[aha] Il falso NYT

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Sat Nov 15 10:49:26 CET 2008


Su L'Unità in edicola oggi:

"La guerra è finita", peccato che sia un falso

Domenico Quaranta
www.domenicoquaranta.net

“Gli Stati Uniti sono il luogo dove tutto è possibile”, ha dichiarato Barack Obama nel suo primo discorso da Presidente eletto. La carica di entusiasmo e di ottimismo per il futuro che ha accompagnato l'elezione del neopresidente è stata presa alla lettera da un gruppo di attivisti, che il 12 novembre ha distribuito gratuitamente per le strade di diverse città americane (New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago, Philadelphia, Washington)  qualcosa come 1 milione e 200.000 copie del New York Times, grazie all'aiuto di migliaia di volontari. Il NYT di un mondo parallelo, in cui le promesse elettorali di Obama sono diventate realtà: l'assistenza sanitaria è gratuita, lo stipendio dei manager è stato ridotto, e soprattutto la guerra è finita. La copertina del finto NYT è presto approdata sul sito di quello vero, che si è dovuto scusare: “Ci spiace, ragazzi, il giornale non è gratuito. E la guerra in Iraq non è finita. Non ancora, almeno”. E tuttavia, il quotidiano di New York non se l'è presa a male, come del resto la maggior parte delle persone che hanno ricevuto il giornale all'uscita della metropolitana, cascandoci o meno. “Certo che è possibile” – dice un signore anziano in una videointervista pubblicata sul sito-clone (www.nytimes-se.com) che ha accompagnato l'uscita del finto giornale. “Se ci credi, è possibile”, incalza una ragazza. “È come un sogno”, commenta un giovane di colore. “Merda! Te l'avevo detto che Obama l'avrebbe fatto!”, ha commentato un homeless salendo sulla metro. Spiega Franco Mattes, artista italiano a New York, che ha partecipato alla distribuzione: “è stata un’allucinazione collettiva, è come se avessimo versato LSD negli acquedotti di New York portando milioni di persone a crtedere di vivere nel futuro.”
In realtà, il finto New York Times, per quanto credibile (12 pagine fitte di notizie di ogni genere), conteneva in sé alcuni dettagli che rivelavano la finzione: la data innanzitutto (4 luglio 2009), alcune notizie incredibili (Bush accusato di alto tradimento), riferimenti a decine di organizzazioni progressiste, e soprattutto la maquette che apre il giornale (“Tutte le notizie che vorremmo stampare”, che sostituisce quella del New York Times “Tutte le notizie che vale la pena di stampare”). Un'edizione utopica, dunque, ma anche qualcosa di più. “A questo punto, dobbiamo spingere più che mai” spiega Bertha Suttner, uno degli autori del falso giornale. “Dobbiamo essere sicuri che Obama e gli altri Democratici facciano quello per cui li abbiamo eletti. Dopo otto, o forse vent'anni di inferno, dobbiamo cominciare a immaginare il paradiso.”
Ma come tutto ciò è stato possibile? Lo stesso 12 novembre, la beffa è stata rivendicata con un comunicato stampa dal collettivo americano The Yes Men, già noto per aver clonato vari siti e aver “interpretato”, in diverse occasioni pubbliche e sui media, organizzazioni e corporation come il WTO e l'Halliburton e ExxonMobil. Alla redazione del sito avrebbe invece partecipato un misterioso collettivo italiano noto come Les Liens Invisibles, Obama ci ha dato un sogno, e ora deve trasformarlo in realtà. E che l'America, che ai sogni ci crede, lo tiene d'occhio. “Abbiamno cambiato la realtà, e convinto milioni di persone, anche solo per una giornata, che tutto è cambiato”.





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