R: [aha] Io incubo di Politi...

clidats clidats at yahoo.it
Mon Dec 3 16:37:23 CET 2007


Va be..
Di qualcosa bisogna pur parlare!?!

-----Messaggio originale-----
Da: aha-bounces at ecn.org [mailto:aha-bounces at ecn.org] Per conto di Alessandra
Inviato: lunedì 3 dicembre 2007 9.49
A: aha
Oggetto: Re:[aha] Io incubo di Politi...

Senza offesa, ma Giancarlo Politi è un idiota (nel significato autentico e
derivato dal greco). Ancora non l'hai capito, Domenico? E' un piccolo uomo.
Un uomo a una dimensione. Rappresentante per eccellenza di questo sistema
economico (e sociale). 
La sua rivista ha molto di spettacolare e poco di... artistico? Mi
riferisco, ovviamente, ai contenuti. E poi, oggi è veramente possibile
parlare ancora di arte?
Comincio a dubitarne. Vedete un po' voi.



---------- Initial Header -----------

>From      : aha-bounces at ecn.org
To          : aha at ecn.org
Cc          : 
Date      : Mon, 26 Nov 2007 22:17:39 +0100 (CET)
Subject : [aha] Io incubo di Politi...







> Incredibile, Politi comincia a vedermi sul serio ovunque, mi è arrivata
> questa e-mail da parte sua:
> 
> 
> Re: Fwd: Senso unico
> Da: Giancarlo Politi (giancarlo.politi at tin.it)
> Aggiungi contatto
> Inviato:lunedì 26 novembre 2007 12.12.13
> A: amalia piccinini
> 
> Cc: artbartleby at yahoo.com; mariopesceafore at hotmail.it
> 
> 
> 
> 
> 
> CARA AMALIA, NON TI PREOCCUPARE, NULLA DI SERIO, SI TRATTA SOLO DI UNO
> SCIACALLO CHE VIVE A NAPOLI
> 
> Cara Amalia,
> 
> 
> non c'è dubbio, l'autore di questa lettera pretestuosa e volgare è uno
> pseudo artista che si firma "mariopesceafora" (e il nome ti dice tutto su
> questo personaggio: Gino De Dominicis mi diceva che nel nostro nome è
> scritta la nostra storia), personaggio squallido e perditempo, pseudo
> artista che vive nei bassifondi di Napoli e che a causa della sua nullità
> non riesce a entrare nel sistema dell'arte e per questo le tenta tutte,
> compreso fare il calunniatore e il cecchino anonimo. E' talmente vogliacco
> che non osa firmarsi, si serve di altri nomi o fa intervenire suoi
> complici, sottosviluppati come lui. E' l'unico che passa la sua vita da
> onanista sul web per individuare dove potersi insinuare per provocare e
> avere visibilità, non potendone avere come artista. E' uno dei più vili e
> squallidi perditempo che io abbia mai incontrato. Infatti questa missiva
> "non sense" che hai ricevuto (e su cui ho iniziato a evidenziare alcuni
> suoi tipici modi espressivi che lo identificano senza alcun dubbio) è
> tipica di questo sciacallo per poter entrare in contatto con qualcuno e
> magari iniziare un dialogo, che poi ti ritrovi in qualche blog per
> decerebrati. Ti ho già detto che i tuoi "diari" sono freschi, leggeri e
> frizzanti, qualcosa di diverso dal solito criticismo che io ospito e che
> rendono l'idea che mi sono proposto quando ti ho invitato: registrare cioè
> il difficile percorso di una giovane artista (italiana o no, fa lo stesso)
> in un oceano immenso come New York, dove la competitività è fortissima;
> modi di scrivere che il povero "mariopesceafore" invidia e per questo
> dileggia. Inoltre, secondo un'ottica giornalistica che io prediligo, e
> cioè la pluralità di informazione (quella stessa vocazione che mi portò,
> qualche anno fa, a invitare questo sciacallo a collaborare a Flash Art,
> ruolo a cui ben presto si rivelò insufficiente, non avendo nulla da dire,
> se non insultare qualcuno o cadere nel più becero turpiloquio), la tua
> voce, diversa dalle altre in Flash Art, è apprezzata da molti lettori. E
> cerco anche altri artisti che volessero come te, testimoniare le proprie
> esperienze, i propri incontri, i propri sogni talvolta spezzati, i propri
> successi piccoli e grandi. Invece questo topo di fogna che ti scrive ha
> impostato la sua attività di pseudo artista (e di pseudo uomo) sul
> ricatto, la provocazione, lo sciacallaggio. Ma nessuno lo prende sul
> serio, tutti lo evitano e lo cacciano. Lui così pensa di essere importante
> e continua a imperversare sui blog delle periferie italiane.Buon lavoro
> Amalia, continua a scrivere così e a lavorare nel modo serio che conosco.
> Giancarlo Politi.
