Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo del pane ?

kilroy ndp at bastardi.net
Wed Oct 29 19:17:33 CET 2008


Il giorno 28/ott/08, alle ore 20:23, franca.formenti3 ha scritto:

> beh non direi proprio troll e secondo me ciò che scrivi è  
> interessante perchè fa sorgere dei dubbi ,almeno a me.

ti ringrazio.
>
>
> sono d'accordo sul concetto della qualità, ciò che mi chiedo  spesso  
> è se alcuni generi d'arte riescano ad essere visti come una garanzia  
> sia per il collezionista che per il gallerista .
>
> non fraintendermi però non sto parlando della solita storia  
> dell'arte incompresa etc ,sto parlando di un linguaggio che ha  
> grandi difficoltà ad essere decifrato.

Ti rispondo come posso, cioè scrivendo una paccata di roba, mi  
dispiace, ma stiamo trattando una questione tosta, spero che si  
capisca che io non sto avvallando le distorsioni del mercato  
dell'arte, ma ritengo indispensabile capire come funziona.

La Vettese in un suo saggio scrive (scusa se non cito, ma non ho i  
miei libri) che il rendimento medio di un investimento in arte è circa  
del 6%, a dimostrare che se una persona normale volesse fare soldi  
l'ultima cosa che dovrebbe fare è comprare lavori, gli conviene quasi  
fare conto arancio; il suo discorso verte sul fatto che il motivo per  
cui un collezionista compra non è spiegabile in termini esclusivamente  
economici e dice anche una cosa estremamente interessante per me,  
ovvero che quella del collezionista è una malattia psicologica, con  
tanto di nome scientifico, aggiunge anche che un collezionista come si  
deve compra anche cose che gli piacciono, scommettendo su se stesso,  
sul suo gusto.
Per quanto ne so io, il modo migliore per investire in arte è  
riconoscere un Guttuso al mercato delle pulci (cosa successa a  
qualcuno che conosco), comprare un lavoro minore di un morto, perchè  
la quotazione è stabile, o girare per gli studi di quelli sfigati  
nella speranza di individuare qualcuno che la sfiga non se la merita,  
come è successo a Saatchi, che sarà brutto e cattivo ma l'occhio lungo  
ce l'ha, visto che ha comprato dei Damien Hirst per poche centinaia di  
sterline in un momento in cui lo studio nemmeno ce lo aveva e faceva  
crescere le farfalle accanto al letto, per poi rivendergli gli stessi  
lavori a centinaia di volte il prezzo due anni fa, cioè quasi quindici  
anni dopo.
Se non si è capito, chi fa speculazione in arte non è certo chi si può  
permettere spese umane, molto spesso sono le stesse case d'asta a  
comprarsi da sole i lavori per alzare le quotazioni con i loro propri  
buyer che fanno finta di essere misteriosi spendaccioni venuti da  
lontano, e questo avviene quasi sempre nel secondo mercato, cioè  
quando l'artista ha già venduto; è proprio Hirst il tizio che ha  
cominciato a farci qualcosa, il primo artista, che io sappia, che  
abbia cercato di manipolare oltre che essere manipolato, compiendo  
qualcosa che se mezzo mondo non stesse morendo di fame, sarebbe anche  
divertente, mi riferisco al teschio, il famoso gioiello in platino  
rivestito di diamanti di cui uno da 40 carati, che ha commissionato ai  
gioiellieri della corona e che ha pagato 17 milioni di sterline,  
rivendendolo a 50, il suo pensiero era chiaro, come fai a moltiplicare  
il prezzo di qualcosa che di per se vale un vero sproposito, qualcosa  
che da solo, durante la sua manifattura, ha alzato sensibilmente il  
valore del diamante sul mercato? (Eppure c'erano tre compratori in  
lizza, i loro conti in tasca se li saranno fatti...)
Quelli che comprano gli Staccolanana alla televisione non fanno testo,  
così come non fa testo un corniciaio che si trasforma in gallerista,  
quest'estate ho assistito ad un vernissage in cui oltre al gallerista  
c'ero solo io, in un posto provinciale, che vendeva appunto un sacco  
di lavori minori di gente famosa e morta, il target era ovviamente il  
piccolo, misero, dentista che vuole mettere in studio un bozzetto di  
Merz fatto durante una sbronza, o uno dei duecento miliardi di  
schifano che sono in circolazione perchè marietto nostro, doveva dare  
da mangiare al King Kong che portava perennemente in groppa.
Per rispondere più precisamente alla tua domanda, si, certo che ci  
sono generi che offrono più garanzie di altri, è il motivo per cui più  
girano soldi e persone interessate in un ambiente, più un gallerista  
si può permettere di fare delle cose lontane da quelle che ho appena  
descritto, più è possibile per un artista proporre lavori di difficile  
interpretazione, ma più che di difficile interpretazione io direi  
difficile vendibilità.

