<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV dir=ltr>
<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<DIV class="category-archive single">
<H1><FONT face="Times New Roman">si disputa l’osso della solidarietà
</FONT></H1>
<H1><FONT face="Times New Roman"></FONT> </H1>
<H1><FONT face="Times New Roman">Il settarismo all’italiana fa solo danni al
Venezuela</FONT></H1><SPAN class=articleauthor><FONT face="Times New Roman">di
</FONT><A
style='href: "http://contropiano.org/author/redazione-contropiano"'><FONT
face="Times New Roman">Julián Isaías Rodríguez Díaz - Ambasciatore in Italia
della Repubblica Bolivariana del Venezuela </FONT></A></SPAN>
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<DIV class=content-post>
<DIV id=thumbsingle><A
title="Ingrandisci la foto Il settarismo all’italiana fa solo danni al Venezuela"
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<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Riceviamo
e volentieri pubblichiamo la lettera dell'ambasciatore in Italia della
Repubblica Bolivariana del Venezuela.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La lettera
si riferisce ad una assai poco commendevole vicenda italica, tipica di un modo
di "far politica" che ha nulla a che vedere con la solidarietà internazionalista
e molto con l'ansia di apparire, individuale o di microgruppi.</FONT></SPAN>
</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">E' più che
ovvio, infatti, che nessun soggetto italiano possa pretendere la
"rappresentatività unica" dell'attività solidale nei confronti di un paese
aggredito dall'imperialismo statunitense. Ed è altrettanto ovvio che qualsiasi
forzatura – involontaria o peggio ancora volontaria – dell'unità nella
solidarietà non può che danneggiare gli interessi del paese cui viene
espressa.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Nella
solidarietà internazionalista, infatti, al centro di tutto sta l'interesse del
popolo e della rappresentanza politica che si è liberamente scelto. Nessuno
"straniero" può pretendere di anteporre le proprie visioni, ambizioni, ansie di
protagonismo.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Sappiamo
da sempre che, purtroppo, il terreno della solidarietà internazionalista può
diventare invece un "campo ambito" per individui o microsoggetti che poco hanno
da dire o da fare nel blocco sociale del proprio paese. O anche, in qualche
caso, per soggetti assai poco raccomandabili.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Come
sempre, non entriamo in polemiche inutili, o addirittura dannose per una
Rivoluzione che difendiamo, come in questo caso. Ogni lettore, ogni compagno,
ogni attivista internazionalista, ha qui un gran numero di spunti su cui
riflettere.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P align=center><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">*****</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">LETTERA
APERTA AI COMPAGNI DELLA RETE CARACAS CHIAMA</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Non è un
piacere avere delle responsabilità assegnate attraverso una legge.
Sfortunatamente, però, l’articolo 17, comma 14 della Legge Organica del
Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri obbliga la Missione
Diplomatica che dirigo a “INDICARE I MOVIMENTI DI SOLIDARIETÀ NELLO STATO
RICETTORE E CANALIZZARE LA LORO INTERAZIONE CON IL VENEZUELA, SOTTO IL
COORDINAMENTO DELL’UFFICIO DEL VICEMINISTRO CORRISPONDENTE”. Non è un piacere
che tale funzione non venga condivisa con i consolati e nemmeno che queste
funzioni di tipo prevalentemente politico siano state attribuite esclusivamente
alle Missioni Diplomatiche, lasciano al margine gli uffici
consolari.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Non è un
piacere perché le responsabilità condivise sono quelle che ci permettono di
vivere come collettività. Senza di esse, la convivenza è selvaggia. Noi esseri
umani scegliamo deliberatamente tra varie alternative e siamo coscienti che tali
scelte avranno delle conseguenze. Per questo, la responsabilità che ne deriva è
un onere per la libertà. <STRONG><EM>La responsabilità è un’etica che non
distingue tra l’individuale e il collettivo. Ma, in quest’ultimo aspetto, unisce
o separa se non viene esercitata con trasparenza o se risulta contaminata da
un’azione irrazionale di predominio</EM></STRONG>.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><STRONG><EM><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">Quanto sopra indicato, si riferisce al VI Incontro
della Rete Caracas ChiAma, deciso e convocato a Napoli, da un piccolo settore
della Red di Napoli, per essere organizzato a Napoli. </FONT></EM></STRONG><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">La decisione doveva essere presa, a livello
istituzionale, durante il V Incontro della <I>Rete Caracas ChiAma</I>, tenutosi
a Roma. Ma così non è stato, non si è votato e il silenzio è stato interpretato
in un modo privo di buon senso. Il silenzio né acconsente né nega, è solo
silenzio. Perciò non legittima nessuna frazione della <I>Rete Caracas
ChiAma</I>, in nessun luogo d’Italia, a decidere il luogo in cui si realizzerà
il nuovo incontro con i movimenti. </FONT><STRONG><EM><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">Qualsiasi decisione presa al di fuori del V Incontro o
decisa unilateralmente non è legittima.</FONT></EM></STRONG></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Quando non
ci sono norme scritte, le abitudini diventano regole. Ma al di là dell’ordine
giuridico borghese, l’etica della responsabilità esercitata con trasparenza ed
equilibrio, come atto razionale deliberato, non può marginalizzare l’unità di un
collettivo che esiste già da tempo e al quale tutti abbiamo dato forza e vigore
per mantenerlo senza divisione. Questo, in Italia, rappresenta una rarità, per
via dei contrasti permanenti tra individualità o gruppi di ideologia
progressista e non progressista.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La <I>Rete
Caracas ChiAma </I>porta un nome che la lega direttamente al Venezuela. Si
identifica come un collettivo o un gruppo di supporto alla rivoluzione
Bolivariana. Bolívar esigeva lealtà. Alcune volte riuscí ad ottenerla, altre
volte no. Giustiziò il Libertador della Guyana a causa della sua slealtà. Ma,
più che la lealtà, il Libertador venezuelano metteva al primo posto l’unità. Il
Comandante Chávez ha ereditato questa concezione Bolivariana e l’ha fatta sua.
