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<DIV class=ls-articoloTitolo>
<H3><FONT face="Times New Roman">La Procura torna a chiedere il processo per
Schmidheiny </FONT></H3></DIV>
<DIV class=ls-articoloCatenaccio><FONT face="Times New Roman">L’accusa per la
quale i magistrati vogliono portare in tribunale l’ex magnate dell’Eternit è
omicidio volontario di 258 persone</FONT><BR><BR><IMG title="" alt=""
src="http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p4/2016/09/08/Alessandria/Foto/RitagliWeb/JGHA8NCS2148-kuzF-Ulqa7wVZwNbwPou-1024x576@LaStampa.it.jpg"><BR></DIV></DIV>
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<DIV class=ls-articoloSuperIntestazione>
<DIV class=ls-articoloIntestazione><FONT face="Times New Roman"><SPAN
class=ls-articoloDataPubblicazione>08/09/2016</SPAN> <SPAN
class=ls-articoloOcchiello></SPAN></FONT></DIV>
<DIV class=ls-articoloAutore itemprop="author">
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<DIV style="FLOAT: left"><FONT face="Times New Roman">silvana
mossano</FONT></DIV></DIV></DIV>
<DIV class=ls-articoloLuogo itemprop="contentLocation"><FONT
face="Times New Roman">casale monferrato </FONT></DIV></DIV>
<P><FONT face="Times New Roman">Si riparte da dove, il 24 luglio dello scorso
anno, ci si era fermati.<SPAN class=nero> L’udienza preliminare del procedimento
«Eternit Bis» ricomincerà a Torino il 27 ottobre,</SPAN> davanti allo stesso gup
<SPAN class=nero>Federica Bompieri </SPAN>che l’aveva iniziata a maggio 2015.
Quando il giudice l’aveva interrotta, riconoscendo legittimi i dubbi dei
difensori di <SPAN class=nero>Stephan Schmidheiny </SPAN>sulla possibilità che
si potesse incorrere nel principio del «ne bis in idem» (cioè non si può
processare due volte una persona per gli stessi fatti) e aveva girato il quesito
alla <SPAN class=nero>Corte Costituzionale</SPAN>, alcuni casalesi non l’avevano
presa bene. Quello stop fu considerato un ulteriore inciampo nei garbugli di una
giustizia avvertita talora come incomprensibile, se pur accettata e
rispettata. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Invece, a distanza di un anno si può dire che
non è stato un anno perso. La Corte Costituzionale ha affrontato in maniera
dirimente, e una volta per tutte, una questione che, altrimenti, si sarebbe
trascinata riproponendosi a ogni grado di giudizio e in eventuali altri
processi. <SPAN class=nero>Ora c’è un parere supremo cui attenersi e che dà al
gup la facoltà di proseguire.</SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Non si pensi, tuttavia, che la difesa arretrerà
chinando il capo. I legali Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva già hanno fatto
capire che anche il responso della Consulta può consentire più interpretazioni
applicative. Quindi, nell’udienza preliminare è prevedibile che di «ne bis in
idem» si sentirà ancora parlare. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Quel che è certo è che il percorso non è
interrotto. Sono già state fissate cinque date: a giovedì 27, seguono venerdì 28
ottobre, venerdì 4, giovedì 17 e venerdì 18 novembre. <SPAN
class=nero>Nell’Eternit Bis, la Procura chiede che Schmidheiny sia mandato a
processo con l’accusa di omicidio volontario di 258 persone</SPAN> (un numero
che potrebbe aumentare in successive contestazioni) uccise dalla fibra d’amianto
che, sostengono i pm, il patron dell’Eternit non fece nulla per limitare o
eliminare. La fabbrica, poi, pur dismessa nel 1986, fu lasciata lì ad agonizzare
nel degrado, con piaghe infette sempre più esposte e virulente tanto che la
chiusura dell’Eternit non coincise affatto con la fine della diffusione della
polvere; al contrario, caso mai si aggravò per la mancanza totale di
contenimenti e precauzioni. Bomba a orologeria, hanno detto alcuni. <SPAN
class=nero>È impreciso, perché una bomba, prima o poi, esplode e segna una data
precisa da cui si cominciano a conteggiare i tempi di una possibile, se pur
umiliante (per lo Stato, prima di tutto) prescrizione.</SPAN> Invece, lo
stillicidio continuo e duraturo di contaminazione con conseguenti vittime ha
lasciato spazio alle interpretazioni (legittime, ma non unanimemente condivise)
su cui è franato il maxiprocesso Eternit Uno. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Ora, tuttavia, si riparte, anche con la forza
che scaturisce dal <SPAN class=nero>Parco Eternot (si inaugura sabato, al posto
dell’Eternit) che contiene in sé un monumento in movimento: è un vivaio in cui
ogni anno, ad aprile, per la Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, le
piante faranno fiorire dei «fazzoletti bianchi»</SPAN>. Non solo asciugheranno
le lacrime, ma, come ha scritto <SPAN class=nero>Gea Casolaro</SPAN>, l’artista
creatrice dell’opera, «metteranno le ali e voleranno lontano per sviluppare
profonde radici di giustizia». </FONT><BR></P>
<DIV class=cont-firma-email> </DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
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