Molti lavori sono costosi in quanto hanno una fattura complicata,  
molti altri possono essere venduti solo come testimonianza fotografica  
di un lavoro invendibile, da qui la proliferazione di stampe lambda,  
certo dai tempi di smithson ne è passata d'acqua, ma rimane molto più  
facile vendere la pittura, o gli studi, i bozzetti ecc ecc. ad esempio  
Christo si è pagato "the gates" vendendo progetti e bozzetti ai  
collezionisti per diversi milioni di dollari.  Certe volte questo  
materiale è volutamente concepito per essere venduto, altre è cooptato  
con un processo di feticizzazione in cui, cose appartenute ai pezzi  
grossi vengono trattate come opere quando non erano intese come tali,  
chessò, conosco una che ha riconosciuto la firma di Picasso su un  
fazzoletto scarabocchiato, dato da Pablo come mancia in trattoria... o  
ancora personaggi come Beuys, il cui atteggiamento faceva sì che  
praticamente qualsiasi cosa che avesse mai maneggiato fosse  
autenticabile. Ed è inevitabile che ci sia uno scontro nei fatti, un  
incartamento, artisti furbi (senza dare al termine accezione negativa)  
confezionano le loro cose in modo da manifestare, combattere  questo  
stato di cose,  il quale peraltro non ha solo a che fare con il  
mercato, ma anche con la reificazione di se stessi e per me  
soprattutto con il conferimento sociale dell'autorità, molti si  
lamentano del fatto che l'arte parli troppo spesso di arte, che si  
stia trasformando sempre più in un metalinguaggio, ma questo succede  
da tempo, mi viene in mente "erased De Kooning drawing" di  
Rauschemberg, il lavoro di Sherrie Levine e di molti altri, ma non mi  
sogno nemmeno di pensare che questo sia un esercizio sterile perchè  
quelli bravi possono, con un unico gesto, fare la loro critica  
istituzionale e veicolare i propri significati in modi stupefacenti,  
penso a Felix Gonzales Torres.    Una gallerista becera di Bologna,  
che vende praticamente solo Transavanguardia mi disse che un mucchio  
di caramelle non si vende e un quadro si, e io gli risposi che se le  
caramelle fossero state fatte a mano dall'artista sarebbe stato molto  
diverso, FGT le ordinava a chili e sceglieva il colore della carta, e  
chi compra un suo lavoro si paga il diritto di farlo a sua volta, le  
caramelle sono lì per essere mangiate così non sono feticizzabili per  
se stesse, invece è ciò che le caramelle significano a contare, il  
significato eucaristico, la tragica perdita dell'amato, una cosa  
davvero bellissima.
Tuttavia il caso più eclatante credo sia Tino Sehgal, che di fatto  
vende autentiche... scrivo una nota per chi non sapesse chi è:

Sehgal viene dal teatro, i suoi lavori sono quasi registici, delle  
persone vengono ingaggiate per assumere comportamenti vari secondo sue  
istruzioni, sono cose che hanno un certo fascino, io ho assistito una  
volta. Ebbene Sehgal vieta la riproduzione fotografica della  
performance, così si può solo assistervi in galleria, oppure comprare  
un bel papier che contiene le istruzioni per rieseguirla con altre  
persone e in mancanza dell'autore, nel papier sono specificati anche i  
modi di pagamento dei figuranti, che non devono essere pagati meno di  
un tot, magari un tot collegato con il salario minimo di un attore  
teatrale.

