<HTML><HEAD></HEAD>
<BODY dir=ltr>
<DIV dir=ltr>
<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<UL id=menu class=main-menu>
<LI></LI></UL>
<DIV class="category-archive single"><SPAN class=articleauthor><FONT
face="Times New Roman">di </FONT><A
style='href: "http://contropiano.org/author/redazione-contropiano"'><FONT
face="Times New Roman">Elisabetta Della Corte </FONT></A></SPAN>
<DIV class=social-share>
<UL><FONT face="Times New Roman"></FONT><ARTICLE></UL></DIV></DIV>
<DIV class=content-post>
<DIV id=thumbsingle><A
title="Ingrandisci la foto I sindacati della resa. A Gioia Tauro licenziati 400 portuali"
style='href: "http://contropiano.org/img/2016/11/1478932437127.JPG-gioia_tauro__portuali__ai__raggi_x_.jpg"'
rel=aprilightbox><IMG alt=1478932437127.JPG--gioia_tauro__portuali__ai__raggi_x_
src="http://contropiano.org/img/2016/11/1478932437127.JPG-gioia_tauro__portuali__ai__raggi_x_-680x300.jpg"
width=680 height=300></A></DIV>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=center><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">E’ un accordo
fragile, quello tra sindacati e la Medcenter Container Terminal a Gioia
Tauro.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Così come imposto
dall’azienda ‘l’accordo della resa’ raggiunto notte tempo, tra il 17-18 novembre
a Gioia Tauro prevede il reintegro di soli 40 lavoratori e il licenziamento dei
restanti 402 che passeranno alla neo Agenzia pubblica del lavoro. Una parte
significativa dei lavoratori vi si è opposto, il SUL e il Coordinamento dei
portuali, e c'è un diffuso clima di sfiducia mista a rabbia e scontento che
aleggia in banchina, per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. E
poiché la forza lavoro, da cui dipendono i tempi di carico e scarico è il
tallone d’Achille della logistica integrata, quest’aspetto non è da
sottovalutare</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Nonostante nei mesi
si sia cercato di sedare le proteste e di impedire blocchi del porto- motivando
la ‘’cacciata’’ dei 442 lavoratori come dettata dalla crisi e dai cali nei
volumi di traffico movimentati negli ultimi due anni da MCT-, per i portuali i
motivi più che economici sono politici e disciplinari<SUP> </SUP>così come
emerge da un volantino fatto circolare al porto nei giorni che hanno preceduto
‘’l’accordo-resa della notte’’.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Quell’’immaginario
positivo’ sul porto ed MCT, così ben consolidato negli anni con la retorica
dello sviluppo, è andato definitivamente in frantumi. ‘’Il porto dei miracoli’’
ha lasciato il posto ad un mare di scontento e rabbia. L’immagine
dell’azienda-famiglia che tutela i suoi dipendenti e porta benessere e sviluppo
nell’area cede il passo a una più realistica visione dei rapporti di
sfruttamento e delle possibilità di resistenza fuori dal sindacato. E non sono
pochi quelli che iniziano a chiedersi se i sindacalisti e i politici conoscono
veramente l’accordo che hanno firmato e le conseguenze sulle vite dei lavoratori
portuali ai cui occhi molte delle soluzioni da raggiungere appaiono infondate.
