R: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo del pane ?

Luigi Pagliarini luigi at artificialia.com
Sun Nov 2 19:45:34 CET 2008


Luisa: dobbiamo sentirci tutti offesi? 
 
O, nella tua magnanimità, risparmi anche qualcuno? 
 
Benemerito Politi? 
 
Istituzione?!?!?!?
 
Novità??????????????????????????
 
Anch'io mi sento un pò delusetto dalle tue parole.
 
Ma ho paura che potremmo non intenderci e son stanco di polemiche inutili &
sterili.
 
Preciso, quindi:
 
[A. ho avuto occasione di osservare, leggere ed ascoltare il "benemerito" e
non mi è apparso avanguardista, istituzionale e tantomano elegante quant'è
che tu predichi. 
Ma si sà, è una questione di gusti, anche l'eleganza.
 
[B. mi piace distinguere un'impresa di mercato da un istituzione e,
osservando il giornaletto di cui parli da lontano, perdona, ma a me par di
vedere più una azienda che muove su una logica prettamente commerciale, che
altro. con buona pax dell'arte!
 
[C. c'è stata un'avanguardia oscillante tra l'elettronica e il digitale
lisciata e poi oscurata da FA per due lustri. tanti dei personaggi e delle
istituzioni afferenti a sta lista ne son ben coscienti. Per me era da
raccontar altrove la novella sul talent-scouting.
 
Esistono certamente e per fortuna altre realtà editoriali che fanno
comunicazione:
1. assolutamente più moderna (exibart tanto per dirne una);
2. molto più prestigiosa ed elegante (fmr tanto per dirne altra).
 
Luisa, per il resto, nulla di personale. 
Del resto immagino che persone della tua generazione abbiano vissuto FA
quale innovativa. 
 
Ma t'assicuro che per i giovani (io escluso conseguentemente), tal rivista è
davvero non più rappresentativa delle coscienze e dei movimenti. 
 
Con cordialità, e assoluta fermezza.
 
Luigi Pagliarini 
 
 
 


  _____  

Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per conto di Luisa
Valeriani
Inviato: giovedì 30 ottobre 2008 22.40
A: List on artistic activism and net culture
Oggetto: Re: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il
prezzo del pane ?


scusate, mi sento un po' in imbarazzo ad intervenire, perché è da poco che
seguo costantemente la lista, e non mi va di apparire come "sputasentenze".
però devo dire che i toni e purtroppo anche i discorsi che ho trovato qui, a
proposito di arte, mi hanno molto deluso. Forse non c'è tempo per fare
lunghe analisi, forse la scrittura corsiva rende più facile la battuta che
l'analisi, ma complessivamente non trovo sul tema interventi che si pongano
allo stesso livello di consapevolezza teorica che c'è in altri campi, e che
un network di attivisti -penso - potrebbe avere.
però qualche cosa vorrei dirla, magari velocemente, e senza costruire
gerarchie nel discorso, un po' random, diciamo:
- Politi è un benemerito, perché tra le istituzioni che si occupano di arte
contemporanea Flash Art è tra le più attive a socializzare le novità. per
novità intendo qualcosa che destabilizzi il sistema, non che lo confermi. E
rispetto ad altre riviste, ivi compresa la stessa Tema celeste, quando
c'era,  è stata sempre molto più disposta a mantenere "l'Informe" (per usare
una definizione di Bataille ripresa da Rosalind Krauss) che a ricostruire
"forme". Mi rendo conto che il discorso richiederebbe spiegazioni, che però
non posso dare ora (ma se non intervenivo anche così, al volo, non
intervenivo più...), ma basta accennare che , se consideriamo l'arte come
messa in forma autoriale di forme simboliche è qualcosa di cui forse non
vale più la pena nemmeno parlare.  Almeno qui, dove si parla peer to peer!
Diciamo che fintanto che per arte intendiamo la Bellezza esemplare,  il
monumento-memento da imitare, possiamo lasciarla tutta al Moderno. Però
l'arte non è solo questo, è anche qualcosa di eversivo rispetto agli
orizzonti culturali del mainstream (relativamente, eversivo!). E in questo
senso Politi è un benemerito, perché è il più coraggioso nel presentare il
nuovo. Che poi il sistema dell'arte sia anche sistema di valori finanziari,
che sia un mercato... beh, c'è da stupirsi? Quand'è che non lo è stato?  
- Se usciamo fuori del sistema dell'arte, fuori delle agenzie di
socializzazione della Bellezza, allora dovremmo uscir fuori anche dalla
cultura dello schermo, che convoglia l'attenzione verso un punto focale
prospettico valido per tutti. Essere policentrici, dislocati e polivalenti.
Mobili. Porre al centro non l'arte, ma il godimento estetico, che si esprime
in diversi modi, disseminandosi in oggetti, luoghi, esperienze, che
trasferiscono la qualità nel quotidiano, senza stacchi tra alto e basso.
Creando feticismi liberati e liberanti.
- Feticismi  che erano già tutti attivi nei processi  del collezionismo, che
non è affatto una parolaccia, ma, anzi, la prima modalità di approccio
all'oggetto che partisse non da un valore "oggettivo" dello stesso, ma da
un'emozione soggettiva. Benjamin e il saggio su Fuchs insegnano. Fuchs
collezionava pornografia: robaccia, dal punto di vista del conoscitore
d'arte! ma lo specialismo è anch'esso una forma di mediazione, e non
dovrebbe interessare una cultura dell'immersione, dell'immediatezza, del
consumo..., a meno che non sia dettato proprio dalla passione, da un
atteggiamento da fan... un po' come quelli che collezionano Gormiti,
appunto! chi colleziona gormiti è già molto oltre l'idea di un'estetica
condivisa, non teme la censura perché segue la sua passione e non pretende
di dettere le regole a nessuno. E' molto più vicino lui all'estremismo della
creatività estetica nell'epoca delle reti che l'adoratore domenicale del
museo che cerca l'Arte con l'A maiuscola! Lui è un bricoleur di pezzi che
lui stesso mette insieme, creandosi il suo personale frame di godimento
estetico; mentre chi va al museo per tenersi aggiornato perpetua un'estetica
che non ha contribuito a creare... Poi, naturalmente, anche l'andare al
museo può essere un'attività feticista, può essere l'espressione di una
creatività nei consumi, può essere un frame per la propria esperienza
dell'Altro... ma non per gerarchie date! 
Scusate, devo proprio andare, magari se interessa il discorso lo
riprendiamo.