Beh insomma questo signore è meglio non metterlo in vendita a Mondovì  
o ad Ariccia o a Macerata, per intenderci, ma questo fatto ha poco o  
nulla a che fare con la sua interpretabilità, che è relativamente  
nulla, in quanto quello che fanno e dicono i figuranti è piuttosto  
nonsensical, ha invece a che fare con la sua immaterialità, perchè è  
molto difficile far crepare d'invidia la zia Genoveffa con una pila di  
fogli notarili, se la vuoi sbalordire devi imbastire uno spettacolo a  
spese tue.

Per questo io apprezzo questo tizio, dimostra di aver capito come  
funziona il meccanismo alla perfezione, lo fotte alla grande, e si  
gode gli articoli di pezzi grossi come  Carboni che prendono spunto  
dal suo lavoro per parlare di immaterialità nell'arte. Per me, se  
siamo d'accordo che gli Hacker sono quelli del MIT degli anni '50,  
quelli del libro di Stephen Levy, e l'hack è slang per "soluzione  
elegante", allora permettetemi, Tino Sehgal è un Hacker.

mamma mia, sono spompato!

K.

>
> lascio perdere il mio recente interessamento al mondo  
> dell'economia ,visto con occhi diffidenti però,perche mi sembra di  
> essere fuori luogo.
> f
>
>
> ---------- Initial Header -----------
>
>> From      : aha-bounces at ecn.org
> To          : "List on artistic activism and net culture" aha at ecn.org
> Cc          :
> Date      : Tue, 28 Oct 2008 19:50:23 +0100
> Subject : Re: R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è  
> aumentato il prezzo del pane  ?
>
>
>
>
>
>
>
>> Adesso io comincio seriamente a sentirmi un troll, dato che sono
>> inscritto qui da anni, dall'inizio, e non mi sono mai fatto sentire,
>> mentre in questo periodo scrivo due lettere al giorno. Ma non posso
>> fare a meno d'interloquire perchè effettivamente provo piacere nel
>> farlo e l'altra ipotesi consiste nel tornare all'altro pc e  
>> continuare
>> a fare i simpatici tutorial di un simpatico cad meccanico, con
>> relativa sofferenza delle gonadi.
>>
>> prometto che sarò bre...
>>
>> Difficile trovare una definizione esaustiva di arte da darti, come ha
>> chiarito Walburton (non ricordo il titolo, einaudi grigio), ne clive
>> bell, ne teorie istituzionali, ne le somiglianze di famiglia di
>> Wittgenstein  possono dirsi definizioni a prova di bomba, sono tutte
>> fallaci e inesaustive, ma c'è un'espressione invece che per quanto
>> filosoficamente inaccettabile, a me è sempre servita più di tante
>> altre: "l'arte puzza di qualità" credo che sia stato Lawrence Wiener,
>> che pure di filosofia se ne intende, o forse proprio per questo, a
>> dirlo.
>> Per me questa espressione è importante perchè spiega più di mille
>> parole tutto il fascino poetico che può assumere il lavoro di una
>> persona, il lavorio intellettuale che scatena, il contatto che crea
>> con l'osservatore, la capacità sintetica, mitopoietica e mistica  che
>> avviene ogni qual volta qualcuno di noi sedicenti artisti (se- 
>> dicente,
>> che se lo dice da solo) realizza qualcosa e lo chiama lavoro, opus,
>> qualunque forma assuma.
>> Quello che è importante è la qualità, quello che conta è il lavoro
>> (dico lavoro perchè mi fa schifo il termine opera, gli inglesi dicono
>> artwork, che ha la forma neutra che servirebbe), non conta un cazzo
>> nient'altro, tanto meno il sistema dell'arte, flash art, il white
>> cube, i curatori e quant'altro, al massimo sono situazioni che si può
