[aha] Rassegna video You-Hack

Luisa Valeriani lvaleriani a fastwebnet.it
Sab 26 Set 2009 11:05:00 CEST


intervengo sul progetto che mi sembra molto stimolante. (mi dispiace  
non potermi rivolgere  alla persona... purtroppo non so chi sei, Marti  
coll...?non c'è firma :-)  -specifico che è un rammarico, non un  
rimprovero -
dunque, dicevo, è molto interessante per il mondo che si tira dietro.  
Facebook è stata, è,  un'esperienza molto liberatoria, comunque la si  
veda e con tutte le critiche che ovviamente vanno fatte (altrimenti  
non saremmo qui...) ma è anche vero che senza facebook, twister, ecc.  
non avremmo mai sentito il bisogno di qualcosa di diverso, come  
ahacktitude. o ne avremmo sentito il bisogno, ma non avremmo forse  
avuto le parole per dircelo.
dunque spero che il thread vada avanti...
per il momento, fornisco due esempi di creazioni apparse su youtube e  
"ri-mediate" da facebook, che mi sono arrivate in bacheca e che mi  
hanno colpito. nessuno dei due video è activist, né politicizzato in  
senso tradizionale, ma a me sembra che entrambi mostrino bene cosa  
attrae in certi tipi di comunicazione, a livello di sollecitazione di  
"emozione e coscienza". Lo stesso vale per molti altri frammenti, meno  
autoriali e ri-mediati dalla tv o dai videoclip, a dimostrazione di  
quanto i nuovi media siano debitori, come sanguisughe, dei vecchi  
media e dei meno nuovi. Sono cose che sappiamo tutti bene, ma il  
progetto You-hack mi sembra particolarmente calzante. Spero di aver  
capito bene e comunque mi piacerebbe saperne di più.... Ecco, lo  
spirito di questi video può aiutarci?

http://www.youtube.com/watch?v=La6T8Bq6CsU

http://www.youtube.com/watch?v=2_HXUhShhmY

a presto
lv



Il giorno 25/set/09, alle ore 18:27, Marti coll ha scritto:

> Ciao l’email di Domenico mi da l’opportunità di fare una proposta  
> per l’AHAcktitude. Si tratta di un progetto al quale stiamo  
> lavorando da un po’ di tempo lobo e io e che pensavamo di chiamare  
> (per adesso…) You-Hack
>
> Volevamo proporre una rassegna video che nasce dalla frequentazione  
> di Facebook e dalle surfate su YouTube, che non ha la pretesa di  
> essere esaustiva ma solo esemplificativa su come social network di  
> questo tipo abbiano assunto la funzione di principale canale di  
> diffusione di informazioni dal basso, nonché di incentivo alla  
> realizzazione di lavori creativi che veicolano queste informazioni.  
> Ironici e  pieni di riferimenti agli immaginari contemporanei, figli  
> della tradizione del cut and mix, di blob e di mediaset, questi  
> video utilizzano un linguaggio mutuato spesso dalla televisione e  
> rivolto il più delle volte contro le "atrocità" della stessa cultura  
> che li ha prodotti. Quello che ci diverte è scovare nei canali che  
> questi "virus" utilizzano per diffondersi e moltiplicarsi, i video  
> che ci sembrano più interessanti, oltre che divertenti, per la loro  
> realizzazione tecnica nonché per la loro efficacia comunicativa.  
> Autoproduzioni che, in quella
> che si impone come la televisione del futuro (futuro di una volta)  
> biunivoca, partecipativa, multimediale e libera, si caratterizzano  
> per aspetti ricorrenti come la brevità, il ricorso al mixaggio audio- 
> video, al revival nonché un’incontinenza di ironia e satira politica  
> geniali.
>
> Passato attraverso l’esperienza delle indymedia, l’artivismo si  
> trova ora di fronte a migliaia di utenti che utilizzano questi media  
> per veicolare informazione e immaginario. Non si tratta  
> necessariamente di soggetti legati a movimenti con una  
> consapevolezza di queste piattaforme come proprietarie, a meno che  
> non ci siano censure. Altre volte sono gli stessi artivisti che  
> utilizzano strategicamente questi mezzi di diffusione per  
> raggiungere il maggior numero di utenti.
>
> Naturalmente la ricerca dei video continuerà fino all’AHAcktitude e  
> vi chiediamo di contribuire alla ricerca di video che possano  
> aiutarci ad arricchire questa analisi. Sarebbe davvero interessante  
> per noi aprire un dibattito a riguardo, anche alla luce dei discorsi  
> che sono stati affrontati in lista nei mesi scorsi, e della futura  
> nascita del social network AHAcktitude.
> Le domande che ci poniamo, a cui anche non pretendiamo di dare una  
> risposta sono semplici ma ci paiono utili: perché gli attivisti si  
> appropriano di questi canali abbandonando quelli usuali? La  
> diffusione generalizzata ha una effettiva efficacia politica? Lo  
> stesso tipo di operazione fatta singolarmente è relazionabile a  
> quella dei gruppi attivisti?  Quali sono le caratteristiche  
> necessarie a questo tipo di pratica comunicativa perché essa sia  
> efficace?
>
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