[aha] Pirate Bay alla conquista dell'Europa

marco baravalle marcobaravalle at gmail.com
Tue Jun 16 12:12:35 CEST 2009


ciao,
posto un articolo su pirate bay e S.a.L.E., disponibile anche on line sulla
nuova piattaforma di global project 2.0. http://www.globalproject.info
.<http://www.globalproject.info>
Dateci un occhio al nuovo sito e, se siete interessati, c'è anche uno spazio
community.
Questo è un link al video dell'iniziativa.
http://www.youtube.com/watch?v=D4ej0NtOI_w

Segnalo, infine, che il 6 luglio, the pirate bay sarà presente allo sherwood
festival di padova per un incontro pubblico. vi aspettiamo.

ciao
m

*FREE YOUR DOWNLOADS, UPLOAD YOUR CONFLICTS*

*Alcune note sull’incontro tra the Embassy of Piracy e il S.a.L.E.*



Di Marco Baravalle*



Non hanno la benda sull’occhio, il pappagallo sulla spalla, né, tanto meno,
assaltano le navi mercantili armati di Kalashnikov e bazooka, eppure, quelli
di the Pirate Bay non si definiscono pirati per vezzo.

Chi avesse voluto, durante  i giorni dell’opening dell’ultima Biennale
veneziana, incontrare questi nuovi pirati della conoscenza, avrebbe potuto
farlo al S.a.L.E., sede della Embassy of Piracy (Ambasciata della
pirateria), emanazione diretta del portale svedese The Pirate Bay.

E’ noto che The Pirate Bay rappresenta uno dei maggiori siti per volume di
scambio di * torrent*, uno dei santuari della logica *peer to pee*r e, in
definitiva, uno dei simboli contemporanei del libero scambio dell’arte e
della conoscenza in Internet.

E’altrettanto noto che, in Svezia, a fine aprile, i quattro gestori del sito
siano stati condannati, per violazione della legge sul copyright, ad un anno
e mezzo di reclusione, più il pagamento di una multa di quasi tre milioni di
euro. Attendiamo l’appello.

E’ meno noto che, anche in Italia, esiste un’inchiesta in corso su The
Pirate Bay presso il tribunale di Bergamo. Un’inchiesta fortemente
appoggiata dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e, come
vedremo, assai benvista dalla SIAE.

La Embassy of Piracy considera la rete come qualcosa che si sviluppa ben
oltre i limiti di un semplice territorio virtuale. Essa è, invece, un campo
di battaglia per l’affermazione della libera circolazione dei saperi, fuori
da logiche proprietarie. E’ un luogo  in cui il conflitto in atto sta
entrando nella sua fase decisiva. Internet è, insomma, uno spazio carico di
relazioni sociali che si materializza in forme diverse: nelle *majors
*dell’industria
culturale, nelle compagnie telefoniche, nei tribunali, ma anche nei
movimenti sociali, negli attivismi, nella musica e nell’arte.

Ma non parliamo solo di copyright. Questo dispositivo, antiquato e ingiusto
(poiché cattura i prodotti dell’ingegno umano, mai come oggi risultanti da
una diffusione capillare della comunicazione e dunque caratterizzati da una
produzione compiutamente sociale) è solo un aspetto del problema della
libera circolazione del sapere, dell’arte, dei linguaggi e della loro messa
a valore dentro logiche di cattura capitalistica.

Il secondo aspetto è quello che sta alla base del progetto del S.a.L.E., uno
spazio di movimento, uno spazio dalla natura inedita che, all’interno del
contesto veneziano, si batte per l’indipendenza della produzione culturale,
ovvero per l’affermazione dei linguaggi artistici come bene comune e contro
la precarizzazione del lavoro vivo impiegato nella varie istituzioni
culturali della città.

A tale proposito, è interessante notare come la crisi in atto, lungi dal
produrre un ridimensionamento dell’idea di Venezia quale nodo protagonista
nella rete delle “città del contemporaneo”, abbia,  se possibile, rafforzato
il marketing di una Venezia sempre più  inserita nella creatività del
presente e proiettata verso quella del futuro. Eppure non è tutto oro quel
che luccica, la Venezia scintillante di questa Biennale e del nuovo museo di
Francois Pinault è, in verità, sorretta da una crescente precarizzazione e
dal ricorso massiccio al lavoro gratuito di stagisti: studenti  e non.

