R: Re: R: Re: Re: R: Re: [aha] come fare con la deficiente morandi?

... chiudix at autistici.org
Sun Dec 14 11:00:53 CET 2008


e la cosa piu inquietante, come sto leggendo dall enciclpedia la matematica
dell enauidi (vol 2) è che la simulazione, anche quella dell attentato
che ne so alla stazione di roma si basa a livello teorico sull ultima
equazione
quella sul clima di fine anni 50
https://www.universibo.unibo.it/forum/viewtopic.php?t=2469&sid=f293df2060a19efae30ca38c1a098c3e
http://www.google.it/search?hl=it&q=%22Esercizi+di+Simulazione+Numerica%22%2C+Martello-Vigo%2C+ed+Leonardo+&meta=&aq=f&oq=
http://it.wikipedia.org/wiki/Simulazione
non so se hai mai giocato a fly simulator, bene non può
certo paragonarsi al patentino di un hostess imho
ti lascio qeust post per intero da un mio vecchio blog,
tanto non credo che il terrore come dice l esercito
può vincere la paura e la morandi oggi è l esercito...

Please read the FAQ at  http://www.tux.org/lkml/
l idea del doppio buco delle belle donne pink hacker  "a pecora"
da un mio vecchio blog
rapetto l odiatissimo
http://www.rapetto.it/rapetto%20ter%20test.swf
http://www.nunziatella.org/tenente_colonello_umberto_rapett.html

e poi il botta e risposta di somma con un finanziere e sempre lui

alla fine grossi che come al solito non capisce una sega:

Message: 6
Date: Thu, 08 Jun 2006 23:46:48 +0200
From: Emmanuele Somma <esomma at ieee.org>
Subject: [Discussioni] Dal blog di n?va: risposta di Luca De Biase
To: discussioni at softwarelibero.it
Cc: spina-digitale at xed.it
Message-ID: <44889AC8.9020606 at ieee.org>
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-15

Da
http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2006/06/ecosistema_rice.html#comment-18311319



Scritto da: Luca De Biase
<http://www.typepad.com/t/comments?__mode=red&id=18303076> | giovedì 8
giugno 2006 a 20:36
<http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2006/06/ecosistema_rice.html#comment-18303076>


Caro Ingegnere
grazie per il tempo che ci ha dedicato scrivendoci questo messaggio e
per le informazioni che non mancheremo di verificare e tentare di
interpretare. Non c'è peraltro dubbio che Rapetto sia un autorevole
esperto di sicurezza informatica che ha tutto il diritto di esprimere il
suo modo di interpretare la notizia. In ogni caso, nel numero di Nòva
che ha in mano c'era un pezzo molto importante di Lessig, fondamentale
pensatore del mondo dei diritti digitali e tra i promotori delle licenze
creative commons, e una discussione sulla capacità del peer-to-peer di
influenzare una decisione in materia di brevetti. Nòva segue la vicenda
dei diritti della rete con attenzione e, speriamo, con equilibrio, nella
consapevolezza che le regole vanno rispettate. Se poi le regole sono
considerate sbagliate vanno modificate seguendo un iter democratico e
non infrangendole. Questa è la teoria: la pratica storica insegna che
spesso queste considerazioni sono disattese. Ma è chiaro che non si può
neppure teorizzare l'illegalità come metodo per cambiare le leggi.
Insomma: il tema ci appartiene, siamo consapevoli del problema, abbiamo
spesso preso di petto la questione della network neutrality, sappiamo di
trovarci di fronte a un argomento importantissimo sul quale non si
possono avere opinioni superficiali. E cerchiamo di fare con correttezza
il nostro lavoro. Nei limiti delle nostre capacità.
Grazie ancora per il suo intervento
Luca De Biase