>> scegliere di sfruttare in funzione del lavoro.
>> Ci sono persone, artisti, che hanno fatto qualche cosa di grande
>> all'interno di questo sistema, altri che l'hanno lambito e vi sono
>> rimasti finchè ne hanno avuto voglia e anche altri che l'hanno fatto
>> in manicomio, Wolfli per citare il caso più famoso. Per ognuno di
>> costoro, nei distinti ambiti, c'è una massa di gente che, spiace per
>> loro, spiace per me se scoprissi di farne parte, non ha un cazzo da
>> dire, la loro roba non puzza!  E badare, c'è un motivo ben preciso  
>> per
>> cui non si parla di profumo bensì di puzza.
>> Ho un amico, un artista bravissimo che invece usa dire "lui non ce
>> l'ha" ad indicare una mancanza di qualcosa di non specificato,
>> un'ellissi che non si può colmare, ma che tutti capiscono benissimo  
>> di
>> fronte a qualche lavoro schifoso. Un'ellissi peraltro, circolare (!)
>> perchè se la potessimo colmare, rimarrebbe solo la definizione senza
>> il soggetto, ovvero esiste l'arte finchè può sfuggire ad una
>> definizione, se il mio amico usasse un miracolo semantico per  
>> riempire
>> i puntini, la borsa degli strumenti intellettuali e tecnici a
>> disposizione dell'arte sarebbe chiusa, e noi sappiamo che così non
>> sarà finchè esisterà un uomo con la sua parte destra del cervello in
>> funzione.
>> Avevo promesso che sarei stato bre.. (si ma l'argomento è una bomba,
>> quindi la brevità è relativa) quindi non vi annoierò con un'altra
>> storia che mi è sempre servita ad orientarmi, quella della "sfida al
>> labirinto", di Calvino  e anche di Alain Robbe-Grillet, mi piacerebbe
>> essere sollecitato per questo, piuttosto faccio una chiosa sul  
>> termine
>> "framed".
>> Nel momento in cui si dice che l'arte è tutto ciò che non può essere
>> incasellato, si da una definizione semplicemente troppo larga e
>> permeabile, anche questa è inesaustiva, molte cose sono indefinibili
>> senza essere arte necessariamente, ma quando si parla di frame,
>> l'ambiguità è ancora peggiore, perché è proprio il concetto di
>> framework a permetterci molto spesso un minimo di discernimento
>> (cercare conceptual framework su wikipedia per una schiarita), ovvero
>> quella cosa, anch'essa misteriosa e profondamente ambigua che ha
>> permesso all'arte del '900 di essere quella che è stata, con i suoi
>> alti e bassi, a permettere quella sospensione del giudizio, che
>> trasforma una lattina in scultura, o concede ad una persona di
>> amputarsi in pubblico senza che venga chiamata immediatamente la  
>> neuro.
>>
>> Ora posso venire in Scandinavia anch'io?
>>
>> kilroy
>>
>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 17:08, Luigi Pagliarini ha scritto:
>>
>>> rientro ora dall'inverno danimarchese...
>>> peccato che non abbia più potuto seguire i threads della rivoluzione
>>> studentesca...
>>> ma credo che nel pomeriggio, dovremmo arrivare ad una (pseudo)
>>> definizione.
>>> bello sto thread.
>>> mi piacerebbe partecipare con una delle mie "pillole di
>>> saggezza" (gadda
>>> 2008 :-).
>>> tradotto, una stronzata.
>>> ma insomma rigà: che cazzo è st'arte?
>>> parlo di quella con la A che quella con la a o con la T non
>>> m'interessano,
>>> nun me regge la pompa.
>>> è, a mio avviso, tutto ciò che non può essere inscatolato.
>>> e per "inscatolato" intendo intrappolato, framed, o quello che
>>> volete/emo.
>>> ma non vuole dì 'contenuto'.
