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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<DIV>speriamo che vinca la linea rossa sulla linea nera e si possa costruire un
grande contenitore comune </DIV>
<DIV>quale la rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul
territorio</DIV>
<DIV>rifondata a partire da un convegno nazionale sul grande processo ILVA
taranto</DIV>
<DIV>fateci sapere</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>rete naz</DIV>
<DIV>bastamortesullavoro@gmail.com</DIV>
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<DIV style="font-color: black"><B>From:</B> <A
title=procomto@libero.it>procomto@libero.it</A> </DIV>
<DIV><B>Sent:</B> Monday, November 14, 2016 8:15 AM</DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title=pcro.red@gmail.com>proletari comunisti</A> </DIV>
<DIV><B>Subject:</B> I: [<SOCI MD 2012>] 2) verbale direttivo
011016</DIV></DIV></DIV>
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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>
<DIV></DIV>Cari compagni,<BR>vi invio copia di alcune delle motivazioni per cui
la sezione di Alessandria di Medicina Democratica è in aperto contrasto con la
presidenza nazionale.<BR>Credo possa essere utile conoscerle.<BR>Saluti
rossi.<BR>S<BR><BR><BR><BR>
<BLOCKQUOTE>----Messaggio originale----<BR>Da: "Lino Balza"
<medicinademocraticalinobalza@hotmail.com><BR>Data: 13/11/2016
10.53<BR>A:
"soci2012@medicinademocratica.org"<soci2012@medicinademocratica.org><BR>Ogg:
[<SOCI MD 2012>] 2) verbale direttivo 011016<BR><BR><!--
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<P class=MsoNormal
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4.0pt; mso-border-between: .5pt solid windowtext; mso-padding-between: 1.0pt">Il
verbale del Direttivo, autodefinito non approvato, quasi fosse un work in
progress, infine è stato inviato come definitivo in “Lista Soci ed ex Soci”.
Dunque è stato reso pubblico. La pubblicizzazione è un atto dovuto come Onlus
e ne erano consapevoli i partecipanti per la responsabilità delle loro
dichiarazioni a verbale. Oltre a quello dell’informazione, il valore della
pubblicazione consiste anche nella possibilità data a tutti di intervenire e
approfondire, quale esercizio peculiare di democrazia. Proseguo anch’io, Socio
Qualunque, nella lettura del verbale (peraltro riproposto per il 26/11/16) con
precipua attenzione alle parti che attengono alla onorabilità della mia
persona e della mia famiglia. <o:p></o:p></P></DIV>
<P class=MsoNormal><SPAN style="mso-spacerun: yes"><BR></SPAN></P>
<DIV class=moz-forward-container>
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<P class=MsoNormal
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0cm; mso-border-between: .5pt solid windowtext; mso-padding-between: 1.0pt">2)
CONTINUA la lettura del “verbale”<o:p></o:p></P></DIV>
<P class=MsoNormal><o:p></o:p> </P>
<P class=MsoNormal>Il pomeriggio del Direttivo è caratterizzato dal <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">collegamento Skype</B> con Alessandria,
registrato, e dal<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>comportamento del presidente Piergiorgio Duca che ho immediatamente
stigmatizzato sulla Lista Soci. Mi ha assalito appena ho aperto bocca, in
continuazione il tentativo di zittirmi e di non dare anzi di togliermi la
parola, soprattutto l’aggressività, il livore personale, una sorta di
linciaggio insomma della mia persona (e non solo: quel “voi” ripetuto era
rivolto addirittura a mia moglie) con accuse gridate e avvertimenti
minacciosi: espulsioni, querele. All’origine di questo tentativo di esecuzione
sommaria ci sta l’astio che gli ribolliva dentro perché Balza, non “noi”, non
mia moglie, io Lino Balza, un Socio Qualunque, gli ho motivato in tutta
trasparenza e pubblicamente -per iscritto scripta manent- circostanziando le
motivazioni e con assoluta correttezza formale, la mia sfiducia quale
presidente per aver inferto un vulnus enorme alla democrazia dell’Associazione