Ecco, sul doppio terreno della lotta al copyright e alla precarietà
“artistica”, L’Embassy of Piracy e il S.a.L.E. si sono incontrati. Non
poteva essere altrimenti.

Oggi i confini devono essere superati in nuove forme di conflitto. Oggi,
reti virtuali e metropoli danno vita ad un iperterritorio su cui si
accumulano contraddizioni e sfruttamento, ma allo stesso tempo, corpi,
desideri e percorsi costituenti. Le nostre battaglie si combattono in rete e
in città, in questo modo il conflitto stabilisce i suoi territori instabili,
rizomatici, i suoi incontri e le sue articolazioni.

Così, sabato 6 giugno, un gruppo di pirati, di attivisti del S.a.L.E. e di
precari hanno dato vita ad un’azione itinerante che ha attraversato i nodi
della precarizzazione “artistica” della città: La Biennale (con il suo
ricorso alle agenzie interinali), i Musei Civici di Venezia (dove le
cooperative continuano a tenere i lavoratori col fiato sospeso) e il nuovo
museo di Pinault (dove, presto, molti studenti cominceranno a lavorare
gratuitamente come mediatori culturali).

Proprio qui, al nuovo spazio di Punta della Dogana,  i pirati sono stati
costretti a scontrarsi con la sicurezza privata dispiegata in occasione
dell’inaugurazione. Quest’ultima circostanza, in particolare, sottolinea
tutta l’ipocrisia del discorso artistico istituzionale che, sempre più
spesso, insiste sulla natura dell’opera d’arte quale generatore di spazio
pubblico e di confronto. Un discorso che sembra affievolirsi non poco quando
le contraddizioni reali reclamano di entrare in scena senza la mediazione di
artisti, fondazioni, sponsor, curatori e musei (dunque in modo
indipendente).

Ma le “emozioni” dei giorni dell’opening non si sono concluse con questa
iniziativa. Infatti, in un momento in cui registriamo la nascita di un
interesse del capitalismo avanzato per alcune forme di superamento della
proprietà privata dei beni immateriali, vecchi regimi ed organizzazioni
fuori dal tempo, cercano, invano, di arginare il processo, oggi
irreversibile, della libera circolazione delle idee.

Mi riferisco al gravissimo fatto accaduto, al S.a.L.E., domenica 7 giugno,
quando un nucleo della Guardia di Finanza, capitanato da un agente della
SIAE, ha fatto irruzione perquisendo il nostro spazio e chiudendo
temporaneamente l’ingresso alla mostra in corso.  Cercavano i computers da
cui fosse possibile praticare il libero download.

Ovviamente non hanno trovato nulla. I pirati sono ovunque e tutte le
macchine erano già al sicuro sull’Isola della Tortuga.



…TO BE CONTINUED  @ Sherwood Festival, 6 luglio, dibattito pubblico: The
Pirate Bay incontra Global Project.



*S.a.L.E.





Il giorno 16 giugno 2009 11.21, penelope.di.pixel <
penelope.di.pixel at gmail.com> ha scritto:

