[aha] Digicult presenta: Sincronie 2009-DATA
Redazione Digicult
redazione a digicult.it
Ven 11 Dic 2009 17:54:33 CET
Digicult presenta:
SINCRONIE 2009: DATA
presentazione/videoscreening/concerto a cura di Marco Mancuso/Digicult
ospiti Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand
http://www.digicult.it/2009/Sincronie2009.asp
http://www.portablepalace.com
martedì 15 dicembre, dalle 19.30 alle 23.00
c/o Teatro Arsenale, Via Cesare Correnti 11, Milano
19.30 - 20.30: incontro con gli artisti Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand
21.00 - 22.00: videoscreening - Hidden Worlds
22.00 - 23.00: live performance - 10000 Peacock Feathers in Foaming Acid
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Martedì 15 dicembre 2009 Digicult presenta DATA, terzo ed ultimo
appuntamento del festival Sincronie 2009. L'evento, a cura di Marco Mancuso
per Digicult, sarà ospitato dalle ore 19.30 alle 23.00, al Teatro Arsenale
di Milano e vedrà l'incontro con il duo di artisti sovietici Evelina
Domnitch & Dmitri Gelfand che parleranno della loro produzione artistica a
cavallo tra arte e scienza e si esibiranno nella performance live 10000
Peacock Feathers in Foaming Acid. La serata sarà inoltre arricchita dal
video screening Hidden Worlds, in cui sono stati selezionati una serie di
lavori audiovisivi che indagano il rapporto con la scienza e la matematica.
Sincronie è una rassegna di musica contemporanea e sperimentale nata nel
2003. Come le precedenti, anche questa edizione è sviluppata a partire da un
tema, che per il 2009 è il rapporto tra musica e numero. A partire da quest'anno,
Sincronie allarga la propria attività proponendo una rassegna di tre
concerti con ospiti internazionali, preceduti da una serie di incontri
introduttivi che vogliono essere un vero e proprio Laboratorio d'Ascolto. I
Laboratori proseguiranno poi lungo tutto il 2010.
Marco Mancuso ha strutturato l'evento DATA come una riflessione critica
sulla relazione esistente tra arte contemporanea e scienza nel rapporto con
le tecnologie digitali, elettroniche ed analogiche, sulla base di processi
matematici, numeri, astrazioni logiche e formule. L'evento è incentrato
sull'opera degli artisti Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand, pionieri della
creazione di ambienti sensoriali nei quali si fondono chimica, fisica e
filosofia, in relazione all'analisi della percezione umana di tali fenomeni.
Ad una presentazione della loro opera, che si svolgerà alle ore 19.30,
seguirà alle 21.00 un videoscreening dal titolo Hidden Worlds dedicato ad
alcuni esempi di artisti che lavorano, tramite differenti tecniche, sul
rapporto tra suoni e immagini generati da fenomeni fisici, chimico-fisici,
matematici, elettromagnetici e nanometrici. La serata si concluderà con la
performance audiovisiva 10000 peacock feathers in foaming acid in cui
Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand faranno interagire un proiettore laser e
bolle di sapone per generare immagini immersive e organiche.
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La Psicofisica della personalizzazione dei campi di forza
Incontro con Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand
L'art-science immersiva è una forma di espressione creativa che si propone
di superare l'idea di arte come rappresentazione, in favore di un'esperienza
multisensoriale. Invece di creare semplici oggetti di seduzione estetica,
sollecita il pubblico a oltrepassare i limiti della percezione ordinaria. L'immersività
risveglia una consapevolezza sinestetica sia dello spazio mentale che di
quello fisico. Una miriade di fenomeni vibranti, di solito oltre la portata
dell'osservatore, vengono resi interamente tangibili attraverso un accurato
condizionamento psicofisico: "l'analisi dei processi percettivi attraverso
lo studio dell'effetto su un'esperienza o su un comportamento del soggetto,
oppure mediante la variazione sistematica delle proprietà di uno stimolo con
una o più dimensioni fisiche". La personalizzazione dei campi di forza
concerne la strutturazione efficace di caratteristiche spazio-temporali
tramite la connessione di campi energetici. Le condizioni della materia o
dell'energia, che ne risultano, possono essere ulteriormente sfruttate in
modo tale da suscitare specifiche reazioni sensoriali. Strumenti di
rivelazione e analisi, un tempo impensabili, ampliano le potenzialità
psicofisiche, offrendo risoluzioni sempre più elevate di interazioni
multi-evento e multi-dimensionale. Tuttavia, i meccanismi effimeri della
consapevolezza sono stati poco approfonditi e rimangono uno dei quesiti
principali della scienza moderna. È ormai chiaro che, malgrado il suo enorme
potenziale cumulativo, la scienza da sola non è in grado di soddisfare
questo obiettivo impressionante. Siccome i processi neuronali, come gran
parte dell'universo fisico, rimangono al di là della scala spazio-temporale
umana, le origini della conoscenza devono essere ricercate attraverso un'espansione
percettiva. La convergenza dell'arte immersiva e degli studi psicofisici ha
generato questa intimità extrasensoriale e l'ha ispirata con possibilità
evolutive senza limiti.