L’agenzia per il lavoro viene vista come un’area di posteggio temporaneo –
l’ennesimo bacino di manodopera, da far sopravvivere per tre anni con
l’indennità, sempre disponibile per MCT nel caso ne avesse bisogno. In questo
modo all’interno del porto, per caricare e scaricare container, sulla stessa
nave si troveranno dipendenti MCT più quelli delle ditte esterne di rizzaggio e
derizzaggio e, in aggiunta, quelli dell’Agenzia del lavoro- ex dipendenti MCT,
aumentando così le possibilità di sfruttamento e flessibilità per l’azienda,
così come è già accaduto in altri porti.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Dopo anni di
lavoro, anni in cui si sono accumulati i danni dello stress psico-fisico, ore di
guida con pause ridotte, ritmi sempre più serrati che aumentano i rischi
d’incidenti, alterazione dei ritmi sonno/veglia, stanchezza cronica- la cacciata
dalla MedCenter e la presunta ricollocazione al lavoro attraverso l’Agenzia, è
vissuta come la resa definitiva del sindacato agli imperativi MCT; l’ennesima
concessione ai danni dei portuali.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Diversamente
sostengono i sindacati firmatari; ad esempio, Nino Costatino segretario
regionale della Cgil della Piana di Gioia, dopo l’accordo ha dichiarato che ‘’si
tratta del rimedio migliore a uno strappo profondissimo’’ e che attende che la
Legge di stabilità garantisca i soldi, come da impegni.</FONT></SPAN>
</FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Su cosa è avvenuto
questo strappo profondissimo? Il blocco del porto di metà ottobre era legato ai
reintegri. Per i portuali almeno la metà di quei 442 portuali licenziati sarebbe
dovuto rientrare in MCT, mentre per l’azienda non più del 10%, come poi è stato,
un mese dopo, a metà novembre. L’accordo della resa, come accennato, è un salto
nel buio non solo per i portuali ma anche per MCT.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><SPAN><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT face="Times New Roman">Vediamo: i profitti del
porto dipendono in modo significativo dal lavoro dei portuali. Quei milioni di
contenitori che ogni giorno viaggiano pe il mondo per arrivare a destinazione
necessitano del lavoro umano, quello dei gruisti, dei carrellisti, deckman,
checker, etc. I lavoratori diretti e indiretti del porto di Gioia sono circa
2700; quelli MCT prima dei licenziamenti erano circa 1290, ora dopo la ‘cacciata
dei 400’ ne restano circa 900. Ai sindacati confederali s’imputa la
responsabilità di non aver sostenuto la lotta per il reintegro dei lavoratori
ritenuti in esubero accettando il diktat dell’impresa a svantaggio degli operai,
alimentando rabbia, frustrazione, incertezza e sfiducia sui piani di reintegro.
L’agenzia per il lavoro che dovrebbe riqualificare e ricollocare i licenziati è
per i portuali l’ennesimo ‘regalo’ fatto al padronato, alla MCT. L’intervento
statale e quello della politica in generale, viene vissuto come l’ennesima prova
del fatto che lo stato serve gli interessi dei capitalisti non quelli degli
operai. L’Agenzia per il lavoro, finanziata per tre anni con 45 milioni di euro,
da spartire anche per i 500 licenziati da Evergreen a Taranto</FONT><A
class=sdfootnoteanc
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote1sym"'
name=sdfootnote1anc><SUP><FONT face="Times New Roman">1</FONT></SUP></A><FONT
face="Times New Roman">, per i portuali gioiesi non è una soluzione per le loro
vite ma solo un buon servigio reso alla MCT con la complicità del
sindacato.</FONT></FONT></SPAN><FONT face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Su queste premesse
è difficile ottenere il coinvolgimento dei portuali. La cooperazione al lavoro è
indispensabile ma difficile da imporre in un sistema complesso nonostante le
innovazioni e l’aumento della sorveglianza sul lavoro.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><SPAN><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT face="Times New Roman">Negli anni, raccontano i
portuali, è stato possibile verificare l’infondatezza di certi piani di
sviluppo. Un esempio è quello dello scorso anno. Nel 2015 c’era un accordo con
