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<H1 class=entry-title><A
style='href: "http://www.operaicontro.it/?p=9755739649"' rel=bookmark><FONT
face="Times New Roman">Leone Lazzara, storico rappresentante sindacale in Atac
(Roma) lascia la Cgil</FONT></A><FONT face="Times New Roman"> </FONT></H1>
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title="Leone Lazzara, storico rappresentante sindacale in Atac (Roma) lascia la Cgil"
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alt="Per il dibattito Riportiamo il testo della lettera postata da Lanza e la sua scelta di iscriversi alla USB Continuiamo ad affermare che tutte le direzioni sindacali (di qualsiasi sigla) […]"
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<H1 class=article_title><SPAN style="COLOR: "><FONT color=#800000
face="Times New Roman">Per il dibattito</FONT></SPAN></H1>
<H1 class=article_title><SPAN style="COLOR: "><FONT color=#800000
face="Times New Roman">Riportiamo il testo della lettera postata da Lanza e la
sua scelta di iscriversi alla USB</FONT></SPAN></H1>
<H1><SPAN style="COLOR: "><FONT color=#800000 face="Times New Roman">Continuiamo
ad affermare che tutte le direzioni sindacali (di qualsiasi sigla) sono degli
agenti dei padroni. Il nostro compito è smascherarli e conquistare gli
operai</FONT></SPAN></H1>
<H1><SPAN style="COLOR: "><FONT color=#800000 face="Times New Roman">La
redazione</FONT></SPAN></H1>
<H2 align=justify><FONT face="Times New Roman"><SPAN style="COLOR: "><FONT
color=#800000> </FONT></SPAN>Dopo 35 anni, ritengo conclusa la mia
esperienza di iscritto e militante della CGIL. Una decisione che mi pesa
oltremodo prendere ma che, d’altro canto, sono convinto di dover prendere. La
più grande organizzazione italiana dei lavoratori ha subito la mutazione
sindacale alla quale il PCI è stato costretto in politica. Così come i passaggi
dal PCI al PDS, ai DS e al PD sono serviti a trafilare la forma e la sostanza
del pensiero marxista per sostituirlo con il suo opposto liberale, mentre i
militanti se ne andavano uno dopo l’altro scoprendo di non stare più dalla parte
giusta; così anche i passaggi da Trentin a Cofferati, a Epifani e alla Camusso
sono serviti a ridurre la CGIL ad un apparato ormai privo di un’autentica
identità ideale, subalterno al Padronato, costituito in massima parte da
sissignore al fianco dei quali ci si rende via via conto di non poter stare. In
entrambi i casi, con il PCI e con la CGIL, si è ricorsi senza alcuno scrupolo
all’intollerabile, odioso e stucchevole inganno di ribadire ossessivamente la
continuità fra il prima e il dopo; fra ciò che hanno fatto i dirigenti e le
masse del PCI e della CGIL per i lavoratori e il paese, e ciò che fanno ora i
capi del PD e della CGIL ai lavoratori e al paese in nome e per conto del
Capitale finanziario.</FONT></H2>
<DIV>
<H2 class=article_text align=justify><FONT face="Times New Roman">Fra la
funzione svolta dal PCI e dalla CGIL fino al 1989 e la funzione svolta dal PD e
dalla CGIL oggi, non solo non c’è alcuna continuità bensì una clamorosa e
conclamata discontinuità. Per dirla in altri termini: il PD e l’odierna CGIL non
c’azzeccano niente di niente con il PCI e la CGIL del passato. Gli esempi che si
possono fare a sostegno di quest’affermazione sono addirittura accecanti, si che
ve li risparmio tutti meno uno che invece è misconosciuto ma determinante: la
lotta. Una qualunque organizzazione politica e\o sindacale dei lavoratori non è
tale se non lotta continuamente; in modo intelligente, coniugando i grandi
ideali alle esigenze concrete. E quando le cose si mettono male, bisogna fare le
lotte di retroguardia sia per limitare i danni che per mantenersi in grado di
reagire successivamente. Bisogna lottare: sempre.</FONT>
<P><FONT face="Times New Roman">Il PD e l’odierna CGIL hanno piuttosto
l’assillante preoccupazione contraria, cioè quella di mantenere sedate le masse
in funzione di rendere, solo se possibile, meno dure le condizioni continuamente
imposte dalla Finanza e il Padronato. Loro ci hanno passivizzati, e noi ci siamo
fatti passivizzare; cosi che possono tranquillamente dirci che alla lotta non si
può ricorrere perché noi non la vogliamo fare. Fra le altre è la scusa più
miserabile, che però trova fondamento nella miseria mentale con la quale ci
abbarbichiamo alle gonne politiche e sindacali di chiunque si presenta come
nuovo, pur di non ammetterci che dobbiamo ricominciare a muovere i nostri culi
flaccidi tutti i santi giorni, non solo quello del voto. Ho sempre affermato che
senza partito e senza sindacato non si può e non si deve stare; oggi questo è
più che mai vero perché CGIL\CISL\UIL, cosi come PD\FORZA ITALIA, si sono
acchittate leggi elettorali con le quali possono galleggiare beatamente anche
con un decimo degli iscritti attuali sul fronte sindacale, e dei voti elettorali
su quello politico. Mi iscrivo quindi all’USB, nonostante tutti i limiti
rimproverabili a questa organizzazione, perché è l’unico sindacato di portata
nazionale nel quale potrò dare il mio contributo di lotta alla nostra causa di
lavoratori così come ho sempre fatto da quando sono uno di
noi.</FONT></P></H2></DIV></DIV></ARTICLE></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
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