>> tua verità è che gli architetti sono tutti bastardi che vogliono insozzare
>> tutto, mi sembra un pochino semplicistico.
>> In Italia ci sono architetti di valore, anche in senso etico, ci sono
>> ancora, ci sono stati.
>> Io sono affezionatissimo all'esperienza, del tutto minoritaria da ogni
>> punto di vista, di Giancarlo De Carlo (il padre di Andrea, morto nel 2005),
>> De Carlo è stato uno che dopo la guerra andò, perchè simpatizzava, a Carrara
>> per partecipare alla riunione nazionale degli anarchici, è stato tra i primi
>> a praticare l'architettura come forma partecipata, il villaggio Matteotti a
>> Terni, realizzato dopo infinite assemblee insieme ai futuri utenti, operai
>> metalmeccanici. Tra i 60 e i 70 fu chiamato a redigere il piano
>> particolareggiato di Rimini, dove propose di abolire il traffico veicolare
>> in favore di monorotaie, di ripensare il sistema scolastico per farne una
>> struttura sempre aperta a tutta la popolazione, nel frattempo si mise ad
>> aiutare i pescatori poveri della città a realizzare autocostruzioni delle
>> proprie case, purtroppo il piano fu boicottato dalla destra riminese e
>> nonostante De Carlo avesse resistito al punto da volantinare la sua idea con
>> l'ausilio di un elicottero non se ne fece niente e Rimini è diventata la
>> bolgia che è.
>> Se ti capita fatti un giro ad Urbino, che gli ha dato le chiavi della
>> città, e sopratutto vai alla facoltà di Magistero, considerato
>> internazionalmente uno dei capolavori dell'architettura italiana del
>> dopoguerra anche per il rapporto instaurato con il tessuto storico della
>> città, oppure se ti capita di passare a Catania fatti un giro alla facoltà
>> di lettere (coincidenza, ho appena conosciuto una ragazza laureata li, che
>> mi diceva quanto fosse magico quel posto, e di quanta nostalgia le
>> ispirasse).
>> De Carlo ha lavorato molto poco, in quanto socialista libertario, in
>> quanto scheggia impazzita, in quanto nemesi totale di stronzi come Sgarbi,
>> ma il suo lavoro sta lì a dimostrare che l'architettura può essere distinta
>> dalla speculazione becera e dal consumo del territorio. Tra l'altro, fu lui
>> come rappresentante del CIAM per l'italia, insieme ad altri, a mettere in
>> crisi il modello del CIAM stesso, quindi del modernismo in architettura e
>> del suo modello autoritario.
>> C'è una linea di discendenza? In effetti poca, ma è difficile quando
>> quello che c'è da trasmettere da una generazione a l'altra è la bontà
>> d'animo, l'amore per gli umani, il senso di giustizia, l'idea che
>> architettura è osservazione, adattamento, dialogo. lo 0.005% di GDC è qui,
>> t'invito a leggere:  http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_De_Carlo
>>
>> Quanto agli esami di storia dell'architettura li facciamo eccome, come
>> farebbero altrimenti le nostre facoltà ad essere governate da storicisti? Io
>> per storia II ho portato 23 tra monografie e manuali. Storia dell'arte da
>> noi a firenze è opzionale, sociologia si chiama sociologia urbana,
>> antropologia nisba. Quanto alla Tuttologia hai perfettamente ragione, non
>> c'è dubbio che la formazione dell'architetto sia grandangolare, ma stiamo
>> parlando della condizione urbana, quale sarebbe il modo specifico e puntuale
>> di trattare del modo in cui gli uomini vivono, lavorano, si organizzano?
>>
>>
>> Perché nessuno ipotizza o sostiene, che l'architettura ha fallito? Ha
>> fallito la mediazione tra la modernità (quella vera quella che inizia con la
>> scoperta dell'America) e la contemporaneità, e rischia di perdere nel nome
>> della pura speculazione e del gigantismo, la sfida del post? E' un fatto che
>> prima del generalismo i contadini sapevano costruirsi bellissime case,
>> baite, cascine, i marinai sapevano fare ottimi porti, rade, squeri, non
>> parliamo dei ponti degli ingenieri, che alla fine è più bello un ponte
>> bailey. Poi ci si accorge che l'architettura e il figlio design, che come la
>> trota segue le orme del padre, è diventata un partito politico, che si
>> atteggia a partito delle 'case oscure', nel nome della distruzione del
>> territorio e della cultura.
