[aha] TERRORISM OR TRAGICOMEDY? (Agamben)

lo|bo lo_bo at ecn.org
Mon Nov 24 22:26:04 CET 2008


Scusate
qui il testo in italiano: http://lombardia.indymedia.org/?q=node/10922


Liberation 19/11/2009

Terrorismo o tragicommedia

di Giorgio Agamben

All'alba del 11 novembre, 150 poliziotti, la maggior parte dei quali 
appartenenti alle brigate antiterroriste, hanno circondato un villaggio 
di 350 abitanti sulla piana di Millevaches prima di penetrare in una 
fattoria per arrestare 9 giovani (i quali avevano preso in gestione il 
magazzino del paese e cercato di rianimare la vita culturale del 
villaggio). Quattro giorni più tardi, le 9 persone arrestate sono state 
deferite a un giudice dell'antiterrorismo e accusati di "associazione a 
delinquere a fini terroristici". I giornali riportano che il ministro 
dell'Interno e il capo di Stato "si sono congratulati con la polizia e 
la gendarmeria per la loro diligenza". Tutto è in ordine in apparenza. 
Ma cerchiamo di esaminare da più vicino i fatti e di guardare le ragioni 
e i risultati di questa "diligenza" Le ragioni, innanzitutto: i giovani 
che sono stati arrestati "erano seguiti dalla polizia in ragione della 
loro appartenenza all'ultra-sinistra e al movimento anarco-autonomo". 
Come precisa l'entourage della ministra dell'Interno, "tengono dei 
discorsi molto radicali e hanno dei legami con dei gruppi stranieri". Ma 
c'è di più: alcuni tra gli arrestati "partecipano regolarmente a delle 
manifestazioni politiche", e, per esempio, "ai cortei contro la 
schedatura Edvige e contro il rinforzamento delle misure 
sull'immigrazione". Una appartenenza politica (è il solo senso possibile 
di una mostruosità linguistica come "movimento anarco-autonomo"), 
l'esercizio attivo delle libertà politiche, il tenere dei discorsi 
radicali sono sufficienti dunque per mettere in moto la Sotto direzione 
antiterrorista della Polizia (Sdat) e la Direzione centrale dei servizi 
segreti (DCRI). Ora, chi possiede un minimo di coscienza politica non 
può che condividere l'inquietudine di questi giovani di fronte alle 
degradazioni della democrazia che la schedatura Edvige, i dispositivi 
biometrici e l'indurimento delle regole sull'immigrazione producono. 
Quanto ai risultati, ci si aspetterebbe che gli investigatori abbiano 
rinvenuto nella fattoria di Millevaches delle armi, degli esplosivi, 
delle Molotov. Invece nulla di tutto ciò, I poliziotti della Sdat sono 
caduti su dei "documenti che precisano gli orari di passaggio dei treni, 
comune per comune, con l'orario di partenza e di di arrivo nelle 
stazioni". In buon francese (italiano ndt): un orario della SNCF. Ma 
hanno anche sequestrato del "materiale per scalare". In buon francese: 
una scala, come quelle che si trovano in qualunque casa di campagna. È 
dunque tempo di venire alle persone arrestate e, soprattutto, al 
presunto capo di questa banda terrorista, "un leader di 34 anni uscito 
da un ambiente agiato, che vive grazie ai sussidi dei genitori". Si 
tratta di Julien Coupat, un giovane filosofo che ha animato tempo fa, 
con qualche amico, Tiqqun, una rivista responsabile di analisi politiche 
senza dubbio discutibili, ma che ancora oggi credo siano tra le migliori 
di questo periodo. Ho conosciuto Julien Coupat in quell'epoca e ne ho, 
da un punto di vista intellettuale, una grande stima. Passiamo quindi 
all'esame del solo fatto concreto di tutta questa storia. L'attività 
degli arrestati sarebbe in relazione con gli atti di danneggiamento 
contro la SNCF che hanno causato l'8 novembre il ritardo di alcuni TGV 
sulla linea Parigi-Lille. Questi dispositivi, se si crede alle 
dichiarazioni della polizia e degli agenti della SNCF stessi, non 
potevano in alcun caso provocare dei danni alle persone: potevano tutto 
al più, disturbare l'alimentazione dei pantografi dei treni, causando il 
ritardo di questi ultimi. In Italia i treni sono molto spesso in ritardo 
ma nessuno si è mai sognato di accusare di terrorismo la società 
nazionale delle ferrovie. Si tratta di delitti minori anche se nessuno 
intende avvallarli. Il 13 novembre, un comunicato della polizia 
affermava con prudenza che forse "tra gli arrestati vi era qualche 
autore dei danneggiamenti ma che era impossibile attribuirli a uno o 
all'altro". La sola conclusione possibile di questo affare tenebroso è 
che chi si impegna attivamente oggi contro la maniera (quanto meno 
discutibile) di gestire i problemi sociali ed economici è considerato 
ipso facto come un terrorista in potenza, anche se nessun atto 
giustifica questa accusa. Bisogna avere il coraggio di dire con 
chiarezza che oggi, in molti paesi europei (in particolare in Francia e 
in Italia), si sono introdotte delle leggi e delle misure di polizia che 
in passato si sarebbero giudicate come barbare e antidemocratiche e che 
non hanno nulla da invidiare a quelle che erano in vigore in Italia 
durante il fascismo. Una di queste misure è quella che autorizza la 
detenzione per una durata di 96 ore di un gruppo di giovani forse 
imprudenti ma ai quali "non è possibile imputare un'azione". Un altra 
misura molto grave è l'adozione delle leggi che introducono dei delitti 
di associazione la cui formulazione è lasciata intenzionalmente nel vago 
e che permettono di classificare come " asfondo" o a "vocazione" 
terrorista degli atti politici che non erano mai stati considerati fino 
ad ora come destinati a produrre terrore.