Il giorno 30/ott/08, alle ore 21:11, bellafonte at libero.it ha scritto:


già gli uomini.....

e le donne? creatività femminile? in cucina e a letto?

bah...

----Messaggio originale----
Da: netfuturista at yahoo.it
Data: 30/10/2008 19.23
A: "List on artistic activism and net culture"<aha at ecn.org>
Ogg: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il prezzo
del pane ?



È giunto il momento di abbattere l’odiosa innaturale ridicola distinzione
tra "artisti" e "non artisti". Questa distinzione non solo oggi non ha alcun
fondamento nella realtà, ma presuppone una visione profondamente cupa
dell’umanità intera.
Non esistono artisti e non artisti. Esistono soltanto uomini. Tutti dotati
di creatività. La differenza sta soltanto nella misura di tale creatività.
Non più artisti e non artisti, ma uomini più o meno creativi.
Bisogna quindi liberare gli uomini che oggi si sentono “non artisti” e
portarli a sbloccare la loro creatività repressa.
Bisogna allo stesso tempo liberare anche gli uomini che oggi si sentono
“artisti”, farli scendere dal piedistallo e spingerli ad una maggiore
spontaneità creativa.



--- Mer 29/10/08, Luther Blissett <blissett at live.it> ha scritto:


Da: Luther Blissett <blissett at live.it>
Oggetto: R: [aha] Direttore Politi , ma si è accorto che è aumentato il
prezzo del pane ?
A: aha at ecn.org
Data: Mercoledì 29 ottobre 2008, 18:34


Premessa umiliante: la distinzione tra arte e vita è roba da archeologia
dell’obsolescenza. Esempio significativo: la piattaforma di questa
newsletter è l’attivismo, ovvero la ragion pratica, senza distinzioni tra
arte, politica, tecnologia, ecc.

 

Io non mi chiedo cos’è l’arte: mi chiedo cosa sono io, perché cazzo esisto,
come cristo devo agire.
La vita appare mediocre e affettata come un TV generalista? Ecco che l’arte
mi viene in soccorso suggerendomi un’estetica dei miei pensieri e dei miei
comportamenti, fornendomi un modus, uno stile per vivere e per morire.
Il mondo è un’opera d’arte senza senso e fine a se stessa, e lo siamo anche
noi. <<Un'opera d'arte infatti non ha contenuto, come non ha contenuto il
mondo. Entrambi esistono. Entrambi non hanno bisogno di giustificazione, e
non potrebbero assolutamente averne>> (Sontag). La vanità è quindi
l'atteggiamento adatto per tutto ciò che è vano e vacuo. <<Vanitas vanitatum
et omnia vanitas>> (Quoelet).
L’arte è originalità, ricerca, sperimentazione. L’arte mi aiuta a non
annoiarmi, mi da l’illusione di avere uno scopo; ed è l’avanguardia il mio
scopo, la sprezzatura, la ricerca di un’eleganza etica, di una bellezza
morale.
Tutto il resto è Politi.

 

Per una più ampia trattazione cfr, Luther Blissett, Vangelo Nichilista, in
particolare pagine 120-128
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