>>
>> Ieri ero a prendere un aperitivo e gli architetti risplendevano nei loro
>> completi sartoria, cravatte e scarpe a mano, e mi sono sempre chiesto ma se
>> fanno gli architetti perché si vestono come se andassero in senato o peggio
>> in borsa? Mah....
>>
>> Adesso in Accademia è cambiata la proprietà e gli architetti e i designer
>> hanno lanciato l'attacco alla direzione, i mezzi stupiscono per violenza e
>> per il livello. Ma perché? Ma avete mai sentito parlare del Design come
>> forma progettuale del tutto? Si vabbé ma almeno una grammatica specifica dei
>> vari tutti...no?
>>
>> Certo a me interessa una cosa che non interessa (ancora) a nessuno, il
>> romanticismo americano, beh quando la Hudson River School dichiara "No more
>> sunset on Tivoli" non credo che si immaginasse i, danni che sono stati fatti
>> in Italia, la zona dei castelli romani dove devo per forza starci è passata
>> da essere forse una delle più belle zone del mondo a un obbrobrio in stile
>> assiro-laziale pauperista.
>>
>>
>> Che dire che questa volta Xd h aperfettamente ragione.
>>
>>
>> Forse XD ha ragione, tu no, non perchè lo scempio del nostro paese non ci
>> sia, ma perchè dai la colpa alle persone sbagliate. L'architettura non è
>> responsabile di tutta l'edilizia, sarebbe troppo comodo, il 90% dello
>> scempio italiano è stato condotto da altri, buona parte dai geometri (te lo
>> dice uno che è figlio di due geometri, i miei due nonni maschi erano un
>> geometra e un muratore, i miei due bisnonni erano un geometra e un
>> capomastro). L'italia è l'unico paese europeo, che sappia io, che permette a
>> persone con un'istruzione secondaria di poter firmare edifici alti fino a 3
>> piani fuoriterra, guarda tu che strano, il piano regolatore del paese dove
>> sono nato non ammette nulla di più alto di tre piani, strano vero?
>> I motivi sono pressochè questi: con la ricostruzione da fare e il basso
>> numero di laureati che c'era dopo la guerra, si è permesso a gente che,
>> almeno ufficialmente, dovrebbe essere esperta solo di topografia, estimo,
>> catasto (geometria = misurazione della terra), e gli è stata data in mano
>> dalla DC la possibilità di firmare di tutto, la democrazia cristiana aveva
>> tutto l'interesse a permettere tutte le deroghe alla legge 1150 del 42 che
>> poteva (la legge urbanistica nazionale, che imponeva il piano regolatore ai
>> comuni) perchè attraverso l'edilizia diffusa e speculativa da un lato si
>> mette in moto il primo motore di un economia in difficoltà, (lo sapeva bene
>> Hitler che osteggiava il modernismo e il cemento armato proprio perchè aveva
>> razionalizzato l'edilizia riducendo le ore di lavoro), dall'altro questo
>> meccanismo aiutava la DC a trasformare i proletari in proprietari di case
>> (chi ha qualcosa combatte meno di chi ha solo i figli, lapalissiano). Una
>> volta era vero che un geometra poteva essere un grande professionista, mio
>> nonno ha fatto strade, consolidamento di edifici storici, disegnato mobili e
>> edifici ben oltre i tre piani, ora un geometra non sa togliersi da solo
>> neanche il dito dal sedere.