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Message: 7
Date: Thu, 08 Jun 2006 23:54:07 +0200
From: Emmanuele Somma <esomma at ieee.org>
Subject: [Discussioni] Dal blog di n?va: Pirati - basta la parola.
To: discussioni at softwarelibero.it, spina-digitale at xed.it
Message-ID: <44889C7F.4010509 at ieee.org>
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-15

Scritto da: Emmanuele Somma
<http://www.typepad.com/t/comments?__mode=red&id=18311319> | giovedì 8
giugno 2006 a 23:42
<http://nova.ilsole24ore.com/nova24ora/2006/06/ecosistema_rice.html#comment-18311319>

Caro Luca,

se qualcuno non avesse teorizzato l'illegalità come metodo di cambiare
le leggi, il novecento, un secolo in cui l'umanità ha certamente
mostrato il proprio volto peggiore, non avrebbe conosciuto la
nonviolenza, l'India non avrebbe abbracciato il più grande dei suoi
leader politici e l'umanità stessa non avrebbe avuto una sola speranza
per affrontare problemi, permettimi, ben più gravi di quelli di quattro
aziende atterrite dal fatto di perdere comode rendite di posizione.

Puoi "credere" il contrario, ma permettimi di dissentire dal tuo
giudizio senza dubbio poco meditato.

Cerchiamo di porre le cose sotto una giusta luce (e va senza dire che
anche solo star qui a parlarne significa accreditare a nòva la capacità
di essere all'altezza di questo, proprio per quell'attenzione che pone
nel seguire queste vicende, come dici, che è innegabile e apprezzabile).

Il quadro è a me molto chiaro: le norme che vietano *tutto* e che
modellano un nuovo diritto della proprietà intellettuale come lo
vorrebbero quelli che io ho chiamato, mutando un'espressione cara al
nostro Ernesto Rossi, i 'padroni del vapore digitale' semplicemente non
esiste ed è contraddetto, caso dopo caso, dalle leggi, dai giudici e
dalle corti.

La posizione dell'anti-pirateria su questo è fin troppo debole.

A costo di sembrare immodesto ti chiedo di leggere questo mio vecchio,
ironico, articolo in merito http://www.exedre.org/proudhon.
Anche tu credi che la proprietà privata è un furto?

Non esisteva quella legge repressiva e brutale a cui faceva riferimento
la BSA nel 2000 con il suo spot e pertanto fu condannata, come non
esiste -in Svezia come in Italia come in Europa, oggi- una qualsivoglia
norma scritta che giustifichi violazioni così esagerate dei diritti
civili che stanno dietro al raid di TPB.

Possiamo chiederci come mai non esista ancora, invocarne l'esistenza,
brigare sottobanco perché i nostri politici boccaloni che la propinino,
essere contenti della sua assenza o quant'altro. Fatto sta, che la
notizia nel fatto, se c'era, era quella che un'organizzazione privata
extra-europea sia così potente da riuscire a fare pressione tramite il
proprio governo nazionale su un governo europeo perché violando molte
regole scritte del proprio parlamento, stracciando la separazione dei
poteri, annientando il diritto, e usando infinite risorse pubbliche
DEBBA A TUTTI I COSTI abbattere il nucleo promotore di una
consapevolezza politica circa la debolezza intrinseca delle posizioni
anti-pirateria.

Io ritengo «scandaloso» che il riflesso di questo immane problema di
diritto transnazionale riverberi sulle pagine di nòva tramite un
feuilleton d'appendice sulle scorrerie barbare di pirati d'alto bordo
che trasuda idelogismo e parzialità. Dimmi che non è vero!

Qui, quindi, non si sta neppure parlando della coerenza di una posizione
politica basata sulla disobbedienza civile, ma proprio dell'assenza del
crimine (anzi per essere precisi del reato) che spesso si imputa ai
cosiddetti pirati.

