[aha] Media, New Media, Postmedia (Postmediabooks 2010)

Adern X the.apx a libero.it
Lun 6 Dic 2010 21:26:19 CET


Il giorno 05/dic/10, alle ore 03:07, xDxD.vs.xDxD ha scritto:

> adesso: come in tante altre pratiche degli esseri umani anche l'arte
> s'è mischiata da un pezzo a un sacco di altre cose. con la scienza, il
> marketing, gli affari, l'attivismo, l'ecologia, la politica, il
> giardinaggio, la cucina e la maglia coi ferri. è diventato tanto
> fluido il passaggio da un dominio all'altro che è abbastanza
> complicato dire di qualcosa: "questa è arte".

Butto giù l'idiozia :-) qualcuno ha risposto a questa questione tanto  
tempo fa, basta una firma. E si chiamava "R. Mutt".

> la parola chiave probabilmente è "moltiplicazione". ovvero il fatto
> che diventa assai difficile "definire" in maniera univoca. è un po'
> come l'indeterminazione di heisenberg: se sta particella la strizzi di
> qua, schizza di là; se strizzi di là, schizza via di qua.

> quindi forse è più interessante fare una domanda tipo "che mestiere
> vuoi fare"? e prepararsi, oltretutto, a delle risposte anche molto
> particolari.
>
> questo dal lato di chi mette in atto le pratiche.
>
> dal lato di chi le osserva (sia un curatore o un passante) è un po'
> passato il tempo di suggerire classificazioni. è da un po' che forse
> ha più senso accettare il fatto che le classificazioni possibili in
> contemporanea siano assai più di una, e che tante pratiche trovino il
> loro significato proprio nella presenza di tutte queste
> sovrapposizioni e interazioni contemporanee di più definizioni.
>
> in qualche modo sembra che stiamo parlando di etica piuttosto che di
> arte. ed ha un senso. sono daccordo!

In fondo la domanda oggi è un'altra: oggi l'arte è un mestiere?  
Oppure, in  qualche modo, è diventata un hobby?

> il resto mi sembra veramente un po' troppo ideologico (e qui non ce
> l'ho con te Luigi, ma con queste idee di poter/dover classificare
> questo o quello perchè poi va storicizzato per il "bene" dell'artista
> e dell'umanità).
>
> perchè troppo spesso si sta un po' fuori del mondo. tanto che a volte
> dubito anche sull'opportunità di "storicizzare" (e ancor di più sul
> preservare). La butto sul semplice per far presto, ma ci sono
> motivazioni più profonde: a pensare a tutto lo sforzo e il materiale
> che serve per "preservare" un "coso" elettronico (ma anche un quadro o
> la cazzo di mucca di hirst) mi piange proprio il cuore, in un momento
> in cui meno  mondezza metti al mondo meglio è.  E poi è anche un po'
> autoritario l'ergersi a "selezionatore" di cosa vada storicizzato o
> preservato. Non lo intendano in maniera personale quelli che lo fanno,
> ovviamente, perchè esprimo un limite oggettivo: puoi studiare quanto
> vuoi, ma avrai sempre un punto di vista limitato, delle condizioni
> completamente random e delle inclinazioni emotive. E, quindi, non
> sarai mai obiettivo nel dire "storicizza questo qui invece che quello
> là". Meglio e molto più corretto lasciare andare tutto al macero,
> produrre un po' di documentazione in un formato più aperto possibile e
> meno dispendioso possibile in termini di risorse ed energie, e farsi
> un culo come una capanna a condividere info e conoscenza con più
> persone possibili. (ovviamente estremizzo, ma spero che il cocetto che
> volevo esprimere sia chiaro)

La storicizzazione è una necessità perché consente di vedere le cose  
in una prospettiva nota a tutti: quello che noi chiamiamo "media art",  
"arte elettronica" etc. è il risultato di un percorso che ha origine  
nel passato. Serve come strumento, anche, di "Istituzionalizzazione",  
fuor di discussione, però è uno strumento di comprensione. Permette di  
esprimere il senso di un linguaggio artistico. Poi, è chiaro, che  
sembri autoritario, ma è la posizione del curatore o critico ad essere  
tale per via del conferimento di autorità.

> e comunque mi sembra che i punti di osservazione più interessanti
> siano altri. il decidere "questo è arte e quello no" è troppo frivolo
> per il contemporaneo. ci son cose più interessanti. a cui l'"arte" si
> sta già rivolgendo da tempo, tra l'altro. e per farlo ha creato un
> meraviglioso gran mischione di discipline, pratiche e linguaggi.

Purtroppo la questione "questo è arte e quello no" è la domanda  
dell'estetica per antonomasia, il contemporaneo, in realtà, credo che  
sia l'idea che non facciano parte dell'arte solo le discipline  
classiche.

Ciao,
Adern X

http://www.xevor.net
http://www.myspace.com/adernx
"Boredom is the mother of creativity" (Ron Arad)



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