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> Cara Amalia Piccinini,
> 
> Sto scrivendo un saggio sull'arte italiana degli ultimi vent'anni e
> per dovere di cronaca ho letto (per puro caso e con estrema fatica) il
> suo testo riguardo la mostra Senso Unico al PS1 e non sono riucito a
> trattenermi dal risponderle.
> 
> Vista la qualitá del suo pensiero non mi prenderó il disturbo di
> sforzare troppo il mio (napoletanismo), ma sento di doverle scrivere
> perché sono
> sbalordito dalla sua stupidaggine e dalla sua ignoranza sia artistica
> che grammaticale e piú ancora dal fatto che osi e che le venga
> permesso di esercitare questi suoi talenti pubblicamente.
> Mi domando come una giovane artista non affini il proprio mestiere e
> si metta ad improvvisarne un altro. E ancora, perché un'artista che si
> improvvisa scrittrice e critica si sente in obbligo di mettere in
> pessimo italiano pensieri mediocri dando importanza a cose che non ne
> hanno, come questa penosa mostra che pretende di rappresentare cose di
> cui non ha la piú pallida idea? (Tipico dicaterinismo)
> Non ho risposte. Conoscendo bene la realtá artistica e sociale sia
> italiana che americana posso dirmi solo che quello che vedo e ció che
> leggo altro non sono che lo specchio di questi tempi arroganti e
> viziati in cui si puó pensare che tutto sia permesso solo per il fatto
> che abbiamo a portata di mano strumenti che tutto ci permettono (tipica
> espressione napoletana).
> E' inutile che faccia il maestro elementare, ma nel suo caso mi
> permetto di notare che lei nota cose note solo a lei; "il noto orso
> giallo di Paola Pici", i "...suoi noti ricami (di Angelo Filomeno)..."
> e che grammaticalmente ha grande facilitá nell'usare averbi o
> superlativi per non dire nulla (che cos'é la "...raffinatissima
> contemporaneitá..."?) in un italiano sconcertante che avrebbe fatto la
> felicitá della Gialappa's band (... si e' posto di pensare...come
> anche le altre cose che ho visto a questa mostra...?). A parte la
> grammatica sono inquietanti anche le sue impressioni. Non vi é nulla,
> ma proprio nulla nel suo discorso che analizzi l'oggetto arte o che
> approfondisca minimamente la percezione di ció che banalmente vediamo
> e oltre tutto, la filosofia che spaccia é talmente sempliciotta da non
> essere credibile.
> 
> Mi pare inutile addentrarsi in un confronto sui lavori e sugli artisti
> perché lo stato delle cose non lo permette. Il filo del suo discorso é
> come il titolo della mostra: a senso unico ed é quello che avrebbe una
> massaia piccolo borghese in giro per un supermercato, attirata dai
> colori radiosi e dalla musica delle pubblicitá che finalmente la fanno
> riflettere su questioni fondamentali, come "...sulla doppia
> personalita' e sui desideri nascosti di tante persone". Tollerante in
> maniera quasi bigotta, fino al punto da concedere agli artisti la
> redenzione, macari (come direbbe Camilleri) "...dopo aver visto un
> solo show di ognuno di questi artisti, allora sono sicura che avrei
> modo di apprezzarli tutti..."
> 
> La spesa come la visita di una mostra, un momento importante, cara
> Signora, tanto da riportarlo sul proprio diario e renderlo pubblico
> perché é fondamentale confrontare le proprie idiosincrasie con quelle
> degli altri e speculare sullo spreco d'energie, di mezzi e di tempo
> che si puó permettere chi ne ha da buttare. Non importa l'oggetto. Che
> sia un orso con piume da pulcino o un ricamo di dubbio gusto o il
> video che si occupa "delle tante fantasie di cui e' capace l' uomo
> contemporaneo" (soprattutto fantasia originale e fondamentale, come il
> travestimento). L'importante é che il soggetto sia la piú stupida e
> originale provocazione possibile per distrarre lo spettatore, come in
> uno spettacolino berlusconiano.
> 
> Cosí si crede di diventare militanti politici e sociali scomodando i
> morti di Darfur con belle modelle nere in un video da premio Furla
> ovviamente sponsorizzato e soprattutto da un osservatorio
> privilegiato, dietro un carrello della spesa al supermercato o
> discutendone in qualche lingua esotica in chiesa o in classe durante
> una pausa della lezione di Larry Poons.
> 
