[aha] architettura, innovazione e qualche sconfitta

francesco monico francescomonico a gmail.com
Lun 4 Ott 2010 16:23:34 CEST


Caro Kirlroy ho iniziato con la 'semplice verità' perché se rimanevo nella
complessità del reale il messaggio diventava inutilizzabile. Così è
sicuramente falso ma è funzionale. E' funzionale a cercare chiarezza su una
situazione che McLuahn avrebbe definto "infetta". L'infezione sta in tutto
quello che tu dici, De Carlo è appunto minoritario rispetto a dei mostri
sacri Archistar, o dei sacri baroni alla demichelis, monestiroli, ecc ecc,
gli esami di storia sono appunto dell'architettura, invece che di storia,
con magari anche i problemi dello storicismo storico, con anche forse, un
po' di ermeneutica che dalla storia deriva giusto così per far sentire
inadeguato uno storico dell'architettura, o forse per dargli orizzonti non
totalizzanti.

Certo il 90% dello scempio italiano è stato condotto da altri, forse buona
parte dai geometri, ma l'architettura è responsabile di tutta l'edilizia dal
punto di vista critico-culturale, sarebbe troppo comodo che non lo fosse.
Tuttavia gli architetti, quelli con la A, hanno abdicato al senso del bello,
certo quasi impossibile da definire, ma suvvia il Klinker in campagna! E poi
basta leggersi Pasolini. L'italia sarà anche l'unico paese europeo... ma che
gli architetti appunto si ribellinio, oppure si sentano umiliati, invece no
ci vanno a braccetto.

Concordo con te che  il motivo sta tutto nell'evoluzione tecnica
dell'edilizia e nella trasformazione del mondo del lavoro che ha comportato,
ovvero la magia perduta delle pratiche spontanee, c'è stato uno sviluppo,
che con tutti i suoi difetti (la contaminazione, altre forme di alienazione
contemporanee) è anche il segno della fine della povertà estrema delle
campagne, infatti è bastato spostare questa poverta nel terzo mondo o più in
là.

E di nuovo resta il fatto che se gli architetti in Italia fanno molto poco e
incidono nella forma urbana per una porzione minuscola, ciò non impedisce
loro di essere una elité culturale che dovrebbe almeno discutere (e magari
accusare) degli scempi (invece lo fa il FAI dei conti e marescialli).

Concordo che l'architettura è morta perchè non se ne fa, perchè invece di
essere parte di una cultura condivisa oltre gli addetti ai lavori è solo
ammirazione acritica per gli Archistar e oltre. E sopratutto concordo con Xd
sul fatto che esistono categorie che si appropriano, forse per innocente
ignoranza, della costruzione dei sogni e dei desideri, e che oggi siamo
dentro dei sogni e desideri inquietanti e alienanti.

Ecco il punto è l'etica: ovvero la 'costruzione' di un piano etico ... non
in klinker!

"E io non mi faccio fare la casa da un architetto e mi viene molto più
bella, ma poi lo devo pagare lo stesso, quello là, perchè i deve firmare il
progetto"

fra


Il giorno 04 ottobre 2010 01:30, kilroy <ndp at bastardi.net> ha scritto:

