[aha] Seminario nomi collettivi
gadda1944 a libero.it
gadda1944 a libero.it
Gio 24 Set 2009 17:39:53 CEST
Ho scritto un breve testo introduttivo al seminario su fake, nomi collettivi e
movimenti. In attesa che sia pronto il wiki lo posto in lista. Vorrei mandarlo
quanto prima a coloro che abbi9amo pensato di coinvolgere nella discussione
(San Precario, Serpica Naro, Anna Adamolo).
gadda
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FAKE E NOMI COLLETTIVI FRA “ARTE„ E MOVIMENTI
"La comunicazione comprende
molti più processi di quanto faccia supporre una diffusa visione tecnicistica:
essa non si limita ai mass media o a tecnologie come fax, cellulari, computer e
modem; queste cianfrusaglie, se da un lato possono tornare utili, dall'altro
vengono enormemente sopravvalutate. Almeno altrettanto importanti delle
tecnologie di comunicazione sono le forme di comunicazione quotidiana faccia a
faccia, e le strutture sociali di comunicazione, nelle quali i rapporti di
forza vengono continuamente prodotti e riprodotti. Agire diversamente dal
previsto all'interno di queste strutture, sotttarsi a determinate forme della
comunicazione e del dialogo, può rivelarsi una chiara ed efficace critica a
poteri presuntamente “naturali„ e dati per scontati (…) Il come si critica è
altrettanto se non più importante del cosa si critica. "
"Il nome multiplo
annulla la distinzione tra individuo e collettività. Come per magia, esso
inizia i singoli alla vita collettiva del personaggio immaginario, nella quale
si identifica il movimento e la forza di una moltitudine invisibile. La
moltitudine prende forma, e diviene soggetto agente, nella forma della persona
immaginaria. (…) [I nomi multipli] costituiscono l'attacco più incisivo ai
moderni concetti di soggettività e identità borghese, dimostrano chiaramente la
natura illusoria di tali concetti, e fanno riemergere antiche immagini, verità
senza tempo: l'identità non è che articolazione e punto d'intersezione di
pratiche collettive, oltre le quali non esiste alcuna “essenza umana„. Tale
potenza sovversiva del nome multiplo si dispiega solo nella prassi concreta."
(autonome a.f.r.i.k.a. gruppe, Luther Blissett, Sonja Brünzels, Comunicazione-
guerriglia. Tattiche di agitazione gioiosa e resistenza ludica all'oppressione
[1997], DeriveApprodi, Roma 2001, p. 17 e 37-39.)
Le domande che vorremmo
porre in questo seminario sono le seguenti:
Pratiche come i fake, i nomi
collettivi, il subvertising, sono ancora pratiche efficaci per criticare la
“naturalità„ delle forme di vita imposte nel semiocapitalismo e costruirne di
nuove? Quali sono i rischi che esse vengano recuperate in una logica “aziendale
„? Ci sono principi tattici che ne migliorano e ne potenziano l'uso?
Sono
domande che nascono da diversi ambiti. Per esempio dal modo in cui i media
mainstream si sono spesso appropriati di tali pratiche, esaltandone gli
elementi di visibilità e occultandone la valenza relazionale; o dal modo in cui
la duttilità della strategie del branding può tentare di trasformarle in
normali pratiche di mercato. Limitando per il momento la riflessione ai nomi
collettivi, alcune esperienze hanno ormai una vita abbastanza lunga (San
Precario, Serpica Naro) e dalle diverse tattiche con cui sono state declinate
negli anni si possono probabilmente trarre utilissime lezioni sul rapporto fra
l'analisi teorica che le ha sostenute, le pratiche conoscitive che esse hanno
messo in campo, e il rapporto che hanno saputo costruire con le esperienze di
lotta concreta. Altre esperienze (come Anna Adamolo) hanno una vita più breve
ma, facendo tesoro di quelle che le hanno precedute, si prestano a interrogarsi
sul rapporto fra tattiche comunicative e condizione dei soggetti sociali a cui
si riferivano (in questo caso, gli studenti). Altre ancora sono solo agli
inizi, o magari solo in gestazione (p. es. Fosco Loiti Celant), e proprio la
breve durata della loro vita permette di chiederci quale sia il modo migliore
per svilupparle.
Una questione che si pone in modo abbastanza evidente è quella
del rapporto che si può creare fra questi “falsi brand„ e l'utilizzo tattico
delle istituzioni: come utilizzare le occasioni di rapporto con le istituzioni
che si offrono (p. es. nel caso di finanziamenti) senza perdere il legame con
le realtà sociali da cui nascono? Un'altra domanda che possiamo porci è se i
nomi collettivi che nascono in un ambito sociale molto determinato e preciso
(p. es. Fosco Loiti Celant) debbano preferibilmente agire in quell'ambito (in
questo caso le Accademie e il mondo dell'arte) o se sia preferibile svilupparle
in contesti sociali più ampi.
Lo scopo del seminario non è tanto quello di
trovare risposte complete a queste domande, quanto quello di aiutarci a
formularle in modo corretto e utile.
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