>>> ora, se mai c'avessi preso, ne consegue che una buona opera d'arte  
>>> può
>>> essere tranquillamente recensita (o pubblicizzata?) in flashart (o
>>> altri
>>> editoriali più o meno lobbistici e più o meno leccaculi) ma,
>>> viceversa,
>>> quest'ultima non è tale per via del fatto che vi è apparsa.
>>> detto ciò, prometto che torno al più presto in scandinavia...
>>> :-)
>>> Luigi Pagliarini
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>
>>>> -----Messaggio originale-----
>>>> Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per
>>>> conto di kilroy
>>>> Inviato: martedì 28 ottobre 2008 15.40
>>>> A: List on artistic activism and net culture
>>>> Oggetto: Re: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che
>>>> è aumentato il prezzo del pane ?
>>>>
>>>> Mi fa piacere che ogni tanto qui si parli d'arte, perché è
>>>> uno dei miei argomenti preferiti. Sono un lettore di Flash
>>>> Art (mea culpa, mea maxima culpa), ma lo ero anche di Tema
>>>> Celeste prima che chiudesse, do un'occhiata a mousse, mi
>>>> piace parkett, e anche una rivista polacca che si chiama
>>>> piktogram, adesso con la cenere in testa non potrei scrivere,
>>>> quindi farò ammenda dopo. Quello che dimentica Mimmo di
>>>> Caterino è che Flash Art è una attività commerciale, e che
>>>> quindi accusare Flash Art di essere un'attività commerciale o
>>>> di trattare l'arte come un'attività commerciale risulta
>>>> piuttosto sterile. Mi sembra di non sostenere niente di grave
>>>> se dico che da che mondo è mondo fare l'artista è un lavoro e
>>>> che i primi speculatori risalgono all'ottocento, quando i
>>>> mercanti degli impressionisti tenevano nei depositi i quadri
>>>> per far aumentare la domanda e quindi il prezzo (cfr. il
>>>> sistema dell'arte, F. Poli, laterza), ora, prima che Di
>>>> Caterino dichiarasse "non pitto più" aveva già dichiarato "io
>>>> i miei quadri li regalo...", quando ho letto tale cosa ho
>>>> pensato di chiedergli un paio di decine di tele in regalo,
>>>> perchè (fatemi calare un attimo nei panni del bastardo,
>>>> richiederà 5 secondi : ), se 1) i quadri fossero buoni,
>>>> proverei a rivenderli, il che proietterebbe il suddetto nel
>>>> sistema suo malgrado e 2) se facessero schifo, come Politi
>>>> sostiene, basterebbe una bella mano di bianco, con quello che
>>>> costano le tele...
>>>>
>>>> Dunque, una volta un mio caro amico qui inscritto mi disse,
>>>> dopo essersi rifiutato di mettere in vendita un video in una
>>>> galleria berlinese, di non voler ridurre artatamente (uso
>>>> l'avverbio non a
>>>> caso) il numero di copie di un suo lavoro per far si che
>>>> avesse una quotazione di mercato, che era la condizione
>>>> essenziale dell'ingresso in galleria, lo fece citando niente
>>>> di meno che Ivan Illic, tanto per capire l'area culturale
>>>> della persona. Ero più ingenuo di ora e gli risposi qualcosa
>>>> a favore del mercato, al che lui mi disse una cosa che ho
>>>> subito appoggiato e che appoggio tuttora, cioè che non si può
>>>> negare che il sistema dell'arte, proprio perché dominato
>>>> dalla speculazione non faccia emergere quelli bravi
>>>> (sottintendendo anche che c'è anche molta merda, ovvio), e
>>>> aggiunse che per fare i film di Matthew Barney erano stati
>>>> necessari molti soldi, una produzione quasi hollywoodiana che
>>>> senza fundraising e senza la galleria Sonnabend non si
>>>> sarebbero potuti trovare. Ne io ne lui siamo collezionisti,