>
> 2009/6/15 T_Bazz <t_bazz at ecn.org>
>
>> Ciao,
>>
>> ho seguito direttamente di persona la cosa perche' ne hanno parlato
>> moltissimo in Danimarca, e per altri motivi piu' personali.
>> La cosa interessante e' che il partito pirata in Svezia e' stato votato
>> non solo dagli studenti, ma anche da tantissimi altri membri della
>> societa' civile (se cosi vogliamo definirli) perche' in Svezia negli
>> scorsi mesi, oltre all'episodio del Pirate Bay, ci sono state pesanti
>> misure repressive sulla liberta' di informazione.
>> Ricordate la cosiddetta "Legge Orwell"?
>>
>> http://punto-informatico.it/2327773/PI/Brevi/svezia-approvata-legge-orwell.aspx
>>
>> Questo, insieme alla vicenda del Pirate Bay, ha paradossalmente
>> rafforzato di molto il Pirate Party, creando una mobilitazione generale
>> a livello nazionale, non solo nell'ambito del movimento, ma anche dal
>> resto dell'opinione pubblica.
>
>
> bhe questo mi stupisce poco: il processo di stoccolma ha avuto una
> copertura forte anche da noi, mi immagino là su. rispetto alla campagna
> elettorale ... una manna dl cielo...
> la composizione del voto elettorale svedese invece è molto interessante
>
>
>> Del resto la Svezia e' uno dei pochi paesi europei in cui la societa'
>> civile ha ancora un peso e si ricorda cosa significa la parola liberta'.
>> Anche in Italia e' nato il Partito Pirata, ma alle scorse elezioni
>> europee si sono appoggiati a Sinista e Liberta'.
>
>
> uhmm, il partito pirata italiano, di partito ha solo il nome.
> in realtà si tratta di un'associazione composta di circa 300 membri: l'età
> media (almeno dei suoi esponenti di spicco) a quanto mi risulta è abbastanza
> elevata e del fenomeno generazionale c'è poco o nulla. nulla direi. alle
> elezioni si sono candidati come indipendenti di quella coalizione, facendo
> una campagna tematica incentrata sulle "libertà digitali" e sull'oggetto del
> loro statuto, che ricalca quello del piratet party... e stanno cercando
> anche di organizzarsi in forma partito classica...
>
> i due casi in sostanza non sono granché comparabili, nè per il dato
> generazionale, tantomeno per il fatto che in svezia il bureau e poi il
> partito sono nati in conseguenza di un fenomeno reale (la baia)e ne sono
> l'espressione
>
> baci
>
>>
>>
>>
>> Saluti,
>> T_Bazz
>>
>>
>> penelope.di.pixel wrote:
>> > ciao lo|bo,
>> >
>> > il dato è significativo di un fenomeno "locale" svedese.
>> > abbiamo incontrato qui a roma per la festa dei pirati due rappresentanti
>> di
>> > Pirate bay che ci hanno raccontato come in svezia piano piano
>> l'associazione
>> > abbia dato luogo a liste studentesche nei licei e nelle università, ad
>> > esempio, che ormai risultano sempre fra quelle vincenti.
>> >
>> > insomma, il filesharing da quelle parti hanno incarnato un fenomeno
>> > generazionale, traducendosi anche in una dinamica politica di tipo
>> > tradizionale come la forma partito. è cmq un caso interessante: a naso
>> quel
>> > 7% di elettori saranno per la maggior parte proprio i giovani di quei
>> > parlamenti studenteschi (son loro che li hanno definiti così, in quanto
>> > dotati di strutture e anche budjet per progetti)...
>> >
>> > pp
>> >
>> >
>> > 2009/6/8 lo|bo <lo_bo at ecn.org>
>> >
>> >> Il partito dei Pirati ha vinto un seggio all'europarlamento
>> >>
>> >> Alla fine ce l'hanno fatta.
>> >> I Quattro moschettieri della grande rete (o i Quattro cavalieri
>> >> dell'Apocalisse, a seconda dei punta di vista) sono riusciti, grazie ad
>> >> un notevole exploit elettorale, ha conquistare un seggio nel Parlamento
>> >> Europeo. In Svezia, dove il "Partito dei Pirati" si è presentato alle
>> >> elezioni europee, suscitando un grande clamore mediatico, la formazione
>> >> ha ottenuto il 7,1% dei consensi, risultando essere la quinta forza del
>> >> paese, poco sotto ai Verdi: questo dato permetterà al partito di avere
>> >> un seggio al Parlamento Europeo, presumibilmente pronto a combattere
>> >> contro le lobby delle multinazionali che recentemente hanno ottenuto
>> >> risultati rilevanti contro la diffusione del fenomeno del filesharing.
>> >>
>> >> continua...
>> >> http://www.wired.it/news/archivio/2009-06/08/pirate-party.aspx
>> >>
>> >> --
>> >>     [IIIII]   lo|bo
>> >>      )"""(
>> >>     /     \
>> >>    /`-...-'\
>> >>    |asprin |
>> >>  _ |`-...-'j    _
>> >>  \)`-.___.(I) _(/)                  email: lo_bo [at] ecn [dot ] org
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