<HTML><HEAD></HEAD>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'><FONT
size=2 face=Tahoma>comunicato diffuso nazionalmente</FONT></DIV></DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'><FONT
size=2 face=Tahoma>a cura dello slai cobas per il sindacato di classe
taranto</FONT></DIV></DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'><FONT
size=2 face=Tahoma>info</FONT></DIV></DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'><FONT
size=2 face=Tahoma><A
href="mailto:slaicobasta@gmail.com">slaicobasta@gmail.com</A>
</FONT></DIV></DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>347-5301704</DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>
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<DIV class=gmail_quote><BR><BR>
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<DIV style="FONT-SIZE: 11pt; FONT-FAMILY: calibri,sans-serif">Salve,<BR>di
seguito il comunicato relativo alle giornate di lotta organizzate in tutta
Italia dal 4 al 7 febbraio.<BR>Invitiamo alla pubblicazione e alla massima
diffusione.<BR><BR><BR><A
href="http://campagneinlotta.org/unit-contro-repressione-confini-e-sfruttamento-in-tutta-italia-continuano-le-lotte/"
target=_blank>http://campagneinlotta.org/<WBR>unit-contro-repressione-<WBR>confini-e-sfruttamento-in-<WBR>tutta-italia-continuano-le-<WBR>lotte/</A><BR><BR><BR>Unit*
contro repressione, confini e sfruttamento, in tutta Italia continuano le
lotte!<BR><BR>A partire dal 4 febbraio e per diversi giorni, lavoratrici e
lavoratori, disoccupat* e precar*, stranier* e italian*, dalle campagne e dai
magazzini della logistica, dalle occupazioni di case e dai centri d’accoglienza,
sono scesi in piazza in tutta Italia per dire ancora una volta no ad un regime
di controllo della mobilità che crea sfruttamento e segregazione. In continuità
con il percorso sfociato nella mobilitazione nazionale del 12 novembre 2016, in
diverse città italiane ci sono state manifestazioni, cortei, blocchi stradali e
presidi con le stesse parole d’ordine, per contrastare la repressione, e
pretendere l’attuazione degli impegni delle istituzioni locali e del governo
centrale.<BR><BR>Il 4 febbraio a Modena un grande e combattivo corteo di
facchini e solidali ha sfilato compatto nonostante i divieti e le cariche della
questura, per contrastare la vergognosa operazione repressiva ai danni del
SICOBAS e del suo coordinatore nazionale, rifiutando allo stesso tempo ogni
forma di repressione e sfruttamento che passa attraverso il controllo della
mobilità in tutte le sue forme, dai CIE ai respingimenti, dal razzismo alle
guerre imperialiste in tutte le loro forme.<BR><BR>Il 6 febbraio diverse sono
state le mobilitazioni. A San Ferdinando (RC) più di quattrocento lavoratori
della tendopoli-ghetto hanno organizzato un corteo che ha bloccato un importante
nodo stradale di fronte al porto di Gioia Tauro per poi dirigersi verso il
centro di San Ferdinando, bloccandolo. Una delegazione è stata ricevuta subito
dal sindaco, e la pressione esercitata dalla piazza e un nuovo spontaneo blocco
stradale hanno costretto il prefetto di Reggio Calabria a raggiungere San
Ferdinando per un incontro. All’ipocrisia paternalista delle istituzioni, i
manifestati hanno risposto ribadendo la necessità di ottenere case, documenti e
contratti. La giornata è terminata con un’assemblea di piazza in cui, sebbene
incoraggiati dal ripristino della luce elettrica e dalla pulizia del campo, i
lavoratori hanno ribadito con determinazione la necessità di continuare ad
organizzarsi per esercitare pressione sulle istituzioni e contrastare soluzioni
emergenziali come quella della nuova tendopoli, che rafforzano la speculazione e
la segregazione. La stessa speculazione e segregazione sostenuta anche in
seguito alla manifestazione dal sindacato di polizia Coisp, che si permette di
derubricare a legittima difesa l’omicidio di Sekine Traoré, ucciso per mano di
un carabiniere proprio nella tendopoli della vergogna.<BR><BR>Lo stesso giorno,
a Foggia più di cento lavoratori e lavoratrici insieme a diversi solidali hanno
manifestato sotto la Questura chiedendo la regolarizzazione per chi è privo di
permesso di soggiorno, e per denunciare i numerosi abusi commessi dall’Ufficio
Immigrazione. La Questura ha confermato l’atteggiamento di chiusura totale che
dimostra da mesi: per ore i manifestanti sono stati tenuti in scacco circa la
possibilità di incontrare i dirigenti . La risposta della piazza è stata un
blocco stradale che ha fermato il traffico nonostante l’atteggiamento violento
dei poliziotti che hanno cercato di intimidire i manifestanti con spintoni e
