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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 class=entry-title>si fa strada nelle fabbriche e posti di lavoro e nelle
file del sindacalismo confederale.. lavoriamo per estenderlo </H1>
<H1 class=entry-title>MFPR</H1>
<H1 class=entry-title><A
style='href: "http://www.operaicontro.it/?p=9755745045"' rel=bookmark><FONT
style="size: 3" size=2 face="Times New Roman">Comitato Direttivo Cgil. E.Como:
Il ccnl FIOM è già un modello; l’8 marzo, sciopero.</FONT></A></H1>
<H1 class=entry-title><FONT style="size: 3"><FONT size=2><FONT
face="Times New Roman">....Peraltro, se come ci viene detto in tema di salario,
la strada potrebbe comunque essere quella di aggirare gli aumenti fissi e
praticare una politica contrattuale che punti all’aumento delle maggiorazioni
dei turni, degli straordinari, dei festivi o persino della qualità e della
professionalità, sarei ancora più in disaccordo. Si avvierebbe così una stagione
di contrattazione ancora più disarticolante, in cui verrebbero</FONT><FONT
face=Georgia><SPAN style="FONT-FAMILY: "> </SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: "><SPAN class=Apple-converted-space> </SPAN>premiati
solo alcuni e non altri e in cui aumenterebbero le differenze salariali. Primo
tra tutti aumenterebbe il già altissimo differenziale salariale tra uomini e
donne, che notorialmente sono quelle che fanno meno turni e meno straordinari e
sono più discriminate sugli aspetti legati a professionalità e
qualità.</SPAN></FONT></FONT></FONT></H1><B><FONT face=Georgia><FONT
size=2><SPAN style="FONT-FAMILY: ">Detto questo, passo facilmente al secondo
punto del mio intervento. Lo sciopero internazionale delle donne l’8
marzo.</SPAN><BR
style="FONT-FAMILY: georgia, helvetica, arial, sans-serif"><SPAN
style="FONT-FAMILY: ">Come sapete, la bellissima manifestazione del 26 novembre
ha lanciato la proposta di arrivare anche in Italia allo sciopero dell’8 marzo
contro la violenza e contro le discriminazioni sul lavoro. Si sciopererà in
altri 22 paesi nel mondo, come Argentina, Stati Uniti, Polonia, paesi diversi
dal punto di vista sociale e economico ma simili quanto alle persistenti
discriminazioni delel donne, dentro e fuori dai posti di lavoro.</SPAN><BR
style="FONT-FAMILY: georgia, helvetica, arial, sans-serif"><SPAN
style="FONT-FAMILY: ">Il movimento italiano protagonista di questo percorso, Non
una di meno, ha chiesto già da tempo ai sindacati di prclamare sciopero l’8
marzo. Hanno aderito subito varie sigle di base. Ragione per cui la copertura
per lo sciopero c’è già. Sarebbe però un segnale politico importante se la CGIL
aderisse e proclamasse a sua volta sciopero. E’ una grande occasione e sarebbe
un errore perderla.</SPAN><BR
style="FONT-FAMILY: georgia, helvetica, arial, sans-serif"><SPAN
style="FONT-FAMILY: ">Sarebbe del tutto coerente anche rispetto alla nostra
campagna referendaria: scioperiamo contro la violenza, per i salari delle donne,
per i loro diritti, contro le discriminazioni, ma anche per tutte quelle donne
che lavorano nelle ditte in appalto e con i voucher.</SPAN><BR
style="FONT-FAMILY: georgia, helvetica, arial, sans-serif"></FONT><SPAN
style="FONT-FAMILY: "><FONT size=2>Il movimento delle donne sta dando una
straordinaria prova di partecipazione e mobilitazione. Non facciamo finta di
niente. Tante lavoratrici, delegate e sindacaliste sono parte integrante di
questo movimento e parteciperanno comunque alla costruzione dello sciopero. Non
perda la CGIL questa grande occasione. Proclami lo sciopero generale l’8
marzo.</FONT> ..</SPAN></FONT></B>
<DIV class=entry-author> </DIV>
<DIV class=entry-photo><IMG
title="Comitato Direttivo Cgil. E.Como: Il ccnl FIOM è già un modello; l’8 marzo, sciopero."