Prima di lui, la sinistra venezuelana era un insieme di sigle che non
comunicavano niente. Soltanto delle foglie morte, degli inutili apparecchi e
gusci vuoti. Guidati da leader che, per vanto e autosufficienza, ascoltavano
solo se stessi. Grazie alla sua tolleranza, Chávez è riuscito a unire cattolici,
protestanti, massoni, socialdemocratici, cristiano-socialisti, ex guerriglieri,
ultra-nazionalisti, rappresentanti di sinistra di tutte le fazioni, trotzkisti,
anarchici, femministe e una lunga lista di organizzazioni che finiscono in
“iste” o in “ismi”.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Il
settarismo, l'immaturità, la mancanza di crescita politica, l’orgoglio,
l’arroganza e anche “la mancanza di ignoranza”, come il sarcasmo popolare
definisce chi si sente superiore agli altri, hanno reso impossibile la
convivenza tra i diversi settori politici in Venezuela. “L’unità all'interno
delle differenze” o “la convergenza nella diversità”, erano atti sconosciuti.
Quando sono stati scoperti, è iniziato a nascere l’ ottimismo nei diversi poli
del potere popolare.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Tutto ciò
si esprimeva nella contrapposizione tra collettivi, posizioni personali o di
gruppo, che non prendevano in considerazione le maggioranze e pretendevano
addirittura di imporsi tramite ricatti e con voti truccati. Voltando le spalle
all’interesse della collettività si mettevano d’accordo e il settarismo
rappresentava un solido sentimento di gruppo che escludeva, divideva e
indeboliva fino a far fallire qualsiasi tipo di coraggiosa esperienza di lotta
sociale.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Chávez ci
ha insegnato a essere tolleranti, ma anche ad essere fedeli e a perseguire
l'unità con lo stesso zelo con cui la storia persegue le utopie. Non la fantasia
delle utopie ma quel destino comune a cui Marx diede nome. Quel destino che è o
è stato identificato come “unità di classe”, come “il socialismo scientifico”,
“l’alternativa alla società capitalistica”, “la società di uguali”, “la società
giusta” e anche “la maggior somma di felicità possibile”.</FONT></SPAN>
</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">In questa
lotta, secondo Chávez, la lealtà è un valore che comporta delle conseguenze.