lo|bo ha scritto:
> in English below
> //////////////////////////
> 
> http://www.liberation.fr/societe/0101267186-terrorisme-ou-tragi-comedie
> 
> Terrorisme ou tragi-comédie
> 
> 
> Giorgio Agamben philosophe italien.
> 
> 
> A l'aube du 11 novembre, 150 policiers, dont la plupart appartenaient
> aux brigades antiterroristes, ont encerclé un village de 350 habitants
> sur le plateau de Millevaches avant de pénétrer dans une ferme pour
> arrêter 9 jeunes gens (qui avaient repris l'épicerie et essayé de
> ranimer la vie culturelle du village). Quatre jours plus tard, les 9
> personnes interpellées ont été déférées devant un juge antiterroriste et
> «accusées d'association de malfaiteurs à visée terroriste». Les journaux
> rapportent que le ministre de l'Intérieur et le chef de l'Etat «ont
> félicité la police et la gendarmerie pour leur diligence». Tout est en
> ordre en apparence. Mais essayons d'examiner de plus près les faits et
> de cerner les raisons et les résultats de cette «diligence».
> 
> Les raisons d'abord : les jeunes gens qui ont été interpellés «étaient
> suivis par la police en raison de leur appartenance à l'ultra-gauche et
> à la mouvance anarcho autonome». Comme le précise l'entourage de la
> ministre de l'Intérieur, «ils tiennent des discours très radicaux et ont
> des liens avec des groupes étrangers». Mais il y a plus : certains des
> interpellés «participaient de façon régulière à des manifestations
> politiques», et, par exemple, «aux cortèges contre le fichier Edvige et
> contre le renforcement des mesures sur l'immigration». Une appartenance
> politique (c'est le seul sens possible de monstruosités linguistiques
> comme «mouvance anarcho autonome»), l'exercice actif des libertés
> politiques, la tenue de discours radicaux suffisent donc pour mettre en
> marche la Sous direction antiterroriste de la police (Sdat) et la
> Direction centrale du renseignement intérieur (DCRI). Or, qui possède un
> minimum de conscience politique ne peut que partager l'inquiétude de ces
> jeunes gens face aux dégradations de la démocratie qu'entraînent le
> fichier Edvige, les dispositifs biométriques et le durcissement de
> règles sur l'immigration.
> 
> Quant aux résultats, on s'attendrait à ce que les enquêteurs aient
> retrouvé dans la ferme de Millevaches des armes, des explosifs, et des
> cocktails Molotov. Tant s'en faut. Les policiers de la Sdat sont tombés
> sur «des documents précisant les heures de passage des trains, commune
> par commune, avec horaire de départ et d'arrivée dans les gares». En bon
> français : un horaire de la SNCF. Mais ils ont aussi séquestré du
> «matériel d'escalade». En bon français : une échelle, comme celles qu'on
> trouve dans n'importe quelle maison de campagne.
> 
> Il est donc temps d'en venir aux personnes des interpellés et, surtout,
> au chef présumé de cette bande terroriste, «un leader de 33 ans issu
> d'un milieu aisé et parisien, vivant grâce aux subsides de ses parents».
> Il s'agit de Julien Coupat, un jeune philosophe qui a animé naguère,
> avec quelques-uns de ses amis, Tiqqun, une revue responsable d'analyses
> politiques sans doute discutables, mais qui compte aujourd'hui encore
> parmi les plus intelligentes de cette période. J'ai connu Julien Coupat
> à cette époque et je lui garde, d'un point de vue intellectuel, une
> estime durable.
> 
> Passons donc à l'examen du seul fait concret de toute cette histoire.
> L'activité des interpellés serait à mettre en liaison avec les actes de
> malveillance contre la SNCF qui ont causé le 8 novembre le retard de
> certains TGV sur la ligne Paris-Lille. Ces dispositifs, si l'on en croit
> les déclarations de la police et des agents de la SNCF eux-mêmes, ne
> peuvent en aucun cas provoquer des dommages aux personnes : ils peuvent
> tout au plus, en entravant l'alimentation des pantographes des trains,