Si sta discutendo se sia opportuno affrontare un discorso con tali
poderose implicazioni sociali, filosofiche, giuridiche e civili con i
mezzi soliti della democrazia (ad esempio, fondando un partito seppure
chiamato 'dei Pirati') o se dobbiamo accettare che il modo più moderno
di farlo sia per mezzo di spot televisivi come quelli della BSA o, mi si
permetta, articoli giuridicamente infondati, tecnicamente fuorvianti e
scientificamente risibili come quelli di Rapetto (sulle cui qualità
personali scientifiche e professionali io non ho dubbi).

Mi posso permettere di far pendere il mio personale piatto dell'
"inciviltà" su quanto sta mostrando l'Italia, proprio sulle pagine del
vostro giornale, come al tempo avvenne sulle TV, piuttosto che quello
che avviene in Svezia?

Inoltre, cosa ancora diversa. La mia domanda è: che siano pure, ammesso
e non concesso, pirati conclamati della peggior specie. Deve valere o
meno la presunzione d'innocenza anche per costoro? O basta la parole
'Pirati' e invece per questa classe di ignobili criminali "Il Sole 24
Ore" ha deciso che si possa far saltare ogni limite morale e passare a
condanne spicce e sommarie? Nomi e cognomi, foto con manette e annessi
lanci di monetine fuori dalle case?
Possiamo passarli direttamente per le armi o vogliamo dargli uno
straccio di diritti da imputati di stati civili pure a questi?

Ritengo molto grave il tono e il modo con cui nòva ha affrontato la
notizia, tanto da pretendere -da cittadino qualsiasi, quale al massimo
posso vantare di essere- scuse ufficiali -con lo stesso spazio e nella
stessa posizione dell'articolo di Rapetto.

Un codice deontologico ve lo imporrebbe, ma come dici tu... in teoria.

So perfettamente che nòva segue con attenzione questi temi, per questo
quell'articolo figura come una nota totalmente dissonante, che stavolta
ha proprio passato il segno, in una sinfonia generalmente ben orchestrata.

Anche perché se la soluzione dei problemi di sicurezza informatica è
quella di creare sempre nuovi crimini (e in presenza di proposte come
quelle dell'articolato Tanga non c'è certo da star tranquilli), e quindi
scaricare sempre di più sulla collettività i problemi *privati* delle
aziende, allora siam bravi tutti a fare gli esperti di sicurezza: basta
gridare "al ladro! al ladro!" e aspettare che il poliziotto ti prenda il
'criminale'.

Ma il costo economico e sociale di questa deresponsabilizzazione di chi
dovrebbe fare sicurezza chi lo paga?

Questo è forse la cosa che più fa indispettire.

È facile proporre soluzioni i cui altissimi costi economici vengano
scaricati sulla società nel suo complesso.

Iniziamoci a chiedere (e forse voi giornalisti dovreste iniziarlo
veramente a chiedere) se chi le propone stia facendo veramente il
proprio mestiere o non stia giocando a scarica barile.

Io personalmente valuto così questi tentativi e mi piacciono sempre meno
(non che mi siano mai piaciuti molto, in verità), mentre sempre di più
mi piace un diritto d'autore 'onesto', una competizione libera da
'proprietà intellettuali', da brevetti sulle idee che servono solo a
creare rendite di posizione e non remunerare impegno e merito. E non mi
piace affatto che gli stati continuino a sprecare immani risorse
pubbliche per risolvere i problemi privati di pochi grandi gruppi
industriali. Vorrei inoltre che l'informazione possa circolare il più
liberamente possibile, per diventare conoscenza e ricchezza
intellettuale per tutti.

Accidenti, ho appena declamato il programma politico del Partito dei
Pirati...  domani mattina suoneranno presto alla mia porta e, come si
dice, non sarà il lattaio.