la LCV Capital Management per l’insediamento a Gioia Tauro e a Bari di due
fabbriche di auto; per Gioia Tauro significava la riapertura dei cancelli
arrugginiti della ex Isotta Fraschini per farne uscire, questo l’impegno, nuove
auto</FONT><A class=sdfootnoteanc
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote2sym"'
name=sdfootnote2anc><SUP><FONT face="Times New Roman">2</FONT></SUP></A><FONT
face="Times New Roman">. La regione aveva stanziato un milione e ottocentomila
euro, in parte finiti al Cefris<SUP> </SUP>per dei corsi di formazione ai
portuali che andavano riconvertiti in operai
metalmeccanici.</FONT></FONT></SPAN><FONT face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><B><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Le vuote
promesse del presidente PD Oliverio</FONT></B></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Nel comunicato
della Regione Calabria, che in parte riportiamo, le motivazioni di questa
‘’ricca’’ formazione e le aspettative espresse dal presidente della Regione
Calabria Mario Oliverio nel 2015: ‘’Il Programma prevede sostanzialmente l'avvio
di un progetto di formazione dei 1200 lavoratori della MCT S.p.A. (Medcenter
Container Terminal) dell’area Portuale di Gioia Tauro in cassa integrazione
guadagni, finanziato dalla Regione sul PAC, con un investimento di 1.800.000
euro. </FONT></SPAN></FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><SPAN><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" face="Times New Roman">“E’ un primo passo – aveva
detto il Presidente della Regione Calabria Oliverio- di un percorso avviato nel
mese di gennaio scorso e si colloca nella scelta del sottoscritto e della Giunta
regionale di fare di Gioia Tauro uno dei pilastri della crescita e dello
sviluppo della nostra regione. A tal proposito abbiamo costituito un assessorato
“ad hoc” con una delega specifica e strategica. Nel nostro dialogo con il
governo sul “Patto per la Calabria” abbiamo posto Gioia Tauro come uno dei punti
irrinunciabili per la sottoscrizione dello stesso. E’ la prima volta che un
governo ha mostrato la propria attenzione verso questa realtà inserendola nella
Legge di Stabilità”. “L’altra tappa –aveva aggiunto Oliverio- dovrà essere
l’approvazione della Zona Economica Speciale (ZES). Per quanto ci riguarda
utilizzeremo anche una parte delle risorse europee rafforzare i nostri
investimenti. La Calabria non può rinunciare ad una ipotesi di investimenti
industriali. Da qui ad un anno, comunque, cominceremo a vedere i primi frutti di
questo discorso. L’Accordo di oggi prepara le condizioni per andare in questa
direzione’’. Il comunicato della Regione continuava illustrando il ruolo e i
servizi del Cefris: ‘’Il Soggetto Attuatore del programma sarà il Consorzio
CEFRIS (Centro per la formazione, la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo) di
Gioia Tauro, accreditato per la formazione professionale dei lavoratori
interessati al percorso formativo, già titolare di precedenti interventi
formativi per la MCT, in quanto organismo "in-house" dell’ASI di Reggio Calabria
(Asireg) rappresentato dal CORAP, con procedura di affidamento diretto "in house
providing".</FONT><A class=sdfootnoteanc
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote3sym"'
name=sdfootnote3anc><SUP><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"
face="Times New Roman">3</FONT></SUP></A></SPAN><FONT face="Times New Roman">
</FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Il piano poi fallì,
l’azienda svanì e con questo anche l’ennesimo falso rimedio alla crisi
occupazionale e sociale di Gioia Tauro; e per quanto riguarda, invece, la
formazione i portuali che hanno seguito i corsi li hanno trovati inutili,
ripetitivi. Dopo questo flop ora la promessa del reimpiego ruota intorno alle
infrastrutture, da cui si vuole far dipendere il destino occupazionale dei
portuali.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Da notare che una
fetta consistente dei fondi pubblici vengono assorbiti dall’ennesimo traballante
piano di rilancio dell’area: i costi delle opere che riguardano il porto