> Il giorno 03/ott/2010, alle ore 11.00, francesco monico ha scritto:
>
> Trovo molto interessante e altresì irritante questa discussione, eh si
> perché poi alla fine nessuno dice la verità, ovvero che di architetti di
> valore, non solo formale ma anche etico, beh in Italia non ce ne è mica, poi
> forse anche all'estero difettano, allora il problema è l'architettura stessa
> perché alla fine è un (il) luogo della speculazione, della distruzione del
> territorio giustificando la cosa con tutta una serie di superpippe e tirate
> fatte da architetti stessi che si sa fanno esami di storia ridicoli, ma li
> fanno?, di storia dell'arte altrettanto ridicoli, e forse di sociologia e di
> antropologia. L'architetto diventa quindi un perfetto tuttologo prodotto
> della cultura di massa, attenzione non un 'generalismo critico' nel segno
> della (per me grande) tradizione classica e gentile, è una approssimazione
> culturale che specula sulla bassa cultura e sul territorio.
>
>
> Monico, lasciami dire che mi fa specie assistere al modo in cui entri nella
> discussione, mentre noi che finora siamo intervenuti stiamo provando a
> sciogliere i dubbi tu inizi il tuo discorso direttamente con la verità, la
> tua verità è che gli architetti sono tutti bastardi che vogliono insozzare
> tutto, mi sembra un pochino semplicistico.
> In Italia ci sono architetti di valore, anche in senso etico, ci sono
> ancora, ci sono stati.
> Io sono affezionatissimo all'esperienza, del tutto minoritaria da ogni
> punto di vista, di Giancarlo De Carlo (il padre di Andrea, morto nel 2005),
> De Carlo è stato uno che dopo la guerra andò, perchè simpatizzava, a Carrara
> per partecipare alla riunione nazionale degli anarchici, è stato tra i primi
> a praticare l'architettura come forma partecipata, il villaggio Matteotti a
> Terni, realizzato dopo infinite assemblee insieme ai futuri utenti, operai
> metalmeccanici. Tra i 60 e i 70 fu chiamato a redigere il piano
> particolareggiato di Rimini, dove propose di abolire il traffico veicolare
> in favore di monorotaie, di ripensare il sistema scolastico per farne una
> struttura sempre aperta a tutta la popolazione, nel frattempo si mise ad
> aiutare i pescatori poveri della città a realizzare autocostruzioni delle
> proprie case, purtroppo il piano fu boicottato dalla destra riminese e
> nonostante De Carlo avesse resistito al punto da volantinare la sua idea con
> l'ausilio di un elicottero non se ne fece niente e Rimini è diventata la
> bolgia che è.
> Se ti capita fatti un giro ad Urbino, che gli ha dato le chiavi della
> città, e sopratutto vai alla facoltà di Magistero, considerato
> internazionalmente uno dei capolavori dell'architettura italiana del
> dopoguerra anche per il rapporto instaurato con il tessuto storico della
> città, oppure se ti capita di passare a Catania fatti un giro alla facoltà
> di lettere (coincidenza, ho appena conosciuto una ragazza laureata li, che
> mi diceva quanto fosse magico quel posto, e di quanta nostalgia le
> ispirasse).
> De Carlo ha lavorato molto poco, in quanto socialista libertario, in quanto
> scheggia impazzita, in quanto nemesi totale di stronzi come Sgarbi, ma il
> suo lavoro sta lì a dimostrare che l'architettura può essere distinta dalla
> speculazione becera e dal consumo del territorio. Tra l'altro, fu lui come
> rappresentante del CIAM per l'italia, insieme ad altri, a mettere in crisi
> il modello del CIAM stesso, quindi del modernismo in architettura e del suo
> modello autoritario.
> C'è una linea di discendenza? In effetti poca, ma è difficile quando quello
> che c'è da trasmettere da una generazione a l'altra è la bontà d'animo,
> l'amore per gli umani, il senso di giustizia, l'idea che architettura è
> osservazione, adattamento, dialogo. lo 0.005% di GDC è qui, t'invito a
> leggere:  http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_De_Carlo
>
> Quanto agli esami di storia dell'architettura li facciamo eccome, come
> farebbero altrimenti le nostre facoltà ad essere governate da storicisti? Io
> per storia II ho portato 23 tra monografie e manuali. Storia dell'arte da
> noi a firenze è opzionale, sociologia si chiama sociologia urbana,
> antropologia nisba. Quanto alla Tuttologia hai perfettamente ragione, non
> c'è dubbio che la formazione dell'architetto sia grandangolare, ma stiamo