Pirati, già... basta la parola.
Emmanuele 'exedre' Somma


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Message: 8
Date: Fri, 09 Jun 2006 01:28:08 +0200
From: Francesco Potorti` <pot at potorti.it>
Subject: Re: [Discussioni] a proposito di "Pirati in cerca di voti" su
n?va 8 Giugno 2006
To: "Discussioni sul software libero." <discussioni at softwarelibero.it>
Message-ID: <E1FoTv6-0006li-00 at pot.isti.cnr.it>
Content-Type: text/plain; charset=iso-8859-1

Emmanuele Somma:
>Avreste pubblicato una foto completamente mancante di un contenuto,
>senza nulla sullo sfondo e completamente senza contrasto; insomma alla
>vista completamente grigia? Allora perché trovo a pagina 2 di nòva di
>oggi sotto il titolo 'Pirati in cerca di voti' uno spazio vuoto?

Al solito, i miei più vivi complimenti per l'impegno, per la competenza
e per il modo.


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Message: 9
Date: Fri, 09 Jun 2006 01:28:21 +0200
From: "Nicola A. Grossi" <k2 at larivoluzione.it>
Subject: [Discussioni] La propriet?
To: discussioni at softwarelibero.it
Message-ID: <20060608232821.14581.qmail at webmaild.fe1.aruba.it>
Content-Type: text/plain; format=flowed; charset="iso-8859-1"

Somma dice: 

"Se proprio vogliamo tornare alle rivoluzioni facciamolo come si deve, 
allora. Come avvenne nel 1791 durante la Rivoluzione Francese, a cui la 
Storia riservò forse miglior sorte dei vaneggiamenti prudhoniani, facciamo

in modo di garantire il diritto di sfruttamento economico per soli cinque 
anni tutelando fortemente il diritto di paternità dell'opera d'ingegno 
contro il plagio." 

Somma sale in cattedra ed indica la strada per la rivoluzione parlando di 
vaneggiamenti "prudhoniani" (proudhoniani, magari): "facciamo in modo di 
garantire il diritto di sfruttamento economico per soli cinque anni 
tutelando fortemente il diritto di paternità dell'opera d'ingegno contro
il 
plagio". 

Mi piace soprattutto quel "fortemente": pene corporali per chi plagia?
Ma quello che scrive Somma è tutta farina del suo sacco o è un insieme di

citazioni, di pensieri altrui (quelli sì, davvero sommi)... ?
E chi scrive un codice non è forse assai spesso un plagiatore addestrato 
alla scuola del plagio? 

Non sarebbe forse il caso di ridisegnare giuridicamente e magari anche 
socialmente il conceto di plagio anziché auspicare la "ghigliottina" per 
chi, come Somma, del resto, rielabora il pensiero altrui trovando nuove 
straordinarie soluzioni? 

Infine, credo che il discorso sui diritti reali andrebbe più correttamente

inquadrato sui diritti connessi, fortemente potenziati dall'EUCD.
DRM e diritti connessi sono oggi la rappresentazione del potere di chi 
massimizza il profitto rubando denaro (mentre un plagiatore utilizza idee, 
non le ruba: considerare come materiale un bene immateriale, questo
dovrebbe 
essere premiato con la "ghigliottina"!). 

Concludo ricordando a Somma che Proudhon, che ha un pensiero assai più 
variegato di quello da egli sommariamente descritto, disse anche che "la 
proprietà è libertà". 

Quindi c'era forse un modo più diretto per utilizzare (rectius: plagiare)
il 
pensiero di Proudhon, c'era una soluzione più efficace per farlo rivoltare

nella tomba... ma questa soluzione appartiene alla logica delle infinite 
possibilità, che è anche la logica dell'arte, in cui il plagio, come dice
un 
mio amico, è necessario. 

La creatività opera anche attraverso il plagio; una frase illuminante è:
"mi 
è venuta in mente un'idea per un plagio". 

Quando nacque con dada l'arte concettuale, fu chiaro al mondo intero che un

ready made (un oggetto già pronto come uno scolabottiglie, come una ruota
di 
bicicletta, come una macchina per il caffè... in realtà simboli ermetici)
o 
un dipinto assai famoso con un elemento aggiunto (come La Monnalisa di 
Leonardo con i baffi ed un anagramma alla base) potessero essere arte ed 
originalissima arte proprio perché l'arte non è un oggetto, ma un
concetto! 

