R: R: R: [aha] Verso un incontro di aha a Torino? Proposte
gadda1944
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Sun Dec 9 16:44:49 CET 2007
"Là dove c'è il pericolo, cresce anche ciò che salva"
Friedrich Hoelderlin
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Date : Sun, 09 Dec 2007 16:32:17 +0100
Subject : Re: R: R: R: [aha] Verso un incontro di aha a Torino? Proposte
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> > "Gli scienziati sono artisti del computer ante litteram, e le acquisizioni della scienza non sono una qualche forma di 'conoscenza oggettiva', ma modelli utili per manipolare ciò che è stato computato. Siccome la scienza è - in questo senso - una forma d'arte, può diventare un paradigma per tutte le altre arti."
> >
>
> e infatti su questo non ci piove.
>
> diverso è il discorso "laterale", che molti sembrano dare per scontato,
> ma che in realtà così scontato non è.
>
> lo scienziato/artista-artista/scienziato è una figura paracula. perchè
> da un lato se la canta e se la suona da solo e, dall'altra, è uno
> strumento perfetto per il potere.
>
> ovvero: se da un lato la scienza e la tecnologia sono liberatrici,
> abilitanti, attive (ecco che, in quest'istante, possiamo parlare di
> queste cose proprio grazie ad una tecnologia), dall'altro creano una
> situazione di dipendenza ed assoggettamento.
>
> il discorso, infatti, verte sempre più su un "centro" goedeliano: la
> frase "A e non A" la devi accettare per come è, indecidibile. Che, poi,
> su presupposti e contesti diversi, assomiglia molto al bispensiero
> orwelliano.
>
> se la scienza ci ha convinto dell'indeterminazione, la società ci ha
> convinto, tramite il consumo, ad accettare il bispensiero.
>
> l'indeterminazione non è nemmeno lontana di nostri beneamati bits'n
> bytes. Basta gurdre Shannon: quel "<" invece di "<=" nelle sue formule,
> e l'entropia nell'informazione, altro non sono che materializzazioni di
> una costante della realtà. l'indeterminazione, il caos. qualcuno lo
> chiamerebbe, tranquillamente, il mistico.
>
> perchè tutto questo è mistico, oltre che scientifico, artistico,
> sociologico e politico.
>
> c'era un bel libercolo di neil gaiman che parlava di dèi antichi (odino
> & co.) che si scontravano con dèi moderni (TV & Co.). Alla fine
> restavano tutti con un palmo di naso, perchè anche gli dèi nuovi, alla
> fine, se la facevano sotto.
>
> perchè il problema era la mancanza della dimensione mistica. la società,
> inscatolata nel consumo, regolata dal consumo, strutturata per il
> consumo, non dava spazio a nessuna forma di misticismo, di astrazione
> filosofica/religiosa/spirituale.
>
> e quindi tutti gli dèi, compresa TV e Media, erano in pericolo: di
> essere dimenticati, di essere sostituiti dal dio successivo, dettato
> dalla moda o dall'evoluzione tecnologica successiva.
>
> ora: se da una parte non me ne frega un cavolo del dio X o dio Y,
> dall'altro lato mi sembra evidente il fatto che questa modalità sociale
> porti ad una totale controllabilità. E questo vale anche per l'arte e la
> scienza.
>
> e, attenzione, non sto facendo un discorso positivo/negativo, sto solo
> rilevando una situazione di fatto.
>
> ora sì: la tecnologia ci consente di fare tante belle cose, di accedere
> a nuovi territori concettuali e pratici, di aumentare le nostre
> possibilità e la quantità/qualità/modalità di informazioni che
> trattiamo, ma la dimensione non-mistica della società in cui siamo non
> ci porta da nessuna parte, perchè siamo vincolati ad un modello di tipo
> consumistico.
>
> ciò non vuol dire che non possano venir fuori cose interessanti, o
> belle, o "illuminate". Anzi, tutt'altro. E' solo che il tutto è basato
> su una illusione di fondo, quella della libertà, che non c'è più, visto
> che se n'è andato Mr.Misticismo.
>
> che poi, ma quanto toccherebbe scrivere ancora, il signor misticismo
> manco se n'è andato, in realtà. perchè sennò saremmo degli automi, come
> siamo, ma non saremmo poi così tristi e grigi come lo è la società
> contemproanea. saremmo, semplicemente, cablati e sorridenti, come tanti
> bei manichini.
>
> quindi, per non scrivere un'epopea
> frikketton-tecno-anarco-mistic-transavanguardist-cyber-situaz-punk-osa,
> più di quanto non abbia già fatto, che si fa?
>
> si cerca di non cedere agli slogan, di studiare la scienza e la
> tecnologia, per coglierne essenze e possibilità, e di non cedere, per
> quanto possibile, al consumo, e all'illusione.
>
> questa è, paradossalmente, una buona definizione di scienziato. e di
> artista.
>
> peccato che occorra anche tirare a campare.
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