<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1><A
style='href: "http://www.ilpiccolo.net/articolo.php?ARTUUID=98B7688F-B709-4A4C-AA50-2DC516F3814E&MUUID=13736974-10CC-462D-B183-9DFBDE6665FB"'><FONT
face="Times New Roman">"A Berlino, nel '43, uno stabilimento
dell’Eternit"</FONT></A></H1>
<P><IMG class=left
src="http://www.ilpiccolo.net/tmp_images/38cd5dc99ce543c7b730d0d76f718ecb_347.jpg"
width=347><SPAN class=location><BR></SPAN></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN class=location>Casale
Monferrato</SPAN><SPAN class=location> | 11/11/2016 — </SPAN>A fine novembre si
torna in aula per il processo Eternit Bis. C’è un nuovo elemento che, se
confermato, pur non avendo rilevanza processuale perché prescritto, avrebbe
sicuramente un forte impatto emotivo e servirebbe a riscrivere, in parte, la
storia degli ‘schiavi del Reich’, nel secondo conflitto mondiale. A Berlino
c'era uno stabilimento della Eternit Svizzera. Ezio Bonanni, presidente
dell'Osservatorio Nazionale amianto spiega che "molto probabilemnte nel corso
del secondo conflitto, l'impianto è stato trasformato in un campo di lavoro
forzato per prigionieri di guerra, tra cui italiani. Ora, faticosamente, si sta
ricostruendo la storia di questi schiavi moderni, rintracciano i parenti o i
superstiti".</FONT></P></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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