> parlando della condizione urbana, quale sarebbe il modo specifico e puntuale
> di trattare del modo in cui gli uomini vivono, lavorano, si organizzano?
>
>
> Perché nessuno ipotizza o sostiene, che l'architettura ha fallito? Ha
> fallito la mediazione tra la modernità (quella vera quella che inizia con la
> scoperta dell'America) e la contemporaneità, e rischia di perdere nel nome
> della pura speculazione e del gigantismo, la sfida del post? E' un fatto che
> prima del generalismo i contadini sapevano costruirsi bellissime case,
> baite, cascine, i marinai sapevano fare ottimi porti, rade, squeri, non
> parliamo dei ponti degli ingenieri, che alla fine è più bello un ponte
> bailey. Poi ci si accorge che l'architettura e il figlio design, che come la
> trota segue le orme del padre, è diventata un partito politico, che si
> atteggia a partito delle 'case oscure', nel nome della distruzione del
> territorio e della cultura.
>
> Ieri ero a prendere un aperitivo e gli architetti risplendevano nei loro
> completi sartoria, cravatte e scarpe a mano, e mi sono sempre chiesto ma se
> fanno gli architetti perché si vestono come se andassero in senato o peggio
> in borsa? Mah....
>
> Adesso in Accademia è cambiata la proprietà e gli architetti e i designer
> hanno lanciato l'attacco alla direzione, i mezzi stupiscono per violenza e
> per il livello. Ma perché? Ma avete mai sentito parlare del Design come
> forma progettuale del tutto? Si vabbé ma almeno una grammatica specifica dei
> vari tutti...no?
>
> Certo a me interessa una cosa che non interessa (ancora) a nessuno, il
> romanticismo americano, beh quando la Hudson River School dichiara "No more
> sunset on Tivoli" non credo che si immaginasse i, danni che sono stati fatti
> in Italia, la zona dei castelli romani dove devo per forza starci è passata
> da essere forse una delle più belle zone del mondo a un obbrobrio in stile
> assiro-laziale pauperista.
>
>
> Che dire che questa volta Xd h aperfettamente ragione.
>
>
> Forse XD ha ragione, tu no, non perchè lo scempio del nostro paese non ci
> sia, ma perchè dai la colpa alle persone sbagliate. L'architettura non è
> responsabile di tutta l'edilizia, sarebbe troppo comodo, il 90% dello
> scempio italiano è stato condotto da altri, buona parte dai geometri (te lo
> dice uno che è figlio di due geometri, i miei due nonni maschi erano un
> geometra e un muratore, i miei due bisnonni erano un geometra e un
> capomastro). L'italia è l'unico paese europeo, che sappia io, che permette a
> persone con un'istruzione secondaria di poter firmare edifici alti fino a 3
> piani fuoriterra, guarda tu che strano, il piano regolatore del paese dove
> sono nato non ammette nulla di più alto di tre piani, strano vero?
> I motivi sono pressochè questi: con la ricostruzione da fare e il basso
> numero di laureati che c'era dopo la guerra, si è permesso a gente che,
> almeno ufficialmente, dovrebbe essere esperta solo di topografia, estimo,
> catasto (geometria = misurazione della terra), e gli è stata data in mano
> dalla DC la possibilità di firmare di tutto, la democrazia cristiana aveva
> tutto l'interesse a permettere tutte le deroghe alla legge 1150 del 42 che
> poteva (la legge urbanistica nazionale, che imponeva il piano regolatore ai
> comuni) perchè attraverso l'edilizia diffusa e speculativa da un lato si
> mette in moto il primo motore di un economia in difficoltà, (lo sapeva bene
> Hitler che osteggiava il modernismo e il cemento armato proprio perchè aveva
> razionalizzato l'edilizia riducendo le ore di lavoro), dall'altro questo
> meccanismo aiutava la DC a trasformare i proletari in proprietari di case
> (chi ha qualcosa combatte meno di chi ha solo i figli, lapalissiano). Una
> volta era vero che un geometra poteva essere un grande professionista, mio
> nonno ha fatto strade, consolidamento di edifici storici, disegnato mobili e
> edifici ben oltre i tre piani, ora un geometra non sa togliersi da solo
> neanche il dito dal sedere.
>
> Ma non è tanto questo, nel tuo discorso ometti di considerare l'abusivismo,
> che è proprio il problema peggiore dei castelli romani. Ecco, l'abusivismo è
> quello che rimane della capacità dei contadini di farsi bellissime case (qui
> ti consiglio di leggere "parole nel vuoto" di Adolf Loos, Adelphi), perchè
> non lo sanno più fare? Potrei dire che il motivo sta tutto nell'evoluzione
