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style='FONT-SIZE: small; TEXT-DECORATION: none; FONT-FAMILY: "Calibri"; FONT-WEIGHT: normal; COLOR: #000000; FONT-STYLE: normal; DISPLAY: inline'><FONT
size=2 face=Tahoma>riceviamo e facciamo circolare</FONT></DIV>
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<P dir=ltr></P>
<P dir=ltr>HOME / INTERVENTI /</P>
<P dir=ltr>Lettera aperta agli organizzatori del primo maggio di Taranto</P>
<P dir=ltr>di Giacomo Sferlazzo<BR><BR><BR><BR></P>
<P dir=ltr>Mi chiamo Giacomo Sferlazzo sono un attivista politico e un musicista
di Lampedusa, faccio parte del collettivo Askavusa e vi scrivo pubblicamente per
fare delle mie considerazioni uno spunto di riflessione politica.</P>
<P dir=ltr>Ritengo il vostro percorso, non solo meritevole di attenzione, ma
anche parte di un percorso comune che parte dalla Val di Susa e arriva a Niscemi
e alla lotta contro il MUOS e la militarizzazione. Per questo la critica che vi
rivolgo non è rivolta a voi ma ad un “noi” che è in costruzione e che spesso
viene risucchiato dal già costituito, dal capitale nelle sue forme più avanzate.
E’ possibile anche che invece io abbia sbagliato valutazione nei vostri
confronti e pretenda da una manifestazione musicale quello che non è possibile
trovarvi di questi tempi.</P>
<P dir=ltr>Quando è nato il primo maggio di Taranto molti musicisti che vivono
la musica come strumento politico hanno esultato. Nasceva una manifestazione
musicale radicata nella lotta sociale e nel territorio che a differenza del 1
maggio dei sindacati di Roma usciva fuori da alcune logiche.</P>
<P dir=ltr>Nella piazza di San Giovanni a Roma da un lato si parla di lavoro e
lavoratori e dall’altro gli stessi soggetti organizzatori distruggono le
conquiste ottenute con decenni di lotte chinandosi ad ogni volontà dei
banchieri, delle multinazionali e del mondo della finanza e dei loro burattini
che si sono susseguiti al governo.</P>
<P dir=ltr>Il processo di produzione del capitale e la sua concentrazione nella
mani di pochi sta inghiottendo tutto con facilità e prepotenza passando da
quelle forme di rappresentazione e spettacolo in grado di orientare le
masse.</P>
<P dir=ltr>Debord e Pasolini avevano previsto e descritto in maniera lucida
l’evoluzione della società dei consumi e l’oggettivazione del capitale nello
spettacolo. Il capitale che riesce a capovolgere la realtà e far apparire
desiderabile ciò che è disgustoso.</P>
<P dir=ltr>Quest’anno vi avevo scritto proponendovi di parlare dell’uso di
Lampedusa come piattaforma militare e palcoscenico mediatico dove si inscena lo
“spettacolo del confine”. Dell’uso strumentale di tragedie e emergenze spesso
create per nascondere o giustificare scelte militari.</P>
<P dir=ltr>E’ notizia fresca che in parlamento il Ministero della Difesa e la
Marina Militare hanno dato dati falsi su una nave militare che doveva servire
per salvare i migranti in mare e che invece si è rivelata una portaerei per gli
F35.</P>
<P dir=ltr>Così come i droni (che per l’opinione pubblica serviranno a salvare
vite umane in mare) sono stati armati con il sistema d’arma detenuto dagli
USA.</P>
<P dir=ltr>Eurosur che è un’agenzia controllata da Frontex (agenzia per il
controllo delle frontiere esterne europee) è stata votata dalle istituzioni
europee il 10 ottobre del 2013 ad una settimana dalla strage del 3 ottobre a
Lampedusa. In tutte le dichiarazioni di chi ha ratificato la costituzione di
Eurosur si nomina la strage del 3 ottobre 2013 come giustificazione di questa