e ho annunciato che al prossimo Congresso voterò per un altro Presidente: di
garanzia, rispettoso delle prerogative delle Sezioni territoriali e del
Direttivo.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>E’ stata negata la pubblicizzazione della <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">registrazione</B>. Non si è mai saputo
che registrare in audio o in video, con telefonini o altro, fosse vietato. Noi
registriamo ovunque andiamo, e andiamo ovunque con molta frequenza essendo
Movimento di lotta, non frequentiamo riunioni a porte chiuse o circoli
privati, non abbiamo mai chiesto il permesso a nessuno, salvo in tribunale,
nessuno ci ha mai fatto rimostranze (neppure Solvay), anzi sono tutti molto
grati (ad eccezione di Solvay) se pubblicizziamo l’iniziativa. Ribadito che
intenzionalmente la registrazione era ad uso interno, una volta conosciutane
la presenza: per quale ragione non consentire a tutti i Soci di beneficiare
dell’opportunità, di ascoltare quanto è veramente accaduto? Quanto ascoltato
corrisponde a quanto scritto da un verbalizzante come Caldiroli che non è
certo al di sopra delle parti? Hanno qualche ragione Balza e Tartaglione a
denunciare di essere stati tacitati e malamente da Duca? <o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Siamo a Pagina 6 (di 42)<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Siamo al secondo punto dell’o.d.g. Per quanto riguarda la
<I style="mso-bidi-font-style: normal">“nomina direttore attività editoriale
per il livello nazionale”</I> occorre completare che questa nomina, al pari
della “nomina responsabile vertenze legali e giudiziarie” erano state “cucite”
sulla figura -unica nel suo genere- di Luigi Mara, che infatti non ha mai
coperto cariche del suo livello, quale la presidenza. Oggi con la sua
scomparsa non c’è più l’esigenza. Da un lato, perché ciascuna vertenza
dovrebbe essere vagliata e proposta da ciascuna Sezione e deliberata dal
Direttivo e affidata di volta in volta al legale più prossimo al luogo dove si
svolge la vertenza con la partecipazione del territorio in quanto MD è
Movimento di lotta; dunque non è necessaria… la cooptazione già decisa di
Fulvio Aurora. Dall’altro, l’attività editoriale è ridotta alla rivista,
pressoché annuale, per la quale c’è già una redazione; per ulteriori eventuali
iniziative ci sono sempre Sezioni e Direttivo.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Pagina 7<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Terzo punto all’ordine del giorno: Vertenze legali.
Nell’allegato 2 (di cui non era stata data integrale lettura, benchè
contenente le considerazioni a ruota libera di Marco Caldiroli) sono elencate
<B style="mso-bidi-font-weight: normal">33</B> vertenze aperte, di cui
affidate dal responsabile vertenze 21 a Laura Mara, 3 a Bortolotto, 2 ad
Agagliate. Mancando le cifre, è impossibile fare un bilancio dare/avere delle
spese e delle riscossioni, si presume niente affatto negativo né per
l’Associazione né per gli avvocati. I ricorsi amministrativi nell’elenco sono
invece appena <B style="mso-bidi-font-weight: normal">7</B> <I
style="mso-bidi-font-style: normal">“condotti unitamente ad altre associazioni
locali e con legali scelti di comune accordo”.</I> I numeri divaricanti tra <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">processi e ricorsi</B> sono
significativi. I ricorsi, quelli sì, sono espressione di un Movimento di lotta
che lotta sul territorio con gli altri Movimenti. Quali- quante sono invece le
Sezioni protagoniste dietro i 33 processi? Quante e quali Sezioni sono
arrivate al processo al culmine di battaglie condotte negli anni? Quante-quali
hanno promosso assemblee pubbliche, prima e durante i processi, con le
popolazioni? Ad Alessandria, sì. Sarebbe indicatore di Movimento di lotta se,
a fronte di 33 processi, Medicina democratica avesse aperto con gli altri
Movimenti 66 <B style="mso-bidi-font-weight: normal">lotte territoriali</B>, o
solo 33, o solo 11… Nel verbale non c’è un elenco, né un punto all’o.d.g., di
queste lotte. Stiamo assistendo dappertutto che, allorquando un Pubblico