>>
>> Ma non è tanto questo, nel tuo discorso ometti di considerare
>> l'abusivismo, che è proprio il problema peggiore dei castelli romani. Ecco,
>> l'abusivismo è quello che rimane della capacità dei contadini di farsi
>> bellissime case (qui ti consiglio di leggere "parole nel vuoto" di Adolf
>> Loos, Adelphi), perchè non lo sanno più fare? Potrei dire che il motivo sta
>> tutto nell'evoluzione tecnica dell'edilizia e nella trasformazione del mondo
>> del lavoro che ha comportato, ma sarebbe lungo e noioso, mi basta dire che
>> se non ci fosse stato saremmo ancora servi della gleba. Ti racconto invece
>> una cosa che mi fece notare Pancho Pardi, parlamentare dell'IDV, che è stato
>> mio prof. di geografia urbana e rurale, il Pardi è uno che prima di fare il
>> discorso famoso poi ripreso da Nanni Moretti contro i dirigenti dei DS,
>> veniva a lezione sporco di terra, perchè si alzava alle cinque per girare in
>> campagna, la sua capacità di leggere il territorio lascia di stucco, è
>> capace di guardare una diapositiva contro luce e dirti la zona in cui è
>> stata scattata, e poi dirti quali alberi sono spontanei quali piantumati,
>> può parlare per ore, gli basta uno sguardo, è spaventoso, ma è la prova
>> vivente di come la cultura possa rendere diverso l'atto stesso del guardare.
>> Pardi ci fece notare che i contadini non hanno mai costruito balconi, mentre
>> ora le campagne sono piene di coloniche con terrazzi e balconi in aggetto,
>> sono altrettanto vernacolari, ma la cultura contadina vera non conosce la
>> nozione di paesaggio, le finestre servono per fare entrare aria e luce, non
>> per guardare il panorama, è evidente quindi che i terrazzi sono finiti in
>> campagna perchè c'è stata una contaminazione culturale, e anche perchè per
>> loro fortuna hanno trovato il tempo di guardare qualcosa, oltre che sgobbare
>> come schiavi, quindi la questione è: la magia perduta delle pratiche
>> spontanee è persa, ma è persa perchè c'è stato uno sviluppo, che con tutti i
>> suoi difetti (la contaminazione, altre forme di alienazione contemporanee) è
>> anche il segno della fine della povertà estrema delle campagne.
>>
>> Detto questo ti ricordo che gli architetti in Italia fanno molto poco e
>> incidono nella forma urbana per una porzione minuscola, quasi sempre per
>> iniziativa politica, prima del 3+2 la media per laurearsi nella mia facoltà
>> era 10 anni e mezzo, con la prospettiva di entrare negli studi prima gratis
>> e poi con stipendi ridicoli. La professione, per chi cerca di farla a buon
>> livello, cioè per chi cerca di fare architettura (che per me equivale a
>> combattere la mancanza di qualità urbana che ci affligge tutti) consiste nel
>> fare la fame per anni nella maggior parte dei casi, partecipando a concorsi
>> pilotati, combattendo con le amministrazioni, e campando quasi
>> esclusivamente di arredamento d'interni, per capirci, l'almanacco dei
>> giovani architetti italiani di Casabella è under 50, solo una professione di
>> poveracci può ritenere un 49enne ancora un giovane. Completi sartoria? Ma
>> dove li fai gli aperitivi tu?
>>
>> Una tipa che continua a dire che l'architettura è morta è l'architetto
>> fiorentino A.C. che spara una valanga di cazzate e poi sventra i palazzi per
>> trasformarli in spa per ricchi clienti americani. Se l'architettura è morta
>> è perchè non se ne fa. Perchè aldilà del palazzone autoindulgente di
>> Formigoni nella realtà dei fatti i mattoni uno sopra l'altro li fanno
>> mettere altri, tutta gente che si guarda bene dal farsi rodere dal tarlo del
>> dubbio e procede spedita a arginare i fiumi col cemento e divorare
>> territorio. L'unico misero baluardo contro questa gente e queste pratiche è
>> proprio l'architettura ed è un gran male, perchè invece di essere parte di
>> una cultura condivisa oltre gli addetti ai lavori è solo ammirazione
>> acritica per indossatrici irachene di sciarpe (o cadaveri ammuffiti) e
>> dall'altra un luogo per affrettarsi a promulgare cliches senza entrare
>> neanche un minimo nel merito di alcune delle famose "superpippe e tirate".
>> Mangia una nocciolina e diventa superpippo anche tu, come noi sfigati.
>>
>> kilroy
>>
>> p.s. mi sono guardato bene dal parlare di design, sennò la lettera
>> diventava un volume della treccani, so di essere prolisso, ma questi
>> argomenti sono difficili da sintetizzare, spero che la sostanza, per quanto
>> espansa, sia buona, saluti.
>>
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