riportate nel Patto per la Calabria prevedono solo per il bacino di carenaggio,
ben 220 milioni di euro a cui vanno sommati altri milioni per l’adeguamento
ferroviario, formazione, etc. I tempi di realizzazione di queste opere è di tre
anni, almeno questi sono i tempi previsti che suscitano più di qualche
perplessità da parte dei portuali.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">Vi è poi, la
questione ZES, la Zona Economica speciale, che è solo l’ultima delle false
promesse di felicità per l’area gioiese. L’entusiasmo con cui i politici e i
tecnici sostengono che la Zes è un buon piano per Gioia Tauro e per la Calabria
tutta, andrebbe calibrato alla luce della conoscenza. Non mancano studi
sull’impatto di queste zone economiche speciali e non sempre i risultati sono
confortanti, sia in termini di posti di lavoro creati sia per l’impatto
ambientale. Per chi volesse approfondire alla luce degli studi si consiglia, in
particolare ai politici, di leggere questo articolo (vedi link
http://www.economist.com/news/leaders/21647615-world-awash-free-trade-zones-and-their-offshoots-many-are-not-worth-effort-not),
che cerca di spiegare perché, come indicato dal titolo, le Zes, le Zone
economiche speciali, ‘non sono così speciali’, e a quali fallimenti ed ulteriori
rischi di sfruttamento, abuso del territorio e dispendio di soldi pubblici si
vada incontro.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><B><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La piana, terra
di sfruttamento e ribellione</FONT></B></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">La piana di Gioia,
nella storia, è spesso stata oggetto di regalie e contese. Nell’ottocento, i
Borboni concessero al generale Vito Nunziante anche per ricompensarlo dell’aiuto
militare nella cacciata dei francesi, una grossa parte dei terreni della piana
di Rosarno. Questa concessione era vincolata alla bonifica della piana
acquitrinosa e malarica che il marchese avrebbe dovuto realizzare a sue spese,
in cambio dei tre quarti del terreno bonificato, in tutto 470 ettari. La
bonifica iniziata nel 1817 e finita nel 1822, costò la vita a decina di
lavoratori, alcuni locali, altri provenienti da Cosenza, Tropea; e altri,
ancora, deportati dalla galera di Napoli ai campi di lavoro- sempre per
concessione dei Borboni. Lo stesso insediamento di san Ferdinando venne
costruito dopo la bonifica, anche con lo sfruttamento del lavoro forzato dei
cosiddetti ‘servi di pena’, tra cui detenuti politici, per l’esigenza di
collocare e ‘gestire la forza lavoro’ che prima viveva accampata in baracche, in
condizioni igienico-sanitarie simili a quelli che oggi i migranti subiscono
sulle stesse terre. Una gestione non facile, alla fine dell’ottocento, ad
esempio, una parte dei sottoposti al marchese Nunziante, lasciò il villaggio di
San Ferdinando e ne fondò un altro scegliendo il nome, evocativo, di Euronova.
Il blocco duro che contestava la politica di Nunziante, il suo ruolo
nell’economia locale, produce il suo esodo. L’immagine del marchese benefattore,
anche in questo caso, s’incrina a vantaggio di quella dello sfruttatore del
luogo e delle vite che lo abitano. I canti contadini, l’uso dissacrante
dell’ironia, riportano traccia del conflitto tra i braccianti e il padrone della
piana. E’ lo stesso Nunziante nel libro sulla bonifica della piana ne fa cenno
senza approfondire.</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><SPAN><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT face="Times New Roman">Nel volgere del tempo la
bellezza di quella piana è stata stravolta. Nonostante si trattasse si uno dei
più bei golfi del Mezzogiorno, coltivato a vite, ulivo e agrumi, si era deciso
di piazzare proprio lì il V polo siderurgico, per fortuna mai realizzato, e poi
a seguire il porto, l’inceneritore, le fabbriche o gli scheletri di quelle
finanziate e mai aperte. La trasformazione della piana gioiese è il risultato di
decenni d’ideologia dello ‘’sviluppo anche a costo della vita’’, in cui hanno
allignato il malgoverno, il disprezzo per i luoghi oltre che le frodi.
