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itemprop="name"><FONT face=Arial><FONT style="FONT-SIZE: 18pt"
color=#111111>"FRANCIA, LA GRANDE LOTTA DEGLI OPERAI, STUDENTI, PRECARI" - dal
n.10 del giornale proletari comunisti</FONT></FONT></H3>
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<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Da circa due mesi dilaga la lotta in
Francia, contro il Jobs-Act alla francese – Loi-Travail, legge Komri (dal nome
del Ministro del Lavoro).</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Il movimento degli studenti e della
gioventù ne è stato, come già in altre occasioni e in altri paesi, l’innesco e
il detonatore. Poi la scena è stata occupata in misura crescente dai
lavoratori, con scioperi, manifestazioni, blocchi delle strade, e, infine, con
una catena di scioperi nei trasporti che hanno paralizzato ampie parti del
paese, hanno reso alto lo scontro e lo hanno trasformato in un braccio di
ferro tra la decisione del governo di mantenere la legge, forzando le
procedure parlamentari con il famigerato 49.3, e i lavoratori, precari,
movimento di lotta, che difendono i diritti acquisiti e contrastano gli
effetti della legge che attacca il contratto nazionale e liberalizza i
licenziamenti.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><B><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Il braccio di ferro, che intanto ha
contagiato il Belgio, giunge ad una prova di forza con lo sciopero generale
del 14 giugno.</FONT></FONT></B></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT color=#111111><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt">Intanto, dentro e fuori questo scontro sociale, si
sviluppa uno scenario vero da guerra di classe. La Medef – Confindustria
francese – per bocca del suo presidente dichiara: “Non ne possiamo più. Siamo
stufi, ne<SPAN class=Apple-converted-space> </SPAN></FONT></FONT><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt"><A style="name: more"></A></FONT><FONT
face=Arial><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">abbiamo piene le tasche. Bisogna
che si intervenga per far rispettare lo stato di diritto, per non cedere al
ricatto, all’intimidazione (che sarebbe quella dei lavoratori – ndr)...
Bisogna fare in modo che minoranze le quali si comportano un po’ come dei
mascalzoni, come dei terroristi, non paralizzino il paese, minoranze
rivoluzionarie, dalle motivazioni palesemente politiche, che cercano di
bloccare l’economia”. E, infine, per darsi un obiettivo di fase, aggiunge:
“Basta con l’omertà nei confronti della Cgt che da anni usa nelle imprese i
metodi dell’intimidazione, del terrore, della violenza. Basta con la logica
tutta francese della ‘lotta di classe’, con gli imprenditori additati come dei
farabutti che sfruttano i lavoratori”</FONT></FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Il padronato con la sua autorevole
voce chiama per nome le cose e fa appello al proprio Stato, al suo governo,
alla sua stampa a fare della Loi-Travail una tappa del fascismo padronale, che
si unisca e si combini con lo stato d’emergenza e lo “stato di guerra” già
dichiarato e praticato dall’imperialismo francese, all’esterno con il suo
interventismo nelle guerre di aggressione verso i popoli - Valls dichiara,
Corriere della Sera del 2 giugno 2016: “noi siamo l’unico paese impegnato in
tutti gli scacchieri di guerra in questo momento, dal Mali alla Libia, alla
Siria...”; e con la guerra interna che cavalca la tigre degli attentati e
dell’allarme terrorismo, per militarizzare le banlieues contro la gioventù
proletaria e masse e restringere le libertà di lotta, di manifestazione, di
organizzazione a Parigi e in tutto il paese.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Il movimento di massa per il ritiro
della legge lotta per raggiungere il suo obiettivo, e questa contesa sociale
va vista come parte della guerra globale.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>La forza di massa del movimento, e il
suo livello, è espressa da due dati qualitativi certi:</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Primo, la dimensione della
partecipazione dei lavoratori. Siamo di fronte a veri scioperi generali. Ben
diversi dagli “scioperi generali” all’italiana non solo dei sindacati
confederali, ma della parte maggioritaria del sindacalismo di base, che non
vedono mai lo sciopero come effettivo blocco, paralisi prolungata, massimo