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alt="Il Foglio Bianco L’intervento al Comitato Direttivo della CGIL del 10 febbraio 2017.La relazione introduttiva ha sottolineato che il contratto nazionale dei metalmeccanici non può e non deve essere considerato […]"
src="http://www.operaicontro.it/wp-content/uploads/2017/02/salto-1993-circa6-240x350.jpg"
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<P style="MARGIN: 0px"><FONT face="Times New Roman">Il Foglio Bianco</FONT></P>
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<TABLE id=itemcontentlist style="COLOR: #000000">
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<TR>
<TD>
<DIV style="MARGIN: 0px; LINE-HEIGHT: 18px"><FONT face=Georgia><FONT
style="FONT-SIZE: 9.8pt">L’intervento al Comitato Direttivo della CGIL del
10 febbraio 2017.
<HR class=more
style="BORDER-TOP: rgb(102,102,102) 1px dashed; HEIGHT: 8px; BORDER-RIGHT: rgb(102,102,102) 0px dashed; BACKGROUND: rgb(221,221,221); BORDER-BOTTOM: rgb(102,102,102) 0px dashed; BORDER-LEFT: rgb(102,102,102) 0px dashed">
La relazione introduttiva ha sottolineato che il contratto nazionale dei
metalmeccanici non può e non deve essere considerato il nuovo modello
della contrattazione. Sono d’accordo! Ma temo che invece accadrà proprio
questo nei fatti.<BR>È vero che ogni negoziato è una partità a sé, come è
stato detto nell’introduzione. Ed è anche vero che in quello dei
metalmeccanici, Federmeccanica ha fatto fino in fondo il mestiere della
controparte, impostando fin dall’inizio una trattativa difficile e ostile.
É altrettanto vero che la FIOM ha deciso ogni passaggio di quella
trattativa nella sua autonomia e che il contratto nazionale è stato votato
dai lavoratori. Un dato di fatto che non può essere messo in discussione.
Vero anche che la firma della FIOM chiude la stagione degli accordi
separati, dopo oltre 7 anni.<BR>Tutto vero, ma resto convinta che
l’impianto contrattuale a cui si è arrivati è pericoloso per tutta la
contrattazione e apre di fatto a un nuovo modello contrattuale per tutti.
In fondo, i metalmeccanici e le metalmeccaniche hanno sempre avuto questo
onere nella storia delle relazioni industriali. Nel bene e nel male.<BR>Un
modello contrattuale in cui per la prima volta i minimi salariali non sono
certi ma soltanto stimati e calcolati sull’inflazione ex post, i premi di
risultato sono completamente variabili, la legge 104 condizionata alla
programmazione nel mese precedente l’utilizzo. Un modello in cui la sanità
integrativa e il welfare aziendale sono centrali e di fatto sostituiscono
parte degli aumenti salariali (senza peraltro aver nemmeno definito una
regia nazionale sulla loro modalità di erogazione!). Un modello in cui si
chiude è vero con la stagione degli accordi separati ma si apre alla
flessibilità dell’orario di lavoro e alle deroghe, si modifica il
pagamento della malattia e si raddoppiano le ore di straordinario
obbligatorio, accettando quindi gran parte di quelle modifiche
contrattuali che avevano giustamente suggerito alla FIOM di non firmare
nel 2012.<BR>Per queste ragioni credo che questo contratto nazionale
rappresenti un elemento di arretramento, non un vittoria. Un modello che i
padroni stanno già provando a esportare nelle altre categorie.<BR>È
un’altra però la considerazione che vorrei fare a questo direttivo. È
possibile che di fronte a questo contratto nazionale passi ora
l’interpretazione che ci è stata spiegata nel Comitato Centrale della FIOM
rispetto alla quale, una volta approvato dalla maggioranza dei lavoratori,
esso va applicato alla lettera, anche eventualmente dove le condizioni di
forza suggerirebbero altre scelte?<BR>Se il ccnl prevede che i premi siano
completamente variabili, per esempio, è ancora possibile invece
contrattarli fissi? Chiaro, so bene che il punto sono i rapporti di forza.