Un’ideologia che per quanto fallimentare è ancora viva e rintracciabile negli
attuali infelici piani di sviluppo per Gioia Tauro tra globalizzazione e
neofeudalesimo</FONT><A class=sdfootnoteanc
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote4sym"'
name=sdfootnote4anc><SUP><FONT face="Times New Roman">4</FONT></SUP></A><FONT
face="Times New Roman">.</FONT></FONT></SPAN><FONT face="Times New Roman">
</FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P>
<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; LINE-HEIGHT: 14pt" align=justify><FONT
face="Times New Roman"><SPAN><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">25 novembre
2016</FONT></SPAN> </FONT></P>
<P
style="MARGIN-BOTTOM: 0cm; BORDER-TOP: medium none; BORDER-RIGHT: medium none; BORDER-BOTTOM: medium none; PADDING-BOTTOM: 0cm; PADDING-TOP: 0cm; PADDING-LEFT: 0cm; BORDER-LEFT: medium none; LINE-HEIGHT: 12pt; PADDING-RIGHT: 0cm"><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P>
<DIV id=sdfootnote1>
<P class=sdfootnote style="PAGE-BREAK-BEFORE: always"><SPAN><A
class=sdfootnotesym
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote1anc"'
name=sdfootnote1sym><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"
face="Times New Roman">1</FONT></A><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT
face="Times New Roman"><SUP></SUP>
http://www.themeditelegraph.it/it/transport/ports/2016/11/21/porti-agenzia-per-lavoro-banchina-salvi-occupati-tTGr6bJxuUam3dCzkzc5EI/index.html</FONT></FONT></SPAN><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P></DIV>
<DIV id=sdfootnote2>
<P class=sdfootnote style="PAGE-BREAK-BEFORE: always"><SPAN><A
class=sdfootnotesym
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote2anc"'
name=sdfootnote2sym><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"
face="Times New Roman">2</FONT></A><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT
face="Times New Roman"><SUP></SUP>
http://www.zoom24.it/2016/04/22/tua-autoworks-ritira-investimento-stabilimento-gioia-tauro-16979/</FONT></FONT></SPAN><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P></DIV>
<DIV id=sdfootnote3>
<P class=sdfootnote style="PAGE-BREAK-BEFORE: always"><SPAN><A
class=sdfootnotesym
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote3anc"'
name=sdfootnote3sym><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"
face="Times New Roman">3</FONT></A><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT
face="Times New Roman"><SUP></SUP>http://www.regione.calabria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=18284&Itemid=136</FONT></FONT></SPAN><FONT
face="Times New Roman"> </FONT></P></DIV>
<DIV id=sdfootnote4>
<P class=sdfootnote style="PAGE-BREAK-BEFORE: always"><SPAN><A
class=sdfootnotesym
style='href: "http://contropiano.org/news/lavoro-conflitto-news/2016/11/26/sindacati-della-resa-gioia-tauro-licenziati-400-portuali-086340#sdfootnote4anc"'
name=sdfootnote4sym><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"
face="Times New Roman">4</FONT></A><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt"><FONT
face="Times New Roman"><SUP></SUP>
http://www.sudcomune.it/2016/10/31/editoriale-n-1-2-lavori-in-corso/</FONT></FONT></SPAN><FONT
face="Times New Roman">
</FONT></P></DIV></DIV></ARTICLE></MAIN></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
<tr>
<td style='border:none;padding:0px 15px 0px 8px'>
<a href="https://www.avast.com/antivirus">
<img border=0 src="http://static.avast.com/emails/avast-mail-stamp.png" alt="Avast logo" />
</a>
</td>
<td>
<p style='color:#3d4d5a; font-family:"Calibri","Verdana","Arial","Helvetica"; font-size:12pt;'>
Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avast antivirus.
<br><a href="https://www.avast.com/antivirus">www.avast.com</a>
</p>
</td>
</tr>
</table>
<br />
</BODY></HTML>