[aha] prevenzione/repressione

stefano sburlati stefano.sburlati at gmail.com
Fri Jul 10 12:20:04 CEST 2009


lunedì è stato arrestato un nostro caro amico, nel corso della retata
condotta contro i responsabili degli "scontri" del g8 dell'università.
Perché é stato arrestato? perché era lì in corso Marconi? perché fa
parte del CS askatasuna? Perché non doveva andare all'Aquila? Chi lo
conosce sa che il suo arresto è un pretesto, ma questo non ha valore
giuridico. Anche chi non lo conosce ed era lì in corso Marconi, magari
per andare in facoltà al Valentino, sa che non si è trattato di
"azioni di guerriglia urbana" svolte in modo "paramilitare", come ha
dichiarato Gianfranco Caselli, ma di scaramucce, e di tanti
lacrimogeni: ma anche questo non ha valore giuridico. Quando gli
arresti di studenti e cittadini - che continuano a protrarsi
silenziosamente in questi giorni - vengono condotti per ragioni
"preventive" si esce, solitamente, dallo stato di diritto. (Gli
americani lo sanno). Arrestare il nostro amico entrandogli in casa
alle sei mattina, senza avvisi di garanzia, senza possibilità,
escludendo i legali, di contatti con l'esterno (almeno finora), ci
sembra francamente una azione repressiva e incomprensibile sul piano
della sua legittimità sostanziale.

Se avete motivi per sentirvi solidali e condividete queste
affermazioni, vi invitiamo a inoltrare e a firmare.

Alessandro Armando
Alfonso Bravi
Stefano Toscano
Stefano Sburlati
...



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(un'opinione, dunque di parte):

Ucciderli da piccoli

di Valerio Evangelisti
Il metodo lo potremmo definire "ucciderli da piccoli". Consiste
nell'individuare gruppi di individui potenzialmente pericolosi, in
quanto notoriamente ostili al sistema o a certi suoi aspetti, e
incarcerarli o comunque angariarli in via preventiva, subissandoli di
capi d'imputazione. Ciò in nome di lievi reati del passato prossimo o
remoto, ingigantiti a livello di crimini colossali, oppure di reati
non ancora commessi ma che potrebbero commettere in futuro.
E' questa la linea adottata dal governo, con la connivenza di settori
della magistratura (nessuno si illuda che tutti i magistrati siano dei
Falcone / Borsellino: basti vedere certe cene sospette di loro
illustri esponenti), dell'opposizione (?) e delle forze dell'ordine.
Ne sono dimostrazione i 21 arresti di studenti dell'Onda di due giorni
fa, e le perquisizioni in tutta Italia.

La motivazione ufficiale sono state le scaramucce (definirli "scontri"
è esagerato) del 19 maggio scorso a Torino, contro la conferenza dei
rettori d'Europa, chiamata a convalidare la totale privatizzazione
dell'istruzione universitaria. Il movente vero è però stato enunciato
a tutte lettere: gli arrestati "avrebbero potuto" contestare
l'imminente riunione del G8. Parola di Giancarlo Caselli, praticamente
un "padre della Repubblica", idolo della sinistra (??) giustizialista,
come i vari Spataro, Bocassini, D'Ambrosio.
Non è l'unico caso di lotta preventiva alle intenzioni. Il 10 giugno
sono stati arrestati alcuni militanti della sinistra antagonista,
sulla base di niente, perché "avrebbero potuto" tentare di
ricostituire le Brigate Rosse e turbare il G8. Peggio ancora l'esito
del processo milanese seguito all' "Operazione Tramonto", contro
militanti del CPO Gramigna di Padova e del sindacalismo di base. Nel
corso del dibattimento tutte le prove sostanziali sono miseramente
cadute. Però anche questi sovversivi poco pentiti "avrebbero potuto"
ricostituire le BR. Ne sono seguite condanne dai quindici anni in giù.
Poi c'è stata la retata, anch'essa "preventiva", alla festa di Radio
Sherwood. Sessanta persone arrestate, a prevenire loro ipotetici
crimini. E l'irruzione al centro sociale Askatasuna di Torino,
infondata quanto l'altra. L'Italia è diventata il regno bipartisan
dell'"avrebbero potuto". Regola già applicata a misteriose "cellule
islamiche" dalle cattive intenzioni. Potenziali, è ovvio. Come nel
profetico Philip K. Dick di Minority Report, si processano in anticipo
i comportamenti futuri previsti da veggenti.
Non so perché, un ricordo mi torna alla mente. Mio nonno materno e i
suoi due fratelli, imolesi, erano socialisti notori. Ogni volta che
Mussolini passava per Bologna erano arrestati. Il motivo? "Avrebbero
potuto" attentare al Duce.
Va detto che i tempi erano migliori, e la detenzione durava alcuni
giorni, non quindici anni.
Mi viene un dubbio. Il governo italiano attuale non sarà fascista? Ma
no, mi si risponderà: ha a capo un allegro libertino, che vara una
legge garantista (per lui) dopo l'altra, e per presidente della
Repubblica un anziano stalinista che sottoscrive tutto quanto. La
"opposizione" parlamentare, poi, sulla linea dell'"avrebbero potuto" è
totalmente concorde, si tratti di studenti facinorosi, di brigatisti
in allenamento, di cellule islamiche non ancora attive, di
indipendentisti sardi che non hanno ancora fatto un c.... però
potrebbero farlo.
Ma il dubbio rimane.

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