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<p><b>Il processo tenutosi il 4 luglio contro una delle tante lotte
dei Disoccupati Organizzati Slai cobas a Taranto, si è concluso
con una sentenza "a due facce":</b></p>
<p>da un lato la Giudice Misserini ha assolto la coordinatrice Slai
cobas da tutti i capi di imputazione (aver manifestato senza
autorizzazione sul ponte e interruzione del traffico) perchè "il
fatto non sussiste" (per la prima imputazione) e per "non aver
commesso il fatto" (per la seconda), dall'altra però ha condannato
pesantemente uno dei Disoccupati organizzati (per interruzione del
traffico sul ponte e incitamento agli altri disoccupati a
continuare il blocco del ponte); a questi ha comminato una
condanna di 9 mesi di reclusione addirittura maggiore di quella
chiesta dal PM (7 mesi). </p>
<p><b>PER QUESTO, SE SIAMO CONTENTI PER IL RICONOSCIMENTO OGGETTIVO
DELLA LEGITTIMITA' DELLO SLAI COBAS AD ORGANIZZARE LE LOTTE PER
IL LAVORO, DENUNCIAMO QUESTA ILLEGITTIMA CONDANNA AD UN
DISOCCUPATO, che non ha altra giustificazione </b>(perchè la
contraddizione è palese: se da un lato si dice che il fatto di
manifestazione sul ponte senza autorizzazione "non sussiste",
dall'altra poi si condanna per l'interruzione del traffico sul
ponte)<b> se non quella di voler essere monito/minaccia per i
disoccupati che lottano<br>
</b></p>
<p>Il processo è stato caratterizzato dalle dichiarazioni della
coordinatrice Slai cobas che ha messo in luce la giustezza della
lotta dei disoccupati, di cui la giornata oggetto del processo era
solo una delle tantissime manifestazioni, lotte che i disoccupati
e le disoccupate da mesi stavano portando avanti, e hanno
continuato a portare avanti nei mesi successivi, a fronte di un
Comune e di un sindaco che al massimo faceva promesse di incontri,
di impegni ma poi spariva, senza dare neanche mezza risposta
all'emergenza del lavoro che si vive a Taranto, nonostante
effettive possibilità di occupazione che lo stesso Slai cobas e i
Disoccupati Organizzati indicavano. </p>
<p>La coordinatrice ha quindi rivendicato l'inevitabilità e la
legittimità di una lotta più incisiva dei disoccupati.</p>
<p>Il disoccupato, accusato di aver fomentato gli altri suoi
compagni, ha detto con forza che nei cobas non ci sono capi, ma
che tutti i disoccupati sono uniti nell'azione di lotta.</p>
<p>L'avvocato D'Elia Alessandro, difensore della coordinatrice Slai
cobas ha infine sottolineato come proprio grazie a quelle lotte,
nei mesi successivi una parte dei Disoccupati Organizzati sta
lavorando (negli appalti Amiu e recentemente nei Cantieri di
Cittadinanza).</p>
Lo Slai cobas esprime la propria solidarietà al disoccupato (da
tempo non più nello slai cobas e difeso da altro avvocato), e si
impegna a dare tutto il suo sostegno affinchè cada questa
ingiustissima condanna.<br>
<br>
SLAI COBAS per il sindacato di classe - Taranto<br>
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