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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H3><FONT face="Times New Roman">i piani padronali e governativi vanno
contrastati con la lotta e la costruzione del sindacato di classe info <A
href="mailto:slaicobasta@gmail.com">slaicobasta@gmail.com</A>
347-1102638</FONT></H3>
<H3><FONT face="Times New Roman">...nel giugno scorso, si è prodotta la cessione
del sito Alenia di Capodichino (Napoli) all’imprenditore rampante, Gianni
Lettieri – già discusso patron di Atitech nonché leader del centro destra nel
Consiglio Comunale di Napoli – il quale ha immediatamente imposto la sua logica
d’impresa con l’intero corollario dei collaudati strumenti di comando che
puntano, esplicitamente, alla cancellazione di diritti, al disciplinamento
autoritario della forza lavoro ed all’intensificazione della
produttività.<BR>Una vicenda, quella dell’Alenia Capodichino che è seguita alla
chiusura di Alenia/Casoria e al significativo ridimensionamento del
polo Ansaldo che pure vantava numerose commesse e progetti lavorativi.<BR>Si
apprende ora (Corriere del Mezzogiorno del 6/1/2015) che la strategia di Moretti
e dell’intero management della “nuova” Finmeccanica punterebbe alla dismissione
della Selex di Giugliano e dello stabilimento Alenia di Nola.<BR>Una linea di
condotta – quella di Finmeccanica – che tramite operazioni di dismissione,
attraverso i cosiddetti spezzatini di aziende e gruppi omogenei, e con
trasferimenti al Nord di importanti segmenti produttivi, come quelli afferenti
al settore bellico, sta ridisegnando, con un forte segno antioperaio, la nuova
geografia produttiva di ciò che residua della vecchia “industria di
stato”.<BR>Quello che si annuncia è un vero e proprio schiaffo in faccia ai
lavoratori, ai precedenti accordi stipulati, che prevedono ben altro esito per
queste fabbriche, e, soprattutto, è uno scandalo per gli svariati milioni di
Euro di fondi pubblici che erano stati dirottati verso Finmeccanica per
salvaguardare il futuro produttivo, l’occupazione operaia e la situazione
sociale dei territori in cui insistevano ed ancora insistono questi poli
operai.<BR>Infatti, con buona pace dei piani industriali ed in barba ai vari
protocolli d’intesa sottoscritti al Ministero e nelle Prefetture dobbiamo
registrare che, nel corso di due anni, Finmeccanica ha disatteso e reso carta
straccia tutti gli accordi sottoscritti.<BR>Un comportamento arrogante che è
stato reso possibile dall’aperta complicità di Fim e Uilm e dagli ondeggiamenti
ed evidenti ambiguità politiche della Fiom sia nazionale che
regionale.<BR>Queste organizzazioni sindacali, a vario titolo, hanno
spalleggiato la filosofia padronale, hanno alimentato la rassegnazione e la
sfiducia tra i lavoratori ed hanno fomentato divisioni e contrapposizioni, nel
corpo stesso della classe, frantumando e depotenziando le risposte operaie che
pure non sono mancate.<BR>Specie la Fiom, ed il suo gruppo dirigente in
particolare, hanno mortificato e svilito l’impegno dei tanti delegati di base i
quali, nonostante tutto, hanno alimentato le mobilitazioni e le lotte sfidando
l’intransigenza padronale ed il clima da caserma che si sta diffondendo negli
stabilimenti.<BR>Le prossime settimane ci diranno, con più chiarezza, se gli
annunci di guerra che Finmeccanica sta facendo trapelare sono l’antipasto di un
nuovo affondo contro i lavoratori verso cui, però, occorrerà organizzare –
facendo tesoro delle esperienze e degli errori del passato – una più forte e
diffusa resistenza operaia. Aspettare supinamente – come spesso è accaduto anche
nel recente passato – che Fim, Uilm o la stessa Fiom chiamino i lavoratori alla
lotta sarebbe una scelta negativa e suicida per gli interessi immediati e futuri
degli operai.....<BR></H3></FONT></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
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