nuova agenzia. Bene questa agenzia si occupa di sorvegliare i confini esterni
europei con l’uso di satelliti e di droni ed ha avuto enormi finanziamenti da
parte dell’UE per la gioia di chi produce questi sistemi di controllo e per chi
pianifica strategie militari/umanitarie.</P>
<P dir=ltr>Vi avevo proposto di suonare e parlare all’interno della vostra
manifestazione per dire che a Lampedusa ci sono 2 caserme dell’AM, due caserme
della Guardia Costiera, una caserma dei Carabinieri, l’ex Base Loran, un’area
della Marina Militare, Frontex, tre “braccia” del porto che sono zone militari
inaccessibili, l’aeroporto che viene usato per operazioni militari e abbiamo ben
sette radar oltre ad antenne di vario tipo che servono alla guerra elettronica e
allo spionaggio. Volevo dire che a Lampedusa la maggior parte delle persone
muore di tumore.</P>
<P dir=ltr>Volevo parlare di come l’imperialismo ha usato e continua ad usare
l’isola e la questione delle migrazioni per depredare l’Africa da cui poi sono
costrette a partire migliaia di persone.</P>
<P dir=ltr>Per dire che l’immigrazione è l’effetto delle politiche secolari
occidentali di colonizzazione, espropriazione e sfruttamento e non una “cosa
naturale”. Che anche il sud Italia si può inserire in questo contesto come parte
colonizzata dalle potenze imperialiste.</P>
<P dir=ltr>Mi avete risposto che non era possibile.</P>
<P dir=ltr>Oggi scopro che invitate la Nicolini, cioè una delle artefici della
rappresentazione e mistificazione del reale su Lampedusa e le migrazioni.</P>
<P dir=ltr>Un sindaco che ha dichiarato che la presenza dei militari a Lampedusa
la fa sentire sicura, un sindaco che non prende la parte dei lavoratori e che ha
lasciato la gestione dei servizi (acqua, rifiuti, energia elettrica) nelle mani
di ditte che sfruttano i lavoratori, i lampedusani e il territorio di Lampedusa,
ditte che sono agganciate con il potere regionale e nazionale, proprio come le
Coop e le associazioni che gestiscono l’”affare dell’accoglienza”.</P>
<P dir=ltr>Un sindaco che ha permesso che a Lampedusa si istituisse il primo Hot
Spot d’Europa, che riceve Renzi, Schultz, Boldrini e compagnia bella, non come
coloro che eseguono gli ordini del capitalismo finanziario che ha portato a
mettere nelle mani di pochi la ricchezza globale (62 persone hanno accumulato la
stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone e dal 2010 al 2015 le loro ricchezze
sono cresciute del 44 per cento) ma come colleghi con cui contrattare e da cui
ottenere delle cose.</P>
<P dir=ltr>Un sindaco che vede nell’UE un’opportunità e non un cappio al collo,
che tratta i lavoratori in sciopero come criminali e non come compagni di
lotta.</P>
<P dir=ltr>Un sindaco che viene pompato dagli apparati mediatici di regimi
Repubblica, Fazio e compagnia bella.</P>
<P dir=ltr>Cosa dirà al mondo il sindaco di Lampedusa dal vostro palco? Magari
che l’UE deve cambiare politiche sull’immigrazione?</P>
<P dir=ltr>Che l’Europa deve divenire più umana? Che tutti hanno il diritto di
cercare una vita migliore?</P>
<P dir=ltr>Sono questi i termini in cui volete ridurre il dibattito sulle
migrazioni?</P>
<P dir=ltr>Vogliamo ridurre la questione delle migrazioni ad un problema
umanitario o dargli una dimensione storica ed economica?</P>
<P dir=ltr>Oppure dirà che i partiti fascisti stanno prendendo potere e bisogna
stare attenti.</P>
<P dir=ltr>Ma non sono forse le politiche dell’UE ad avere dato ai partiti
fascisti l’opportunità di crescere? L’UE non ha finanziato i nazisti in Ucraina?