Ministero apre un processo, accorrono parti civili come mosche sul torrone,
associazioni e amministrazioni che non si erano mai occupate del contenzioso
ambientale, anzi magari erano colluse o concusse. La loro presenza è per darsi
visibilità e per quei soldini che i tribunali non lesinano pur in presenza di
sentenze dannose alle popolazioni. <o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Trasformarsi in Studio Legale itinerante non è tra le
finalità indicate nell’allegato 2 del Verbale, come punto i) dello Statuto: <I
style="mso-bidi-font-style: normal">“i) conseguire i fini sociali, attraverso
la promozione di iniziative socio-culturali e scientifiche utilizzando anche
gli strumenti processuali…”<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN></I>Quell’ “<I style="mso-bidi-font-style: normal">anche”</I> sta
infatti diventando l’attività prevalente di Medicina democratica, attività
imprenditoriale che poco ha a che fare con… iniziative
socioculturalscientifiche. Il risultato infine di questi processi è quello
documentato in oltre 500 pagine sul libro <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">Ambiente Delitto Perfetto</B>: una
giurisprudenza sempre assolutoria con derubricazione del dolo in colpa e
prescrizioni, non adeguata giustizia per le vittime, non reale punizione dei
colpevoli, nessuna ricaduta di bonifica sull’ambiente, una presenza di
Medicina democratica nei processi enfatizzata mentre è senza reale
incidenza.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Se il bilancio economico di Medicina democratica è
imperniato sugli introiti dei processi invece che assicurato dalle quote degli
iscritti, si spiega <B style="mso-bidi-font-weight: normal">l’irrilevanza
politica attribuita al numero dei Soci</B>. Che importanza ha che dopo 40 anni
i Soci siano 20.000 (utopia) o 2.000 (come dovrebbe essere) o 200 (come sono)
o 20 (come saranno)? Che importanza hanno i Soci? <o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Nell’elenco dell’allegato 2, è ripetuto ossessivamente
“spese anticipate da…”. Occorre distinguere. Un conto sono le <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">“spese processuali</B>” che qualunque
avvocato non padronale anticipa, rivalendosi poi tramite i sempre generosi
risarcimenti in sentenza. Altra cosa sono le <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">“spese vive</B>”, vitto e trasporto, che
dovrebbero essere documentate e rimborsate tempestivamente agli avvocati; ad
Alessandria abbiamo -caso raro forse unico- fatto una sottoscrizione. Ne
consegue che le trasferte lontane alzano i costi: dunque, anche e non solo per
questa ragione, gli avvocati devono essere locali. Inspiegati, non dico
inspiegabili, inspiegati restano i <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">rimborsi</B> a chi non è neppure avvocato
e non si sa per anni quale compito svolga e soprattutto autorizzato da chi
(ogni riferimento a Fulvio Aurora non è casuale). <o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Infine si ricorda, nell’allegato 2, che <I
style="mso-bidi-font-style: normal">“la decisione di intervenire come Onlus in
una vicenda giudiziaria è compito del direttivo”</I>: dobbiamo prenderla come
una autocritica della presidenza, considerando se e quando mai il Direttivo ha
preventivamente autorizzato e poi soprinteso i 33 processi? Per non parlare
dello scippo del processo Solvay? Sintetizzando: l’abnorme partecipazione ai
processi deve invece essere limitata a quelli promossi e partecipati dalle
Sezioni territoriali nonché espressamente votati dal Direttivo, a norma di
Statuto.<SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Questa condotta è stata
pesantemente violata dalla presidenza. E ne è ben consapevole, dunque
colpevole, il vicepresidente che a pagina 7 del Verbale riprende
(autocritica?) i Direttivi 2003 e 2008 dai quali non risulta essere <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">mai stato affidato a nessuna Presidenza
