[aha] prendi l'arte e buttala da una parte

ale thirdeye a email.it
Sab 30 Gen 2010 20:11:05 CET


Vorrei condividere con voi una riflessione a tal proposito.

La critica all'artista idolo, al genio romantico, al talento in sé e
all'intera élite che sorregge la macchina artistica mi sembra persa in
queste opere (Landy intendo). Quella che dovrebbe apparire una forte
critica all'istituzione dell'arte, non è che un'ulteriore sua
affermazione attraverso un nome, un genio. Mi chiedo allora se una
critica si debba fermare ad essere dichiarazione o se ci sia possibilità
di una sua concretezza. Voglio dire, Landy non sta facendo altro che
farsi un nome importante, rendersi genio, finendo per circolare negli
stessi ambienti che critica. E con questo non intendo rimproverargli una
banale incoerenza. Circolare in certi ambienti significa alimentarli,
legittimarli.

Non credo di esagerare nel dire che queste che vengono chiamate
"provocazioni" non sono altro che ulteriori alimentazioni dello stesso
sistema artistico. E credo che la critica si debba incarnare nell'arte
stessa, raggiungendo un'impossibilità del nome e del suo tendere a
scrivere storia e legittimare istituzioni. Riconoscere in altri termini
il carattere anonimo e collettivo che già da sempre abita l'arte.

Forse.. voi cosa ne pensate?

ale ekeskog





Il giorno sab, 30/01/2010 alle 18.50 +0100, bastake a libero.it ha
scritto:
> che dite?
> sfido chiunque di voi a non avere avuto lo stesso impulso distruttivo.....
> però così è troppo facile!
> 
> http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/01/30/foto/michael_landy-
> 2132372/1/
> 
> 
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