> Che ricchezza visiva e di pensiero hanno da esportare l'arte e la
> cultura contemporanea italiane!
> Per fortuna che vi sono paladini come lei o come gli artisti invitati
> a rappresentare l'arte contemporanea italiana in prima linea qui a New
> York al Ps1!
> Nessuna dietrologia, mi raccomando, nessuna lettura tra le righe o
> anacronismi macchiavellici, che sono cose del passato. Avanti,
> socialisticamente parlando. Ovviamente per i propri interessi, per se
> stessi, ovviamente con molti avverbi e a senso unico!
> 
> Io non ho piú parole.
> Suo
> 
> Julian Bartleby
> 
> 
> 
> ________________________________
> Be a better pen pal. Text or chat with friends inside Yahoo! Mail. See
how.
> 
> 
> 
> 
> -- 
> 
> 
> Giancarlo Politi/Flash Art
> Via Carlo Farini, 68
> 20159 Milano Italy
> Tel. ++39 02 688 73 41
> Fax ++39 02 66 80 12 90
> email: giancarlo.politi at tin.it
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> PLEASE SEND US YOUR FRIEND'S EMAIL ADDRESSES TO GET OUR NEWSLETTER
> 
> 
> PER FAVORE INVIATECI GLI INDIRIZZI EMAIL DEI VOSTRI AMICI: RICEVERANNO LA
> NOSTRA NEWSLETTER CON NOTIZIE E INFORMAZIONI ESCLUSIVE.
> 
> 
> Contemporaneamente mi è arrivata questa di Julian Bartleby che non so chi
> sia, difende le mie ragioni ma ho la sensazione che a questo punto io
> servo a qualcuno per parlare d'altro:
> 
> 
> Re: Fwd: Senso unico
> Da: Julian Bartleby (artbartleby at yahoo.com)
> Potresti non conoscere il mittente. Contrassegna come sicuro |
> Contrassegna come non sicuro
> Inviato:lunedì 26 novembre 2007 17.16.54
> A: Giancarlo Politi (giancarlo.politi at tin.it)
> 
> 
> Cc: ; mariopesceafore at hotmail.it
> 
> 
> 
> 
> 
> CARO POLITI, LEI PRENDE FISCHI PER FIASCHI. IL SIGNOR MARIOPESCEAFORA NON
> C'ENTRA NIENTE.
> 
> Non ci salutiamo, ma ci conosciamo benissimo.
> Se ci salutassimo, non ci conosceremmo abbastanza.
> C'é anche il rispetto del disprezzo. (Non lo dice Gino, ma Leo)
> 
> Caro Signor Politi,
> 
> innanzitutto devo dirle che é un grande onore ricevere una lettera di mano
> e mente del proprietario e direttore della piú grande rivista
> pubblicitaria d'arte del pianeta. Dopo le pagine gialle, la sua
> pubblicazione é di sicuro la piú impressionante rassegna di parole che ci
> sia nel mondo dell'arte.
> Eppoi una lettera cosí raffinata (ora capisco la raffinatissima
> contemporaneitá della Piccinini) poco suscettibile e dal tono pacato che
> solo i grandi hanno, soprattutto in momenti cosí difficili.
> E ancora mi commuove la sua tolleranza e il suo appassionato patrocinio
> della pluralitá d'informazione in questo mondo senza informazioni e della
> libertá d'opinione di artisti/critici senza opinioni.
> Come vede un uomo della sua statura ha tutta la mia stima intellettuale,
> ma mi permetta di dirle che come investigatopo vale poco e la prego di
> lasciare in pace il povero mariopesceafora che non conosco e che non é il
> Ghino di Tacco che lei pensa.
> Mi spiace anche che scomodi la memoria del caro Gino a cui sono legato da
> profonda amicizia e stima, oltretutto per una citazione cosí misera, lui
> che era capace di ben altri voli. Ma dal momento che Bellinianamente l'ha
> scomodato lo useró anch'io.
> Pensi che quando giocavamo a carte al Privé (Via dell'Oca, Roma, via della
> Penna, Morante e di fronte Moravia, Tano, Via delle Mantellate, Mario;
> come vede le do qualche indizio) usava dire al riguardo che chi scomoda i
> morti é una carogna e se é vero che nel nostro nome è scritta la nostra
> storia, anagrammando il suo, curiosamente salta fuori proprio "il carogna"
> (giancarlo) o carogna li piloti (giancarlo politi) che si adatta molto
> alla direzione dei casi suoi.
> Quando poi Gino venne a New York per la mostra alla Rayburn Foundation
> ricordo che parlammo della sua rivista e del suo ruolo nel campo dell'arte
> internazionale. Rammento che parlando di lei, caro signor Politi, Gino
> ebbe a dire che "non si ha idea delle idee della gente senza idee" e
> un'idea che non trova posto a sedere é capace di fare la rivoluzione e
> questo mi fa spavento.
> 
> La ringrazio ancora per la sua onorevole attenzione.
> 
> Suo
> 
> Julian Bartleby
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