il diritto che è esclusivo del Direttivo </B>a deliberare in merito alle
decisioni processuali. Non è questa una banale questione di procedura
statutaria, bensì di democrazia: in una Associazione che ha tra i principi
fondanti la “non delega” l’organo esecutivo non può mai e poi mai esautorare
l’organo direttivo.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>A pagina 8</P>
<P class=MsoNormal>del "Verbale" vengono in quattroequattrotto messe in
votazione due proposte di regolamentazione delle vertenze. La “proposta 1)
Caldiroli” praticamente non riconosce alle Sezioni il ruolo fondamentale di
gestione in ogni fase, dall’inizio alla fine, e continua a delegare pieno
potere al “responsabile nazionale delle vertenze”, cioè a Fulvio Aurora,
dunque a Caldiroli e Duca, nonché in ultima analisi all’avvocato, mentre il
Direttivo viene ridotto a mera ratifica. Lo spiega tranquillamente Caldiroli a
pagina 10 del Verbale: “<U>Non è previsto alcun potere decisionale né per
direttivo né per le sezioni</U>”. Più esplicito di così! <SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>La “proposta 2 Balza” afferma
esattamente il contrario. Le due proposte vengono messe in votazione senza che
si svolga un mezzo intervento di merito: questo è il dato più significativo,
ancor più del fatto che una Associazione di meno di 200 Soci ha un Direttivo
pletorico di 40 persone che si riunisce in 21 e approva in 16 appunto senza la
minima discussione di merito.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Con la stessa prontezza di riflessi, pagina 9 del
"Verbale",</P>
<P class=MsoNormal>la stessa maggioranza nomina Fulvio Aurora “responsabile
per le vertenze giudiziarie”. Nessuna discussione in merito. Eppure Balza è
andato giù pesante: <B style="mso-bidi-font-weight: normal">Fulvio Aurora</B>
(e non una rosa di candidati) è proposto, come previsto, a sostituire Luigi
Mara, pur non avendone un centesimo di competenza: Mara aveva fuso in sé i
ruoli di tecnico e di avvocato. Dunque quella di Aurora è una nomina
strumentale utile al cerchio magico mentre dovrebbero essere le Sezioni a
proporre al Direttivo la gestione delle vertenze più utili alla partecipazione
del territorio, usufruendo di tecnici e avvocati vicini, capaci e conosciuti,
che non mancano. La seconda ragione del voto decisamente contrario ad Aurora è
per la sua pervicace <B style="mso-bidi-font-weight: normal">negazione del
ruolo delle Sezioni</B> e dei suoi Soci che non si è fatto scrupolo di
stuprare come stigmatizzammo pubblicamente in lista io e Luigi Mara per la
vicenda sull’amianto della Rete Ambientalista, e come si è ripetuto con la
vicenda del processo Solvay. Valutazione tecnica e politica, nulla di
personale, a prescindere dal suo insulto vergognoso di proporre la mia
espulsione e addirittura (tipica vendetta trasversale) di mia moglie, noi che
a Medicina democratica abbiamo sempre dato e mai preso una
lira.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>3 contrari e 3 astenuti (su 21) nel voto su Fulvio Aurora,
segno che certe considerazioni non sono solo nella testa di Balza. Piacerebbe
sapere cosa ne pensano i quasi 200 Soci. <o:p></o:p></P><m:brkbin
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-->CONTINUA la lettura del “verbale”....<BR><BR><BR><BR>-------- Messaggio
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<TD>Thu, 10 Nov 2016 18:03:50 +0100</TD></TR>
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approfondire, quale esercizio peculiare di democrazia. Mi accingo anch’io,
Socio Qualunque, alla lettura del verbale (peraltro riproposto per il
26/11/16) con precipua attenzione alle parti che attengono alla onorabilità
della mia persona e della mia famiglia. <o:p></o:p></P></DIV>
<P class=MsoNormal><SPAN style="mso-spacerun: yes"><BR></SPAN></P>
<P class=MsoNormal><SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Pagina
4.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Maurizio Marchi non condivide il termine “Cerchio Magico”,
preferisce “I tre milanesi”, ci sono tanti altri eufemismi, vertice apice