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Hidden Worlds
Videoscreening a cura di Marco Mancuso / Digicult
La rassegna Hidden Worlds rende omaggio a uno dei territori più stimolanti e
ancora oscuri della ricerca artistica audiovisiva contemporanea: quello del
rapporto tra arte e scienza. Il videoscreening colleziona oltre 10 lavori
che inducono una riflessione critica sulla relazione esistente tra
audiovisivo contemporaneo e scienza nel rapporto con le tecnologie digitali,
elettroniche ed analogiche, sulla base di processi matematici, numeri,
astrazioni logiche e formule. Un progetto che, nell'alternarsi degli artisti
proposti, evita espressamente di concentrarsi su un'estetica comune, su un
possible linguaggio espressivo o sulle tecnologie utilizzate, quanto
piuttosto propone una panoramica su specifici sistemi di percezione
sensoriale, su meccanismi emozionali di "saturazione" indotti attraverso
l'uso di tecniche ibride che espandono, oggi come mai in passato, la
tradizione del cinema sperimentale analogico e dell'audiovisivo digitale.
Per tutta la sua durata, lo screening trasporta dunque lo spettatore verso
bellissimi "mondi nascosti", resi manifesti dalla curiosità di artisti e
scienziati per le potenzialità espressive insite in specifici processi
matematici, nonchè fenomeni fisici, ottici, chimici ed elettromagnetici.
Dagli studi sulla "cimatica" (la scienza che studia le forme prodotte dalle
onde, ossia dalle frequenze che possono essere vibratorie, sonore,
elettromagnetiche) dello scienziato Hans Jenny (Cymatics SoundScapes) come
base teorico-sperimentale della composizione audiovisiva di Alvin Lucier
(The Queen of the South), alla rappresentazione dei fenomeni
elettromagnetici in atto sulla superficie del sole da parte di Semiconductor
(Black Rain), risulta straordinariamente breve il passaggio ai lavori
audiovisivi del duo Domnitch/Gelfand che nel primo lavoro presente in
rassegna (Camera Lucida) studiano il fenomeno chimico-fisico della
"fotoluminescenza", mentre nel secondo contributo (10000 Peackcock Feathers
in Foaming Acid) analizzano le potenzialità dei fenomeni ottici generati
dalla luce laser. E ancora, se il lavoro sui "chemiogrammi" del videomaker
Jurgen Reble (Materia Obscura) evidenzia le strutture che nascono dalla
corrosione chimica di una pellicola, così come l'opera di Victoria Vesna
(Blue Morph) glorifica con tecniche di indagine nanometriche l'evoluzione
larvale della struttura geometrica della farfalla Blue Morpho, il prodotto
di Lia & @C (int.16/45//son01/30X1), quelli di Carsten Nicolai (Spray) e
Karl Kliem (Vienna Concert - Excerpts), si basano sulla rappresentazione
software di fenomeni di interferenza, di battimento, di accumulazione e di
Moirè (illusione ottica generata da sequenze geometriche di fenomeni di
interferenza). E se infine i lavori pioneristici (non presenti in rassegna)
di Mary Ellen Bute (Abstronic) e John Whitney (Permutations) rappresentano
una delle prime testimonianze del rapporto diretto tra cinema sperimentale e
matematica, il video di Thorsten Fleisch (Gestalt), che costituisce una
ricognizione nel mondo quaternioni (i frattali quadridimensionali)
visualizzati in uno spazio tridimensionale, e il capolavoro di John Campbell
(LI: The Patterns of Nature), che evidenzia le strutture geometriche
presenti spontaneamente in Natura, costituiscono l'esempio perfetto di come
Hidden Worlds voglia essere testimonianza di una profonda convizione
critica: l'arte audiovisiva contemporanea ha oggi, come mai in passato, gli
stumenti tecnologici e il dovere etico di confrontarsi con il mondo empirico
che ci circonda e le tecnologie "naturali" che lo abitano. Tecnologie da
raccogliere, osservare e imparare a controllare, come l'uomo ha già
dimostrato di sapere fare con la luce, il suono, l'immagine e lo spazio.