>>>> non abbiamo il milione di euro per comprarci una copia di
>>>> Cremaster, ma ci piace, e molto; allo stesso tempo siamo
>>>> abbastanza schizofrenici da considerare ingiusto fissare
>>>> artificialmente il prezzo del nostro lavoro... dunque
>>>> giudicateci pazzi ma:
>>>>
>>>> FOOLS RUSH IN WHERE HACKERS CAN'T THREAD
>>>>
>>>> Il giorno 28/ott/08, alle ore 08:20, franca.formenti3 ha scritto:
>>>>
>>>>> mah anche su questo sono dubbiosa, che l'arte apprezzata e  
>>>>> comprata
>>>>> oggi poi domani non la ricorderà nessuno non mi sembra proprio  
>>>>> vero.
>>>>> che poi esistano artisti che non sono all'interno di un sistema  
>>>>> per
>>>>> vari motivi ,perciò non riconusciuti apprezzati e comprati
>>>> questa è un
>>>>> ' altra storia ancora.
>>>>
>>>>
>>>> Infatti, tanto che per capirlo basta guardarsi indietro, la
>>>> storia dell'arte è piena sia del tipo A che del tipo B, con
>>>> la differenza che di solito quelli bravi del secondo tipo
>>>> subiscono una rivalutazione postuma o in extremis, penso a
>>>> Carol Rama, grande artista ingiustamente ignorata dal mercato
>>>> per decenni (la qual cosa non gli ha tuttavia vietato di fare
>>>> nasino nasino con gente del calibro di Man
>>>> Ray) che a 80 anni si vede di colpo salire alla ribalta e
>>>> giustamente ha detto "Cazzo! ve ne potevate accorgere prima!"
>>>>
>>>> saluti
>>>>
>>>> Kilroy
>>>>
>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> come non credo alla bolla del boom del mercato dell'arte,a quelle
>>>>> cifre da capogiro di acquirenti sconosciuti che acquistano opere  
>>>>> da
>>>>> 100 milioni di sterline?
>>>>> sarà che sono stata abituata a ragionare con documenti alla
>>>> mano, più
>>>>> che da salotto sono da tribunale e questa cosa comincia a
>>>> suonarmi un
>>>>> pò storta.
>>>>> non mi interessa di base ,credo in altro ma ho la vaga
>>>> impressione che
>>>>> abbia un effetto mediatico di rincoglionimento generale.
>>>>> sarà che quando la gente sente parlare di soldi, tanti
>>>> soldi ..gli si
>>>>> comincia ad offuscare il cervello e a perdere lucidità.
>>>>>
>>>>> f
>>>>>
>>>>> ---------- Initial Header -----------
>>>>>
>>>>>> From      : aha-bounces at ecn.org
>>>>> To          : "List on artistic activism and net culture"
>>>> aha at ecn.org
>>>>> Cc          :
>>>>> Date      : Mon, 27 Oct 2008 20:03:00 +0000 (GMT)
>>>>> Subject : R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
>>>> aumentato
>>>>> il prezzo del pane  ?
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>> Mimmo, esiste l'arte ufficiale e l'arte d'avanguardia.
>>>>>> l'arte ufficiale è inevitabilmente collusa con il mercato.
>>>>>> l'arte d'avanguardia disprezza il mercato.
>>>>>> l'arte ufficiale è l'arte oggi riconosciuta, apprezzata e
>>>> comprata,
>>>>>> ma domani non la ricorderà nessuno.
>>>>>> chi nega questa verità ha solo interessi da difendere.
>>>>>> abbi pazienza.
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> --- Lun 27/10/08, mariopesceafore at lifegate.it
>>>>>> <mariopesceafore at lifegate.it
>>>>>>> ha scritto:
>>>>>>
>>>>>> Da: mariopesceafore at lifegate.it <mariopesceafore at lifegate.it>
>>>>>> Oggetto: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è
>>>> aumentato il
>>>>>> prezzo del pane ?
>>>>>> A: aha at ecn.org
>>>>>> Data: Lunedì 27 ottobre 2008, 17:33
>>>>>>
>>>>>> PROLOGO
>>>>>>
>>>>>> Direttore Politi,