> tecnica dell'edilizia e nella trasformazione del mondo del lavoro che ha
> comportato, ma sarebbe lungo e noioso, mi basta dire che se non ci fosse
> stato saremmo ancora servi della gleba. Ti racconto invece una cosa che mi
> fece notare Pancho Pardi, parlamentare dell'IDV, che è stato mio prof. di
> geografia urbana e rurale, il Pardi è uno che prima di fare il discorso
> famoso poi ripreso da Nanni Moretti contro i dirigenti dei DS, veniva a
> lezione sporco di terra, perchè si alzava alle cinque per girare in
> campagna, la sua capacità di leggere il territorio lascia di stucco, è
> capace di guardare una diapositiva contro luce e dirti la zona in cui è
> stata scattata, e poi dirti quali alberi sono spontanei quali piantumati,
> può parlare per ore, gli basta uno sguardo, è spaventoso, ma è la prova
> vivente di come la cultura possa rendere diverso l'atto stesso del guardare.
> Pardi ci fece notare che i contadini non hanno mai costruito balconi, mentre
> ora le campagne sono piene di coloniche con terrazzi e balconi in aggetto,
> sono altrettanto vernacolari, ma la cultura contadina vera non conosce la
> nozione di paesaggio, le finestre servono per fare entrare aria e luce, non
> per guardare il panorama, è evidente quindi che i terrazzi sono finiti in
> campagna perchè c'è stata una contaminazione culturale, e anche perchè per
> loro fortuna hanno trovato il tempo di guardare qualcosa, oltre che sgobbare
> come schiavi, quindi la questione è: la magia perduta delle pratiche
> spontanee è persa, ma è persa perchè c'è stato uno sviluppo, che con tutti i
> suoi difetti (la contaminazione, altre forme di alienazione contemporanee) è
> anche il segno della fine della povertà estrema delle campagne.
>
> Detto questo ti ricordo che gli architetti in Italia fanno molto poco e
> incidono nella forma urbana per una porzione minuscola, quasi sempre per
> iniziativa politica, prima del 3+2 la media per laurearsi nella mia facoltà
> era 10 anni e mezzo, con la prospettiva di entrare negli studi prima gratis
> e poi con stipendi ridicoli. La professione, per chi cerca di farla a buon
> livello, cioè per chi cerca di fare architettura (che per me equivale a
> combattere la mancanza di qualità urbana che ci affligge tutti) consiste nel
> fare la fame per anni nella maggior parte dei casi, partecipando a concorsi
> pilotati, combattendo con le amministrazioni, e campando quasi
> esclusivamente di arredamento d'interni, per capirci, l'almanacco dei
> giovani architetti italiani di Casabella è under 50, solo una professione di
> poveracci può ritenere un 49enne ancora un giovane. Completi sartoria? Ma
> dove li fai gli aperitivi tu?
>
> Una tipa che continua a dire che l'architettura è morta è l'architetto
> fiorentino A.C. che spara una valanga di cazzate e poi sventra i palazzi per
> trasformarli in spa per ricchi clienti americani. Se l'architettura è morta
> è perchè non se ne fa. Perchè aldilà del palazzone autoindulgente di
> Formigoni nella realtà dei fatti i mattoni uno sopra l'altro li fanno
> mettere altri, tutta gente che si guarda bene dal farsi rodere dal tarlo del
> dubbio e procede spedita a arginare i fiumi col cemento e divorare
> territorio. L'unico misero baluardo contro questa gente e queste pratiche è
> proprio l'architettura ed è un gran male, perchè invece di essere parte di
> una cultura condivisa oltre gli addetti ai lavori è solo ammirazione
> acritica per indossatrici irachene di sciarpe (o cadaveri ammuffiti) e
> dall'altra un luogo per affrettarsi a promulgare cliches senza entrare
> neanche un minimo nel merito di alcune delle famose "superpippe e tirate".
> Mangia una nocciolina e diventa superpippo anche tu, come noi sfigati.
>
> kilroy
>
> p.s. mi sono guardato bene dal parlare di design, sennò la lettera
> diventava un volume della treccani, so di essere prolisso, ma questi
> argomenti sono difficili da sintetizzare, spero che la sostanza, per quanto
> espansa, sia buona, saluti.
>
> _______________________________________________
> AHA mailing list
> AHA at lists.ecn.org
> http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/aha
>
>


-- 
nec metuas nec optas
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: http://lists.ecn.org/pipermail/aha/attachments/20101004/ee891b84/attachment-0001.html 


Maggiori informazioni sulla lista AHA