[aha] Sull'uso dei colori e delle forme
xDxD.vs.xDxD
xdxd.vs.xdxd a gmail.com
Mer 23 Set 2009 18:06:34 CEST
ellò
giuro che quando l'ho fatto il logo ci ho pensato.
se il burlesque e persone come adah menken e lydia thompson (ma anche tant*
altr*) hanno prodotto qualcosa, forse si tratta proprio dell'idea che la
sessualità può essere libera e gioiosa e allo stesso tempo uno strumento per
definire in autonomia la propria immagine e la propria forma-vita, nonchè
per affermare cose ed eseguire azioni.
la pin-up (come altre forme di rappresentazione del corpo femminile) è stata
costantemente un terreno di riappropriazione, non meno efficace delle azioni
di Annie Sprinkle, Janeane Garofalo, Cindy Sherman.
proprio la sprinkle con il suo "anatomy of a pinu-up" lavora per
decostruzione sul corpo femminile sessualizzato (il suo), evidenzia la sua
lotta e la manipolazione del proprio corpo per ottenere la forma pin-up.
mentre sorride leggera, allo stesso tempo afferma il suo controllo e il suo
piacere.
siamo lontani anni luce, naturalmente, dall'idea della femminista dei
filmini di fantozzi, con la barba e le sopracciglia incolte.
siamo sulla strada che poi per molte vie apre le strade al pink, ai porno
studies contemporanei eccetera.
quindi boh: non sono proprio daccordo con questa critica.
però mi rendo conto che è difficile raccontare tutte ste cose su un poster.
quindi ben venga una decisione in senso contrario. figurarsi.
per quanto riguarda i colori: più o meno è lo stesso discorso. i colori in
questo caso rappresentano orientamenti e,purtroppo, anche sette e
incomprensioni di vari,troppi tipi. quindi sono daccordo nel dire che
assumere la logica dei gruppi è stupido, obsoleto e controproducente.
però c'è anche da dire che o si lavora di trasparenza (il che sarebbe una
sfida.. perchè no?!?!) o si lavora di nomadismo, o si lavora di negazione.
l'idea dei colori compresenti io la intendevo più nella forma di queste
ultime due versioni.
ciau!
xDxD
2009/9/23 OtherehtO <other.otherside at gmail.com>
> Cara lobo, xDxD e lista AHA in toto,
>
> uno stato febbrile mi invade ogni qual volta mi trovo di fronte alle
> parcellizzazioni dei vari orientamenti del movimento. Tanto più quando
> le diverse parcelle vengono disegnate su delle palette dalle quali si
> innalzano colonne pendenti di colore monocromatico. Come per esempio
> le oggi popolari pink, green e black.
>
> E se per caso uno decide di usare un logo blu? Di che gruppo farebbe
> parte? O meglio, che tipo di etichetta gli verrebbe appiccicata?
> Anarcho-worker forse? Oppure Anarcho-bluez? Perché questa e’ la logica
> dietro il linguaggio di Alex Foti, il teorico della militanza
> cromoterapeutica. Un linguaggio composto da file di termini
> raggruppati più per il suono “cool” che per il loro significato.
> Ancora meno per costruire dei ragionamenti o delle strategie di
> azione. Interi elenchi di stigmi – parole fatte a pezzi che si
> susseguono in modo logorroico e dispersivo. A pezzi perché fuori da un
> contesto, perché estraniate dal mondo reale - quello dei corpi (fatti
> di carne, energia e liquidi) immersi nell’ambiente circostante. Il
> mondo descritto da Foti e’ un mondo mortificato, da cartoon. Riempito
> da forme stilizzate e da silhouette monocromatiche. Perciò mi domando:
> siamo sicuri che AHA si ritrova in questa visione di pura appariscenza
> e rappresentazione?
>
> Ragioniamoci un po’ sopra … Vogliamo ancora continuare a isolare i
> neri dai gialli, i bianchi dai color cappuccino? E poi i rosa dai
> verdi, i neri dai rossi? Non abbiamo ancora imparato che un uso di
> colori programmato e simbolico ha la tendenza ad assumere un valore
> ideologico e stigmatizzante?
>
> Le altre mie perplessità sono rivolte al logo fatto da xDxD.
> Sinceramente ho difficoltà a vedere il collegamento tra una pin-up e
> una lista che dovrebbe promuovere l’attivismo e l' hacking. Tanto più
> rabbrividisco quando non vedo nessuna opposizione o critica dalle
> gestitrici di questa lista che tra l’atro praticano e supportano
> attività pro-femministe.
>
> Ma si dai, fa niente … Facciamo pure sporgere il culo ad una
> “graziosa” creaturina bidimensionale che cosi magari attiriamo qualche
> nerd e dei hikikomori impotenti. Causa: troppe masturbazioni nelle
> nottate passate a visionare porno. E se il porno e’ mainstream o indy
> poco importa: basta che il pene sia grosso e la figa “graziosa”. Poi
> se lei porta il rossetto …
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