cerchia, insomma ci riferiamo al ristretto gruppo dirigente che, con il
consenso espressivo -numeri alla mano- di non oltre il 10% del silente corpo
associativo, senza alcun potere derivante dallo Statuto, fa e disfa
esautorando Direttivo e Sezioni territoriali. La Costituzione italiana non va
cambiata (peggiorata): andrebbe realizzata. La Statuto è la nostra
Costituzione: va rispettato, alla presidenza non conferisce nessun potere
decisionale che prevalga su Direttivo e Sezioni. Quando questo abuso avviene,
come nel caso della Sentenza Solvay, condivide Marchi, oltre alla la condanna
della presidenza è opportuno attivarsi per la causa in sede civile con un
diverso legale.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Pagina 5<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>Si sta discutendo sul primo punto all’o.d.g, organizzazione
del convegno sul quarantennale, eppure Piergiorgio Duca va perfidamente fuori
tema per rilevare<I style="mso-bidi-font-style: normal"> “che il comportamento
sulla mailing list di Lino Balza lo considera <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">inqualificabile</B>. La discussione in MD
non deve svolgersi in questo modo con soggetti che fanno la <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">“mosca cocchiera”</B> e con posizioni
fondate sulla <B style="mso-bidi-font-weight: normal">egolatria.</B> MD non è
strutturata come federazione, al Presidente sono attribuite funzioni
importante di cui si prende la responsabilità ogni volta che appone una firma.
E per quanto mi riguarda mi sono sempre attenuto a un comportamento coerente.
In ogni caso, qualunque siano i motivi di dissenso, è indispensabile mantenere
buona <B style="mso-bidi-font-weight: normal">educazione</B> nei rapporti
interpersonali, chi non si attiene a questo basilare principio <B
style="mso-bidi-font-weight: normal">è meglio che se ne vada</B>”. </I>Ebbene,
troppo comodo approfittare dell’assenza di una persona per attaccarla evitando
il contradditorio. Bisogna avere il coraggio di parlare guardando negli occhi.
La pavidità e la scorrettezza sono tanto più inqualificabili perché è risaputo
che Duca evita i luoghi appropriati di discussione, non si attiene cioè al
basilare principio di discutere sulla lista dei Soci come fanno tutti i comuni
mortali, non dico nei miei confronti ma di qualunque Socio per qualunque
argomento, non ha rapporti con nessun Socio salvo la ristretta cerchia.<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Si chiama spocchia. Duca, dottore
letterato, a pagina 5 mi dà della “mosca cocchiera”. La locuzione deriva da
una favola di Fedro dal titolo: La mosca e la mula. Dice la favola:
<<Una mosca si posò sul timone di un carro e rimproverando una mula
disse: "Quanto sei lenta! Non vuoi avanzare più velocemente? Sta attenta che
io non ti punga il collo con il pungiglione". Quella rispose: "Le tue parole
mi sono indifferenti; al contrario temo costui che, sedendo sulla cassetta,
dirige la mia corsa con una frusta flessibile, e mi tiene ferma la bocca con
un morso coperto di schiuma. Per questo allontana la tua frivola insolenza;
infatti so sia quando bisogna andare piano sia quando si deve
correre".>> Duca sarebbe la mula, che lavora come un mulo per Medicina
democratica, io sarei la mosca insolente che lo lascia indifferente e il
carrettiere sarebbero i Soci che invece teme e rispetta. Nessuna delle tre
affermazioni mi sembra rappresentazione della realtà. Duca soprattutto ignora
i Soci e le Sezioni su qualunque argomento di dibattito e la mosca cocchiera
non lo lascia indifferente considerando la buona educazione con cui mi usa gli
epiteti insultanti a livello personale (es. egolatra: chi adora sé stesso,
narcisista, personalità caratterizzata da senso di superiorità, esigenza di
ammirazione e mancanza di empatia). Con queste offese, secondo lui di “buona
educazione”, Duca svincola, si nasconde, evita di difendersi dalle accuse sul
suo comportamento: di prevaricazione nelle sue funzioni di presidente,
