[aha] vi giro - LA FINE DELL'ANTROPOLOGIA

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Sun Aug 17 17:47:32 CEST 2008


*L'arte come azione e non re-azione* : www.accademiabelleartibologna.eu
il portale  nasce nell'ambito delle attività del'hacklab all'interno 
della consulta degli studenti, come sperimentazione di una piattaforma 
collaborativa di supporto alla formazione; è a disposizione degli 
insegnanti e degli studenti che se ne vogliono avvalere per condividere 
materiali, confrontarsi sugli argomenti e integrare le attività 
didattiche, sfruttando le risorse che il gestore di contenuti offre, 
essendo nato appositamente come piattaforma  e.learning.
Questo è un ottimo esempio che nasce dal basso, in completo accordo con 
le preoccupazioni esposte da Canavacci, ed evidenzia l'osservazione di 
Monico;
sia l'hacklab che il portale sopra esposto è una tesi di laurea di un 
ex-studente rappresentante della Accademia di Bologna (Davide Anni), 
come lavoro multimediale allegato alla tesi teorica sui nuovi media, 
tenuta con il docente di Antropologia Culturale di quest' ultima il 
prof. Roberto Daolio;
Segnaliamo che in seguito ad una performance di apertura del sito (31 
dicembre 2006), è nato un forte attrito fra lo studente e l'Accademia 
che di fatto rivendicava il nome (dominio), e tutti i diritti di 
copyright sui contenuti essendo quello ufficiale 
www.accademiabelleartibologna.it, ma di fatto dopo ripetuti richiami e 
lettere raccomandate, la tesi è stata svolta, ed il sito è  
completamente a disposizione dell' Accademia stessa, che malgrado non lo 
vede come un opportunità; Questo è un buon esempio di come l'arte possa  
stimolare re-azioni, e come le nuove tecnologie siano al servizio di un 
attivismo acuto ed intelligente, colpendo nei punti deboli le 
istituzioni che di fatto non hanno capacità di azione sui meccanismi dei 
nuovi media.
Cocacolas Company ---brandhijacker---



francesco monico ha scritto: Sono molto felice che alcuni studenti Naba 
abbiamo interagito con la lettera di Canevacci e le risposte, 
riflessioni. E' vero che la Naba ha molte facce, avevo cercato di 
comunicarlo anche nella mia mail, tra le righe, gli studenti l'hanno 
evidenziato. L'importante è discutere di quello che sta avvenendo: una 
classe di docenti sta portando avanti il loro modello didattica-workshop 
basato sulle regole lavoro-comunicazione-nome di fama ovvero didattica 
che si giustifica con le ricadute sul lavoro (a breve termine) e di 
comunicazione e docente di nome o per meriti creativi o per politica 
(che il più delle volte non gliene interessa molto di insegnare).

Ma un problema da evidenziare è anche la totale mancanza nel dibattito 
degli studenti. Infatti in Naba ben 3 anni fa abbiamo messo in piedi le 
elezioni del rappresentante degli studenti con il risultato che nessuno 
voleva essere eletto. Adesso siamo in piena attuazione della riforma e 
la Direzione ha voluto fortemente una presenza di studenti nel consiglio 
accademico, cosa che verrà attuata in breve, (se gli studenti reagiranno).

Io stesso dall'anno prossimo insegnerò Teoria delle Arti Multimediali al 
primo anno assieme a Marco Mancuso, Francesca Valsecchi proprio per far 
avere agli studenti una maggior consapevolezza del loro ruolo di artisti 
(antenne delle cultura) fin dal primo anno, e per condividere l'idea che 
'la consapevolezza oggi è un atteggiamento politico', immaginando 
l'accademia come un dispositivo politico (che sarà il tema del prossimo 
simposio New Media Art Education & Research 2009). Spero che con queste 
azioni gli studenti si sveglino e inizino a partecipare al dibattito 
critico generato dall'accademia. Oggi c'è la totale latitanza degli 
studenti quali interlocutori, solo, come al solito, i gruppi cattolici, 
si sono organizzati in rappresentative, ai quali in quanto direttore 
devo dare il massimo ascolto.

Trovo molto corretta la considerazione di Natasa sulla moltitudine delle 
specie e sul fatto che ogni studente ha una propria dimensione spazio 
tempo che lo porta ad avere momenti  e modi di apprendimento differenti 
(la penso proprio così anch'io), inoltre io stesso all'università mi 
sono costruito il mio percorso, ricordo benissimo quando in statale 
leggendo de kerckhove, kelly, castells, mcluhan, nelson, bateson, i 
colleghi di filosofia mi snobbavano e come seguendo il prof giorello ho 
cercato di adattare il mio percorso di studi da storico a quello di un 
ipotetica storia delle idee, insomma il modello è aperto, come dice 
natasa poi sta anche allo studente cogliere le possibilità e costruire 
la propria strada e il proprio network. Il modello della Scuola di Media 
Design e Arti Multimediali è aperto, è un modello che abbiamo portato da 
Toronto dagli studi al McLuhan Program.

Riguardo alla posizione di Caronia va tutto bene ma sembra la posizione 
di george best quando gli chiedevano come si impara il calcio ... 
caronia è un eccellente professore, una delle meni più lucide, coerenti 
e serie che ho mai conosciuto, una velocità di pensiero che stupisce, e 
una tensione umana etica fortissima. Insomma parla contro la pedagogia 
ma è un bravissimo pedagogo.

Credo che il modello sarà sempre insufficiente e quello che deve sempre 
essere attivo è il dibattito sull'Accademia, che in questo dibattito 
debbano entrare gli studenti (che oggi in certe materie ne sanno di più 
degli stessi professori), che la teoria critica sia da considerare 
sempre superiore alla pratica al "learning by doing", che è un modello 
didattico complementare e necessario ma che a causa della 
'massificazione' della creatività è diventato modello politico per 
facili carriere anche accademiche.


Francesco

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