manganelli. Dopo una lunga attesa e con la determinazione delle lavoratrici e
dei lavoratori, finalmente la Questura ha ceduto concedendo un incontro per l’8
febbraio. Le parziali risposte ottenute dimostrano l’inattendibilità delle
promesse istituzionali a tutti i livelli, dal ministero alle questure, che
continuano ad esercitare abusi a cui però i lavoratori sono determinati a
rispondere con sempre maggiore forza e determinazione.<BR><BR>Sempre il 6
febbraio, a Napoli i manifestanti hanno presidiato l’Ufficio Immigrazione della
Questura in via Galileo Ferraris. Una delegazione ha incontrato la vice
dirigente dell’ufficio immigrazione, lanciando la battaglia contro gli abusi
delle questure anche su questo territorio. Nel pomeriggio si è tenuto un
incontro con il sindaco di Napoli e l’assessore alle politiche sociali,
ribadendo la necessità di una residenza per tutt*, rispetto a cui
l’amministrazione ha promesso risposte immediate.<BR><BR>Nel pomeriggio a Roma
il movimento per il diritto all’abitare si è accampato a Madonna di Loreto con
gli/le sgomberat* di Colle Monfortani, dopo lo sgombero violento del palazzo
dell’Inarcassa a Ostiense. Lo stesso giorno si è tenuto un incontro fra Comune,
Regione e movimenti per il diritto all’abitare: da parte del Comune è venuta
fuori una ancora fumosa volontà di realizzare un piano per l’emergenza abitativa
con 2500 alloggi da costruire su aree già individuate. L’incontro si è concluso
con la decisione di convocare un nuovo tavolo alla presenza di tutti gli
assessori comunali competenti, previsto per Giovedì 16 Febbraio alle ore 17
presso la sede della Regione Lazio, verso il necessario superamento della
delibera Tronca. Si aspetterà il tavolo di giovedì 16 febbraio mantenendo un
presidio di lotta a piazza Madonna di Loreto, decisi a mantenere la pressione
necessaria.<BR><BR>A Bologna, nella mattinata militanti, lavoratori e
lavoratrici dei SiCobas hanno manifestato con un presidio davanti alla questura.
Contemporaneamente anche Firenze e Padova hanno espresso e dimostrato
solidarietà, mentre a Taranto si è svolto un volantinaggio in cui si raccontava
alla città delle rivendicazioni. Sempre a Taranto, il giorno successivo si è
tenuto un presidio davanti alla Prefettura sfociato in un corteo davanti
all’hotspot, condividendo le rivendicazioni del resto d’Italia.<BR><BR>Queste
giornate di lotta e di rivendicazione davanti alle istituzioni hanno dimostrato,
ancora una volta, che lavoratori e lavoratrici delle campagne e della logistica,
coloro che lottano per una casa, migrant* e italian* hanno una sola via per
affermare la propria volontà: la lotta, e che sono determinati a portarla avanti
in modo unitario. Nonostante gli sgomberi e i manganelli (come a Roma, a Modena
e a Bologna), i rifiuti delle istituzioni e delle questure, le misure
restrittive, la diffamazione e il carcere, i campi di lavoro e i ghetti, non ci
arrendiamo e non faremo un passo indietro.<BR><BR>Vogliamo il rispetto dei
contratti e il rilascio incondizionato dei permessi di soggiorno, le residenze
per tutte e tutti, la fine di un sistema di contenimento e segregazione che
passa per i CIE, gli hotspot e i centri d’accoglienza.<BR><BR>Le persone che
lottano in questo percorso hanno espresso più di una volta il rifiuto totale di
vivere in tendopoli, campi o centri di accoglienza, rivendicano il diritto alle
case e ad autoderminare la propria vita.<BR><BR>Dopo un’importante mobilitazione
nazionale e con le ultime giornate di lotta diffusa sui territori, è chiara
l’intenzione di continuare la mobilitazione contro ogni tipo di confine e
sfruttamento, mentre il governo sta dimostrando come intende affrontare queste
richieste amplificando la repressione e ignorando le promesse
fatte.<BR><BR>Dalle strade, dalle piazze, dalle periferie e dai ghetti, dalle
occupazioni e dai centri d’accoglienza, ci prenderemo quello che ci spetta, e
non ci faremo intimidire mai. La lotta va avanti, ci ritroverete molto presto in
prima fila contro confini, sfruttamento e repressione!<BR><BR>Comitato
Lavoratori delle Campagne<BR>Rete Campagne in Lotta<BR>SI COBAS<BR>Coordinamento
Lotta per la Casa Roma<BR>Blocchi Precari Metropolitani Roma<BR>Social Log
Bologna<BR>Slai COBAS per il Sindacato di Classe Taranto<BR>Migranti
autorganizzati dei Centri di accoglienza Taranto<BR>Coordinamento Lotta per la
Casa Firenze<BR>Scuola Nablus Napoli<BR>Magnammece o’ Pesone
Napoli<BR>Laboratorio Politico Iskra<BR>
<BR><BR><BR><BR><BR><BR><BR> <BR></DIV></DIV></DIV></DIV>
<DIV> </DIV></DIV></DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
<tr>
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