funzioni che dovrebbero essere di rappresentanza e garanzia, dalle accuse di
abuso di potere nei confronti delle Sezioni e del Direttivo, dalle accuse di
metodo con l’aggravante del merito: l’avvocato di Medicina democratica è
l’unico fra le parti civili che non ha fatto ricorso contro la sentenza
Solvay, anzi ne chiede la conferma.<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN>Per queste accuse ho affermato che avrebbe dovuto dare le dimissioni e
che al prossimo Congresso sosterrò che non debba essere riconfermato. Queste
sono accuse politiche e non offese personali. Sfido chiunque a produrre, anche
solo per stralcio, mie affermazioni contenenti offese personali. Duca conclude
la scomunica con un “<I style="mso-bidi-font-style: normal">è meglio che se ne
vada</I>”. Se ne vada lui, torni a fare il Socio Qualunque, come
me.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal>La discussione su “Organizzazione del convegno sul
quarantennale della costituzione di MD” si è conclusa con il rinvio della data
a gennaio. Se non si vuole fare una mera celebrazione ecclesiale, resta ancora
il tempo per una riflessione sul nodo che dovrebbe affrontare Medicina
democratica Movimento di lotta per la salute. La matematica non è una
opinione<B style="mso-bidi-font-weight: normal">.<I
style="mso-bidi-font-style: normal"> Dopo 40 anni i Soci sono meno di 200.
Traguardo centrato oppure fallimento? Merito oppure colpa di chi ha diretto
l’Associazione in questi 40 anni? L’attuale presidenza quale parte ha in
questo merito oppure in questa colpa? Le Sezioni territoriali sono il perno
dell’associazione oppure sono state esautorate?<SPAN
style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>MD è ancora Movimento di lotta dentro
i Movimenti oppure è diventato uno studio professionale e più legale che
medico? Continuiamo così oppure è necessaria una svolta? Conserviamo il
presente come il migliore dei mondi possibili oppure affrontiamo le proposte
concrete di riforma per un ritorno alle origini del Movimento?</I></B><I
style="mso-bidi-font-style: normal"> </I>Domande semplici. Risposte
impegnative. Valentino Tavolazzi ha proposto uno spazio di discussione,
perfino a porte chiuse. Muro di gomma<I
style="mso-bidi-font-style: normal">.<SPAN style="mso-spacerun: yes">
</SPAN><SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN><o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoNormal><SPAN style="mso-spacerun: yes"> </SPAN>Chi sul serio,
in campo, in prima linea ha vissuto Medicina democratica in questi 40 anni ha
visto molti compagni validi andarsene, intere sezioni abbandonare, pensiamo ai
compagni pugliesi. I pochi giovani che si sono affacciati si sono subito
allontanati. Difficile affermare che ci sono stati ampi spazi di pluralismo e
dialettica. Il tenore dell’attuale dibattito lo conferma. Hanno prevalso
conformismo e delega. Piuttosto che protagonismo e partecipazione attiva. Che
fosse necessaria una svolta a 180 gradi non è una mia scoperta dell’ultimo
Congresso di Firenze. Tanto al Congresso di Brindisi che a quello di Milano,
l’assenza di MD dai Movimenti fu una questione posta con evidenza. A Brindisi
con Michelangiolo Bolognini (che la pensava come me) guidammo un apposito
Gruppo di lavoro. A Milano si noti il mio commento all’inconsistente documento
conclusivo redatto. Era evidente già all’inizio del secolo che una svolta
sarebbe stata necessaria. Oggi forse è troppo tardi. Se è così, il mio
rammarico è di non aver tentato tutto quello che forse era possibile. Me ne
faccio una colpa.<o:p></o:p></P>
<P class=MsoNormal><o:p></o:p> </P>
<DIV
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<P class=MsoNormal
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4.0pt; mso-border-between: .5pt solid windowtext; mso-padding-between: 1.0pt">CONTINUA
la lettura del
“verbale”<o:p></o:p></P></DIV></m:narylim></m:intlim></m:wrapindent></m:defjc></m:rmargin></m:lmargin></m:dispdef></m:smallfrac></m:brkbinsub></m:brkbin></DIV><BR></BLOCKQUOTE><BR></DIV></DIV></DIV>
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