Sono necessari l’armonia e il disinteresse materiale, non la vanità o qualsiasi
altra cosa di cui il capitalismo si è adoperato mascherandoci da “dirigenti
conseguenti e radicali”. In questo modo appaiono i nuovi Che, che guardano
dall’alto in basso ai populisti e ai fascisti, perché sono capaci di dissentire
dalle verità presuntamente definitive.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La
continuità dell’opera ha bisogno di unità. Unità di forze, unità di materiali,
di costanza, unità nell’accettare che la verità è molteplice. Siamo esseri umani
e sbagliamo. Non è indispensabile essere a capo di qualcosa per costruire ed
elaborare un processo che duri tutta la vita, fino alla nostra morte. L’unità è
costellata da grandi decisioni. Quelle piccole non posso fungere da ostacolo
alle decisioni anteriori. Da qui un concetto di lealtà meno ortografico, meno da
dizionario e più vicino al fare rivoluzionario, più pratico, più reale, meno
autocratico. Per Chávez la lealtà divenne unità, l’unità necessaria di tutti gli
uomini e le donne che avevano come obiettivo costituire un ordine nazionale e
internazionale compatibile con la giustizia sociale.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La
politica non deve escludere. Deve essere generosa, liberatrice, con spazi per
l’espressione di un sentimento solidale. Se c’è qualcosa di Bolivariano nel
pensiero e nel modo di agire di Chávez, lo si trova proprio in quest’impegno nel
far sedere allo stesso tavolo non solo i socialisti ma anche coloro che sono
vicini per storia, cultura, futuro e per un obiettivo comune. I suoi propositi
erano l’integrazione, l’armonia sociale e il desiderio di combattere la
dispersione allo stesso modo in cui si perseguita un nemico di
classe.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Senza
pretendere che alcuni compagni italiani, caratterizzati dall’affanno di
protagonismo, facciano propri gli strumenti con cui abbiamo costruito in America
Latina un movimento pluri o multiculturale, senza una formula chimica che
impedisca scientificamente che la materia si separi, senza capsule di cristallo
che evitano contaminazioni, senza essere asetticamente puri come quelle persone
di razza superiore che si impegnarono nella creazione del nazionalsocialismo,
pieni dei nostri errori, accecati e con un primitivismo aborigeno, umilmente
umani, <EM><STRONG>chiediamo alla Rete Caracas ChiAma di Napoli di riconsiderare
la propria decisione, perché divide, frammenta e rompe
l’unità</STRONG></EM>.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><SPAN><FONT face="Times New Roman"><STRONG><EM><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">Nel caso in cui non venga realizzata la
riconsiderazione che, con rispetto, viene richiesta da questa Missione
Diplomatica</FONT></EM></STRONG><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">, considerando
che la riferita Rete identifica la Repubblica Bolivariana del Venezuela e in
virtù dei poteri conferitigli dall’articolo 17, comma 14 della Legge Organica
del Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri, ed essendo la Rete
Caracas ChiAma un’organizzazione solidale presente nello Stato ricettore
composta da alcuni movimenti italiani di solidarietà con la Repubblica
Bolivariana del Venezuela in Italia, mosso dal solo scopo di convogliare
l'interazione di questi movimenti vincolati con il Venezuela, <STRONG><EM>NON
AUTORIZZO</EM></STRONG>, in qualità di Ambasciatore della Repubblica Bolivariana
del Venezuela presso la Repubblica Italiana, <STRONG><EM>la decisione presa da
una parte della Rete Caracas ChiAma di convocare il VI Incontro con la sua sola
e unica volontà</EM></STRONG>. </FONT></FONT></SPAN></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><STRONG><EM><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">Tale decisione, infatti, mette a rischio l’unità dei
movimenti di solidarietà che supportano la Rivoluzione Bolivariana e, senza
volerlo, potrebbe portare addirittura a contrapposizioni politiche importanti
tra funzionari del Consolato della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli
e funzionari di questa Missione Diplomatica di Roma o
Milano</FONT></EM></STRONG><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">, soprattutto tenendo
conto che un’impiegata locale del suddetto Consolato, a cui esprimiamo stima e
riconoscimento, riveste un ruolo determinante nella direzione e nelle attività
della Rete Caracas ChiAma di Napoli.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Non siamo
motivati da conflitti regionali attinenti alla sociologia storica della
Repubblica Italiana. Crediamo, in modo trasparente, che l’obiettivo fondamentale
dei movimenti di solidarietà italiani con la Repubblica Bolivariana del
Venezuela in Italia dovrebbe essere quello di crescere e svilupparsi in tutta
Italia e non solo a Roma e Napoli. <STRONG><EM>Non pretendiamo sottomettere la
rete alle disposizioni di una Missione Diplomatica o Consolare, ma allo stesso
modo, rifiutiamo che un settore, un partito, una regione, o un predestinato,
utilizzi il nome del nostro paese con finalità che non ci
accomunano</EM></STRONG>.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Altre
importanti regioni italiane come la Liguria, la Toscana e le città storicamente
fondamentali come Livorno, Firenze, Pisa, Milano, Bologna e Torino, non sono
dotate di strutture che rispondono agli interessi di una Rete di cui ha bisogno
non solo il Venezuela, ma tutta l'America, per poter rispondere alle campagne
mediatiche aggressive e per partecipare al dibattito politico e diplomatico che
la comunicazione spinge contro la dignità e la resilienza dei paesi che sono
stati colonizzati prima dall'Europa e poi dagli Stati Uniti
d'America.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Esprimendo
tutta la mia più grande stima per il lavoro che la <I>Rete Caracas ChiAma
</I>svolge, rinnovando i sensi della mia stima, considerazione e rispetto verso
questa e altre reti di solidarietà, vi saluto affettuosamente.</FONT></SPAN>
</FONT></P>
<P><SPAN><FONT face="Times New Roman"><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Il 07
dicembre 2016</FONT></FONT></SPAN></P></DIV></ARTICLE></DIV></DIV>
<br /><br />
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<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
<tr>
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</td>
</tr>
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<br />
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