disagio alla vita corrente.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Secondo, l’unità che si è realizzata
alla base e nella lotta, nelle grandi come nelle piccole città, tra
lavoratori, studenti, precari..., con un appoggio sostanziale, un consenso
delle masse popolari. Questi fattori possono portare al ritiro della legge sul
lavoro, se si persevera, se la base di lotta che sta partecipando riesce a
contare fino in fondo sull’orientamento della forza principale che dirige la
lotta dei lavoratori, la Cgt.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Le dichiarazioni delle ultime ore di
Martinez, segretario generale della Cgt, non lasciano, però, ben sperare. La
parola d’ordine del “ritiro” sembra annacquarsi, la richiesta di un Tavolo di
trattativa appare come una disponibilità alla conciliazione, si parla di
aspetti positivi della legge su cui si può concordare, pur ribadendo il
proprio No agli aspetti negativi più gravi.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>L’approssimarsi degli Europei che ampi
settori dei giovani, dei lavoratori in lotta vogliono utilizzare a proprio
favore – come in Brasile ai tempi dei mondiali – viene utilizzato dal governo
per fermare la dimensione di massa e la radicalità della lotta, per riprendere
il controllo e dettare i termini della trattativa.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Più “insidioso” degli europei è però
il rilancio - che potrebbe essere pilotato - dell’”allarme terrorismo”, quanto
mai utile, per essere usato contro gli scioperi e le manifestazioni, per
l’occupazione militare delle piazze, delle strade, dei luoghi del conflitto
sociale dispiegato.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>E’, quindi, inevitabile che il
movimento di lotta contro la Loi-Travail si intrecci con tutti i termini della
guerra globale ed è qui che deve mostrare la sua tenuta e resistenza,
espressione della crescita della coscienza delle masse in
lotta.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Lo ‘spettro’ agitato dal presidente
della Confindustria domanda un governo e uno Stato che vada oltre Hollande. La
borghesia francese sta cercando il ‘moderno fascista adatto’. Il silenzio di
Marine Le Pen è parte della partita in gioco.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Dal punto di vista proletario, noi
siamo per il rafforzarsi delle “minoranze rivoluzionarie dalle motivazioni
palesemente politiche”, siamo per l’uso della violenza giusta a difesa delle
lotte e delle ragioni delle masse, attaccate in diverse occasioni dalla
polizia, con cariche, arresti, e con l’uso delle armi che già hanno rischiato
di far rimanere operai e giovani sul selciato. Siamo “per la logica tutta
francese della lotta di classe”, e qui il senso sta nella lunga storia che va
dalla Comune al Maggio francese, che serpeggia, si incarna ogni volta che in
Francia la lotta si fa seria. Siamo perchè il movimento assuma nel suo
insieme, e in particolare la classe operaia, la posizione e le forme di lotta
che, dalla Goodyear alla Air France, avevano già dato l’avvisaglia della
potenza, della forza della ribellione dei lavoratori, che nessun processo
esorcistico che si sta celebrando nei Tribunali francesi contro questi
lavoratori proprio in questi giorni, può cancellare. Siamo perchè la lotta
contro la Loi-Travail diventi sempre più il “brodo di coltura” di tutte le
altre lotte, contro la guerra imperialista, contro la xenofobia e il razzismo,
contro il fascismo di governo, lepenista e di strada, contro la polizia –
forti le manifestazioni “noi odiamo la polizia”; siamo per strappare i
compagni arrestati dal carcere - Antoine è libero e ora lotta insieme a noi -,
per la solidarietà ai prigionieri politici, per la libertà del principale
prigioniero politico nelle carceri francesi, George Ibraim
Abdallah.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Siamo perchè scenda in campo e si
esprima il movimento di rivolta delle banlieues parigine e che si uniscano le
“doppie ragioni” e le “due forze motrici” della lotta rivoluzionaria in
Francia.</FONT></FONT></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><BR></SPAN>
<DD style="MARGIN-LEFT: 0cm"><SPAN><B><FONT face=Arial><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#111111>Siamo con i maoisti francesi e i
rivoluzionari in prima fila, che operano perchè la scintilla incendi la
prateria! </FONT></FONT></B></SPAN></DD></DL></DIV></DIV></DIV><BR><BR>
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