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alt="Lavoro, il Piemonte sperimenta il tirocinio retribuito per i disoccupati"
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<P><FONT face="Times New Roman">La Regione: saranno le aziende a pagare un
reddito minimo</FONT></P>
<P><SPAN style='itemprop: "articleBody"'><FONT face="Times New Roman">Saranno le
aziende a pagare il "reddito minimo" ai disoccupati. La Regione poi rimborserà
la spesa. Del tutto in caso di assunzione, solo in parte se dopo il tirocinio il
disoccupato dovesse restare tale. E’ il “reddito minimo” in salsa piemontese,
quello che qui chiamano «buono servizi» e per cui il presidente Sergio
Chiamparino ha più volte candidato il Piemonte a fare da test per un esperimento
nazionale. Che non è mai arrivato. E per cui ancora lunedì, dalla festa dei 115
anni della Fiom Cgil, il presidente è tornato a chiedere "un patto tra Regioni e
Governo per fronteggiare l’emergenza lavoro» e arrivare, nella prossima legge di
stabilità «a un accesso flessibile, ma non penalizzante alla pensione e al
sostegno al reddito legato all’accompagnamento al lavoro".<BR>Nel frattempo, il
Piemonte si è organizzato, ha individuato una sessantina di milioni e ipotizzato
una terza via. Non il reddito di cittadinanza, immaginato dal Movimento 5
stelle, nemmeno quello di autonomia chiesto da Sel e persino da una parte del
Pd, ma un percorso nuovo, una sorta di estensione di Garanzia giovani anche a
coloro che giovani non sono e il cui obiettivo non è entrare da zero nel mondo
del lavoro, bensì trovare il modo di rimanerci.<BR>Il provvedimento era già
annunciato lo scorso anno, poi l’iter si è complicato per una difficile – e
infine naufragata – trattativa con l’Inps, e per la necessità di individuare una
modalità di spesa delle risorse compatibile con le regole di Bruxelles. Il
risultato ora è una sorta di voucher, legato alle attività di riqualificazione
professionale da “spendere” nelle aziende o nelle agenzie per il lavoro.<BR>Le
strategie sono quattro: un “buono” per chi ha perso il lavoro da almeno sei
mesi, uno per chi vive anche in condizioni disagiate, uno per i disoccupati che
partecipano a laboratori e uno per le crisi aziendali. Per questi ultimi due
progetti (e per gli sportelli per i cittadini) si dovrà attendere l’autunno, le
prime misure invece partiranno già prima della pausa estiva. "La procedura
prevista per i fondi europei, con cui finanziamo l’intervento, ci impone di fare
dei bandi destinati ai centri per l’impiego e alle agenzie di lavoro accreditate
– spiega l’assessore al lavoro Gianna Pentenero – saranno poi loro a raccogliere
le aziende e a gestire i progetti di tirocinio e riqualificazione".
L’impostazione, spiega ancora Pentenero "prevede di valorizzare la rete dei
servizi per l’occupazione, con una serie di incentivi per riconoscere i costi
standard e meccanismi di premio a seconda delle perfomance raggiunte dalle
agenzie per il lavoro e dalle aziende, ad esempio il numero di contratti stabili
ottenuti".<BR>L’idea insomma è inserire il sostegno al reddito - sulla cui
necessità ormai molti convengono soprattutto alla luce delle stime che parlano
di quasi 100 mila lavoratori, solo in Piemonte, destinati a rimanere senza né
lavoro, né ammortizzatori nei prossimi mesi – in una strategia che rilanci il
lavoro e la produzione. "Il problema è dare un lavoro alle persone – ammette
Pentenero – ma anche trovare le aziende dove questo lavoro
serva".</FONT></SPAN></P></DIV></DIV>
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