Programma dei Video
- Hans Jenny - Cymatics SoundScapes: Video 4 (1967 - Svi)
- Alvin Lucier - The Queen of the South (1972 - Usa)
- Semiconductor - Black Rain (2009 - Gb)
- Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand - Camera Lucida: Sonochemical
Observatory (2006 - Rus, Bel) (sound by Richard Chartier & Taylor Dupree)
- Evelina Domnitch & Dmitri Gelfand - 10000 Peackock Feathers in Foaming
Acid (2009 - Rus, Bel) (sound by Francisco Lopez)
- Jurgen Reble - Materia Obscura: Part 5 (2009 - Ger)
- Victoria Vesna - Blue Morph (2006 - Usa)
- Lia - int.16/45//son01/30×1 (2005 - Au) (sound by @c)
- Carsten Nicolai - Spray (2006 - Ger)
- Karl Kliem - Vienna Concert: Excerpts (2008 - Ger) (sound by Jan Jelinek)
- Thorsten Fleisch - Gestalt (2003 - Ger)
- John Campbell - Li:The Patterns of Nature (2007 - Usa)
Fuori rassegna: John Whitney (Permutations), Mary Ellen Bute (Abstronic),
Joost Rekveld (#37), Roiji Ikeda (Formula), Sachiko Kodama (Breathing Chaos)
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10000 Peacock Feathers in Foaming Acid
Live performance di Evelina Domnitch & Dmitry Gelfand
Un vuoto o semivuoto racchiuso da una membrana elastica sensibile alla
gravità e alla temperatura: lo scenario di un universo primitivo, una bolla
di sapone, e poi quello di una membrana biologica. Studiando il
comportamento di pellicole di sapone, dal Rinascimento ad oggi sono state
fatte molte scoperte in campo ottico, matematico, termodinamico ed
elettrochimico. Una delle prime versioni del computer analogico era il
calcolatore della pellicola del sapone (XIX secolo), che risolveva problemi
geometrici legati a un'area di superficie minima. Le deboli cariche delle
pellicole di sapone sono tutt'oggi utilizzate per modelli di buchi neri e
della superstringa. In 10000 Peacock Feathers in Foaming Acid, Domnitch e
Gelfand utilizzano la luce laser per esaminare le superfici degli ammassi di
bolle di sapone che si raccolgono in un nucleo e poi si disperdono. Al
contrario della luce ordinaria, il raggio focalizzato del laser è in grado
di penetrare attraverso le micro e nanostrutture all'interno della membrana
della bolla. Quando è diretta ad angoli specifici, questa luce penetrante
genera una proiezione su larga scala delle interazioni molecolari, così come
di fenomeni inimmaginabili di ottica non lineare. Il comportamento delle
bolle osservato così da vicino rievoca la dinamica delle cellule viventi (le
cui membrane lipidiche sono i diretti discendenti chimici delle pellicole di
sapone). Al Lebedev Physics Institute di Mosca i ricercatori Y. Stoilov e A.
Startsev hanno recentemente scoperto che un raggio laser che attraversa una
pellicola di sapone può inaspettatamente diramarsi in canali dello spessore
di un micron (polaritone /solitoni spaziali) che non divergono dalle loro
traiettorie né interferiscono l'uno con l'altro in corrispondenza di un'intersezione.
Queste tracce ottiche, che servono da antenne della guida d'onda che confina
la luce, vengono plasmate e allungate dall'emissione laser. Probabilmente il
laser massimizza dielettroforeticamente l'indice di rifrazione della
membrana fino a far convergere la luce all'interno. Il sistema si comporta
come "un potente computer ottico con un processore parallelo gigantesco,
costituito da miliardi di cellule che guidano il laser" (Stoilov; Phys.-Usp
47, 2004). Contrariamente alle precedenti ricerche sulla pellicola di sapone
condotte da scienziati, matematici e artisti ( tra cui Newton, Chardin,
Plateau e Rayleigh, solo per nominarne alcuni), in questo caso viene
inventato uno spazio-tempo distorto e "impossibile" : le traiettorie
multiangolari del laser attraverso le numerose superfici delle bolle
proiettano un denso strato di diverse scale, velocità e punti di fuga. Il
titolo dell'opera deriva dall'espressione cinese, "le diecimila cose", che
indica la varietà dei fenomeni cosmici. Sebbene potrebbero diventare sottili
come una singola molecola, tutte "le diecimila cose" sono rifrante
attraverso la membrana sensibile di una bolla di sapone.
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ingresso libero fino ad esaurimento posti: è possibile prenotare l'ingresso
inviando una mail entro il 14 dicembre a prenotazioni at sincronie.org)
Per Informazioni e ufficio stampa:
SINCRONIE www.sincronie.org | info at sincronie.org
O' associazione non profit | info at o-artoteca.org | t +39 02 6682 3357
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SINCRONIE 2009 - AUREA è una rassegna realizzata con:
il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e di Enea
il contributo e la collaborazione di: Fondazione Banca del Monte di
Lombardia, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano
"Leonardo da Vinci", Pegasus MD srl, MM&T, O'associazione non profit, L.A.B.
laboratorioartibovisa, Die Schachtel, Digicult, Auditorium Edizioni/InSound,
RepertorioZero, Otolab
e con la partecipazione del Biennio di Musica e Nuove Tecnologie del
Conservatorio di Musica "C.Monteverdi" di Bolzano.
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