> causer le retard de ces derniers. En Italie, les trains sont très
> souvent en retard, mais personne n'a encore songé à accuser de
> terrorisme la société nationale des chemins de fer. Il s'agit de délits
> mineurs même si personne n'entend les cautionner. Le 13 novembre, un
> communiqué de la police affirmait avec prudence qu'il y a peut-être «des
> auteurs des dégradations parmi les gardés a vue, mais qu'il n'est pas
> possible d'imputer une action à tel ou tel d'entre eux».
> 
> La seule conclusion possible de cette ténébreuse affaire est que ceux
> qui s'engagent activement aujourd'hui contre la façon (discutable au
> demeurant) dont on gère les problèmes sociaux et économiques sont
> considérés ipso facto comme des terroristes en puissance, quand bien
> même aucun acte ne justifierait cette accusation. Il faut avoir le
> courage de dire avec clarté qu'aujourd'hui, dans de nombreux pays
> européens (en particulier en France et en Italie), on a introduit des
> lois et des mesures de police qu'on aurait autrefois jugées barbares et
> antidémocratiques et qui n'ont rien à envier à celles qui étaient en
> vigueur en Italie pendant le fascisme. L'une de ces mesures est celle
> qui autorise la détention en garde à vue pour une durée de
> quatre-vingt-seize heures d'un groupe de jeunes imprudents peut-être,
> mais auxquels «il n'est pas possible d'imputer une action». Une autre
> tout aussi grave est l'adoption de lois qui introduisent des délits
> d'association dont la formulation est laissée intentionnellement dans le
> vague et qui permettent de classer comme «à visée» ou «à vocation
> terroriste» des actes politiques qu'on n'avait jamais considérés
> jusque-là comme destinés à produire la terreur.
> 
> Traduit de l'italien par Martin Rueff.
> 
> Dernier ouvrage paru : le Règne et la gloire, homo sacer, II, 2, traduit
> de l'italien par Joël Gayraud et Martin Rueff, Seuil, 2008.
> 
> 
> 
> //////////////////////////////////
> 
> http://farkyaralari.blogspot.com/search/label/semiotext(e)
> http://farkyaralari.blogspot.com/2008/11/free-tarnac-9-statement-of-support-by.html 
> 
> 
> This e-mail is from semiotext(e).
> 
> 
> 
> 
> Nine friends in France have been arrested and accused of terrorism,
> although no proof has been brought against them. Attached please find a
> petition written by the publisher Eric Hazan, which can be signed (name,
> occupation, city) and returned to: lafabrique at lafabrique.fr
> 
> A statement of support by Giorgio Agamben is pasted in below.
> 
> Thanks very much.
> 
> TERRORISM OR TRAGICOMEDY?
> 
> On the morning of November 11, 150 police officers, most of which
> belonged to the anti-terrorist brigades, surrounded a village of 350
> inhabitants on the Millevaches plateau, before raiding a farm in order
> to arrest nine young people (who ran the local grocery store and tried
> to revive the cultural life of the village). Four days later, these nine
> people were sent before an anti-terrorist judge and "accused of criminal
> conspiracy with terrorist intentions." The newspapers reported that the
> Ministry of the Interior and the Secretary of State "had congratulated
> local and state police for their diligence." Everything is in order, or
> so it would appear. But let's try to examine the facts a little more
> closely and grasp the reasons and the results of this "diligence."
> 
> First the reasons: the young people under investigation "were tracked by
> the police because they belonged to the ultra-left and the anarcho
> autonomous milieu." As the entourage of the Ministry of the Interior
> specifies, "their discourse is very radical and they have links with
> foreign groups." But there is more: certain of the suspects "participate
> regularly in political demonstrations," and, for example, "in protests
