[aha] Coordinamenti e ahacamp

gadda1944 at libero.it gadda1944 at libero.it
Mon Jun 9 18:31:04 CEST 2008


Proprio perché non ho nessuna polemica da fare con nessuno né da scrivere mail 
in privato scrivo in lista, ma cambio intenzionalmente thread.

Temo che sulla 
proposta di Simona stiano nascendo equivoci, e sarebbe bene chiarirli. La sua 
idea di un coordinamento, di un luogo di scambio di idee tra festival e 
rassegne di cultura digitale in Italia mi pare giusta, e credo che l'ahacamp 
potrebbe ospitare un seminario o un workshop al riguardo. Però non credo che 
aha, in quanto lista, dovrebbe essere uno dei soggetti di questo coordinamento, 
per le ragioni che ha spiegato così bene Tatiana (che ovviamente era la persona 
più adatta a farlo), ragioni nelle quali mi riconosco al 120 per cento.

Questa 
lista è, in senso molto lato ovviamente, un soggetto politico, un posto 
(virtuale e a volte anche fisico) di scambio di idee e di informazioni, di 
elaborazioni, di riflessioni, di confronti. Ma non ha una "poetica" precisa, 
nel senso che non sostiene una o un'altra tendenza, uno o un altro "autore" 
(individuale o collettivo), nell'ambito ovviamente delle lettere dell'acronimo 
che ci definisce (activism - hacking - artivism): possiamo discutere tra noi se 
ci piace di più Jaromil o Gazira Babeli, ma non c'è nessuna posizione ufficiale 
o condivisa della lista su questioni come queste. Nello stesso modo non credo 
che sia utile costruire una "posizione della lista" su specifiche opzioni di 
politica culturale negli ambiti che ci interessano. Dentro alla lista ci sono 
diverse persone che organizzano festival o rassegne, e credo che siamo tutti 
contenti se ci informano, anche in anteprima, sulle cose che fanno. Io sono 
contento anche se queste persone vogliono informarci prima, o propongono alla 
discussione della lista addirittura le opzioni dei loro festival e delle loro 
rassegne. La lista può essere anche questo, ma poi, se PEAM, ToShare, Milano in 
digitale, Degradarte o chi altro sente l'esigenza di coordinarsi, dovrebbe 
avere un suo ambito specifico dove farlo.

Questo anche perché, come è emerso 
bene da vari interventi, fare un festival implica in genere questioni di 
finanziamento che passano (in Italia) prevalentemente attraverso gli enti 
locali (più raramente i Ministeri), e pone quindi il problema del rapporto con 
le istituzioni. Ora, è ovvio che anche l'underground più radicale, l'open 
source più incallito, l'autonomo più incazzato, ha tutto il diritto di 
intrattenere rapporti con le istituzioni, visto che i festival costano e i 
soldi li hanno loro. Ma il modello e la pratica che ci viene dalla nostra 
storia è un altro, ed è sostanzialmente quello degli hackmeeting, dove non c'è 
filtro, non c'è commissione che decide quali progetti o quali opere ammettere e 
quali no, ma nsolo la discussione libera e collettiva - non ci sono 
finanziamenti pubblici e tutto è rigorosamente autofinanziato. Come stiamo 
facendo per l'aha|camp. Io, per le cose che hanno il marchio "aha", vorrei 
questo modello, e non altri.

Una volta chiarito questo, è ovvio che possiamo 
avere rapporti con tutte le istituzioni che vogliamo, in primo luogo le 
università, ma soprattutto perché lì ci sono gli studenti e qualche professore 
(sottolineo: qualche) che è interessato ai nostri temi e ai nostri metodi. Ma 
solo se conserviamo questa autonomia. Per questo, fra l'altro, penso 
personalmente che il coordinamento costruito da Monico, Tozzi e altri fra Naba, 
Carrara, Brera e altre istituzioni c'entri poco con il coordinamento a cui 
pensava Simona (anche perché, come avete visto, ha un protocollo giustamente 
[dal loro punto di vista] ferreo, limato dai consigli d'amministrazione delle 
varie accademie etc), ma questo non è un problema che riguarda la lista e 
perciò penso che non ci interessi discuterlo qua. 

Se no, sempre per non fare 
nomi, rischiamo di trasformarci nell'ennesima MGM :-]]

Scusate la lunghezza,


gadda




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