>>>>>> al solito le scrivo per manifestarle la mia totale
>>>> dipendenza da lei
>>>>>> e dal suo prodotto editoriale, al quale non riuscirei a  
>>>>>> rinunciare
>>>>>> per niente al mondo, divertentissima la sua ultima
>>>> newsletter, lei è
>>>>>> la dimostrazione iperreale che la comicità italiana lungi
>>>> dall'essere
>>>>>> in crisi, senza ironia mi sento di potere affermare che lei è la
>>>>>> risposta nordica al nostro Totò principe del Rione Sanità, al suo
>>>>>> confronto Massimo Boldi è molto meno di una scorreggia in moto
>>>>>> perpetuo verso l'infinito cosmico ed in procinto di dissolversi.
>>>>>>
>>>>>> INIZIO O INDIZIO?
>>>>>>
>>>>>> Leggo con grande divertimento la sua newsletter, dove lei
>>>> costruisce
>>>>>> una polemica artefatta e di fatto inesistente con Guido
>>>> Santevecchi
>>>>>> giornalista del Corriere della sera, polemica fondante sul
>>>> milione in
>>>>>> più o in meno su di un Warhol, venduto o svenduto?
>>>>>> Da suo grande consumatore, non posso non notare come sia
>>>> lei da più
>>>>>> di quarant'anni a costruire castelli polemici per aria
>>>> miranti solo a
>>>>>> declamare le lodi del mercato dell'arte, ragion per cui, ben  
>>>>>> venga
>>>>>> Piero Mieli che da trent'anni a questa parte, giustamente,
>>>> chiude la
>>>>>> porta in faccia alle sue autorevoli ma molto ripetitive ed un pò
>>>>>> noiose opinioni.
>>>>>> Opinioni, che sappiamo bene entrambi, mirano a raccogliere le
>>>>>> briciole di tutti gli introiti che girano intorno al mercato
>>>>>> dell'arte facendo sistema.
>>>>>> Perchè ogni tanto, non si occupa anche del mercato reale,
>>>> smettendola
>>>>>> di vessare chi in buona fede consuma e legge la sua
>>>> rivista e la sua
>>>>>> newsletter?
>>>>>> Studenti di Accademie, sotto la pressione bigotta di certi
>>>> maestri di
>>>>>> laboratorio, in piena recessione economica, continuano a
>>>> spendere sei
>>>>>> euro bimensili per la sua rivista  sperando di
>>>> migliorarsi, per farlo
>>>>>> cenano con un panino alla mortadella piuttosto che con una pizza
>>>>>> margherita, lo fanno solo per rincorrere sogni dettati da miti
>>>>>> indotti e false rappresentazioni, ancora non hanno capito
>>>> che lei è
>>>>>> il fautore della frustrazione che stordirà la loro
>>>> creatività come ha
>>>>>> già fatto con i loro maestri.
>>>>>>
>>>>>> EPILOGO?
>>>>>>
>>>>>> Quarantuno anni che sostiene lo stesso argomento, in permanente
>>>>>> conflitto d'interessi con il suo pubblico consumante, editore,
>>>>>> giornalista, curatore e gallerista,  insomma il suo
>>>> argomento è fare
>>>>>> propaganda a sé ed al suo mercato dalle pagine della sua rivista.
>>>>>> Questo è il volto dell'editoria specializzata d'arte
>>>> contemporanea in
>>>>>> Italia? Mi perdoni ma preferisco di gran lunga Guido
>>>> Santavecchi, che
>>>>>> non so chi cazzo sia, ma solo per questo merita un encomio.
>>>>>> Ho visto e compreso di tutto in questa mia vita da lettore
>>>> e feroce
>>>>>> consumatore di Flash Art, al punto che non mi meraviglierei se
>>>>>> vedessi in futuro lei o qualcuno dei "suoi" disquisire sul  
>>>>>> mercato
>>>>>> dell'arte da improbabile esperto senza competenze  nella prossima
>>>>>> ArtVerona, un ulteriore voce che parla in virtù dei propri
>>>> interessi
>>>>>> (di mercato s'intende).
>>>>>>
>>>>>> Nessuno, da Cagliari, con accento Napoletano.
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