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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000"><FONT
face="Times New Roman">Traffico di rifiuti
ILVA<BR>><BR>>http://www.pressenza.com/it/2016/11/ministro-galletti-basta-con-il-traffico-<BR>di-rifiuti-ilva/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%<BR>3A+pressenza%2FcBtX+%28Notizie+di+Pressenza+IPA+in+italiano%29<BR>><BR>>Chiediamo
al ministro dell’Ambiente il blocco immediato del traffico<BR>>di rifiuti
dall’Ilva verso la Sicilia<BR>><BR>>Invitiamo il governo Crocetta e le
amministrazioni locali a prendere<BR>>posizione sulla
vicenda<BR>><BR>>Facciamo appello alla mobilitazione della cittadinanza,
partendo dai<BR>>comuni del Siracusano<BR>><BR>>Apriamo al confronto
con le realtà sociali e ambientaliste della<BR>>comunità di Taranto<BR>>I
rifiuti dell’Ilva di Taranto tornano a essere smaltiti in Sicilia,<BR>>ancora
una volta nel bel mezzo del polo petrolchimico siracusano e nel<BR>>più
completo silenzio delle istituzioni, nonché all’insaputa
delle<BR>>popolazioni locali. Era già successo ad aprile del 2015, quando
una<BR>>partita di circa 9 mila tonnellate di polverino prodotto
dagli<BR>>altiforni dell’acciaieria pugliese, dopo essere giunta in nave
al<BR>>porto di Augusta, fu trasferita alla discarica Cisma di
Melilli.<BR>>La novità preoccupante, adesso, è che questo traffico di
rifiuti<BR>>industriali è divenuto regolare e decisamente intenso. Da più di
un<BR>>mese e con cadenza settimanale, infatti, diversi autotreni carichi
di<BR>>polverino s’imbarcano sulla nave Eurocargo Livorno del
Gruppo<BR>>Grimaldi, in partenza ogni mercoledì mattina dal porto di
Taranto.<BR>>Rispetto all’episodio dello scorso anno, inoltre, è da
evidenziare una<BR>>curiosa variazione nel percorso marittimo: i rifiuti non
sbarcano più<BR>>ad Augusta, ma fanno scalo notturno a Catania; per poi
raggiungere via<BR>>terra, il giorno successivo, la stessa discarica di
Melilli.<BR>><BR>>Come associazioni ambientaliste e organizzazioni
impegnate sui<BR>>territori, riteniamo grave questo arbitrario e
sistematico<BR>>trasferimento di rifiuti speciali, da un’area altamente
contaminata a<BR>>un’altra che versa nelle medesime disastrose condizioni
sanitarie e<BR>>ambientali. Si tratta, per di più, di un’operazione che è
avvenuta, e<BR>>continua ad avvenire, senza informare né consultare la
Regione<BR>>Siciliana e le comunità locali. Nella totale mancanza di
trasparenza<BR>>istituzionale, quella decisa a tavolino dal ministro Galletti
con i<BR>>commissari dell’Ilva è una soluzione non solo insostenibile dal
punto<BR>>di vista ambientale, ma anche palesemente antieconomica, se non per
le<BR>>aziende private incaricate di attuarla. Inoltre, la scelta di
deviare<BR>>da Augusta a Catania il passaggio del polverino, oltre ad essere
meno<BR>>agevole e più costosa, fa sorgere il legittimo sospetto che ci sia
una<BR>>precisa volontà di tenere quest’operazione distante da quei
riflettori<BR>>– pubblici, mediatici e giudiziari – che da diversi mesi, in
seguito<BR>>allo scoppio dell’inchiesta lucana Petrolio, sono puntati sulla
rada<BR>>di Augusta, e sulle società e sui business che le gravitano
attorno.<BR>>In proposito, giova ricordare che alcuni soggetti economici
e<BR>>istituzionali citati nelle carte della procura di Potenza,
risultavano<BR>>direttamente o indirettamente coinvolti proprio nell’
“affare” del<BR>>polverino Ilva. Un fatto quest’ultimo che avrebbe dovuto
consigliare<BR>>al ministero dell’Ambiente quanto meno una buona dose di
cautela,<BR>>anziché l’ennesimo avallo di un traffico di rifiuti dai contorni
poco<BR>>chiari.<BR>><BR>>Per tutte queste ragioni, chiediamo al
ministro dell’Ambiente Gian<BR>>Luca Galletti il blocco immediato
dell’importazione in Sicilia degli<BR>>scarti industriali dell’Ilva,
nell’attesa di ridiscutere e ricercare<BR>>delle modalità più sostenibili e,
soprattutto, più trasparenti per<BR>>risolvere il problema del corretto
smaltimento di questo genere di<BR>>rifiuti. Il tutto partendo, a nostro
avviso, da un coinvolgimento<BR>>attivo delle comunità locali, dei cittadini
tanto quanto degli operai<BR>>costretti a subire i costi devastanti di
un’industria inquinante che<BR>>continua a divorare l’ambiente e la salute
pubblica, giocando al<BR>>ricatto occupazionale e negando il diritto ad un
lavoro sano e sicuro.<BR>><BR>>Siamo molto vicini alla comunità di
Taranto, perché da sempre la loro<BR>>lotta per la vita è anche la nostra. E
non potremmo mai trattare<BR>>questa vicenda come una mera istanza
localistica, senza considerare<BR>>nell’insieme la problematica e aprire al
confronto con le realtà<BR>>ambientaliste e i comitati territoriali di
Taranto.<BR>>Così rivolgiamo a loro l’invito a pronunciarsi su questa
vicenda, per<BR>>fare insieme piena luce su quanto sta accadendo, costruire
una<BR>>vertenza dal basso e trovare soluzioni condivise e
funzionali<BR>>all’obbiettivo primario che ci accomuna: ossia, la bonifica e
la<BR>>riconversione ecologica dei territori che
abitiamo.<BR>><BR>>Concludiamo invitando il governo Crocetta e le
amministrazioni locali<BR>>a prendere una chiara posizione in merito, mentre
facciamo appello<BR>>alla mobilitazione della cittadinanza, affinché si
spinga il governo<BR>>nazionale a porre fine a questo dannoso e insensato
traffico di<BR>>rifiuti Ilva.<BR>><BR>>promuovono: Legambiente Augusta;
Decontaminazione Sicilia; Natura<BR>>Sicula; Don Palmiro Prisutto<BR>>per
adesioni: </FONT><A><FONT
face="Times New Roman">stopveleni@email.it</FONT></A><BR><FONT
face="Times New Roman">></FONT><BR><BR><BR></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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