E con questo ccnl non credo sarà facile per nessuno difendere parti fisse
di salario aziendale, piuttosto che contrastare la flessibilità o imporre
l’utilizzo della legge 104 senza programmazione.<BR>Ma il tema è se questo
è possibile oppure no, come appunto ci viene spiegato nel Comitato
Centrale. Perchè se fosse così, se non fosse possibile provare nella
contrattazione aziendale a limitare gli effetti più negativi del ccnl,
saremmo arrivati a un paradosso a cui nemmeno le peggiori intenzioni del
TU del 10 gennaio potevano arrivare. Ossia il fatto che il ccnl sarebbe
eventualmente modificabile in peggio tramite le deroghe ma non in meglio
con la contrattazione aziendale. Sarebbe la fine della contrattazione
aziendale acquisitiva in nome di una interpretazione della esigibilità che
francamente a me sembra esasperata e senza alcun fondamento, nemmeno
normativo.<BR>E credo che, se così fosse, sarebbe bene che questa
discussione non restasse chiusa in FIOM.<BR>Peraltro, se come ci viene
detto in tema di salario, la strada potrebbe comunque essere quella di
aggirare gli aumenti fissi e praticare una politica contrattuale che punti
all’aumento delle maggiorazioni dei turni, degli straordinari, dei festivi
o persino della qualità e della professionalità, sarei ancora più in
disaccordo. Si avvierebbe così una stagione di contrattazione ancora più
disarticolante, in cui verrebbero<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN> premiati solo alcuni e non altri
e in cui aumenterebbero le differenze salariali. Primo tra tutti
aumenterebbe il già altissimo differenziale salariale tra uomini e donne,
che notorialmente sono quelle che fanno meno turni e meno straordinari e
sono più discriminate sugli aspetti legati a professionalità e
qualità.<BR>Detto questo, passo facilmente al secondo punto del mio
intervento. Lo sciopero internazionale delle donne l’8 marzo.<BR>Come
sapete, la bellissima manifestazione del 26 novembre ha lanciato la
proposta di arrivare anche in Italia allo sciopero dell’8 marzo contro la
violenza e contro le discriminazioni sul lavoro. Si sciopererà in altri 22
paesi nel mondo, come Argentina, Stati Uniti, Polonia, paesi diversi dal
punto di vista sociale e economico ma simili quanto alle persistenti
discriminazioni delel donne, dentro e fuori dai posti di lavoro.<BR>Il
movimento italiano protagonista di questo percorso, Non una di meno, ha
chiesto già da tempo ai sindacati di prclamare sciopero l’8 marzo. Hanno
aderito subito varie sigle di base. Ragione per cui la copertura per lo
sciopero c’è già. Sarebbe però un segnale politico importante se la CGIL
aderisse e proclamasse a sua volta sciopero. E’ una grande occasione e
sarebbe un errore perderla.<BR>Sarebbe del tutto coerente anche rispetto
alla nostra campagna referendaria: scioperiamo contro la violenza, per i
salari delle donne, per i loro diritti, contro le discriminazioni, ma
anche per tutte quelle donne che lavorano nelle ditte in appalto e con i
voucher.<BR>Il movimento delle donne sta dando una straordinaria prova di
partecipazione e mobilitazione. Non facciamo finta di niente. Tante
lavoratrici, delegate e sindacaliste sono parte integrante di questo
movimento e parteciperanno comunque alla costruzione dello sciopero. Non
perda la CGIL questa grande occasione. Proclami lo sciopero generale l’8
marzo. Tante donne se lo aspettano, lo chiedono alla nostra segretaria
perchè è una donna, ma soprattutto lo chiedono alla CGIL.</FONT></FONT>
<P style="MARGIN: 0px"></P>
<DIV><EM><STRONG><FONT face=Georgia><FONT style="FONT-SIZE: 9.8pt">Eliana
Como</FONT></FONT></STRONG></EM></DIV></DIV></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>
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