> against the Fichier Edvige (Exploitation Documentaire et Valorisation de
> l'Information Générale) and against the intensification of laws
> restricting immigration." So political activism (this is the only
> possible meaning of linguistic monstrosities such as "anarcho autonomous
> milieu") or the active exercise of political freedoms, and employing a
> radical discourse are therefore sufficient reasons to call in the
> anti-terrorist division of the police (SDAT) and the central
> intelligence office of the Interior (DCRI). But anyone possessing a
> minimum of political consc
> ience could not help sharing the concerns of these young people when
> faced with the degradations of democracy entailed by the Fichier Edvige,
> biometrical technologies and the hardening of immigration laws.
> 
> As for the results, one might expect that investigators found weapons,
> explosives and Molotov cocktails on the farm in Millevaches. Far from
> it. SDAT officers discovered "documents containing detailed information
> on railway transportation, including exact arrival and departure times
> of trains." In plain French: an SNCF train schedule. But they also
> confiscated "climbing gear." In simple French: a ladder, such as one
> might find in any country house.
> 
> Now let's turn our attention to the suspects and, above all, to the
> presumed head of this terrorist gang, "a 33 year old leader from a
> well-off Parisian background, living off an allowance from his parents."
> This is Julien Coupat, a young philosopher who (with some friends)
> formerly published Tiqqun, a journal whose political analyses -- while no
> doubt debatable -- count among the most intelligent of our time. I knew
> Julien Coupat during that period and, from an intellectual point of
> view, I continue to hold him in high esteem.
> 
> Let's move on and examine the only concrete fact in this whole story.
> The suspects' activities are supposedly connected with criminal acts
> against the SNCF that on November 8 caused delays of certain TGV trains
> on the Paris-Lille line. The devices in question, if we are to believe
> the declarations of the police and the SNCF agents themselves, can in no
> way cause harm to people: they can, in the worst case, hinder
> communications between trains causing delays. In Italy, trains are often
> late, but so far no one has dreamed of accusing the national railway of
> terrorism. It's a case of minor offences, even if we don't condone them.
> On November 13, a police report prudently affirmed that there are
> perhaps "perpetrators among those in custody, but it is not possible to
> attribute a criminal act to any one of them."
> 
> The only possible conclusion to this shadowy affair is that those
> engaged in activism against the (in any case debatable) way social and
> economic problems are managed today are considered ipso facto as
> potential terrorists, when not even one act can justify this accusation.
> We must have the courage to say with clarity that today, numerous
> European countries (in particular France and Italy), have introduced
> laws and police measures that we would previously have judged barbaric
> and anti-democratic, and that these are no less extreme than those put
> into effect in Italy under fascism. One such measure authorizes the
> detention for ninety-six hours of a group of young -- perhaps careless --
> people, to whom "it is not possible to attribute a criminal act."
> Another, equally serious, is the adoption of laws that criminalize
> association, the formulations of which are left intentionally vague and
> that allow the classification of political acts as having terrorist
> "intentions" or "inclinat
> ions," acts that until now were never in themselves considered terrorist.
> 
> --- Giorgio Agamben
> Libération, November 19, 2008
> 
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