Non ha dato finanziamenti alla Turchia?</P>
<P dir=ltr>Cosa ci potrà mai dire la Nicolini e quante volte citerà il
Papa questa volta ?</P>
<P dir=ltr>Qualcuno dirà “stiamo a sentire”. Io no grazie ho già dato.</P>
<P dir=ltr>A chi è utile il discorso della Nicolini?</P>
<P dir=ltr>Se venite a Lampedusa a parlare con i lampedusani (che attenzione non
sono quelli dipinti in Fuocoammare) la maggior parte vi dirà che il discorso
della Nicolini non è utile ai lampedusani.</P>
<P dir=ltr>E’ utile ai “migranti”?</P>
<P dir=ltr>Forse al concetto astratto di migranti, si, ma a quelli che prima
scappano da una guerra (magari fatta proprio da USA e UE) che poi vengono
costretti a viaggiare in modo pericoloso, recuperati in mare dai militari eroi,
rinchiusi nei centri e poi lasciati nelle campagne senza documenti a lavorare in
nero, a questi mi sa che il discorso della Nicolini non è utile.</P>
<P dir=ltr>Allora a chi è utile? Forse all’UE? Forse alla Pinotti quando deve
dire che le navi da guerra servono a salvare vite umane?</P>
<P dir=ltr>La creazione e la gestione delle migrazioni, come la conosciamo dai
primi anni novanta, si plasma con le politiche europee volte alla creazione di
un mercato unico. Il fine ultimo del mercato unico è di concentrare il capitale
in pochi soggetti e disgregare i lavoratori facendoli divenire “mobili” (quelli
all’interno dello spazio europeo) e “migranti” quelli al di fuori dello spazio
europeo.</P>
<P dir=ltr>Lavoratori che hanno perso progressivamente non solo i loro diritti
ma anche la loro dimensione storica e politica.</P>
<P dir=ltr>E’ con gli accordi di Schengen e la prima legge organica
sull’immigrazione in Italia (legge Martelli) che si creano le condizioni
giuridiche e politiche che porteranno alla situazione attuale a Lampedusa e nel
Mediterraneo.</P>
<P dir=ltr>E l’UE non è affatto una fortezza, l’UE ha creato un filtro alle
proprie frontiere esterne, un filtro che usa per far entrare o escludere masse
di lavoratori “illegali” e sfruttabili.</P>
<P dir=ltr>E’ l’UE che impone la sorveglianza armata dei confini, la selezione
dei lavoratori (che servono perche la crescita demografica in Europa è
bassissima), i centri di detenzione per migranti, la criminalizzazione
dell’immigrato o la sua riduzione a corpo biologico che ha bisogno solo di cure
mediche, cibo e acqua.</P>
<P dir=ltr>Lampedusa è il luogo di sperimentazione di tutto questo. Un’isola che
voleva vivere di pesca e turismo e che si sta trasformando in una grande
prigione e caserma. Un’isola in cui gli abitanti non sono diversi dagli altri
come si vuol far credere, in cui ci sono i razzisti, ci sono i solidali, ci sono
quelli che hanno capito come riuscire a farci dei soldi sullo stato attuale
delle cose, ci sono quelli che cercano di capire e quelli a cui l’unica cosa che
interessa è fare la promozione turistica dell’isola.</P>
<P dir=ltr>Ma invece i lampedusani servono tutti buoni, bravi e accoglienti.</P>
<P dir=ltr>Non è cosi, qui abbiamo avuto episodi di razzismo gravissimi, una
vicesindaco della Lega Nord e sassaiole contro i migranti. Cosi come abbiamo
avuto persone che si sono prodigate per aiutare in momenti di bisogno (queste
persone raramente le vedrete in tv o sui giornali).</P>
<P dir=ltr>Un’isola meravigliosa devastata da un processo di colonizzazione
interna (il primo atto del governo di unità nazionale fu costruire i cameroni:
luoghi di reclusione per i confinati politici) che come tutti i processi
coloniali ha bisogno di una classe dirigente locale che gestisca il processo
dall’interno.</P>
<P dir=ltr>La Nicolini sta svolgendo questo ruolo.</P>
<P dir=ltr>Che dire compagni e compagne.</P>
<P dir=ltr>Buon primo maggio e buona musica.</P>
<P dir=ltr> </P>
<P dir=ltr>Giacomo Sferlazzo</P></DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
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