E dopo un secolo dal grande outing dada e dalla grande conquista di questa 
consapevolezza ancora parliamo di plagio, come se l'arte fosse una mucca da

da ciucciare e fare a pezzi. 



perciso che salvatore somma lo conosco dato che è di avellino e con lui ho
incontrato
antonella beccaria per via di un libro sulla sco etc. etc.
 

On Sun, 14 Dec 2008 01:57:19 +0000, ... <chiudix at autistici.org> wrote:
> 
> 
> 
> On Sun, 14 Dec 2008 02:21:02 +0100 (CET), "robertobertolio at libero.it"
> <robertobertolio at libero.it> wrote:
>> Ciao, è un po tardi ma in casa il pc è molto conteso. Non so cosa vuol
>> dire 
>> essere vittima di una simulazione e inoltre sono un cane col computer,
> ho
> 
>> provato ad aprire il link,credo si chiami così,ma il pc mi ha detto
>> "pagina non 
>> trovata".
> http://sensperiodit.noblogs.org/summary.php
> "Osservare attraverso il computer: l'educazione nella cultura della
> simulazione"
>
http://www.fondazionebassetti.org/toutsetient/blog/2004_02_01_archive.htm#107592115370131946
>  
> L'idea di un progetto comune mi è nata da due anni di
>> osservazione 
>> dell'attività di dissenso che viene svolta. A parte i numerosissimi
>> deliri, non 
>> ho riscontrato nulla che smuovesse la base per orientarla a un lavoro di
>> team 
>> transregionale,cioè la realizzazione di un prodotto del dissenso su 
>> scala 
>> nazionale da esprimere simultaneamente su tutto il territorio.
>> Naturalmente 
>> occorre una visione ampia del problema, non solo una manifestazione del
>> disagio 
>> espressa isolatamente e naturalmente occorre la coscienza che tutti i
>> partiti 
>> politici sinistra compresa,con il vaticano, hanno operato e operano per
> la
>> 
>> realizzazione del "piano di rinascita democratica" di cui berlusconi e
> il
> 
>> centrodestra sono gli attuatori con il tacito consenso della sinistra,
> il
> 
>> "compromesso storico ha sancito questo patto ai danni della popolazione 
>> italiana. MI chiedi se è una cosa seria, l'idea è seria, bisogna
> vedere
>> quanto 
>> viene diffusa e quanto viene recepita, questo è uno studio di
>> fattibilità, ho 
>> rivuto solo la tua risposta che ha soppesato il contenuto di ciò che ho
> 
>> scritto, non è incoraggiante, ma mi scoraggerò eventualmente in
> seguito.
>> ciao 
>> roberto.
>> p.s. ho provato a fare un mailing agli indirizzi negli elenchi ecn ma 
>> il pc mi rispondeva indirizzi introvabili o qualcosaltro. la mia e-mail
> è
>> 
>> attiva per comunicazioni fuori lista.ciao
> precisata la lettura dei due link che ti ho lasciato posiamo procedere
> a risentirci anche in e mail fuori dalla lista.
> qui non applicano neanche il semplice taglio di frasi delle precedenti e
> mail
> eppure alcuni insegnano all università :D
> una volta ho visto iaconesi quotato su hackmeeting dove scrivo invece
> benino
> e breve.
> difatti se la morandi si iscrivesse li sarebbe bannata dopo la prima e
> mail.
> ok ci sentiamo in privato dammi il tempo di riposare. buona alba ciao
> lele
> sens.ti
> 
> 
> 
> _______________________________________________
> AHA mailing list
> AHA at ecn.org
> http://www.ecn.org/mailman/listinfo/aha
> List on artistic activism and net culture
> More info on: http://www.ecn.org/aha 
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> http://www.ministeroistruzione.net



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