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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<P><FONT face="Times New Roman">Cronaca del fattoquotidiano</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Ottavo giorno di mobilitazione, il blocco delle
raffinerie e dei depositi di carburante, da ieri lo sciopero anche in 19
centrali nucleari. La riforma del lavoro rischia di paralizzare la Francia per
le proteste dei lavoratori e dei sindacati. A Parigi una nuova manifestazione ha
visto partecipare almeno 20mila persone: sono numeri superiori a quelli della
settimana scorsa. Sono state arrestate 16 persone per i disordini scoppiati
lungo il cammino del corteo che da piazza della Bastiglia è arrivato a Place de
la Nation. Le frange più violente hanno lanciato oggetti contundenti contro gli
agenti che hanno risposto con cariche e lacrimogeni. Danneggiato anche l’arredo
urbano, fiore all’occhiello della capitale. I primi disordini sono scoppiati
quando una parte dei dimostranti – un centinaio circa con il volto coperto – ha
deviato dal percorso seguito dal corteo, ha scagliato bottiglie contro gli
agenti, ha infranto vetrine e danneggiato automobili. La polizia ha reagito
facendo ricorso ai gas lacrimogeni. Violenze si sono verificate anche in altre
località della Francia. A Bordeaux l’attacco ad un commissariato si è concluso
con un ferito, mentre a Nantes la polizia ha fatto uso di lacrimogeni e due
banche sono state danneggiate.<BR>Pubblicità</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Caos nel governo. Valls e il suo ministro si
contraddicono<BR>Una situazione di crisi sociale che spinge ora il governo a
un’apparente confusione, con prese di posizione in ordine sparso. Da una parte
c’è il premier Manuel Valls che a Bmf-Tv dice che se il ritiro della riforma
“non è possibile”, ammette però che “possiamo sempre apportare delle modifiche,
dei miglioramenti”: esclude modifiche all’articolo 2, il punto più controverso
perché prevede di far prevalere gli accordi aziendali su quelli di categoria per
ferie e orari di lavoro. E dall’altra parte c’è il ministro delle Finanze Michel
Sapin, intervistato a una radio, che sostiene il contrario: “Forse bisognerà
ritoccare l’articolo 2 su alcuni punti”. Una situazione di imbarazzo dalla quale
lo stesso Valls, ancora in diretta, è uscito ribadendo che “non toccheremo
l’articolo 2″. Il premier francese ha evocato la possibilità di “modifiche” e
“miglioramenti”. Ma non ci sarà nessun ritiro della riforma. “Ritirare la
riforma significherebbe impossibilità di governare – ha detto il capo del
governo socialista – Questo Paese muore dell’impossibilità di
riformarsi“.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Valls ha definito “irresponsabile” l’azione
della Cgt, il principale sindacato francese alla guida delle proteste,
garantendo che il governo continuerà nelle opere di sgombero delle istallazioni
petrolifere e industriali bloccate dalle proteste. Alla domanda se si potrà
ricorrere a misure di precettazione in caso di forza maggiore, il primo ministro
ha spiegato che “tutte le possibilità sono sul tavolo”. Secondo Valls il
progetto di legge verrà approvato quest’estate e non si può scartare la
possibilità di ricorrere al voto di fiducia, proprio a causa delle spaccature
interne al partito socialista. “Come si può pensare che io voglia minare il
modello sociale francese?”.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Hollande: “Tutto il possibile per garantire
l’approvvigionamento”<BR>Due giorni fa la Cgt aveva lanciato un appello al
personale di Edf – il colosso energetico della Francia – a bloccare o rallentare
la produzione nelle centrali nucleari, oggi, in occasione di un’ennesima
mobilitazione. “Ma siamo responsabili: non lasceremo l’Europa al buio”, assicura
un sindacalista. Quanto alle raffinerie e ai depositi di carburante, il
presidente François Hollande ha garantito che “sarà fatto tutto il possibile per
garantire l’approvvigionamento” di benzina. “Il governo non ritirerà la riforma
del lavoro. Il sindacato non detta le leggi di questo Paese” aveva rincarato
Valls, sottolineando a chiare lettere che l’esecutivo non cederà al “ricatto”.
Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Elabe per Bfm-Tv, 7 francesi su
dieci vorrebbero il ritiro della contestata legge “per evitare la paralisi”.
Fino a ieri le immagini degli automobilisti in fila davanti ai benzinai per il
terrore di rimanere a secco hanno dominato media e canali all
news.<BR>Pubblicità</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">I blitz in tutta la Francia<BR>Intanto si
moltiplicano gli interventi delle forze dell’ordine contro le barricate. Ieri,
all’alba, è avvenuto un nuovo assalto della police nationale a un deposito
strategico bloccato da circa 80 militanti della Cgt a Douchy-les-Mines, nel nord
del Paese. Una ventina di blindati con agenti in assetto antisommossa sono stati
mobilitati per l’operazione, la terza del genere da due giorni. Quasi
contemporaneamente, i manifestanti hanno bloccato il Ponte di Normandia, che
collega Le Havre – porto dove i blocchi si moltiplicano da giorni – a
Honfleur.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">La prossima settimana tocca a metro e bus di
Parigi<BR>La situazione è tesa, la penuria di carburante, dopo Nantes, Rennes e
Le Havre, si avverte anche a Parigi. Francis Duseux, presidente dell’Unione
industrie petrolifere, sostiene che da due giorni sono intaccati gli stock di
riserva. Ai microfoni di Rmc, Duseux ha parlato di “situazione tesa” alla quale
“contribuiscono anche i consumatori”. I quali, presi dal panico di restare a
secco, hanno aumentato i consumi medi di tre-cinque volte. Attualmente un
benzinaio su tre lamenta una penuria parziale o totale, incluso a Parigi, dove
c’è chi è rimasto anche un’ora in fila per fare il pieno. Al caos benzina si
aggiunge anche lo sciopero di due giorni indetto dai ferrovieri della Sncf, che
incroceranno le braccia anche dal 31 maggio. Atteso invece per il 2 giugno lo
sciopero “illimitato” di metro e bus parigini (gestiti dalla Ratp), a cui
seguirà dal giorno dopo quello dell’aviazione civile. Il tutto a pochi giorni
dal fischio d’inizio dell’Euro 2016.</FONT></P></DIV></DIV>
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