[aha] Global Beach 09 - Irruzione conferenza stampa della Mostra del Cinema | www.globalproject.info

xDxD.vs.xDxD xdxd.vs.xdxd a gmail.com
Mar 4 Ago 2009 14:51:29 CEST


e infatti è un punto focale.

a bristol recentemente abbiamo conosciuto i tipi di Pervasive Media. in sè
non sono nulla di rivoluzionario: progetti di interaction design, giochi, e
qualche bella produzione di VJing architettonico

la cosa che fa impressione è la capacità di creare prodotti e di comunicare.
loro applicano sistematicamente strategie internazionali sin dalla
concezione dei progetti. e "impacchettano" prodotti in modo eccelso.

tanto è vero che riescono a fare progetti in tutto il mondo, tra centri di
ricerca, aziende e istituzioni.

oltretutto non disdegnando una ampia componente di critica sociale e
politica, come dimostra ad esempio il progetto "summer of dissent" di
quest'estate, interamente composto da performance e iniziative sul
femminismo, sulla cultura post-industriale, sugli approcci critici ai social
media...

adesso: è  ovvio che i fondi per la cultura, l'arte e la creatività debbano
essere usati meglio (siamo qui a roma, noi, e la strategia dei gruppetti che
si autopromuovono in seno alle istituzioni monopolizzando soldi e risorse la
conosciamo bene)

è però vero che il mondo è pieno di opportunità, oltre che di merdate di
vario genere

e qui si tocca il nocciolo, però, costituito dal fatto che, a parte
poche-poche cose, lo scenario italiano è abbastanza preso per il culo dalle
comunità internazionali.

e anche un po' a ragione, volendo: qui tra aperitivi tecnologici, terrazze
dei new media e salatini dell'innovazione non c'è veramente più ricerca,
che, invece, fugge all'estero e/o si rifugia dentro nicchie che vai a capire
quanto siano significative.

col risultato che uno dei pochi mezzi per riuscire a fare qualcosa di
decente in italia è diventare "bravi" all'estero e tornare "in patria" da
star (come fa regolarmente la combriccola italiana del MIT, ad esempio:
bravi, per carità, ma non *così* bravi)

per esempio sono molto contento della piega che sta prendendo aha, e delle
soddisfazioni enormi che ci stanno dando le collaborazioni e i dialoghi con
Share, NABA e con altre poche combriccole

è un dialogo che, in mezzo al delirio-da-mancanza-di-soldi riesce sempre e
comunque a non scadere nel terrazzismo-aperitivoso, e a mantenere l'apertura
verso la ricerca e la critica

grande delusione, invece, da parte di alcuni settori di movimento, da un
lato, e delle combriccole del design+innovazione, dall'altro.

Da un lato non si riesce a far niente, perchè magari ti trovi in mezzo a
liti che trovano origine negli anni '70, dall'altro trovi una schizofrenia
di base per cui, ad esempio, ti trovi a parlare di innovazione e, al
contempo, a non poter parlare male di Telecom.. come ci si possa riuscire
proprio non lo so...

bacieabbracci!
xDxD


2009/8/4 Fiorentino Sarro <fiore.sarro at gmail.com>

> Il fatto è che per finanziare la "cultura", che spesso non produce margini
> al punto da autosostenersi, bisogna investire i margini che vengono da altre
> fonti di produzione di reddito. E l'Italia, come tutti sappiamo, vede sempre
> più ridursi i suoi settori di eccellenza ad alto reddito.
> Facendo un esempio semplificato, una famiglia, per poter finanziare il
> proprio tempo libero da investire magari in fruizione culturale, deve aver
> già risolto il problema della propria spesa nei settori principali della
> propria sopravvivenza.
> Con tutto il rispetto per gli altri settori, io credo che il problema
> principale, che si tira dietro tutti gli altri, è quello del progressivo
> abbandono degli studi scientifici che come conseguenza sta portando
> all'azzeramento della competitività dell'Italia sul piano della propria
> capacità di produzione di reddito con adeguati margini. L'ideale sarebbe far
> diventare il settore culturale,  in senso lato, produttore di redditti e
> relativi margini in un'ottica di autosostentamento.
> Se, parallelamente, ragioniamo sui finanziamenti alle imprese, queste, dopo
> il sostegno attraverso le varie forme di incentivo, devono camminare con le
> loro gambe competendo nel mercato, altrimenti l'unica prospettiva è la
> chiusura.
> Scusate se ho usato qualche giro di parole, ma spero di essere riuscito a
> spiegarmi.
> So che mi bastonerete per questo intervento troppo pragmatico, ma non ho
> resistito a dire la mia!
> Un caro saluto e grazie a tutti per gli stimoli che date. Ultimamenti, poi,
> mi pare che ci sia nella lista anche più ordine e disciplina. Che cos'è?
> Maturazione o moderazione occulta?
> F.
>
>
> Il giorno 04 agosto 2009 12.26, mariano equizzi <marianoe at hotmail.it> ha
> scritto:
>
>>  Lo_Bo,
>>
>> come avrai letto nella mia mail la questione riguarda sopratutto i fondi
>> per il CINEMA,
>> gli altri tagli: teatro, musica e lirica sono non solo sbagliati per me,
>> sono criminali,
>> è come bruciare i musei e quello che ci sta dentro per cancellare il loro
>> passivo di bilancio.
>>
>> in particolar modo i fondi per l'arte e per gli istituti d'arte, i fondi
>> che dovrebbero tenere sù i teatri...
>> tutto quell'insieme di arti che sono necessarie anche al cinema per il suo
>> sviluppo ed evoluzione.
>> per non parlare dell'ambito dei nuovi media e delle arti elettroniche
>> sperimentali.
>>
>> ma non riesco a non pensare con grande negatività ai giretti dei
>> quartierini "de roma" che hanno
>> di fatto incenerito il cinema, sopratutto non creando quel circolo
>> virtuoso che crezione di "autori"
>> che il FUS aveva il compito di "creare".
>>
>> M
>>
>>
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