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<H1><A title=""
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target=_self><FONT face="Times New Roman">Torino, l'ex pm Guariniello non lascia
la toga: "Diventerò l'avvocato dei più deboli"</FONT></A></H1><IMG
alt="Torino, l'ex pm Guariniello non lascia la toga: "Diventerò l'avvocato dei più deboli""
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itemprop="image"><BR><BR><BR><FONT face="Times New Roman">Dopo la pensione è
troppo forte la nostalgia del Palazzo: "L’iscrizione all’albo dalla prossima
settimana, ma per due anni non potrò esercitare qui"<BR><BR></FONT><SPAN
style='itemprop: "articleBody"'><FONT face="Times New Roman">Troppo forte la
nostalgia e il richiamo dell’aula. Ma soprattutto la sfida di continuare a dar
voce alle vittime e ottenere, per loro, giustizia. Per chi, come lui, ha
costruito la propria vita scoprendo ciò che non funziona, anticipando e
processando i problemi, intervenendo a sanare le falle che li avevano causati,
la tentazione è troppo forte. Per questo il procuratore Raffaele Guariniello ha
deciso di non dire addio alla toga, ma di tornare a indossarla. Semplicemente
dall’altra parte, come avvocato. «Ovviamente stando dalla parte dei deboli»,
spiega sorridendo, sapendo di dire cosa ovvia.<BR>Lui che ha fatto scattare le
manette solo una volta nei suoi 40 anni da magistrato, mai potrebbe difendere un
delinquente o un criminale. Per primo ha portato davanti ai giudici chi ha
causato migliaia di morti da amianto (il caso Eternit) e ha avuto il coraggio di
contestare l’omicidio volontario con dolo eventuale a chi ha preferito la logica
del risparmio alla sicurezza dei propri operai (Thyssen). Anno dopo anno, è
diventato icona nazionale della protezione dei deboli, spauracchio di
imprenditori e commercianti, ma anche degli amministratori pubblici. Dove
metteva le mani, fioccavano prescrizioni e guai per
qualcuno.<BR><BR>L’iscrizione all’albo arriverà la prossima settimana. «Ma per
due anni non potrò esercitare a Torino», spiega Guariniello. Queste sono le
regole, infatti, imposte dalla legge professionale forense per chi ha esercitato
in precedenza il mestiere di magistrato. È comunque un progetto, quello di
tornare in tribunale come principe del foro, che non toglierebbe sicuramente
spazio anche all’idea di altri incarichi. Da procuratore Raffaele Guariniello,
74 anni, ha trascorso la sua vita sempre in ufficio. Lo si poteva trovare dietro
alla scrivania ogni weekend e in ogni periodo dell’anno anche fino a mezzanotte.
A Natale come a luglio e agosto, ha sempre garantito turni di reperibilità
quando tutti gli altri magistrati erano in ferie. Ha saputo circondarsi di una
polizia giudiziaria e di un personale di cancelleria che ha lavorato con lui per
oltre vent’anni. E non c’è stata lettera o esposto a lui indirizzata — ogni anno
ne arrivavano migliaia — che non abbia letto o valutato con
attenzione.<BR>L’idea di aprire uno studio legale avrebbe quindi senz’altro
bisogno di un uguale supporto logistico e di personale fidato. C’è da
scommettere comunque che se l’ex magistrato non si farà tentare da altri
allettanti incarichi istituzionali, la preclusione del foro di Torino, per uno
come lui, non sarebbe certo un problema. Riceverebbe clienti da tutta Italia (la
competenza territoriale non sarebbe più un problema) e continuerebbe così a
portare avanti le battaglie che più gli interessano. Nuove e vecchie sfide,
insomma, lo attendono.</FONT><BR></SPAN></DIV></DIV>
<br /><br />
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