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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'>LO
SLAI COBAS per il sindacato di classe di Taranto - che ha portato avanti nei
mesi scorsi una lunga e dura lotta dei migranti del Bel Sit di Taranto per
l'ottenimento del permesso di soggiorno e ora per il diritto di asilo e il
lavoro, e che ha avviato una campagna contro l'hotspot - appoggia la
manifestazione di Bari e sta verificando la possibilità di partecipazione.<BR>
<DIV class=moz-forward-container><BIG><B>Per discuterne con i rappresentanti dei
migranti del Bel Sit appuntamento GIOVEDI' 23 GIUGNO ORE 18 SEDE SLAI
COBAS</B></BIG><BR> <BR>
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<DIV class=_2qgs><SPAN class="_4n-j fsl">
<DIV id=id_5765b87d2ec6e7954497261
class="text_exposed_root text_exposed"><SPAN class=text_exposed_show>BARI 30
GIUGNO: ANCORA UNA VOLTA QUI<BR>LA NOSTRA LOTTA è LA VOSTRA LOTTA<BR><BR>Siamo
i lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia e
ancora una volta scendiamo nelle strade per chiedere quello che ci
spetta!<BR>Da settembre dell’anno scorso abbiamo iniziato un percorso di lotta
per riprendere il controllo delle nostre vite. Vogliamo una condizione
giuridica riconosciuta! Molti di noi sono in Italia da 15/20 anni, costretti a
vivere ai margini perché tutte le volte che abbiamo provato a “conquistare” un
permesso di soggiorno siamo stati truffati dalle stesse leggi di questo paese
(le sanatorie, così come i decreti flussi e anche tutto il business che gira
intorno alle richieste di asilo). Mentre chi di noi è arrivato più
recentemente, ha pochissime possibilità di ottenere un permesso, condannati
quindi a subire tutti i possibili meccanismi di sfruttamento.<BR><BR>Vogliamo
poter vivere e lavorare in modo regolare. Le baracche e i ghetti in cui
viviamo - in campagna come in città - sono noti a tutti, così come le
sfruttate condizioni di lavoro – in agricoltura come in altri settori. Quando
urliamo che la “nostra lotta è la vostra lotta” è perché lo sfruttamento
lavorativo, la speculazione sulle abitazioni e la conseguente
marginalizzazione coinvolgono tutti, italiani e stranieri, chi proviene dai
paesi comunitari e i rifugiati! La nuova giunta della Regione Puglia ha
dichiarato più volte di voler risolvere le numerose storture che persistono
nell’organizzazione del lavoro del settore agricolo, che ha un ruolo chiave
per la produttività di questo territorio, e motore fondamentale per l’economia
del paese. E noi “stranieri”, provenienti da altre parti d’Europa così come
dall’Africa, siamo indispensabili per la sostenibilità del comparto.<BR><BR>Ci
siamo organizzati, abbiamo manifestato e chiesto incontri con tutti gli attori
istituzionali, dalla Regione, alla Prefettura e la Questura, ma nonostante le
dichiarazioni e le promesse a ridosso della nuova stagione di raccolta tutto è
rimasto immutato. Forse non siamo stati ascoltati con la dovuta attenzione?
Come non vengono ascoltati tutti coloro che stanno rivendicando la necessità
di vivere una vita normale! Chi lotta nei centri per richiedenti asilo, che
son tutto fuorché accoglienti. Basti pensare al CARA di Bari dove ogni
settimana avvengono proteste contro il malfunzionamento della struttura e
l’unica risposta è la repressione. O chi lotta nei CIE, massima espressione di
un sistema di controllo, contenzione e repressione che assume mille forme.
Come chi lotta nei luoghi di approdo, dove l’Unione Europea ha pensato bene di
continuare a infrangere la libertà di movimento e di richiesta di protezione
internazionale, costituendo i famigerati Hotspot, uno dei quali si trova qui
vicino, a Taranto. O chi lotta per condizioni di lavoro normali, come noi che
veniamo dalle campagne del foggiano. E per la casa, come tanti in diverse
città.<BR><BR>Siamo profondamente arrabbiati e in parte disorientati! <BR>In
questa regione, così come nel resto del paese, tutti i giorni si lotta per
cambiare le regole: la modifica urgente della normativa sull’immigrazione, il
cui fallimento e le cui aberrazioni sono oramai sono sotto gli occhi di tutti.
L’applicazione dei contratti collettivi, considerando non solo gli istituti
previdenziali, ma anche la garanzia del trasporto e dell’alloggio, primo vero
strumento nella lotta all’intermediazione di manodopera -quella che tutti
chiamano caporalato per farla sembrare qualche cosa di eccezionale, distorto e
criminale, quando invece è la realtà in molti settori
d'impiego.<BR><BR>Invitiamo tutti e tutte ad unirsi a noi in questa ennesima
giornata di lotta: vogliamo documenti, contratti, case - né tende né container
- e trasporto gratuito nei luoghi di lavoro!<BR><BR>Noi non ci
arrendiamo!<BR>WE STILL NEED YES<BR><BR>Comitato Lavoratori delle Campagne -
Rete Campagne in Lotta<BR><SPAN>per info e adesioni: <A
class=moz-txt-link-abbreviated href="mailto:campagneinlotta@gmail.com"
moz-do-not-send="true">campagneinlotta@gmail.com</A> -
solidariassociazione@gmail</SPAN><WBR><SPAN
class=word_break></SPAN>.com</SPAN></DIV></SPAN></DIV></BLOCKQUOTE><BR><BR></DIV>
<DIV> </DIV></DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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